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Autore: Moonlight_Pleasure    21/01/2014    3 recensioni
Dal capitolo 1
E fu proprio durante quei mesi in cui non aveva niente di meglio da fare che osservare nel profondo le persone che aveva sempre avuto accanto a sé che notò una luce diversa in una persona in particolare.
Hermione.
Una ricerca, una missione e un nuovo personaggio. Una mia idea di cosa sarebbe successo dopo la morte di Voldemort, tra passione e scandali!
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da VII libro alternativo
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Capitolo 4:  Fingers crossed
 
As you smiled like you do
I could take evasive action
But I need the satisfaction
And I know, oh
I could learn a lot
From someone like you
Who knows what will happen
I'll keep my fingers crossed and
Hope for some reaction
Here it goes, it's chemistry tonight
My eyes are open
All the electricity seems right
I can feel a change in me

It's chemistry tonight
You turn and you look
Right through me
You know what you're doing to me
Frida - Chemistry Tonight  

Luglio non era ancora arrivato e si trovavano vicino al mare. Fred e George proposero di trascorrere l’ultima settimana di giugno al mare e, per l’invidia del signor Weasley, volevano provare a vivere come babbani per qualche giorno, limitando l’uso della bacchetta al minimo. La proposta fu accettata a pieni voti da Ginny ed Harry, mentre Hermione si convinse solo guardando le espressioni supplichevoli di Ginny e dei gemelli.
Erano appena arrivati in Australia, dopo essersi smaterializzati in un vicolo isolato, e decisero di affittare un piccolo appartamento sul mare. I gemelli e Ginevra decisero di lasciar fare ad Harry e ad Hermione, molto più pratici in questioni babbane. Una piccola ricerca su una rubrica telefonica e riuscirono a trovare una casa sul mare, immersa nel bosco ed isolata dal resto della città. Un posto discreto, insomma, se avessero voluto eseguire incantesimi senza violare leggi magiche. Dopo aver accordato il prezzo, presero le chiavi e si diressero verso la casa. Era composta da tre stanze da letto matrimoniali, un bagno e una grande cucina e affacciava sulla spiaggia di Brisbane. Dalla finestra aperta entrava una leggera brezza marina che spinse tutti ad uscire e respirare aria di salsedine.
Non se lo fecero dire due volte.
Osservarono tutti rapiti le onde che si infrangevano contro i sassolini dorati al limitare del mare, che si illuminavano come la sabbia che li circondava se colpiti dal sole. Non erano tipi da mare e si vedeva. Avevano la pelle talmente bianca, che non appena presero quel po’ di sole cominciarono a diventare rossi in faccia. Hermione, ovviamente esperta in “roba da babbani”, si attrezzò per la situazione, non volendo che lei e i suoi amici si arrostissero come caldarroste.

-Prendete un po’ di crema solare, tutti quanti. – Li incitò, svitando il tappo di un tubetto giallo.
Tutti, in particolare i gemelli, la guardarono con aria di dubbia fiducia e si avvicinarono per farsi mettere un po’ di crema sulle mani. Cominciarono a spalmarsela sul viso e poi, soddisfatti del risultato, continuarono a guardare il mare come se non ci fosse niente di più bello. Hermione trattenne un sorriso osservando Fred e si avvicinò al ragazzo. Aveva dei residui bianchi sul naso e un po’ in fronte. Non appena la vide avvicinarsi, Fred, fraintendendo, sorrise mentre gli si illuminavano gli occhi.

- Granger, già vuoi saltarmi addosso? Ci vorrebbe un po’ di privacy, non credi?-
-No, sciocco. Neanche per tutti i Galeoni del mondo, Weasley!-

Posò un dito sul viso del ragazzo, facendo assorbire gli ultimi resti della crema. Notando la gaffe e il fatto che George e Ginny accanto a loro erano piegati in due dalle risate, arrossì leggermente, non mostrando però alcun segno di imbarazzo.
-Non ne sarei così convinta, se fossi in te – e con un occhiolino la lasciò lì a bocca aperta, dirigendosi verso casa per potersi mettere il costume.

