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Autore: Urheber des Bosen    22/01/2014    2 recensioni
Uno può finire poeta o pazzo, profeta o delinquente, solo o innamorato, non è affar suo, e in fin dei conti è indifferente.
Il problema è realizzare il proprio destino, non un destino qualunque, e viverlo tutto, fino in fondo dentro di sé.
Il problema è quando quello stesso fato t'impedisce di compiere il tuo destino.
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto
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La musica gli martellava le orecchie.
Non l'aveva mai amata, ma era un buon modo per non ascoltare i suoi pensieri.
Continuava a porsi degli interrogativi a cui non voleva dare risposta.
Gli uomini devono avere piccoli problemi per evitare che quella porta che porta verso un Dio o veso un nulla si apra.
Dobbiamo convincerci che il nostro microcosmo sia l'infinito.
Sasuke aveva la mente debole, lo sapeva.
Ordinava al suo cuore di essere forte, ma la consapevolezza gli martellava la coscienza.
Da tempo stava cercando di imporsi di non avere sentimenti.
Voleva circondarsi di quell'apatia che sembrava avvolgere felicemente il mondo.
Tuttavia ormai nel cuore di quello scellerato si era impresso il volto triste e disgustato del biondo,di Naruto.
Purtroppo ormai quell'ombra aveva un nome.
Sasuke non si sarebbe perdonato per quell'atto vile.
Sapeva che se voleva liberarsi da quelle catene che lo legavano a quel ragazzino avrebbe dovuto chiedere scusa, forse spogliarsi di quell'atteggiamento.
Ma quel ragazzino troppo cupo non voleva la libertà.
Forse in quella donna vestita d'azzurro c'era troppa solitudine.
Per quanto quelle catene facessero male,  lo facevano sentire parte di qualcosa.
Da piccolo aveva imparato ad apprezzare qualsiasi cosa non lo facesse sentire solo, persino i mostri sotto il letto.
Forse anche quest'ultimi avevano avuto pietà di un essere troppo solo.
Si sentiva cullato dall'oscurità, la luce, accompagnata dal suo azzurro la lasciava a qualcun'altro.
Spense quella musica troppo assordante e s'incamminò con un sorriso beffardo.
Quando tutto va male non puoi fare a meno di sentirti felice.
Forse c'e una voce che ti comunica che  ormai non ci può essere nulla.
Per un attimo riesci a staccarti da te.
In quel momento riesci a vedere quella figura grottesca che si è diventati.
Forse è per quello che s' inizia a ridere.
E' forse quello l'inizio della follia?
 Ridendo di sé, forse del mondo capì che  non si sarebbe separato da quel ragazzo troppo debole, sarebbe stato il suo mostro sotto il letto.
...
Il silenzio lo perseguitava.
Nessuno osava rivolgerli parola, troppo spaventati, miseri.
Naruto si era ritrovato in fondo all'aula a cercare di evitare gli sguardi colmi di compassione.
Già, quei ragazzini quel giorno avevano imparato un'importante lezione: chiunque può essere colpito dalla vita, anche quel ragazzino  dall'aria scema che sorride sempre.
Tutti sapevano che non ci sarebbe stato nessun colpevole, nessuno l'avrebbe cercato.
L'unico testimone sarebbe stato quel volto sfigurato, che avrebbe sempre accompagnato il sorriso di quel biondo rendendolo grottesco, inutile.
L'unica che l'aveva guardato, o almeno aveva cercato di guardarlo era stata Sakura.
Quest'ultima durante il lungo periodo d'assenza di Naruto non l'aveva chiamato, neanche una volta.
Quella ragazza dai capelli rosa aveva deciso di non provare niente.
Aveva scelto l'apatia.
La vita le aveva insegnato che era meglio vivere senza quella luce negli occhi.
Ella inseguiva il grigio.
Pretendeva di avere solo il riflesso di una scintilla che non scocca.
Solo il suo cuore sapeva il perchè di quella scelta così efferata per il suo cuore.
In quest'apatia forzata aveva trovato la pace.
Un lieto ristagno di ricordi, la notte nulla la toccava, solo il passato.
Vedeva il volto sorridente di un fratello ormai perduto, le risate di una lontana serenità.
Il presente ormai era lontano, ella girava , senza mai muoversi, senza vedere.
Naruto si sedette ed i due iniziarono una conversazione sul tempo.
Oggi era grigio
...
Niente era successo.
Era più facile guardare avanti e trascinare le catene.
 
 
  
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