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Autore: Fantfree    27/01/2014    2 recensioni
In mezzo ad una radura c'è un campo sterminato di rose bellissime. Nessuno sa però che sotto ai grandi petali ci sono quattro città riunite sotto un'unica corona. Whiterose è la principessa e Flow, il suo amato, l'erede al trono. Ma qualcosa sta per sconvolgere questo equilibrio così perfetto: delle creature gigantesche minacciano la sicurezza del regno e, Whiterose, dopo un tragico accadimento, rimpicciolisce con la sua magia uno di essi, mentre gli altri scappano. Si accorgerà che quello che ha davanti non è un mostro, bensì un giovane umano, sprovvisto di ali e dalle idee un po' strane...
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Laddove vi stanno le rose, in una piaura che pare immensa, ci sono delle piccole creature alate che convivono con questi affascinanti fiori. E là sotto si trovano quattro città stupende. Questa è la storia della principessa delle rose e di colui che le fece scoprire una nuova sè stessa.


Flow volava veloce ed io temetti molte volte di perderlo. Quella grande minaccia incombeva sul nostro regno, regno pacifico che da millenni non aveva mai avuto degli attacchi. Quel che sapevo era che si trovava in una valle segreta, che cosa poi fosse questa valle non lo sapevo, perchè non mi ero mai posta il problema.
Volare costava fatica ma era il modo più veloce per avanzare: camminare con quelle ali pesanti non era di certo semplice: per questo avevamo delle bellissime ali che ci permettevano dei semplici ed eleganti spostamenti in aria. Chiunque le guardasse poteva subito notare che erano simili ai petali delle rose: possedevano una specie di “stelo” chiaro e tanti, tanti petali. Il colore variava da persona a persona ma di solito era rosa, bianco o rosso ma qualche volta comparivano anche ali arancioni o gialle. Il blu era segno di regalità ma non sempre compariva. In effetti le mie ali sono rosa chiaro, da lontano non sembro neanche una principessa!
Il cuore cominciò a battermi forte e la fatica si impossessò di me: ancora qualche minuto e non sarei più riuscita a stare dietro al mio amato.
Trattenni il fiato e, con la testa che mi girava dallo sforzo, resistetti. Il mio pensiero era solo uno: “Flow!”
Ad un certo punto, non so come, mollai. Le mie ali non ce la facevano più, nonostante io cercassi invano di riprendere il volo. Ma che cosa stava succedendo? Stavo precipitando? Raccolsi le mie ultime forze per planare su una rosa del colore delle mie ali e riprendere un po' di fiato. “NO!” pensai “FLOW!”
Fu lì che capii di essere arrivata e fu lì che li vidi. Le urla spaventate della gente sotto quel fiore dicevano tutto. Eppure ancora non riuscivo a capire che cosa fosse tutto quello sgomento.
“Perchè non fuggite in superficie?” Mi domandai.
Sentii la terra smuoversi e le rose oscillare: stava capitando qualcosa di grosso e di molto, molto pericoloso.
Impaurita, mi guardai attorno e quando alzai la testa...
Poco lontano da me c'erano delle grandi creature che mi parvero ridere, scherzare, incuranti della nostra città. Sembrava proprio che la stessero distruggendo per divertimento. Le loro voci erano molto gravi e potenti e le loro mani grosse e tozze. Alcuni di loro portavano dei brutti cappelli (che poi appresi essere dei cappucci) ed altri alcuni specchi che gli oscuravano gli occhi (poi più avanti compresi che erano occhiali da sole). Ridevano e parlavano in una lingua sconosciuta. Le loro gesta erano molto maldestre ed incuranti di ciò che stavano facendo. Calpestavano le nostre rose spezzandone gli steli, come degli stecchini soffici e non parevano farsi del male. Le spine che noi avevamo creato per proteggerci non servivano a nulla in confronto alla loro potenza. Uno di loro teneva nelle mani uno strano oggetto argentato che emetteva dei suoni alquanto strazianti ed un altro aveva alla bocca uno strano stelo bianco ed arancione che emetteva uno strano fumo. Ad un certo punto, lo tolse dalla bocca, lo tenne fra due dita e poi sputò fuori una quantità di vapore incredibile. Lo rimise in bocca e lo fece tantissime altre volte. Il gruppo di creature si fermò un attimo, incurante di ciò che gli stesse accadendo. Li osservai disprezzando il loro comportamento: sentivo la gente sotto di me che urlava: possibile che non sentissero le loro grida disperate?