Che sfrontato! Pensò Hermione, sbuffando al pensiero che ciò che poteva aver detto Fred non era del tutto falso. Scrollò la testa per levarsi di testa queste provocazioni.
Da un anno a quella parte, soprattutto dopo l’episodio al San Mungo, Fred le era parso sempre più strano. Lei lo trattava normalmente, ma notò alcuni atteggiamenti che le fecero sospettare della sua integrità mentale. Ok, c’era stato quel bacio. Dato, secondo Hermione, per noia o, al massimo, per la solitudine causata dal dover stare giorno dopo giorno in un triste letto ad osservare sempre le solite facce. Era arrivata a questa conclusione dopo essersi scervellata come una matta e aveva convenuto che era tipico di Fred Weasley tirare fuori un evento inaspettato, per rompere la routine, senza alcun significato emotivo. Quella che le parve una conclusione più che accettabile rischiava di essere confutata, nei mesi successivi. E’ pur vero che non si videro, se non in occasione delle vacanze, tuttavia colei che smosse la sua mente fu Ginny.
Frequentando il settimo anno insieme, infatti, lei e Ginny inevitabilmente legarono sempre di più e cominciarono a conoscersi meglio di loro stesse. Ginny amava scherzare, elogiava i ragazzi più carini e intelligenti di Hogwarts con l’intendo di cercare il compagno per la sua migliore amica, perché, a suo dire, “aveva bisogno di staccare e rilassarsi”. Hermione trovò quell’idea ridicola ma la rossa non si dava per vinta e, ogni giorno, ne indicava uno diverso. Al che, le parve decisamente strano quando, dopo tre giorni di mutismo nei confronti della fauna maschile che la circondava e dopo averla fissata con sguardo sconvolto alternato a un’espressione di pura felicità, citò casualmente il nome di Fred. Disse che le aveva inviato una lettera e che le aveva spiegato la sua ultima invenzione. Niente di strano fin qui, giusto? Ciò che marcò sempre di più quel velo di dubbio fu che durante tutto l’anno, almeno due o tre volte a settimana, accennava a Fred con tono casuale e i suoi pregi e lo elogiava, così come aveva fatto con i bellocci del Quidditch qualche mese prima. Ogni tanto elogiava anche George, Bill e Charlie, così sempre casualmente, tanto che Hermione si chiese se non fosse diventata più paranoica di Moody. Per cui lasciò correre e ben presto il pensiero dei M.A.G.O. le fece completamente dimenticare l’argomento “Fred, il mio fantastico fratello”.
Il dubbio risorse proprio la sera prima della partenza, quando i gemelli, Ginny e Harry decisero di unirsi al suo viaggio. E soprattutto dopo, quando si ritrovarono faccia a faccia, lei e Fred, nella stanza di Ginny. La notte prima della partenza fu un caratterizzata da una catena di pensieri discordanti.

Ci siamo baciati l’anno scorso. Ok, era un passatempo per lui, sicuramente. O a mali estremi gli avrò fatto pena e quello era un modo per starmi vicino. Hermione ma stai ascoltando quello che stai pensando? Non ha senso, non ha per niente senso..
E poco fa? Cosa è successo? Sto sognando sicuramente. Lui vuole proteggermi. E’ normale, no? Si fa così tra amici, si ci supporta. Ma poi quello sguardo.. perché mi guardava in quel modo? Che aveva intenzione di fare? Era sempre stato un amico, le aveva dato consigli nei momenti di difficoltà. Ma una domanda più urgente è… perché io lo guardavo in quel modo? Perché non mi si era bloccata la voce in gola? Non era una mia reazione, Fred non mi aveva mai causato nessuna reazione, tanto meno questa. Che mi sta succedendo? Da quando vedo Fred sotto quell’aspetto? Ok, è bello, non lo si può negare. Ma non è solo la bellezza che mi fa fare monologhi interiori la notte, anziché dormire… Non riesco a capirlo. Pensa, Hermione, pensa. Ci sarà sicuramente una soluzione semplice a questo, ci deve essere! Non posso passare la notte torturandomi per un altro Weasley. Bello, alto, occhi profondi come le foreste, verdi come smeraldi… Hermione, controllati! Sarà come si è preso cura di me in ospedale? I suoi abbracci confortanti e quel senso di protezione così innaturale che nessuno aveva mai saputo darmi? Sarà il suo modo di fare, sempre fuori le righe, che mi irrita ma al tempo stesso promette straordinarie avventure? Non lo so, sta di fatto che non posso pensare questo di Fred, è così innaturale… E’ il fratello di Ron, è illogico sotto molti punti di vista… Avrei voluto baciarlo, era così vicino che sentivo il suo calore. Ecco l’ennesima cosa senza senso della serata. Perché mai volevo baciarlo? Hermione, cara, l’aver sconfitto Voldemort ti ha dato alla testa sicuramente. Non c’era nessun’altra spiegazione possibile. Il bacio di Ronald fu tutto, tranne ciò che mi aspettavo. Credevo di provare un forte sentimento per lui, ma quel bacio fece tremolare questa sicurezza. E ora questo! Sono destinata a arrovellarmi il cervello con i Weasley, santo Merlino! Non posso permettermi di provare qualcosa per Fred, non posso. Non sarebbe giusto nei confronti di Ron…
Eppure, stasera sembrava tutto il contrario. Lo voglio, non mentire a mentire a me stessa. E’ sbagliato, forse, ma l’istinto parla chiaro. L’avrebbe baciato volentieri. Devo escogitare un piano, un piano per non restare bruciata tra i due Weasley e capire le intenzioni di Fred.  Non dovrò mostrare ciò che provo, o ciò che penso di provare (potrei sempre aver preso una mazzata di Troll in testa senza accorgermene), fin quando non saprò per certo le intenzioni di Fred..
 
