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Autore: Hilarie Winfort    22/01/2014    1 recensioni
Non riusciva a spiegarsi il senso di oppressione che sentiva all'altezza del petto, sapeva solo che non significava nulla di buono.
Continuò a camminare a passo lento, sperando di non dare troppo nell'occhio ma in cuor suo sapeva che avrebbe dovuto affrontarli.
Improvvisamente una mano si strinse sul suo gomito facendola sussultare.
Si voltò, preparandosi a colpire.
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~ Violet entrò nel pub senza spogliarsi del cappotto, quella sera faceva particolarmente freddo
e la ragazza lo percepiva ancora di più, fin dentro le ossa.
Non riusciva a smettere di tremare, per molti motivi in effetti.
Prese posto al solito tavolo e il solito cameriere le servì la solita coca cola.
Violet sospirò accendendo l'ultima sigaretta che le era rimasta.
Un  uomo attrirò la sua attenzione: più o meno sulla cinquantina, capelli scuri e un andamento
che non prometteva niente di buono.
Infatti l'uomo barcollava sul posto, reggendosi al bancone del locale.
Non era questo il motivo per cui aveva attirato l'attenzione di Violet, la ragazza non smetteva di fissarlo perché l'uomo stava importunando una giovane donna, la cameriera di turno del pub.
Quest'ultima si allontanò spazientita rifugiandosi dietro il bancone dove il proprietario del locale
le sussurrò qualcosa in un orecchio, prima di affrontare l'uomo.
Violet si sentì in qualche modo più leggera quando fu sbattuto a calci fuori dal pub,
un altro mascalzone a cui non avrebbe dovuto badare quella sera.
Dopotutto non era un vampiro, o un demone, non era privo di anima quindi perché avrebbe dovuto sistemarlo lei?
Strinse le mani sotto il tavolo cercando di non pensare, sperando che quella sera non avrebbe dovuto agire.
Puntualmente due sagome fecero il loro ingresso nel pub.
Si guardavano intorno e Violet sapeva chi stavano cercando.
Si alzò lentamente dal divanetto di pelle, sollevando piano il cappuccio del cappotto.
Erano demoni, lo sentivo dal tanfo che emanavano i loro corpi.
Violet si preparò a scoprire la manica del cappotto.
In quel momento fu persino grata a Madame Boudler per i suoi severi insegnamenti e per le sue strazianti sessioni di allenamento ma soprattutto per averle costruito la sua arma migliore.
Le mani di Violet, infatti erano coperte da un paio di guanti senza dita ma solo lei e Madame Boudler sapevano che non si trattava di semplici guanti.
Bastava premere delicatamente sotto il polso per far partire una freccia contro il nemico.
Anche le frecce erano state fabbricate da Madame Boudler ed erano molto più piccole di quelle usate dagli arcieri e allo stesso tempo anche molto più letali.
Continuò a camminare a passo lento, sperando di non dare troppo nell'occhio ma in cuor suo sapeva
che avrebbe dovuto affrontarli.
Improvvisamente una mano si strinse sul suo gomito facendola sussultare.
Si voltò, preparandosi a colpire.
  
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