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Autore: LadyofShadow    27/07/2003    3 recensioni
Questa storia non fa ridere… non fa piangere… non è neanche tanto avventurosa… spero solo che non faccia nemmeno schifo. Semplicemente, è… mediocre. Ma cosa volete, in fondo è capitata a me, che sono il sommo guru dei mediocri ç_ç … La strana avventura di Draco
NOTA: Ambientata al sesto anno, ma scritta tra il 2002 e il 2003, quindi prima dell'uscita del quinto libro. Per fortuna non è incompatibile con il quinto libro, ma non c'entra niente con il sesto anno "canonico".
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Epilogo – Vendetta tremenda Vendetta

Epilogo – Vendetta tremenda Vendetta

 

Spero che nonostante il finale (che poi non è la fine) la fic vi sia piaciuta!

 

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Jaime

 

Quante cose ho imparato, seppure in soli sei mesi! Un sacco di nuovi incantesimi e formule, e non solo! Anche un sacco di cose sul mondo della magia in generale, e sulla mia “famiglia”. Cose che forse sarebbe meglio non dire in giro… pare che la magia nera sia una specie di “tradizione”. E va bene, se è questo che vogliono, starò al loro gioco.

 

Il fischio del treno mi destò dalle mie riflessioni, e sentii quell’oca della Parkinson tirarmi per un braccio.

-         Draco, vieni, scendiamo – sbuffando, saltai giù dal treno.

Alla stazione una piccola creatura marroncina mi si avvicinò timida e tossicchiò per attirare la mia attenzione.

-         signorino, vostro padre vi attende a Malfoy Manor. Se volete, seguirmi… -

Notando il mio sguardo interrogativo, si affrettò a dire – sono Calvin, l’alfo domestico, non so se vi ricordate di me… -

-oh… ma si, certo, Calvin – finsi di riconoscerlo

Al seguito del piccolo elfo domestico arrivai in un locale di Diagon Alley che doveva essere un bar esclusivo.

-         vuole qualcosa da bere, signorino Malfoy? –

-         no, grazie – mi guardò in modo strano. Forse non ci andava quel “grazie”.

-         Va bene, allora seguitemi –

Mi indicò un largo camino

-         entrate nel camino, prendo la Polvere Volante –

La cosa?

Poco dopo entrò anche lui; prese da una scatola un pugno di polvere verde e la gettò nel fuoco, pronunciando ad alta voce – Malfoy Manor! –

Il fumo incandescente quasi non mi lasciava respirare, e mi faceva lacrimare gli occhi. Poco dopo, avvertii una sensazione di capogiro e caddi in ginocchio. Quando mi rialzai, non ero più nel locale, ma mi trovavo nel camino di una grande sala riccamente arredata.

-         Siamo arrivati signorino. Fareste meglio ad andare a cambiarvi, prima che vostro padre vi veda in questo stato – poi si ritrasse timoroso, come se avesse detto qualcosa di sbagliato – scusate, Calvin non intendeva offendere il signorino… -

Che palle con questo “signorino”!

-         beh, in effetti sono un po’ conciato – ammisi notando i vestiti sporchi di fuliggine

-         Calvin, accompagnami alla mia stanza, poi potrai andare –

Mi guardò strano ma poi disse – agli ordini –

 

Salimmo due rampe di scale per arrivare infine a una pesante portone di legno intagliato. Con uno sforzo non indifferente il piccolo elfo l’aprì inondando della luce del giorno il buio corridoio.

Quella era dunque la stanza di Draco? Era molto grande, ma sembrava fredda e spoglia.

-         vostro padre vi attende fra dieci minuti nello studio –

Congedai Calvin e mi avvicinai all’armadio. Girai la piccola chiave dorata [the best of the kitsch!] e presi a caso uno dei tanti completi appesi. Beh, mi stava a pennello. Ero proprio uguale a mio fratello. Nascosi la bacchetta in una tasca interna uscii.

 

Scesi le scale cercando di orientarmi nell’enorme palazzo, ma ci misi almeno otto minuti a trovare il famigerato studio. Si trovava in fondo a un corridoio in ombra. Stavo per bussare quando notai una piccola porticina laterale che sembrava in disuso da anni. Cercai di forzare la serratura ma era chiusa a chiave, e decisi di aprirla con un incantesimo (anche se non avrei potuto fuori da scuola, ma tanto quell’ala della casa era schermata perché gli Auror non scoprissero gli intrallazzi di Lucius con la magia nera).