 
Uscì dalla porta affacciata sulla spiaggia, il costume a pantaloncini un po’ arricciato su una gamba sinistra, dovuto alla fretta di metterseli. Corse come la vento verso il mare, saltò con un piede nell’acqua e poi si tuffò subito, riemergendo con un largo sorriso.
Hermione guardò Fred, scuotendo la testa. “Quel ragazzo non crescerà mai” pensò. E rientrò in casa, con l’intendo di sistemare la valigia; Ginny la raggiunse, sbuffando poichè anche Harry e George decisero di farsi il primo bagno, lasciandole sole a sistemare i bagagli.
I ragazzi rientrarono dopo un’ora, completamente fradici, con l’acqua che colava dai capelli umidi fino alle spalle nude e sempre più giù, arrivando a toccare terra. Ginny si beava sempre, come se fosse la prima volta, dell’immagine del corpo di Harry; Lo osservava con un sorriso carico di maliziosità, mentre passava i suoi occhi sulle spalle larghe e scendeva giù verso gli addominali appena accennati, fino alla linea di peli che terminava con il confine superiore del costume blu. I vestiti che lo coprivano non gli rendevano giustizia, neanche un po’. Non poteva fare mai a meno di osservarlo, anche se conosceva le insenature del suo corpo meglio di ogni altro. Era una cosa alla quale difficilmente riusciva ad abituarsi e a passare sotto il suo naso come “normale”. Harry si accorse di quello sguardo e, conoscendo le espressioni della sua amata meglio di chiunque altro, inclinò un sopracciglio e indicò il piano di sopra. Senza dire una parola agli altri, si presero per mano e corsero nella loro stanza, sbattendo la porta alle loro spalle.
- Non distruggete il letto, piccioncini! – urlò George, al quale la scena non era passata inosservata.

Nel mentre, anche Hermione era rimasta ad indugiare sulle forme di Fred, il quale cercava di far gocciolare più acqua possibile dai capelli, strofinandoli con la mano. Non aveva mai visto il torso di Fred e diciamo che se lo era immaginato peggio. Pensava fosse smilzo e delineato a malapena come quello di Ron, ma scoprì che paragonarlo a quello di Ron fu un oltraggio. Nascosto spesso dai grandi maglioni della signora Weasley o da larghe T-shirt, il corpo di Fred era più delineato perfino rispetto a quello del gemello. Aveva pettorali rialzati, spalle larghe e solcate dai muscoli ben evidenti e addominali visibili anche a un chilometro di distanza. Si rese che stava indugiando più del dovuto, per cui tolse subito lo sguardo, il quale bramava quella visione ancora una volta. Di tutto ciò, Fred parve non accorgersene.
- Ragazzi, ho sistemato le vostre cose nella stanza affianco a quella di Ginny e Harry –
Li informò Hermione, indicando con la mano che si trattasse la stanza sulla sinistra rispetto a quella dei due innamorati. Fred e George si scambiarono un’occhiata fugace. Erano due contro uno, ed era sempre risaputo che avere una cavia da torturare a suon di battute era una delle cose che gli riusciva meglio. Hermione notò quello scambio e si spaventò. Era nei guai, guai seri.
- Granger, che colpo al cuore, non vorrai farmi dormire con questa testa di rapa di mio fratello? – esordì George.
- Si Granger, un letto matrimoniale non è fatto per dividerlo con i fratelli, non so se comprendi… - continuò Fred, con maliziosità
- …servirebbe una figura femminile, signorina So-tutto! Il fatto è che l’unica ragazza rimasta qui.. -
- Sei Tu! – terminò Fred, con un occhiolino rivolto alla faccia sconvolta della ragazza.

