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Autore: The Archer    22/01/2014    0 recensioni
Il suo nome è Zael Astray ed è il cosiddetto cane da guardia del Re da ormai due anni. Le missioni affidategli dal sovrano non lo avevano mai messo sul serio alla prova: fino ad adesso. Durante i fatidici giorni prima del suo diciottesimo compleanno dovrà portare a termine una missione che cambierà non solo il suo destino ma anche quello dell'intero popolo di Andalahr.. l'incontro con una misteriosa ragazza lo porterà a lasciarsi alle spalle il proprio passato e ad andare incontro ad un futuro incerto e pieno di sofferenze. Il tempo scorre inesorabilmente, tutte le pedine sono al loro posto, una tragica storia sta per ripetersi: che la fine abbia inizio.
"Il mio cuore comincia a battere a mille. Come in trance poso la scatoletta sul davanzale della finestra accanto a noi e la stringo forte a me. La mia mente è come annebbiata e non capisco più niente. Un unico pensiero si fa strada nella mia testa e si impone su tutti gli altri: lei è qui con me, così vicina."
*Preso dal nono capitolo*
P.S. Fatemi sapere cosa ne pensate ^w^ grazie :3
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolo dell'autrice:
Ehilà! Con un enorme ritardo vi porto il tanto atteso (si come no) capitolo v.v devo avvertirmi che sto cambiando un bel po' di cose nei capitoli precedenti perchè mi sembravano troppo banali e illegibili.. per quanto riguarda il capitolo precedente Freya e Zael non staranno a parlarsi pacificamente ma combatteranno un po'.. ancora non l'ho modificato perchè ho pensato di mettere prima il prmo capitolo e così via, ma volevo solo informarvi per capire meglio questo capitolo v.v un'altra informazione: ho cambiato titolo v.v adesso non si chiama più "L'Occhio del Diavolo" ma "I Figli del Diavolo". Io penso sempre che il titolo del libro deve attrarre la gente e quello precedente non mi piaceva più di tanto. Ed ecco a voi l'ultima modifica: ho riaggiornato il primo capitolo. Vi consiglio di leggerlo perchè non ha niente a che fare con quello precedente v.v diciamo che sto modificando tutto ahahah forse poi appena avrò finito la storia sarà completamente ahahahahah
Okay bando alle ciance v.v buona lettura ^w^

CAPITOLO 18
 
 
Rabbia, dolore, risentimento sono le cose che provo in questo momento. Ognuna di esse cerca di sopraffare l’altra. Confuso e disorientato, cado in ginocchio.
Cosa ne sarà di me, del mio castello, dei miei compagni, adesso che ho disubbidito al Re?
Se sarò sfortunato il Re non crederà alla mia versione dei fatti secondo cui lei mi abbia minacciato con un coltello e sia corsa via. A quel punto verrò imprigionato o peggio. E posso solo sperare che i miei compagni non verranno coinvolti.
Sono stato uno sciocco ad averla lasciata andare, ad aver creduto che nulla sarebbe cambiato da adesso in poi. ‘Spegni i sentimenti’. Sì, sarebbe stata la cosa migliore per tutti: quando ci sono i sentimenti in mezzo sono una frena e rovino sempre tutto. È una mia abilità esclusiva.
Il mio sguardo si posa sul corpo inerme di Xavor e cado nello sconforto. Se lui è morto è solo colpa mia. Mi sento un po’ come quegli eroi delle storie che si sentono colpevoli sempre di tutto. Non mi sono mai piaciuti e li ho odiati per la loro particolare tendenza all’autocommiserazione. Ogni volta che un libro aveva come protagonista un personaggio così l’ho subito scartato e se io fossi il protagonista di una storia smetterei immediatamente di leggerla.
Tiro su col naso e penso rapidamente al da farsi.
Adesso che ho disubbidito il Re la scelta migliore sarebbe scappare e andare lontano da Andalahr per un po’. Tuttavia non posso lasciare Xavor qui moribondo senza fare niente, né abbandonare i miei compagni adesso: sarebbe un’azione degna del cattivo codardo. Dunque non mi rimane altra scelta che rimanere qui e prendermi carico delle mie responsabilità, costi quel che costi.
Senza pensarci due volte agito le braccia in aria e comincio a gridare nel tentativo di farmi notare da qualcuno, ma sembrano tutti troppo indaffarati e depredare i corpi dei caduti e festeggiare la vittoria per notarmi. Dannazione! Dove sono Dragmahr, Alastar, Galvyn, Thoin o Rotmir quando servono?! Ah giusto: Galvyn mi ha tradito e con lui forse anche Thoin e Rotmir; e Alastar e Dragmahr sembrano essere presenti solo per darmi fastidio.
Con una nota di amarezza strappo dell’erbetta con le mani.
L’idea migliore sarebbe andare e cercare aiuto, ma ho paura di tornare e vedere il suo corpo privo di vita a terra che mi ricorda i miei errori. In preda alla disperazione mi metto le mani ai capelli. Mi hanno addestrato per uccidere e non per salvare vite. Le mie conoscenze di erbe curative e medicina finiscono lì dove si tratta di una ferita seria. Avrei dovuto dare molto più ascolto a Banri-sensei quando ci spiegava le arti curative..
Forse dovrei veramente scappare finché sono in tempo. Tanto qui sono più che inutile. Barcollante mi alzo in piedi. Mi odierò per sempre per quello che sto per fare.
A fermarmi è la sua voce. È rauca ed è così fievole che penso di essermela immaginata. – Zael.. – adesso vedo le sue labbra muoversi. La mano di Xavor si alza tremante verso di me e mi afferra la caviglia. – Non lasciarmi, Zael.
I suoi occhi solitamente così vispi e allegri sono spenti e spaventati. Con un sorriso mi risiedo al suo fianco e gli accarezzo dolcemente la testa. – Che vai pensando, stupido? Io resterò per sempre al tuo fianco.
Xavor mi afferra il polso e lo stringe con tale forza da farmi gridare dal dolore. – Non voglio morire, Zael.
Lacrime mi inumidiscono gli occhi, ma le scaccio rapidamente via con un battito di ciglia. Xavor non deve vedermi così. Al momento non ne ha bisogno. Gli prendo delicatamente la mano e mi sforzo a sorridere. – È tutto a posto, Xavor. Tu non morirai. Non lo permetterò. – la mia voce trema leggermente, ma mi costringo lo stesso a continuare. – Adesso devi riposarti e non appena ti sveglierai starai molto meglio, te lo prometto.
Xavor annuisce e chiude gli occhi. – Grazie, amico mio.
I suoi polmoni si liberano di tutta l’aria che hanno e sembrano intenzionati a non volerne più. Spaventato mollo la sua mano. Il suo viso è sereno, ancora testimone del suo ultimo sorriso.
 