<< Demoni >> Dicevano. << Demoni mandati per punirci. >>
Rimasi impietrita lì dov'ero, sperando vivamente di non essere vista. Per mia fortuna non accadde ma stetti lì ad osservare la scena completamente immobile, terrorizzata alla loro vista. Chissà che cosa ci avrebbero potuto fare!
Quello che aveva in mano quello stelo rovente, lo prese e lo scagliò in mezzo alle rose ancora acceso. Si mise a ridere ed iniziò ad ascoltare quei lamenti straziati che quello strumento argenteo faceva e sembrava molto divertito. Osservai la rosa accanto a me: il grosso stelo bianco la stava danneggiando e pian piano cominciava a bruciare. “No!” pensai.
Che cosa potevamo fare? Quelle gigantesche creature stavano distruggendo le nostre case e ben presto si sarebbero dirette verso un'altra città. Uno di loro calciò delle rose e cominciò a saltarci sopra: gli altri parevano divertirsi davvero moltissimo alla vista di quell'ignobile gesto.
Sentii un lamento disperato, un urlo ma non capii: che cosa stava succedendo?
Nessuno agì: la paura ci impediva di farlo. Nessuno di noi avrebbe potuto sapere di che potenza erano capaci quelle immense creature, ma sicuramente erano dotate di poteri malvagi.
Nessuno di noi prima d'ora si era trovato davanti ad una minaccia simile e, sebbene disponessimo di fonti magiche su cui affidarci, nessuno avrebbe potuto combatterla. O così credevamo.
Altre urla straziate ma loro parevano davvero non sentire i nostri lamenti, come se noi non esistessimo. In effetti io in quel momento avrei voluto essere da un'altra parte e credo che chiunque lo avrebbe desiderato al posto mio. Dall'altro lato, però, temevo moltissimo per il mio grande amore Flow: che fine aveva fatto? Perchè era scomparso così?
Flow! Pensai più volte. Eppure ovunque guardassi, lui non c'era. Di tanto in tanto vedevo volti silenziosi e disperati che invocavano aiuto.
Sentii un altro urlo disperato e questa volta la voce mi parve famigliare: era una voce che avrei riconosciuto in mezzo a mille altre perchè per me era una lieve melodia. Melodia che era diventata un'insopportabile strazio che invocava aiuto. Lo riconobbi: quello era il mio promesso! Quegli ignobili avevano osato fargli del male?
Senza più pensare troppo a non essere vista, mi precipitai verso la fonte del suono sempre più intenso man mano che mi avvicinavo. Con mia grande sorpresa vidi che l'esercito di mio padre stava cercando di attaccare dal basso, seppur con la massima attenzione: loro stavano cercando di salvarci!
Sentii un soldato che mi chiamò e mi disse: << Principessa, non c'è tempo! Il sergente Flow, il nostro abile condottiero sta per morire! >>
Morire? Come? Flow! Il mio amato stava davvero per lasciarmi così, schiacciato da quei luridi demoni?
Poi aggiunse: << Vi vuole vedere. >> Cercai di non piangere ma la mia espressione era davvero molto turbata ed addolorata. Lo seguii con un pensiero fisso: perchè a me? Perchè proprio io dovevo perdere il mio amato promesso sposo?
Sotto una foglia vicino al terreno, in mezzo a tanti steli di rose abbattute, Flow giaceva disteso a terra respirando a fatica.
<< No! >> Urlai.
Volai più in fretta che potei verso di lui dicendomi di essere forte.