Hermione si era aspettata una vacanza sommersa di battute e frecciatine alla Weasley, nonostante tutto non pensava che si iniziasse così presto e partendo da un tale argomento. Era sicuramente una presa in giro, “non c’è nessun allusione, calmati Hermione” si disse.
- Preferirei dormire in una vasca di Avvincini, piuttosto! –
E se ne andò, con i pugni serrati, irritata, lasciando le due pesti sghignazzanti vicino la porta, aggrappati l’un l’altro per evitare di cadere dalle troppe risate.
Era arrivata l’ora di cena e nella casa non c’era l’ombra di cibo. Intanto anche Ginny e Harry si unirono al gruppo, tenendosi per mano e accarezzandosi a vicenda. Il prescelto ebbe un’idea geniale: evocò Kreacher, l’elfo domestico lasciatogli come parte dell’eredità da Sirius.


Il padrino, dopo la fine della guerra, convenne che non era più necessario rimanere rinchiusi in quella che era stata, e sarà sempre, una seconda prigione. Odiava abitare a Grimmuld Place, odiava starci durante le vacanze da piccolo e odiava essere recluso lì dopo aver lasciato Azkaban e aver visto la speranza di libertà correre via con un ratto. Tuttavia quando Voldemort fu sconfitto dal suo amato figlioccio, Kingsley, il ministro della Magia e membro dell’Ordine, lo scagionò da tutte le accuse rendendolo finalmente un uomo libero. Per cui decise di abbandonare Grimmuld Place, non voleva più averla. Tuttavia, per non farla cadere in mano a qualcuno di indesiderato, optò di passarla a colui che considerava suo figlio, il quale avrebbe deciso poi cosa farne: Harry. Gli parve la soluzione più giusta. Di conseguenza, gli diede anche quel gran brontolone di Kreaker. Dopo essergli stato offerto un lavoro all’ufficio Mistero, decise di comprare una casa a Diagon Alley dove il clima di gioia e festa era una boccata d’aria per il suo isolamento. Era un indicibile, che ironia della sorte. Lavorava nel posto doveva aveva rischiato di morire per mano della cugina, se non fosse stato per i riflessi pronti di Kingsley, il quale tento, senza successo, di disarmarla, distraendola dal precedente intento. Doveva molto a quell’uomo, la rincarnazione della bontà di Silente. Spesse volte pensava che quei due avessero molto in comune. Quando guardava quegli occhi pacati, neri, era come se immaginasse di parlare anche con Silente e riusciva ad ammettere solo a se stesso quanto quel genio gli mancasse.
 
- Kreacher! – esclamò in modo forte e chiaro Harry
Kreacher, elfo domestico vecchio e conosciuto per la sua cattiva condotta, cambiò radicalmente dopo la sconfitta del signore Oscuro. Ovviamente Harry, su consiglio di Hermione, decise di dargli una sana e meritata libertà, regalandogli un calzino. Tuttavia Kreacher si rifiutò categoricamente di accettare il dono, affermando fiero che il suo nuovo padrone aveva permesso che lui si vendicasse di padron Regulus e che avrebbe passato il resto dei suoi giorni ad aiutare il prescelto, qualora avesse bisogno.
- Eccomi, padron Harry – disse, inchinandosi appena e guardandolo con occhi carichi di ammirazione
- Ehm, Kreacher, non volevamo disturbati, ma ci chiedevamo… Potresti preparare la cena, per favore? –
- Padron Harry non disturba mai Kreacher. Certo, padron Harry, certo! -
Non si sa come ma Kreacher preparò nel giro di un’ora e mezza una cena da leccarsi i baffi. Polpettone con spinaci, rognone arrosto e tanti altri stuzzichini che fecero esplodere sul tavolo della cucina una miriade di colori. Finirono di mangiare sentendosi sazi e appesantiti dal sonno e dalla stanchezza del viaggio, per cui decisero, dopo una breve chiacchierata attorno al tavolo di andare a dormire. Ginny e Harry furono i primi, che si presero per mano e diedero a tutti la buona notte. Poco dopo anche George e Fred salirono nella loro camera, salutando Kreecher e ringraziandolo per l’ottima cena ed Hermione. Fred le fece un occhiolino e seguì il fratello, sorridendo.
 