Gli rimango accanto fino a quando non arrivano gli altri e mi trascinano lontano da lui. Con grida, calci e pugni cerco di liberarmi da loro per tornare al suo fianco.
Una rabbia incontrollata si fa strada dentro di me e nel recesso della mia mente una vocina mi ordina di ucciderli tutti e tornare da lui.
 – Lasciatemi! Gli ho detto che sarei rimasto sempre accanto! Gliel’ho promesso! – cerco in tutti i modi di liberarmi dalla loro stretta, ma non appena ci riesco compare qualcun altro a bloccarmi. – Lasciatemi! È un ordine!
Nessuno sembra darmi retta. Quando vedo come lo alzano da terra per portarlo via sono fuori di me. Perché lo stanno portando via?
Ho la vista appannata per le lacrime e riesco a scorgere solo le sagome degli uomini che mi circondano. Grido a squarciagola e colpisco qualsiasi cosa che mi capiti sotto tiro. Un raccapricciante scricchiolio e un grido mi fa intendere che ho fatto segno. Sorrido soddisfatto e continuo a dimenarmi, urlando come un folle. E forse lo sono.
La voce di Dragmahr giunge calma e ferma alle mie orecchie. – Lasciatelo andare.
Non appena ho le mani libere mi asciugo gli occhi e distinguo chi mi sta accanto. Falgor è dietro di me e si copre il naso con la mano imbrattata di sangue; Dragmahr e Alastar mi stanno davanti e altri cinque uomini mi osservano guardinghi. Faccio una smorfia e cerco Xavor con gli occhi. È a trecento metri da me tra le braccia di due sconosciuti in armatura. Le gambe mi tremano e appena faccio un passo cedono sotto il mio peso. – Dragmahr, Alastar.. – li afferro entrambi per la manica e li tiro verso di me senza togliere lo sguardo dai due uomini e da Xavor. – Xavor.. due uomini lo stanno portando via.. aiuto.. – biascico.
Alastar mi sorride e mi abbraccia per rassicurarmi. – È tutto a posto, Zael. Shhh – poi si rivolge a Dragmahr e agli altri. – Andate a.. recuperare il corpo.. Xavor. Qui ci penso io.
Non appena siamo soli affondo il viso nei suoi capelli e comincio a piangere. Alastar per calmarmi mi accarezza dolcemente la schiena e mi sussurra parole rassicuranti. – Sono andati a prenderlo. È tutto a posto.
 
