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Autore: icered jellyfish    23/01/2014    7 recensioni
[ THE BIG FOUR Hogwarts!verse | CROSSOVER – Rise of the Guardian/Tangled/How to train your dragon/The brave ]
• | Capitolo O7 | «Oh Merida» biascicò nuovamente lui, ricoprendo un ruolo da protagonista bello e dannato all'interno del discorso, «sei davvero simpatica quando te ne esci con queste stupidate».
Merida non poté credere alle sue orecchie, se solo avesse avuto a portata di mano il suo amato arco e le sue frecce, era certa non si sarebbe tirata indietro nello scoccargliene una dritta sulla caviglia ma, prima ancora che la sua rabbia fuoriuscisse dalla sua bocca con qualche disarticolata frase di rimando, Jack continuò quella che sembrava essere la conclusione al suo discorso.
«Io non ho paura di niente».
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4 - Incarcerus







C A P I T O L O   IV

Incarcerus







Un conto era gestire un ingombro come quello in un ambiente statico e comunemente considerato normale, ma lì era tutto un altro paio di maniche e in quell’occasione aveva avuto modo di rendersene perfettamente conto. Le mani sul viso a poco servivano in una situazione del genere ma era stato il più istintivo dei gesti e difficilmente avrebbe trovato il coraggio di scoprirlo e mostrarlo nuovamente a tutti gli studenti imbottigliati lì per colpa sua – e che non mancavano di farglielo notare, tramite lamentele di ogni tipo, alcune addirittura eccessivamente pesanti.
Con tutta la forza che riuscì a trovare, infine, decise di riporre le mani lungo i fianchi, continuando però a tenere abbassate le palpebre, ancora incapace di ritornare a guardare ciò che la circondava – come se continuando a rendere invisibile a lei il disagio che aveva creato, sarebbe stato invisibile anche agli altri.
Con un briciolo di coraggio in più si decise ad aprire una piccola fessura sul suo occhio destro, giusto quel che sarebbe bastato per guardare ancora una volta il danno causato.
Per un attimo le ricordarono un po' la lunga pasta casereccia che da bambina faceva in primavera con sua madre, morbidamente distesa a riposare, ma in un momento come quello non c'era spazio per concedersi alla piacevolezza di quel ricordo.
Non sapeva nemmeno come fosse accaduto in realtà, semplicemente aveva iniziato a sentir tirare la sua testa a destra e a sinistra, ritrovandosi costretta a girare su se stessa fino a perdere il senso dell'orientamento, per poi tentare, disperatamente, di impedire invano che quel che stava accadendo succedesse davvero; i lunghissimi fili dorati della sua infinita e folta chioma risplendevano incastrati tra le ringhiere delle scale che conducevano ai vari piani di Hogwarts, ed era stato contemporaneamente impossibile frenare la voglia di quei gradini in pietra di cambiare continuamente posizione, così ché si ritrovarono prigionieri di quell'aurea e lucente ragnatela che ora li bloccava a metà strada, senza permettergli di sistemarsi completamente a nessuno dei piani ai quali erano destinati.
Masse di studenti si videro così costrette a non poter proseguire lungo i percorsi previsti per il cambio d'aula delle varie lezioni e questo li indispose particolarmente visti i punti che rischiavano di far perdere alle loro case – senza considerare gli indesiderati e pressanti rimproveri che avrebbero ricevuto dai professori per i loro ritardi, e Rapunzel questo lo sapeva e si sentiva irrimediabilmente in colpa.
Altre proteste arrivarono alle sue orecchie, confuse e numerose, sovrastate tra di loro e, l'unica cosa che riuscì a fare in un momento d'impotenza come quello, fu trattenere tra i denti il suo labbro inferiore, sperando bastasse a controllare il tremolio che, silenziosamente, aveva iniziato a scuotere il suo intero corpo per via dell'ingestibile agitazione che provava nel non saper risolvere quella problematica di cui era la responsabile.
