“Ehi,
Hinata! Come
vanno le cose dall’Hokage?”
“Tutto
bene. Tu come
stai, Naruto-kun?”
“Ah, bene,
bene!
Beh, adesso vado, ciao!”
Ogni volta che si
incontravano in quel punto della strada, Hinata di
ritorno dal palazzo dell’Hokage, Naruto che camminava nella direzione
opposta,
le mani unite dietro la nuca, quella scena si ripeteva sempre uguale.
Hinata
aveva notato subito che Naruto era sempre in abiti comodi, con la
stessa
espressione che avrebbe avuto un bambino intento a bighellonare, e ,
quando
cercava di sapere qualcosa di più, lui continuava a mostrarsi sfuggente
e a
scappare accampando qualche scusa.
Da quando la guerra era
finita le loro strade continuavano ad
incontrarsi in quel modo, per qualche secondo soltanto, con parole di
cortesia
e sottili bugie. Hinata era certa che Naruto non stesse affatto bene
come
cercava di farle credere, riusciva a capirlo soltanto incrociando i
suoi occhi.
Non era colpa sua se era
stato allontanato completamente dal palazzo
dell’Hokage, se era a riposo forzato sin da quel momento, ma non ci si
poteva
far nulla, dopo quello che era accaduto. Naruto doveva sentirsi di
nuovo solo
come si era sentito fino a pochi anni prima, solo come anche lei si era
sentita
nella sua casa, pur circondata da tantissime persone. Nessuno aveva più
tempo
per lui, tutti erano presi dalla ricostruzione delle alleanze, dal
cercare di
riprendere una vita normale, dal riavviare il sistema. Anche lei.
Fu il brivido alle
spalle che quel pensiero repentino e ovvio, tornatole
in mente stranamente all’improvviso, le provocò a farle finalmente
decidere che
non poteva lasciare che la vita di Naruto continuasse in quel modo.
Doveva fare
qualcosa, doveva salvarlo da se stesso.
Sanctuary
Il sole stava tramontando
dietro la montagna con i volti degli Hokage.
Hinata uscì a passo veloce dal palazzo, il cuore che le batteva
stranamente
veloce nel petto come non accadeva da mesi. Quella sera doveva
incontrare
Naruto. Accelerò il passo per poterlo incrociare prima del solito,
quasi corse
fino alla fine della strada dove per poco non gli sbatté contro. Si
fermò con
il fiatone.
“Naruto-kun.” mormorò.
“Ehi, Hinata!” Naruto
sollevò un braccio in segno di saluto e le
sorrise largamente. “Torni a casa di corsa, eh?”
“No, ti stavo cercando…
Come stai, Naruto-kun?”
Lo shinobi smise di
sorridere all’improvviso, sorpreso.
“Perché me lo chiedi così
di colpo? Sto-”
“Ti prego, sii sincero.
Non mentirmi. Non mentire a te stesso. Sii
onesto.”
Hinata pronunciò quelle
parole così come le apparvero nella testa,
senza cercare di collegarle tra loro, preoccupata. Vide Naruto
strabuzzare gli
occhi, sconvolto, e allargare le labbra per riprendere fiato.
“Cosa dici… Io sto
benissimo… Devo tornare a casa…”
Lo shinobi fece
dietrofront in un secondo e corse via più veloce che
poteva senza neppure salutarla.
“Sarò sempre con te, lo
sai?”
La voce di Madara era
talmente dolce da risultare spaventosa e falsa.
La sua mano si mosse verso di lui velocemente, cercando di afferrarlo,
ma
Naruto si scansò giusto in tempo saltando all’indietro.
“Lasciami stare!” strillò,
spaventato, ma il sorriso dell’altro non
scomparve, anzi si allargò ancora di più, lasciandolo senza fiato.
“Non ti abbandonerò mai, tu lo
sai…”
Naruto sferrò un pugno e
spalancò gli occhi di scatto. Si ritrovò per
terra, avvolto tra le coperte del suo letto: era in camera sua. Si
portò le
mani al volto, sollevato, e si lasciò cadere all’indietro.
Quell’incubo non lo abbandonava ancora, da quando era finita la guerra.