Passano cinque minuti e loro non sono ancora tornati. Irrequieto mi libero di Alastar e mi alzo in piedi. Alastar si alza a sua volta e mi cinge nuovamente in un rassicurante abbraccio. Inspiro profondamente il suo profumo di rosmarino. Rosmarino.. Freya.. Xavor.. tutto il mio spirito ribolle di rabbia.
Lei lo ha ucciso! Lui è morto per colpa sua! Devi punirla!
Con accurata destrezza sfilo il pugnale dalla sua cintura e glielo conficco nel braccio. Alastar grida e mi lascia andare. Alastar, non Freya. Il pugnale mi sfugge di mano e cade tintinnando a terra. Che cosa ho fatto? Mi allontano barcollando da lui, incapace di staccare gli occhi dal coltello imbrattato di sangue. – Io.. Pensavo che fossi lei.. pensavo.. – la mia voce si spezza alla vista del sangue che gli imbratta la veste e gli cola a terra. Ho pugnalato un mio compagno. – Mi dispiace, io..
Non riesco a finire la frase.  Ho ferito Alastar! In preda al senso di colpa corro via.
Non arrivo lontano: dopo pochi metri Dragmahr mi si para davanti. – Zael cos’è successo? Abbiamo sentito Alastar gridare e.. – i suoi occhi dapprima confusi si posano prima sul coltello sporco di sangue e poi su Alastar. Il suo volto si fa cupo. – Capisco.
Senza pensarci due volte fa la cosa che ritiene più giusta: mi colpisce con forza alla tempia. La mia testa sembra esplodere e urlo dal dolore. Tutto davanti ai miei occhi comincia a diventare scuro e indistinto. Sento le mani di Dragmahr sostenermi mentre cado..
 
Apro gli occhi e mi basta un unico sguardo per capire che mi ritrovo in una cella. Una branda di legno a pochi metri da me è l’unico mobile che si trova nella prigione. Mi alzo per raggiungerla, ma una catena legata ai polsi mi impedisce di arrivarci. Maledico ad alta voce l’intelligente che ha lasciato lì la branda con me qui legato al muro. Cerco di liberarmi, ma gli unici risultati che ottengo sono i polsi scorticati. Un forte mal di testa mi impedisce di inveire mentalmente contro quel disgraziato che mi ha legato e mi ricostringe a terra. Con il dolore tornano anche i ricordi e con essi la vergogna e i sensi di colpa. Immagini lampo di Freya che pugnala Xavor, Freya che corre via, Xavor morente che mi chiama suo amico e del coltello macchiato del sangue di Alastar mi compaiono nella mente. Chiudo gli occhi e canticchio a bassa voce una ninnananna per scacciarle via.
 
Quando finalmente i ricordi smettono di tormentarmi sono passate alcune ore. Il sole è sicuramente già tramontato perché qui dentro fa un freddo cane. Quanto mi piacerebbe avere una bella coperta di lana..
Il pavimento della cella è gelido, così mi rannicchio contro il muro in cerca di calore.
 
Sto per addormentarmi quando sento dei passi fuori dalla porta della mia nuova casa. Immediatamente sono sveglio e mi alzo in piedi. Il mal di testa torna più forte che mai, ma cerco di resistere. – Non sono concesse visite per il signor Zael Astray.
– Non m’importa se sono concesse. Fatemi entrare lo stesso. – la sua voce è profonda, autoritaria e sobria. Dragmahr.
Per un attimo sono felice di vederlo, ma mi basta collegarlo ad Alastar per sperare che non lo facciano entrare. – Mi dispiace signore, non potete.
Un sospiro di sollievo si libera dalle mie labbra e mi lascio di nuovo cadere a terra. – Non me ne andrò finché non aprirete questa maledetta porta! – Dragmahr è arrabbiato e impaziente. La guardia cederà tra non molto e aprirà la porta in un battibaleno. Un Dragmahr arrabbiato è veramente intimidatorio.
 Come volevasi dimostrare neanche un minuto dopo il cigolio della porta e il rumore di passi pesanti mi fa capire che Dragmahr sta entrando. Non sapendo cos’altro fare e non avendo la forza di affrontarlo, fingo di dormire. Dragmahr si ferma proprio davanti a me e mi osserva. – Puoi benissimo aprire gli occhi, tanto so che non stai dormendo.
Come ha fatto a capirlo?
Rassegnato faccio come dice. – Il tuo respiro e il tuo battito cardiaco erano troppo forti, Zael, per uno che dorme.
 – Mi ha letto nella mente!
Dragmahr rotea gli occhi infastidito. – No, Zael. Stai semplicemente parlando ad alta voce.
– Ah.. – cala un silenzio imbarazzato durante il quale entrambi cerchiamo qualcosa da dire. – Perché mi hanno messo queste? – gli chiedo infine indicando la catena che mi lega i polsi.
 – Per controllarti meglio.
Non nomina Alastar e gli sono grato. A dir la verità vorrei tanto chiedergli di lui, ma non ne ho il coraggio. – Che hanno intenzione di farne di me adesso? – Dragmahr sembra pensare a quello che deve dire. – Tranquillo puoi dirmi tutto.
Dragmahr deglutisce. – Vogliono informazioni, Zael. E le vogliono a tutti i costi.
Ciò significa che se non gli dirò quel che vogliono mi tortureranno. – Beh, almeno non mi uccideranno. – cerco di ridere ma non mi riesce del tutto. Dragmahr si avvicina a me e mi sussurra nell’orecchio. – Tranquillo. Ti farò uscire vivo da qui.
Dopodiché si avvia verso la porta. Sulla soglia si ferma e si gira verso di me. – Lui sta bene e ti vuole vedere.
 
  
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