Non poté vederlo, ma un sorriso comparve su uno dei tanti volti che in quel momento la stavano guardando indispettiti. Jack la osservava dal basso di un paio di piani più sotto, per nulla turbato da quella circostanza spiacevole che non lo toccava minimamente – essendo già al piano da lui interessato – e non riusciva a smettere di pensare a quanta elettricità riuscisse a trasmettergli quella ragazza nella sua totale naturalezza, nel suo semplice essere timidamente e straordinariamente se stessa e basta.
L'aveva già adocchiata alla cerimonia di smistamento un paio di giorni prima – durante la quale aveva assistito al suo convoglio a Corvonero, rimanendo quasi amareggiato nell’essere capitato a Serpeverde e non nella sua stessa casa. L'aveva immediatamente riconosciuta e una piccola, piacevole scossa gli attraversò la mente non appena scorse la sua inconfondibile chioma salire sull’altare fino a raggiungere lo sgabello del cappello parlante.
Non si aspettava di incrociarla nuovamente a distanza di così poco tempo e gli pareva incredibile come concentrasse in lei una percentuale di attrazione così elevata – perché, che fosse o non fosse in un'imbarazzante posizione, a lui non interessava, ai suoi occhi rimaneva comunque una creatura capace di incuriosirlo al punto da non riuscire a staccarle di dosso né lo sguardo né le attenzioni.
Certo che aveva dei capelli incredibilmente lunghi, non riusciva davvero a spiegarsi per quale motivo tredici metri potessero essere per lei la lunghezza ideale di un'acconciatura, specie visti gli scomodi inceppi, come quello, in cui potevano farla cadere ma, in un certo senso, doveva ammettere che non gli sarebbe mai stato possibile riuscire a immaginarla senza e, senza ombra di dubbio, contribuivano ad costruire il suo background al quale si sentiva particolarmente interessato, tanto da riscoprirsi innervosito, addirittura, davanti alla consapevolezza di non conoscerne nemmeno il più minimo dettaglio.
«Ti piace quella ragazza?» una voce sconosciuta gli giunse inaspettatamente vicina, squillando come una sveglia nel suo orecchio destro e costringendolo a voltarsi appena per scoprire a chi appartenesse.
Fiumi in piena sembravano dominare le iridi che si ritrovò davanti – o fresche cascate d'alta montagna, non sapeva definirlo con esattezza – e di certo rimase colpito da quanto bollenti e fresche potessero sembragli le acque che vi scorrevano all'interno – in costante conflitto di prevalenza l'una sull'altra, senza mai arrivare ad una vincitrice assoluta, coesistendo entrambe, mescolandosi assieme di continuo. Rubicondi ricci – incredibilmente definiti e voluminosi – le accarezzavano le guance fino a scenderle lungo il corpo all’altezza della vita. Per un attimo si convinse potessero essere proprio quelle ciocche a spirale a riscaldare il colore freddo del suo sguardo.
Sorrise con uno dei sui tipici e beffardi ghigni, privo di vergogna, accettando la presenza di quella ragazza – che, dalla tunica, non poteva che essere una Grifondoro – per poi voltarsi ancora una volta verso la sua biondina ancora in panico sopra di loro.
«Nient'affatto, guardavo solo il pasticcio in cui si è cacciata» le rispose allora, con l'aria più di un curioso che altro. «Tu sei Merida, giusto?» le domandò dopo una breve pausa, nel tentativo di cambiare totalmente discorso.
Stupita, sbatté gli occhi un paio di volte senza sapere esattamente cosa rispondere, non pensava di essere un nome noto lì dentro – non dopo sole due settimane, per di più – ma, prima ancora che altri dubbi o quesiti le riempissero la testa, Jack proseguì con delucidazioni che anche lui aveva ritenuto necessarie, vista la sua espressione interrogativa.
«In giro non si fa altro che parlare dei tuoi dolcetti» le disse dunque, alludendo all'episodio di qualche giorno prima, quello in cui ad alcuni tra i suoi compagni di casato erano spuntate coda e ali nere e squamose, e avevano iniziato a sentir bruciare le loro gole come se dentro ci fosse del fuoco pronto da ruggire.