Le
parole che Madara gli aveva rivolto subito dopo essere riuscito ad
infiltrarsi
dentro di lui e a manovrarlo contro l’esercito alleato continuavano a
risuonargli nella testa giorno e notte, prendendo vita con moltissimi
particolari che lo terrorizzavano. Madara non poteva certo leggere
nella sua
testa, perché ne era uscito completamente durante la battaglia,
gliel’aveva assicurato
Kurama, ma la sensazione di essere costantemente controllato non
sembrava
scomparire. Forse l’avrebbe sentita per sempre.
Per quel motivo i
cittadini di Konoha avevano deciso di non
permettergli più di avvicinarsi al palazzo dell’Hokage. Temevano che
Madara
fosse ancora dentro di lui, pronto a fuoriuscire all’improvviso per
ucciderli
tutti. Anche se non era vero, non poteva biasimarli: era il primo a
sentirlo
ancora dentro di sé.
Non si sentiva affatto
bene. Sentiva sempre voglia di vomitare e di
strapparsi i capelli. Avrebbe voluto dirlo a Hinata, l’unica che gli
avesse
chiesto, da quando viveva in quel modo, come stesse, ma non voleva
farla
preoccupare, perché aveva imparato, in quegli anni, che era pronta a
tutto pur
di proteggerlo, persino di dare la vita, e non voleva perderla per una
sua
propria debolezza. La amava quasi più della sua stessa vita ed era una
delle
poche cose che gli dava la forza di continuare a vivere in quel modo.
“Sto facendo la cosa
giusta.” si ripeté per l’ennesima volta, cercando
di non darsi per vinto, e si alzò per andare a mangiare qualcosa.
“Ehi Hinata!”
Naruto le sorrise
dolcemente, rinfrancato, e si mosse automaticamente
verso di lei, verso il palazzo dell’Hokage che tanto lo faceva
soffrire.
Finalmente poteva rivederla dopo quell'incubo, poteva assicurarsi che
stesse
bene. La kunoichi, però, s’immobilizzò sul posto e lo fissò, inquieta.
“Come ti senti,
Naruto-kun?” gli chiese ancora, e lui replicò
automaticamente: “Sto bene, benissimo…” cercando di sembrare credibile.
Lei
strinse tristemente le labbra.
“So che non è vero. Ti
prego, non mentire. Io voglio che tu stia bene…
Quando vorrai dirmi la verità, sarò pronta ad ascoltarti.”
Quelle parole erano strane
per essere uscite dalla sua bocca, avevano
qualcosa che rese Naruto inquieto. Pronto a continuare con la sua
recita,
riprovò: “Ti giuro che sto bene!”, ma Hinata lo superò e si diresse
velocemente
dalla parte opposta senza neppure alzare gli occhi.
Come il suo intuito gli
aveva suggerito, da quel giorno qualcosa era
cambiato. Quando incontrava Hinata fuori dal palazzo dell’Hokage lei
gli
lanciava un solo sguardo inquieto, in attesa, ma lui non diceva niente
e lei
faceva altrettanto sorpassandolo ed andando verso casa.
Quella sera accadde lo stesso. I loro sguardi si incrociarono, nessuno
parlò e
si superarono quasi come due estranei. Hinata, però, cominciò a piangere non appena lo vide.
Preoccupato, Naruto non
riuscì a fare finta di niente: le corse dietro
afferrandole un lembo della felpa per fermarla. Lei si voltò senza
cercare di
nascondere le lacrime e lo guardò, addolorata.
“Perché piangi? È colpa
mia, non è vero?” Naruto si strinse nelle
spalle, sconsolato quanto lei. “Non voglio che tu pianga per colpa mia.”
“Vorrei aiutarti.” disse
Hinata cercando di asciugarsi gli occhi con
le dita “Non voglio che tu ti senta solo… Ma non so come fare, se tu
non mi
dici niente. Io… non posso fare niente!”
Il suo fu quasi un urlo di liberazione. Prese a piangere più forte,
senza
cercare di asciugarsi le lacrime, e Naruto sentì il petto scoppiargli,
consapevole di essere la causa di tutto. "Non ho mai tempo di parlarti
davvero, di fare qualcosa. Non posso..."
"Non è colpa tua!" Naruto
pronunciò quelle parole con così
tanta forza da costringerla ad alzare lo sguardo su di sé. Si sentiva
come in
trappola tra lei e la sua bugia, e l'unico modo per poterla raggiungere
era
dire la verità, confessare ogni timore che gli impediva di dormire la
notte.
