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Autore: Flower of Eternity    06/06/2008    6 recensioni
Non è un cacciatore, il suo compagno, né tanto meno un segugio. James è la Caccia stessa reincarnata in un corpo a dir poco perfetto per lo scopo[...]
Breve studio sui personaggi di James e Victoria. E' solo un esperimento, ma gradirei conoscere le vostre opinioni.
Genere: Sovrannaturale, Horror, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James, Victoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mio Cacciatore

Allacciate in quella foresta, le due figure sembrano quasi la rappresentazione più alta e perfetta dell’amore. Lui tiene le mani premute sulla sua schiena, stringendola con passione e prepotenza, lei è mollemente abbandonata in quella presa, il capo rivolto verso l’alto, il collo esposto alla bocca del suo amante.
Infine, l’uomo molla la presa; lo fa con disinvoltura, senza badare realmente al tonfo che quel corpo ora privo di vita produce cadendo sul soffice, verde muschio del sottobosco. E’ una donna giovane, tonica, dagli occhi neri ora spalancati nell’orrore estremo della morte, e la bocca sottile ancora socchiusa, come se impegnata in un’ultima implorazione.
Con un sorriso soddisfatto, lui alza lo sguardo in direzione del cielo notturno che li sovrasta, ed i pochi raggi lunari che riescono a raggiungerlo attraverso il tetto di rami e foglie ne disegnano amorevolmente i tratti del volto, impreziosendolo.
Occhi attenti, simili a quelli di un falco, e zanne da predatore. Una creatura perfetta, immortale, onnipotente. Che la bellissima donna poco dietro di lui studia attentamente, piegando le labbra piene in un sorriso perfido, quasi voglioso.
“Sei soddisfatto?” sussurra infine lei, facendosi più vicina al vampiro. L’argentea luce lunare la sfiora delicatamente, facendo apparire pallidi ed opachi i suoi lunghi capelli rossi; quasi con le movenze di una dea, lei lo affianca, incrociandogli le mani sulla spalla destra. Abbassa poi gli occhi color vinaccia, degnando la donna morta di un breve, disgustato sguardo. “E dire che le hai dato tre ore di vantaggio. Che delusione.”
James ridacchia di quel commento. Lentamente, si porta un dito al viso, passandoselo attorno alle labbra, e raccogliendo con metodica attenzione il sangue che ancora lo insozza. Usa la mano libera per avvolgere la vita di lei con una presa possessiva, e Victoria può distintamente sentire su di lui l’odore dell’eccitazione.
Non è un cacciatore, il suo compagno, né tanto meno un segugio. James è la Caccia stessa reincarnata in un corpo a dir poco perfetto per lo scopo, e quel lascito di eccitata passione che ogni battuta andata a buon fine gli provoca è forse la più deliziosa delle droghe per Victoria.
“Non trovo più prede stimolanti” si lamenta lui, con voce nervosa. La soddisfazione per la caccia appena conclusa sta lentamente svanendo, e nuovamente l’insoddisfazione monta nel suo animo, rendendolo ancora più selvatico ed intrattabile.
La vampira sorride di quelle parole, lasciandolo andare e retrocedendo di due passi. “Allora prendi me.” bisbiglia, allargando le braccia.
“No. Non ne ho voglia.” borbotta ancora James, tornando a guardare la donna morta. E’ stata una caccia facile, troppo facile. E lui non può sopportarlo. Victoria conosce bene quello stato d’animo, sa quanto può essere profondo il malumore provato dal suo compagno in quel momento. Eppure, non desiste.
“Non ne hai voglia… o non sai prendermi?”
Quelle parole lo spingono a rialzare gli occhi su di lei; James piega le labbra in un sorriso, fissandola con sguardo degno di una tigre affamata.
In fondo, tra loro era iniziata così.
Lui, il Cacciatore, aveva trovato Lei, la Preda. Una vampira straordinariamente abile nella fuga, che aveva stuzzicato da subito il suo interesse. Astuta, bellissima, ed inafferrabile. L’aveva rincorsa ed inseguita per giorni e giorni, fiutandola, imparando a conoscere ogni sfumatura del suo odore.
Victoria era fuggita con l’eleganza e la disinteressata prudenza di una gatta in amore. Spariva quando lui arrivava, ma non mancava mai di lasciargli un indizio, un qualcosa che gli avrebbe permesso di inseguirla ancora, all’infinito.
Ed infine, quando l’aveva presa, quando l’aveva stretta con l’eccitazione portata da quella lunga battuta di caccia, lei si era rivoltata nella sua stretta, ne aveva raggiunto le labbra con le proprie. Da cacciatore James era divenuta preda, una ronzante mosca invischiata nella tela di quel ragno elegante e perfetto.
L’aveva posseduta, o forse lei si era lasciata possedere. Chi lo sa. Ma nel momento stesso in cui aveva assaggiato il suo calore, lui aveva compreso di essere finito in una deliziosa trappola da cui mai avrebbe desiderato fuggire.
“Posso prenderti quando voglio. Lo sai.” sostiene, avanzando di un passo nella sua direzione.
Lei sorride maggiormente, porta una mano al lungo abito scuro che indossa. “Puoi prendermi quando io lo voglio.” sostiene, abbassando sensualmente una spallina.
Lo ama. In un modo forse un po’ distorto, forse un po’ pervertito, Victoria ama quell’efferato assassino. Venera ogni particolare di lui, a partire da quel viso dai lineamenti affilati quanto una lama, sino al suo corpo perfetto in ogni dettaglio. E’ violento e passionale, James, sa essere uno spietato predatore anche nei momenti in cui entrambi sfogano il loro reciproco desiderio.
Morirebbe per lui. Ed anche il suo cacciatore, per quanto sia restio ad ammetterlo, farebbe la stessa cosa per la sua deliziosa, consenziente preda.
“Ed ora…” sussurra James, muovendo un altro passo, alzando una mano verso di lei mentre se la divora con quegli occhi da falco. “Lo vuoi?”
Victoria sorride, senza rispondere. Ed accoglie così la sua avanzata, sospirando di piacere quando lui la stringe, spingendola a terra e schiacciandola con il suo corpo. Le sue labbra la cercano, la corteggiano; le sue mani la toccano, la possiedono.
Cacciatore e Preda, che si ritrovano ancora una volta l’uno dell’altra, stesi in quel sottobosco ove il cadavere della donna continua a giacere silente.

  
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