Hermione rimase ancora in po’ in cucina, anche dopo che Kreacher, con un inchino si smaterializzò. Nonostante fosse estate e la scuola fosse terminata, Hermione comprò a Diagon Alley prima della partenza alcuni mattoni di diritto magico e di leggi e decise di iniziare ad approfondire quello che, ne era sicura, sarebbe stato il suo futuro. Voleva applicarsi per rendere il mondo un posto migliore e quale modo migliore se non far si che tutti avessero una vita giusta e pari diritti? Aprì un libro intitolato “ Relazioni con i Folletti: Accordi magici dal 1352 ad oggi” e cominciò a leggerlo avidamente. Era talmente presa dal libro che ne emerse quando si rese conto che erano le due di notte e decise di andare a letto. Passò per l’ingresso, dove ricordava di aver lasciato la sua bacchetta sul mobile di acero vicino la porta per prenderla, tuttavia non trovò niente. Cercò in lungo e in largo in cucina ma niente. Decise di controllare in camera, probabilmente l’aveva lasciata lì e la sua memoria, unita al senso di spossatezza, l’aveva tradita.
La camera di Hermione era di fronte quella di Ginny; le pareti dei muri erano celesti e riempite di pannelli di tela babbana raffiguranti onde e tramonti. Sulla testata del letto matrimoniale era raffigurato il tramonto visto da una finestra affacciata sul mare. Poco dopo, Hermione realizzò che era la finestra in questione era proprio di quella casa. Probabilmente i babbani che abitavano in quella casa devono averla disegnata. Era meraviglioso come i colori arancioni del tramonto si mescolavano con quelli dorati del mare baciato dal sole.
Sul morbido letto vide la sua bacchetta. Non ricordava di averla lasciata lì. Infatti non era stata lei a posarla lì. Affianco alla bacchetta c’era un fiore e un biglietto. Si avvicinò per osservare meglio e notò che il fiore era un orchidea bianca con delle sfumature rosate verso il centro.
Ricordò che sua madre aveva l’hobby del giardinaggio e come tale conosceva ogni fiore meglio di chiunque altro. Hermione stava per ore ad ascoltarla da piccola, mentre decantava significato e usi di ogni specie.  “L’orchidea, bambina mia. L’orchidea è un fiore alquanto speciale. Vedi, molti pensano che sia il simbolo della purezza per il suo colore ma è davvero molto, molto di più. L’orchidea è capace di crescere ovunque, in ogni continente, ad esclusione dell’Antartide. E’ simbolo della forza e dell’amore che se vuole può superare intere montagne…. “ .
Hermione rimase interdetta a quel ricordo, tuttavia era più che convinta che nessuno dei Weasley conoscesse queste tradizioni babbane, quindi rimise il ricordo di nuovo nel cassetto.
Aprì il biglietto che stava affianco al fiore e lo lesse:
 
Hermione,
Questo fiore è come te, puro e innocente ma, al tempo stesso, forte.
Questo fiore è come noi, svetta là dove non si pensava potesse nascere. Eppure io sono qui, che osservo la mia orchidea aspettando che mi dica di sì.
F.
 
Rilesse il biglietto due, tre volte. Non poteva essere uno scherzo. Anche per gli standardi di Fred questo sarebbe stato davvero troppo. Stava forse sognando?
Nel mentre sentì qualcuno schiarirsi la voce alle sue spalle e si voltò, non accorgendosi di essere da sola nella stanza.
 