“Se potessi essere onesto con me stesso, correrei al palazzo
dell’Hokage per
giurare a nonna Tsunade che di Madara in me non c’è più traccia, perché
ha
smesso di possedermi molto prima della fine della guerra, smetterei di
sentirlo
nella mia testa, di sognarlo, verrei da te e ti risponderei come si
deve senza
avere paura di metterti in pericolo!” esclamò fuori di sé, senza
riuscire più a
trattenersi. Si interruppe per riprendere fiato senza staccare gli
occhi dalla
kunoichi, che ricambiò il suo sguardo sconvolta, senza riuscire a dire
nulla.
Fece un respiro profondo per calmarsi e continuò abbassando lo sguardo:
“Non ci
riesco. Madara mi ha posseduto per pochissimo tempo, ma è come se non
se ne
fosse mai andato. Lo sento ancora dentro di me. Non voglio mettervi in
pericolo. Non voglio mettere te in pericolo.”
Sollevò gli occhi dalla
strada in modo impacciato, leggermente rosso
in volto, per controllare la reazione di Hinata, ma lei non gli parve
felice di
quelle parole: continuava a fissarlo con un’espressione grave.
“Cosa ti impedisce di
essere onesto con te stesso?” gli chiese
all’improvviso. “Io mi fido di te, e sono certa che anche gli altri si
fidino
di te. Mi hai detto che Madara Uchiha non ti ha controllato che per un
brevissimo tempo ed io ti credo, perché non vuoi crederci anche tu?”
“Perché lo sento ancora
nella mia testa!” replicò senza riuscire a non
irritarsi. “Lo sogno ogni notte, cerca di possedermi di nuovo e-”
“Ti chiedo scusa.”
Hinata chinò profondamente
la testa e i capelli le inondarono
completamente il viso. La sua voce era talmente dispiaciuta che Naruto
quasi se
ne spaventò.
“Perché… perché adesso mi
chiedi scusa?” mormorò.
“Perché non so cosa vuol
dire essere controllati da qualcuno.” La voce
di Hinata diventava sempre più sottile e addolorata. “Ti ho detto tutte
quelle
cose per spronarti a parlarmi, ma ti ho fatto sentire ancora peggio… Mi
dispiace tantissimo.”
Naruto scosse forte la
testa, muovendosi automaticamente verso di lei.
“No… Tu l’hai fatto per
me, mi hai aperto gli occhi… Mi hai salvato
ancora una volta…”
Raccogliendo tutto il
coraggio che aveva, le afferrò le mani per
costringerla a rialzare lo sguardo.
“Ti prego, non lasciarmi. Voglio
davvero liberarmi di Madara.” Hinata lo guardò in silenzio, in
attesa.
“Puoi… puoi ancora aiutarmi?”
Trattenne il respiro. La
kunoichi gli strinse per qualche secondo la
mano, poi gli posò una delle sue sulla guancia sfiorandola lentamente.
Annuì.
“Farei qualunque cosa.”
Naruto si sentì
scoppiare il cuore nel petto e la abbracciò forte. Madara sembrava già
un po’
più lontano, se c’era Hinata con lui, e il palazzo dell’Hokage, che
continuava
ad assegnare compiti a ninja diversi da lui, che non avevano vissuto
ciò che
aveva vissuto lui, non sembrava neanche più così importante.
I'll be your sanctuary
Be
the last one left here standing
If
you're feelin’ all alone
When
the world feels so temporary
And
you think there's such a long
Long
way to go
You're
already home
You're
home
(Sanctuary
– Simon Webbe)
Note
alla consegna
della shot:
Questa
fic non è molto lunga, ma racchiude abbastanza bene
l’idea che mi era venuta in mente di far possedere Naruto durante la
guerra e
da fargli affrontare tutte le nefaste conseguenze. Non avevo affatto
voglia di scrivere
una long, perché non ci sono portata (XD), quindi ho condensato tutto
in una
shot, cercando di lasciare qualcosa in sospeso perché volevo dare
l’idea di un
percorso che è appena all’inizio, sia per quanto riguarda la loro
relazione che
la “riabilitazione”. È stato terribile farli litigare, perché io
immagino
sempre Hinata e Naruto in modalità lovelove,
ma anche questo ostacolo è stato superato! XD La loro relazione si è
rinforzata, si sono sostenuti reciprocamente e possono contare di nuovo
uno sull’altra.