Con un lieve scricchiolio la porta si aprì davanti a me. Un paio di gradini polverosi e corrosi dal tempo conducevano in un’angusta stanzetta piena di ragnatele. In alcuni punti il pavimento (sporco) era bruciacchiato come da incantesimi. L’aria puzzava di muffa e di chiuso, come se non ci venisse più nessuno da anni.

“La mia stanza” pensai tristemente “allora non era solo un brutto sogno dovuto al coma. Era un ricordo. Probabilmente, prima di mandarmi ‘a dormire’ Malfoy aveva davvero cercato di fare di me un mago… senza risultati. Ero troppo piccolo per ricordarmelo, ma dev’essere stato più o meno come accadeva sempre nell’incubo”. Sospirando tristemente, richiusi la porticina e bussai a quella dello studio.

Una voce fredda da dentro mi invitò – entra –. E io entrai.

 

Un uomo era seduto alla scrivania, e scribacchiava qualcosa su una pergamena

-         sei in ritardo – disse, senza neanche alzare lo sguardo

-         già. Ma ora sono tornato. – ghignai – è una vita che non ci vediamo, eh, papà?! – ero curioso di vedere quanto tempo ci avrebbe messo a capire

Stavolta mi guardò severo – non rivolgerti mai più a tuo padre con quel tono, Draco –

“glie lo riferirò” pensai divertito. Malfoy non mancò di notare il mio sorrisetto.

-         beh? Cos’hai da ridere? – chiese infastidito

-         nulla… in effetti non c’è niente da ridere – risposi con tono grave

-         siediti – disse secco – anche quest’anno, i tuoi voti a scuola sono piuttosto deludenti –

deludenti?? Ma se avevo preso il massimo in quasi tutte le materie!!

-         ho fatto del mio meglio… -

-         ALLORA DEVI IMPEGNARTI DI PIU’! Cristo, sei mio figlio! Non puoi permetterti di… - “oddio, mi ha scoperto!” – essere così scarso a scuola! – trassi un impercettibile sospiro di sollievo

Non è possibile, sempre gli stessi discorsi! A quanto pare, nemmeno il caro Draco se la passava molto bene. Intanto mio “padre” continuava imperterrito a sbraitare:

-         Fammi vedere che non sei un incapace totale! –

 

[per i lettori + attenti, in effetti ho fatto il copia-incolla con il cap. 8 – Attraverso lo Specchio NdA]

 

Fece per prendere la bacchetta ma la sua mano si posò sul nulla

-         dov’è la mia…? –

-         oh, intendi questa! – dissi sventolandogliela sotto il naso.

Glie l’avevo presa dalla scrivania mentre era distratto. La strinsi fra tre dita e la spezzai davanti ai suoi occhi

-         MA SEI IMPAZZITO?!?? CHE DIAVOLO TI PRENDE, DRACO?! –

Con noncuranza, come se fosse la cosa più ovvia del mondo risposi

-         e che ne so io? Chiedilo a Draco! –

Il suo viso rosso di rabbia divenne d’un tratto cereo

-         D-Draco, se questo è uno scherzo, non è affatto divertente –

-         Non sono qui per divertirmi. Sono qui per fartele pagare tutte, bastardo! –

Lui si alzò di scatto, ma con un incantesimo lo costrinsi a risedersi e lo bloccai alla sedia.

-         sfortunatamente – scandii – non ho molto tempo – sorrisi leggendo il panico nei suoi occhi

-         Jaime! –

-         Oooh, ma che bravo! – lo schernii – e ricordi anche: perché mai – urlai allargando le braccia – dovrei fare una cosa del genere? Perché ribellarmi a mio padre? –

Non rispose. “Cacchio, abbi almeno il coraggio delle tue azioni, bastardo!!!”

