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Autore: JanineRyan    22/01/2014    1 recensioni
La storia è ambientata alcuni mesi dopo la grande vittoria di Harry & co., ma con alcuni cambiamenti... Voldemort non è morto, anzi si è riorganizzato per un nuovo e grandioso attacco! Altri personaggi, importanti nella mia storia, non sono morti: Piton, Silente, Bellatrix e...
Storia completamente concentrata sul mio personaggio preferito: Lucius Malfoy!!! Il quale dovrà confrontarsi con una ragazza di origini babbane che metterà in crisi le sue convinzioni di purosangue!
***
Ho modificato l'intro per la piega differente presa dalla storia!
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'IN GUERRA E IN AMORE NIENTE REGOLE'
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Attraverso la fiamma del caminetto del soggiorno di villa Malfoy, Lucius vide il suo soggiorno. C’era il solito calore, si era sempre infastidito. Era troppo soffocante. Narcissa era seduta sul divano e stava sorseggiando un tè in compagnia della sorella, Bellatrix. Entrambe volsero lo sguardo verso il camino; si era illuminato con una fiamma verde. Da esso emerse Lucius. Camminò fiero, con il sorriso arrogante in volto.
Salutò entrambe le donne con un cenno di capo.
«Lucius. Non ti attendevo… in tempo per bere un tè caldo, però.» disse Narcissa alzandosi in piedi e lasciando sul tavolino di mogano la sua tazzina.
«Scusa Cissy, sono qui per lavoro. Ma devo parlare con l’Oscuro Signore. È importante.»
«Non si trova qui.» disse Bellatrix scattando in piedi e correndo verso il cognato. Si sporse in avanti e girò attorno all’uomo, con passo agile, per valutare il nervosismo del cognato. Pareva un rapace che volava sulla preda.
«Dovrei chiamarlo. È una cosa abbastanza urgente.» concluse il mago, scansando Bellatrix e accomodandosi sulla sua solita poltrona, accanto al caminetto acceso. Si rimboccò la manica del braccio sinistro fino a mostrare il Marchio Nero. Prima di sfiorarlo per richiamare il proprio Signore, Lucius osservò la camera in cui si trovava: mancava qualcosa. Corrugò la fronte: «Mancano le fotografie…» osservò il mago.
Narcissa annuì, chinò il capo guardandosi le mani, posate inerti sulle sue gambe.
«Sì. Ho iniziato a traslocare alcune cose… pensavo di portarle con me. Ho preso solo quelle che ritraggono me e Draco.»
«Sì. Ho notato quali foto mancano.» rispose Lucius. Sorrise alla donna. «Va benissimo così. Prendi pure tutto quello che vuoi.»
«Non merito tanta gentilezza.» disse pronta Narcissa.
«Mi hai regalato degli anni davvero incantevoli. Meriti tutto quello che vuoi.» concluse Lucius, tagliando il discorso sul nascere.
Bellatrix fece un verso di disgusto e, alzandosi in piedi, corresse la tazza di tè con parecchio whisky di prima qualità. Bevve il contenuto della tazza in un unico sorso, per poi versarsene un'altra tazza di solo liquore.
«Allora, Lu, lo vuoi chiamare te o lo devo fare io?» sbuffò Bellatrix, mostrando il proprio Marchio sul suo ossuto braccio.
Lucius fulminò la donna con lo sguardo. Odiava quando lo chiamava Lu; trovava insopportabile il comportamento della cognata. Soprattutto quando si trattava dell’Oscuro Signore; cambiava completamente atteggiamento. Diventava arrendevole, perfino mielosa, nei suoi riguardi. Senza risponderle, Lucius sfiorò con due dita il proprio Marchio sull’avambraccio, fulminandola con lo sguardo.
La camera fu avvolta da un fumo cupo, quasi opprimente. Da essa iniziò a prendere forma una figura alta e snella: Tom stava arrivando.
Bellatrix si chinò ancor prima che Voldemort comparisse. Narcissa e Lucius piegarono il capo, in segno di rispetto. Possente e vestito di nero, il Signore Oscuro si materializzò al centro della stanza, accanto a loro.