 
Davanti a lei Fred stava appoggiato sulla porta chiusa, le braccia incrociate e il volto tranquillo come se le avesse solamente chiesto l’orario. Tuttavia gli occhi erano attenti ad ogni reazione della ragazza e dentro di sé lo stomaco si stava disintegrando per l’attesa di una risposta. Questo era il secondo passo: Sorprenderla. O come lo definì George: colpito e affondato. Era decisamente una follia essere così diretti; avrebbe potuto farla scappare a gambe levate. Tuttavia Fred amava il rischio ed era convinto che non sarebbe stato “affondato” come affermava George. Notava come il suo sguardo era cambiato da quel giorno in ospedale, notava che le sue emozioni stavano cambiando. Il tingersi di rosa sulle guance e la rabbia che le causava quando la metteva in imbarazzo. Notava che aveva il potere di cambiarle umore, e per Fred tanto bastava per costruire il suo obiettivo. Aveva sbagliato a dare quel bacio in momento così confuso nella vita della ragazza, l’aveva capito. Tuttavia desiderava davvero quel bacio, desiderava lei. Nell’anno in cui non vi videro si ritrovò a pensare sempre più spesso a quel viso roseo, circondato da una marea di capelli ricci e morbidi. Non si pose molte domande a riguardo, si era sempre fidato del suo istinto e il suo istinto gli diceva che una sola cosa poteva renderlo felice. Vedere lei felice tra le sue braccia. Era l’unica cosa che voleva. Si era innamorato di lei senza saperlo, senza programmarlo e senza accorgersi che il suo cuore le aveva dato indizi ben precisi già prima che lui realizzasse che Hermione non era una delle tante.
Osservò il suo viso incredulo e per poco non scoppiò a ridere. Sui suoi occhi scorsero una serie di contrastanti emozioni mentre realizzavano che era lì di fronte a lei, in carne e ossa.

- Capisco che la mia bellezza pietrifichi più del riflesso del Basilisco, ma sono qui e aspetto ancora che tu mi dica di si. – disse Fred, l’espressione che non tradiva la stretta allo stomaco.

Fu a quelle parole che il cervello di Hermione realizzò che non era tutta immaginazione, che lui era davvero lì. Che ciò che era scritto sul biglietto non era frutto della sua fantasia o uno scherzo. Riprese il suo autocontrollo molto difficilmente, mentre il cuore perdeva un colpo. Lo voleva, l’aveva realizzato la sera prima, non aveva dormito per quello. Era una cosa che aveva sempre intrinsecamente saputo, ma che non aveva mai accettato fino ad allora. Tuttavia non per questo doveva cedere tra le sue braccia così facilmente. Hermione aveva i suoi tempi ed era lei sola a decidere se fare o meno qualcosa e soprattutto quando.
Fece scomparire la sua immagine sconvolta dal viso e si avvicinò a Fred, mettendo le braccia incrociate, come lui.
- E questo cosa vorrebbe dire, Weasley?-
- Che George ha ragione; mi hanno somministrato una Polisucco ad effetto indeterminato e io non sono più Fred. – rispose ridendo e avvicinandosi di un passo verso Hermione. Ormai erano a dieci centimetri di distanza.
- Fred, andiamo… -
- E’ tutto vero quello che ho scritto, non una presa in giro. –

Hermione rimase a ponderare sulle parole di Fred per cinque minuti, senza parlare. Alternava occhiate alla lettera a occhiate a Fred, che continuava ancora a guardarla tranquillamente. La frase che pensava da ventiquattro ore uscì dalle sue labbra prima che potesse controllarla.
- Perché, Fred? Tutto questo non ha senso! –

Fred, che cominciava a capire il significato del peso del tempo, si prese due minuti per riflettere, corrugando la fronte perplesso . Ecco un vantaggio dell’Attesa: gli dava la possibilità di riflettere. Stava quasi cominciando ad apprezzarla. Il fatto è che il senso di tutto quello non lo sapeva neanche lui. Sapeva che era una cosa che doveva andare in quella direzione, punto e basta.
- Lo so… - rispose Fred, non sapendo come trovare un senso a tutto quello.

L’amore era istinto, era chimica, non era razionale. Per questo minava alla follia delle persone. Seguendo il suo istinto prese tra le mani il viso di Hermione, immobilizzata dal suo improvviso slancio, e la guardò cercando di trasmettergli tutto ciò che non sapeva o che intrinsecamente conosceva. Incontrò gli occhi di lei, grandi e dolci e si avvicinò sempre di più alle sue calde labbra, abbandonando quello sguardo carico di elettricità e baciandola. Si mosse dapprima lentamente e con dolcezza, posando le sue labbra su quelle di Hermione e notando che si incastonavano come se fossero create per essere unite. Il suo cuore cominciò ad aumentare il battito, quando vide le sue mani aggrapparsi sulle sue spalle e rispondere al bacio. Al che Fred, preso da questo segno positivo, l’avvicinò ancora di più a sé, portando un braccio dietro la sua spalla e trascinandola verso di lui. Non vedeva l’ora stringerla a sé, le sue braccia sentivano la sua mancanza da quel giorno in ospedale. Scorse un dito sulla sua spalla, mentre l’accarezzava con l’altra mano. Sentì il ritmo del respiro di Hermione cambiare sotto quel tocco e sorrise, aumentando la velocità del bacio, mentre faceva salire la mano all’altezza del viso, sulla guancia e continuava ad accarezzarla.
 