Mi accasciai accanto al suo corpo disteso a terra e presi la sua candida testa fra le mie mani. Fu lì che cominciai a piangere, vedendo i suoi bellissimi occhi scuri.
<< Whiterose... >> Mi disse lui con un filo di voce. Iniziò a respirare sempre più lentamente e poi disse: << Forse sono stato ingiusto con te. >>
Io lo guardai piangendo: << No, Flow! Non è vero! >>
<<< Adesso me ne sto andando. >>
<< T-tu non puoi... >> Balbettai.
<< Promettimi una cosa, Whiterose. >>
Gli accarezzai i bellissimi capelli scuri e, riempendogli il volto di lacrime, dissi: << Qualsiasi cosa. >>
<< Voglio che tu sia forte e felice anche senza di me. >> Prese un altro, lieve respiro. << Me lo prometti? >>
Singhiozzai
<< Me lo prometti? >> Ripetè con un fil di voce.
Presa dai rimorsi risposi: << Sì, amore mio. Lo farò. >>
Flow mi sorrise. Fu quello l'ultimo momento in cui vidi la luce nei suoi occhi, occhi felici e speranzosi. Poi l'ombra, l'ombra che glieli oscurò e poi le ciglia che si chiusero portandomeli via per sempre.
<< Flow! >> Gridai. << Flow! >> Purtroppo lui non rispose più. Cominciai a scuoterlo leggermente, pensando che fosse impossibile che mi lasciasse così. Ma purtroppo se ne era andato, andato tra le mie braccia. Piansi forte sul suo petto e poi gli asciugai le lacrime: guardai il suo volto innocente e mi alzai: dovevo mantenere la promessa che gli avevo fatto.
Ma una grande rabbia mi stava salendo dal cuore e un fortissimo senso di vendetta stava crescendo sempre di più dentro di me. Guardai quelle orribili creature decisa a vendicarmi. Come? Rendendole vulnerabili.
Iniziai a dire delle parole poco decorose per una principessa e volai verso di loro, con l'intento di farmi vedere. Ma loro rimasero incuranti di me e senza neanche notarmi, mi respinsero con le loro forti mani. Non mi avevano notata, no. Loro e le loro maledette gesta!
Urtai forte dei petali di una bellissima rosa, quasi danneggiandola. Non potevano farmi questo, fare questo al mio regno! Se mio padre non avesse preso le difese del regno, allora avrei cercato vendetta da sola.
Un mare di rabbia mi investì e pronunciai una delle grandi formule proibite: le formule proibite non vanno mai usate, per nessun motivo. Eppure io lo feci, perchè in cuore portavo sia tristezza che rabbia, la rabbia di aver appena perso il mio amore e di non poterlo avere più indietro.
Una magia verde mi invase tutto il corpo, finchè i miei occhi accecati dalla rabbia, non si uniformarono di un unico colore diventando verdi. Ora ero carica di potere più che mai: ero decisa a colpirli tutti, nonostante non fossi pienamente consapevole di quello che la formula proibita avesse potuto fare.
Decisa a sbarazzarmi di tutti loro, iniziai col prendere la mira su quello che mi aveva appena respinta con la sua mano gigante.
Quello sarebbe stato la mia prima vittima, sì!
Piena di odio, scagliai tutta quanta la mia magia su quel grande corpo finchè non diventò totalmente verde. La grossa creatura si librò in aria urlando, mentre io lo guardavo stupita degli effetti di quella strabiliante magia.
Vidi gli altri terrorizzati darsela a gambe nella direzione da cui erano venuti. Che bella gente! Avrebbero lasciato lì il loro amico a morire! Ero soddisfatta di me stessa, almeno uno lo avevo sistemato, mentre gli altri li avevo messi in fuga. E avevo fatto tutto da sola!
Continuai ad osservare quel grosso corpo emettere luce verde, finchè non la espulse quasi esplodendo. Ciò che vidi poi fu un piccolo corpo precipitare a terra a gran velocità
Mi diressi verso quello che credevo essere un oggetto, anche se poi ciò che vidi non fu proprio quello che mi aspettavo...

  
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