Dopo ciò che ci ha mostrato Kishimoto nel manga (*___*) sono fermamente
convinta che Hinata sia una sorta di santuario per Naruto dove trovare
sostegno
e il conforto che gli manca a causa della mancanza dei genitori, e da
qui il
titolo e il concept della storia. Spero che l’idea sia piaciuta, anche
se è un
po’ diversa dal solito! ;)
Note
adesso:
avrei voluto continuare la pantomima su quanto siano belli questi due
insieme
(e lo sono), su quanto meriterebbero di essere trattati come signori
personaggi,
ecc. ecc., ma vengo da un capitolo come quello di ieri che non mi
lascia più
tante speranze di una storia che possa risollevarsi (e se lo farà, sarà
per un miracolo
divino che mi farà ridere fino alle lacrime), quindi mi limito a
prendere atto
del fatto che, cavolo, nonostante tutto sono riuscita a scrivere e
pubblicare
una NaruHina. Questi personaggi devono avere proprio qualcosa che non
riesce a
farti distaccare da loro. Sono fiera di me! XD
Spero
che, nonostante tutto, questa fic sia piacevole da
leggere e riesca a rievocare un po’ i bei tempi andati.
Grazie
anticipatamente a chi leggerà e recensirà. ^^
Grazie
mille alla giudicia,
alla sua prima esperienza di contest, ma che non sarebbe potuta essere
più
precisa e splendida. Grazie per i banner, per il giudizio, per avermi
fatto
scrivere ancora di loro. Davvero grazie. ^^
Seconda
classificata e premio originalità
Grammatica:
4,5/5
Stile:
4/5
Storia:
9,5/10
IC:
4/5
Gradimento
personale: 8/10
Per
un totale di: 30/35 + 2 punti bonus = 32 punti
Grammatica:
4,5/5 Complimenti, scrivi molto bene, ho trovato
pochissimi errori grammaticali :) Il, per così dire, più grave (ma in
realtà è
quasi indifferente), è questo: “Finalmente poteva rivederla dopo
quell'incubo,
poteva assicurarsi che stava bene.” Qui ci vedrei meglio un
congiuntivo,
‘poteva assicurarsi che stesse bene’
Stile:
4/5 Hai uno
stile che scorre abbastanza bene, senza appesantire la lettura con
descrizioni
troppo dettagliate. Ho però trovato qualche espressione che, non so
come dire,
non mi suonava molto. Un esempio: 'deciso a restare nella sua recita',
avrei
visto meglio in questo contesto o 'deciso a restare nel ruolo che si
era
scelto', o, meglio ancora, 'deciso a continuare con la sua recita'.
Comunque
niente male.
Storia:
9,5/10 L’ho trovata molto originale, non avevo mai
letto una NaruHina così, complimenti, ti sei attenuta molto bene al
pacchetto
‘Onestà’. Ti ho tolto mezzo punto per l’IC di Naruto, capisco che
l'esperienza
con Madara non sia stata affatto piacevole, però il biondino è colui
che non si
arrende mai, quindi vederlo così abbattuto e depresso mi dà una strana
impressione.
IC:
4/5 Come ti dicevo prima, Naruto che si lascia abbattere
dall'esperienza con Madara non mi sembra troppo IC... a parte questo,
ho
apprezzato molto l'IC di Hinata, viene quasi sempre descritta come
timida e,
soprattutto con Naruto, balbettante; ma lei è forte, la guerra l'ha
temprata,
lo possiamo vedere chiaramente quando 'schiaffeggia' Naruto per
riscuoterlo.
Quindi mi è piaciuto molto vedere che hai scelto di renderla così, e
non come
la solita ragazza troppo insicura di sé.
Gradimento
personale: 8/10 Mi è piaciuto vedere Naruto che
cerca aiuto, una volta tanto è lui ad averne bisogno, e non Hinata, che
invece
qui lo dà. Mi sarebbe piaciuto sapere un po' più di cosa è successo con
Madara,
o soprattutto avere uno stralcio del futuro di Hinata e Naruto, ma la
storia va
benissimo anche così. Lo ho già detto prima, ma lo ripeto: sei stata
molto
originale, senza mai cadere nel banale (almeno a parer mio),
bravissima!
Per un totale di: 30/35 + 2 punti bonus = 32 punti.