Hermione era stata presa alla sprovvista da Fred, non si era aspettata quello slancio. Sentì il tocco caldo delle sue mani sul suo viso, mani morbide e affusolate. I suoi occhi erano magnetici, non poteva e non voleva distogliere lo sguardo. Come se terribili conseguenze fossero accadute se si fosse persa anche solo una sfumatura sulle sue iridi. Era più alto di lei, ma si inclinò mentre le sue labbra furono sempre più vicine alle sue. Un esplosione di emozioni la invase a quel tocco. Non fu come la sensazione del primo bacio, non c’era nessuna incertezza da parte di Hermione. Voleva lui, voleva quel bacio. Fece salire le braccia sulle sue spalle per cercare di non perdere quel sogno. Un brivido le scorse lungo la schiena quando l’accarezzò. Era pura elettricità. Hermione cominciò ad accarezzargli il collo, aumentando il ritmo del bacio e toccando la sua lingua con la sua. Riuscì ad assaporare il suo gusto, quello nascosto dal sapore di dentifricio. Era a tratti dolce, a tratti salato. Un gusto del tutto differente da quello di Ronald, era imparagonabile.
Non voleva abbandonare quelle labbra, quelle mani che la facevano sentire nel posto più sicuro del mondo, quel sapore. Ma doveva. Non poteva rendere al ragazzo tutto così facile, doveva metterlo sulle spine, non poteva ottenerla così facilmente.
Si staccò dalle sue labbra, il respiro un po’ sregolato dall’intensità dai suoi baci perfetti. Gli occhi di lui che la guardavano con un misto di desiderio e paura di aver sbagliato a baciarla. Di nuovo.
-Fred, io… - iniziò Hermione
-Hermione, sai benissimo come me, cosa provi. Non negarlo. –
-Non lo sto negando è solo che io...-
-Cosa? – disse Fred, sempre più curioso e con ansia crescente.
Ma era proprio necessario vendicarsi quella sera? Decise che non ne valeva la pena quella sera, preferiva godersi il momento, preferiva bearsi dei suoi baci e delle sue carezze. Rimandò il suo piano e per non farsi accorgere della sua seconda intenzione, disse
-Niente, è solo che non pensavo mai potesse succedere.-
Prese Fred dal colletto della maglia e lo spinse verso le sue labbra, baciandolo con più passione e più intensamente di prima. Gli occhi confusi di Fred lasciarono il posto a una ruggente felicità, la prese per la vita e la portò sul letto e continuarono a baciarsi. Le mani di Fred si strinsero sui fianchi di Hermione, mentre lei passava le mani tra i suoi capelli, attorcigliandone le punte e scompigliandoli.
Si baciarono con foga per mezz’ora prima che Hermione lo spinse ad alzarsi, continuando a baciarlo, e piano, piano fino alla porta. Fred sorrise, capendo il suo intento. Non era facile controllare Hermione. Arrivati alla porta si staccarono, con il respiro affannoso e si guardarono con gli occhi brillanti e non riuscendo a vedere altro che loro stessi.
- Buonanotte, Weasley! – disse Hermione spingendolo fuori dalla porta, con un occhiolinoFred esplose in una risata divertita e rispose – Buonanotte, Granger- . Hermione era decisamente un tipo da non sottovalutare. ___________________________________________________________

Saaaaalve!
Ho aggiornato dopo tanto, finalmente ce l'ho fatta! Come penso abbiate notato, questo capitolo è abbastanza scarno perchè è un capitolo di transizione. Ho accennato parecchie cose che serviranno più in là nella storia. Altro dettaglio, ho salvato Sirius! E non me ne pento minimamente!
Penso sia una persona importante nella vita di Harry e vorrei dargli un ruolo sempre più in là nella Fremione. 
Che altro dire.. Grazie per le recensioni a tutti voi, le passate e le future. 
E' sempre una grande emozione vedere che molti leggano la mia storia e questi momenti mi fanno fare scene romanticose di Fremione. Ok, scherzo! ;)
Al prossimo capitolo,
bacioni, Fede
  
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