Osservò con cura i tre seguaci, studiando la situazione che lo circondava. Adorava osservare come Bellatrix accentuava i suoi movimenti, era come un ballo per sedurlo.
«Lucius… quali notizie da Hogwarts che non possono attendere la nostra prossima riunione?» domandò, continuando a guardare Bellatrix.
«Chloe, mio Signore, mi ha riferito una cosa che non poteva attendere…» rispose Lucius concitato.
«Racconta… raccontami ogni cosa, mio carissimo Lucius.»
«Potter, Signore, il ragazzo Potter ha un legame con Lei. Ha rivelato a Chloe che riesce a sentire le vostre emozioni… che può vedere attraverso i vostri occhi e sapere cosa state facendo o addirittura che state progettando di fare!»
Tutti osservarono la reazione di Voldemort. Rimase fermo, quasi meditabondo davanti a quella informazione. Bellatrix si avvicinò al Signore Oscuro sussurrando: «Dobbiamo ucciderlo! Mi permetta di uccidere il ragazzo Potter per voi, mio Signore…»
«No!» rispose perentorio Voldemort spingendola lontano. «Questa informazione non è del tutto inaspettata. Sospettavo che ci fosse un legame tra noi… ma non avevo ancora avuto conferma. Non mi spiegavo come capissero certe mie mosse. Ma ora è tutto più chiaro. Suppongo che Silente stesso gli impartirà lezioni di Occlumanzia. Ma non saranno necessarie: bloccherò io stesso ogni rapporto con lui.»
Fece una pausa, parlava mentre girava in tondo per il soggiorno. Si fermò di colpo e guardando Lucius sorrise. Un sorriso malefico, quasi serpentino.
«Lucius ti devo un enorme favore. Sarai premiato per questa informazione!» fece una pausa. «Hai già iniziato ad esercitare il potere dello strumento? Ho scritto a Severus di affidare a te la sua istruzione. Credo che tu sia più afferrato in questo campo della magia. Dopotutto, hai scoperto tu l’esistenza del suo potere… solo grazie ai tuoi studi e alla tua determinazione abbiamo ora in mano una concreta possibilità di battere quella marmaglia di sporchi Mezzosangue e traditori…»
Lucius stava per ribattere che Severus avrebbe provveduto all’istruzione della ragazza, ma Voldemort lo guardò e sottolineò la sua decisione, rendendola immutabile.
«Tu, Lucius. E nessun altro.»
«Come comanda, mio Signore.» concluse Lucius, chinando il capo.
Con l’assicurazione di Lucius che avrebbe provveduto al meglio al proprio compito, Voldemort scomparve dal salotto di villa Malfoy.
Bellatrix si accomodò scomposta sul divano, posando una gamba sul tavolino accanto alle tazzine di tè vuote. Narcissa la guardò storto, detestava gli atteggiamenti della sorella.
«Dobby!» urlò Narcissa, alzandosi. «Dobby! Dov’è quello stupido elfo quando serve?» domandò più a sé stessa che a qualcuno in particolare.
«Dev’essere in un’altra ala…» disse Lucius distratto, mentre osservava le fiamme del camino e ripensava all’ordine che Voldemort gli aveva imposto.
«Dovrò punirlo…» sospirò la strega. Mentre, con un gesto di bacchetta, raccoglieva le tazze e i piattini del tè per portarle in cucina.
Appena la donna uscì dal soggiorno, Bellatrix si allungò sul divano, posando il capo e le braccia sul bracciolo in direzione del cognato. Guardò Lucius attentamente, facendolo sentire a disagio. Con eleganza felina, scese dal divanetto e, carponi, lo raggiunse. Si allungò verso il mago e, posando le mani sulle sue gambe, gliele divaricò con forza. Si avvicinò al cognato, strisciando come un serpente sul suo corpo e avvicinando il volto a quello di Lucius. Gli massaggiò le gambe fino a raggiungere il membro. Si strusciò contro il corpo forte del biondo, avvicinando la bocca al suo orecchio: «Mi stuzzichi!»…
 
  
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