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Autore: Fantfree    22/01/2014    2 recensioni
In mezzo ad una radura c'è un campo sterminato di rose bellissime. Nessuno sa però che sotto ai grandi petali ci sono quattro città riunite sotto un'unica corona. Whiterose è la principessa e Flow, il suo amato, l'erede al trono. Ma qualcosa sta per sconvolgere questo equilibrio così perfetto: delle creature gigantesche minacciano la sicurezza del regno e, Whiterose, dopo un tragico accadimento, rimpicciolisce con la sua magia uno di essi, mentre gli altri scappano. Si accorgerà che quello che ha davanti non è un mostro, bensì un giovane umano, sprovvisto di ali e dalle idee un po' strane...
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Laddove vi stanno le rose, in una piaura che pare immensa, ci sono delle piccole creature alate che convivono con questi affascinanti fiori. E là sotto si trovano quattro città stupende. Questa è la storia della principessa delle rose e di colui che le fece scoprire una nuova sè stessa.


Osservai il sole alto in cielo. Ormai era primavera piena. La radura davanti a me scintillava sotto i candidi raggi fra il rosso ed il rosa, mentre un profumo intenso ricopriva ogni cosa. Quello era il mio regno, un regno che si estendeva a perdita d'occhio. Sorrisi e ripresi a volare, andando verso il mio amato Flow che mi aveva già superata da un bel po'. Da lontano lo osservai e vidi le sue ali piene di petali chiari illuminarsi sotto la candida luce.
Io lo amavo più di ogni cosa e lui era mio promesso. Perchè io ero Whiterose, la principessa delle rose. Il mio mondo si perdeva a perdita d'occhio e dovunque io guardassi non c'erano confini. Ma il bello stava sotto quelle chiazze colorate di petali, vicino a quelle spine che mai avrebbero permesso ad un nemico di passare. Là sotto c'era la città dei petali, la città reale, la città delle rose e la città delle luci. Quattro città riunite sotto un unico regno, un'unica corona: mio padre. E Flow era il suo degno erede. Ci amavamo, io ero la sua dolce promessa nonché futura sposa. Perchè lui sarebbe diventato il nuovo, saggio re.
Era davvero un ragazzo splendido: veniva dalla città delle rose ed era di una importantissima famiglia. Ma a me non importava chi fosse e che cosa avesse fatto. La prima volta che ci notammo ci innamorammo e da quel momento non ci lasciammo più.
Le sue ali erano chiare e candide e i suoi occhi erano del colore delle cortecce delle piante. I suoi capelli, nonostante fossero scuri, scintillavano come l'argento sotto il sole e la sua pelle chiara metteva in evidenza il suo bellissimo volto innocente.
Mi porse la mano e non disse nulla. In tutta risposta, io mi avvicinai e, senza farlo apposta, lo urtai andandoci contro: no! Il protocollo reale impediva di abbracciarsi o baciarsi con qualcuno fino al momento del matrimonio! Lo guardai negli occhi disperata ma il suo sguardo mi diceva di non preoccuparmi. Mi abbracciò ed insieme guardammo quel bellissimo paesaggio tanto sconosciuto, perchè davvero in pochi osavano emergere in superficie. E noi eravamo gli unici in quel momento. Non c'era pericolo di essere visti.
Sorrisi e guardai ancora il mio amato. Poi osservai l'orizzonte e mi godetti la sua candida ed accogliente presa. Per un momento, per un solo momento mi venne in mente una domanda che non mi ero mai posta prima: e se oltre l'orizzonte ci fosse dell'altro? Se noi non fossimo le sole creature ad abitare questo mondo? Se fosse più grande di quanto possiamo immaginarcelo?
Mi rimproverai. Ma che stavo pensando? Va beh che quella era la prima volta che vedevo quello splendore, ma il mio mondo finiva lì. Chi aveva provato a superare i confini non era più tornato indietro a raccontare, perchè forse un confine non c'era. Poi spostai il mio sguardo verso di lui e respirai a pieni polmoni quell'intenso profumo.
Chiusi gli occhi e iniziai a percepire i battiti del suo cuore: ma che stavo facendo? Sconvolta, respinsi la presa ed incominciai a volare più veloce di quanto potessi, con Flow che mi stava inseguendo, ed implorandomi di fermarmi. Ma io ero troppo preoccupata da ciò che avevo fatto da non riuscire più a calmarmi.
Ma poi alla fine ci riuscii ed in quell'istante Flow mi prese per un braccio. Rimasi in silenzio e deviai il suo sguardo. Capii che non era colpa sua ma solo mia.
I suoi occhi parlavano chiaro: quel che è stato è stato e non importa, non lo avrebbe più fatto. Ah, quanto lo avrei voluto sposare!
Mi mostrò un oggetto scintillante e sorrise. Che cos'era?
Me lo spiegò: quello era un diamante, il cristallo più prezioso di tutti. E lui lo donava a me, in segno del nostro amore. Non avevo mai visto un oggetto del genere e sicuramente era davvero una cosa stupenda.
Attorno a noi regnava un grandissimo silenzio, tranne il cinguettare di qualche piccolo uccellino. Era tutto perfetto: rose, diamante, profumo, il sole, gli uccellini cinguettanti, noi due da soli... I nostri sguardi non si erano mai avvicinati così tanto e per un attimo mi dimenticai di essere diventata una principessa. Cercavo solo i suoi occhi e lui i miei, nonché il suo candido respiro...
I miei occhi si erano già chiusi e tutto stava per accadere in segreto, il più difficile da mantenere. Stavo per dare il mio primo bacio, lo stavo per dare a lui. Sentii il suo respiro vicinissimo quando...
Entrambi udimmo un rumore sospetto. Immediatamente, mollammo l'abbraccio e guardammo da un'altra parte, entrambi imbarazzati.
Pian piano il rumore si stava avvicinando, un fruscio sempre più intenso. Sia io che Flow rimanemmo allarmati e guardammo dappertutto: se c'era pericolo eravamo pronti ad agire.
Pian piano il fruscio si avvicinava sempre di più, fino a che... Lo sentii dietro di me. Il cuore mi andò in gola ed urlai disperata.
<< Indietro! >> Gridò Flow pronto a proteggermi.
Mi nascosi dietro di lui e non dissi nulla. Ma per fortuna davanti a noi c'era solo un messaggero reale.
<< Principessa! >> Diceva spaventato. << La città delle rose sta per essere attaccata! >>
<< Come? >> Gli domandai sorpresa.
<< Non sappiamo che cosa siano, ma ci sono delle creature gigantesche ed orrende davanti a quella grande città. Gli abitanti sono terrorizzati e stanno scappando. >>
<< Ma la città delle rose è la mia città! >> Urlò Flow. Poi mi guardò: << Vieni, Whiterose, andiamo! >> Il suo sguardo parlava chiaro: doveva volare veloce, doveva andare a salvare la sua famiglia!
Senza esitazione lo seguii rimanendo dietro di lui: non ero poi così veloce. Non dissi nulla e continuai a guardarlo, sperando che tutto andasse per il meglio. Non era mai successa una cosa del genere: che cosa stava capitando?
La mia resistenza era poca ed il fiato si esaurì quasi subito: non dovevo perderlo! Io gli volevo bene ed avrei fatto qualsiasi cosa per lui!

  
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