-         Bene. Molto bene. Vuol dire che ti lascerò qui a riflettere. E poi tornerò a trovarti. Diciamo… tra dieci anni? – uscii lasciandolo li bloccato, e mi richiusi la porta alle spalle. Prima di sigillarla con un incantesimo gli gridai – ciao, e divertiti, papà

-         Te ne pentirai Jaime. Giuro che te ne pentirai ! –

Tsk, certo, come no. Con quell’incantesimo non solo la porta era sbarrata, ma nessuno dall’esterno l’avrebbe sentito.

 

“E ora, andiamo a trovare mamma”

Non fu difficile trovarla, era seduta in salone, vicino al fuoco.

-         hai freddo? – le chiesi

-         sempre, Draco – sospirò – ma vieni, qui, raccontami tutto. Sei riuscito a trovare… chi-sappiamo-noi? Hai sue notizie? Mi manca tanto, il mio bambino… - disse reprimendo un singhiozzo

Ma stava parlando di me?

-         si – le poggiai una mano sulla spalla – ed è tornato –

Lei si voltò di scatto e mi guardò negli occhi – Jaime – si alzò e mi strinse in un abbraccio, che non ricambiai – oh, Jaime, grazie al cielo sei vivo! Temevo… temevo che fossi… ma dimmi: – mi lasciò – dov’è tuo fratello? – “perché mi chiedi di lui? Non ti basto io? Da quanto tempo non mi vedi? Tredici…? Quattordici anni?” ma tutto questo lo pensai soltanto

-         ah, lui! diciamo che… ha preso il mio posto –

all’inizio sembrava non capire. Boccheggiava parole inarticolate e mi fissava con sguardo vacuo

-         cosa? Che gli hai fatto? –

-         quello che suo padre aveva fatto a me. La maledizione del Tetro Sonno – dissi senza far trasparire alcuna emozione

-         ma come hai potuto? Lui voleva salvarti, non ha fatto niente per meritarselo! –

-         ti sei affezionata a lui, madre? Pensavo che per voi un figlio valesse l’altro. Basta che sia un mago, no? E allora, vuoi una dimostrazione dei miei poteri? –

-         Jaime, cosa vuoi fare? –

-         Vedremo. Ah, non ti preoccupare per Draco, madre. Non ero molto potente quando l’ho colpito. Si sveglierà da solo, tra qualche anno,… forse –

Estrassi lentamente la bacchetta

-         dimmi, madre… se non fossi stato tuo figlio, avresti lasciato che quell’uomo mi uccidesse? – le domandai. Lei, spaventata ma stupita, si lasciò sfuggire un:

-         dove vuoi arrivare? –

-         ti sto chiedendo – scandii rabbia – se condanneresti una persona per qualcosa di cui non ha colpa; come essere un Magonò, o un Babbano o un Mezzosangue.- mi calmai -  Pensaci bene –

Attesi una risposta che non venne

-         proprio come immaginavo. Tu non sei migliore di lui. Avada Kedavra! –

Una raggio verde scaturì dalla mia bacchetta, andando a colpire mia madre. Il suo corpo senza vita cadde bocconi sul morbido tappeto.

Non mi piace uccidere. Non lo trovo esaltante, ne appagante, o divertente. Lascia solo un grande vuoto e una tetra insoddisfazione. Ma posso farlo lo stesso, per una giusta causa. E questa lo era.

Pensai a Draco, chiuso nel suo inferno personale. L’avrei liberato? Forse. Nemmeno io lo sapevo. Ma di sicuro, non avrei più avuto un fratello, dopo quello che avevo fatto. Mi dispiaceva? No, direi di no. Forse avevo agito per semplice gelosia? Eppure ne avevo ricevute di attenzioni particolari, in tutti quegli anni, anche più di lui. Meritava quella fine, sempre che di fine si trattasse? Ancora oggi, non mi so rispondere.

 

Col tempo, mi accorsi di covare nel mio animo un profondo odio e rancore per tutti quelli come i miei genitori. Odiavo i miei “compagni”, odiavo Voldemort, e tutti gli stramaledetti Mangiamorte. È per questo che ho continuato a uccidere. Ancora e ancora…

ma questa è un’altra storia.

 

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Ho finiiiito!! Ecco, come promesso, non vi ho detto un bel niente in questo cap! ma non disperate, ci vediamo presto con la fic seguito di Caino e Abele!

La storia continua qui: Niente sarà più come prima

 

  
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