Ricordandolo, istantaneamente Merida si mise colpevole una mano sulla bocca – non pensava che un tale incidente avesse già fatto il giro della scuola – ma in fondo quell’accaduto non era nemmeno stato responsabilità sua; quei dolcetti li aveva preparati con l'intenzione di destinarli a qualche animale selvatico, nella speranza che funzionassero e li trasmutassero, per un paio d'ore al massimo, in piccoli ed innocui draghi. Voleva fare un regalo a Hiccup per farsi perdonare della sua improvvisa sparizione il giorno del loro arrivo, e non era di certo colpa sua se in giro bazzicavano troppi curiosi incapaci di tenere le mani al loro posto.
«Non è stata colpa mia, sia chiaro!» si giustificò subito, stringendo i pugni lungo i fianchi ed assumendo un'espressione agguerrita – le sopracciglia corrucciate non lasciavano spazio a repliche di alcun tipo e il suo volto si fece così vicino a quello di Jack che il ragazzo arrossì sull’istante ritirandosi subito indietro con la schiena, davanti al suo scatto improvviso, restando per qualche istante a guardarla con un punto interrogativo a governare i suoi pensieri. Decise poi che la miglior cosa da fare sarebbe stata semplicemente fare un profondo respiro e lasciare che l'argomento si disperdesse nei secondi di silenzio che seguirono, tornando così a guardare nuovamente Rapunzel ancora in assoluta crisi in alto a loro – addirittura aveva iniziato a tirare i suoi capelli nella speranza che servisse a qualcosa, senza però ottenere successo alcuno. In un certo senso avrebbe voluto aiutarla, e già da molto prima, qualcosa lo faceva sentire legato a quella ragazza e non sapeva esattamente descrivere cosa potesse essere, ma quel di cui era certo era che il suo sguardo confuso e disperato non poteva sopportarlo, come se si sentisse in obbligo di proteggerla e tirarla fuori dai guai – e l’idea che non lo stesse facendo lo faceva sentire manchevole in un qualcosa che gli premeva come impegno e volere morale.
«Certo che siete tutti dei caproni però» proferì nuovamente Merida, facendolo istintivamente voltare verso di lei giusto nel momento in cui tirò fuori la sua bacchetta – iniziando ad agitarla.
Non sapeva esattamente dove l’avesse visto, ma era certo che un barlume di rimprovero verso tutti loro avesse riempito, per un breve istante, gli occhi della rossa, come se fosse intensamente disgustata dal loro unanime deridere quella ragazza in difficoltà, dal loro aggredirla verbalmente senza però far nulla per aiutarla in un fastidio che certamente non aveva desiderato creare e su cui tutti sembravano voler solo sindacare senza comprensione o tolleranza, senza umanità.
«Dissolutio et ordinet!» disse poi con sicurezza, puntando la bacchetta in direzione della sua bionda.
In un attimo la cascata di capelli di Rapunzel iniziò a muoversi come se avesse preso vita propria, sciogliendosi dai suoi incastri e nodi fino a disciplinarsi nell'aria e arrotolarsi ordinatamente ai piedi della proprietaria, lasciando incredula lei e tutti gli altri – che, per quanto avessero intuito che qualcuno avesse fatto un incantesimo, nessuno sapeva chi fosse stato e, in ogni caso, non poterono fare a meno di trovare suggestivo uno scenario insolito come quello di un mare di splendidi capelli volteggiare nel vuoto come un lungo serpente dorato.
Rapunzel accarezzò quasi senza accorgersene, d’istinto, la sua chioma ora nuovamente sotto il suo controllo, non riuscendosi a spiegare la dinamica di quel risvolto e iniziando a guardarsi attorno per scorgere il volto della persona che avrebbe dovuto – e voluto – ringraziare ma, mentre le scale ricominciarono finalmente a muoversi, la folla dei ritardatari riprese a salirle di tutta fretta, creando un'ambiente confusionario dove non riuscì, sfortunatamente, a ritrovare nessuno che potesse catalogare come suo eroe.
Nonostante il caos generale di quel momento frenetico, però, Jack non la perse di vista nemmeno per un secondo e una piccola smorfia compiaciuta decorò i lineamenti del suo viso squadrato.
«Niente male» si espresse, cercando di mantenere sulla sufficienza il tono di voce e voltandosi con tutta calma verso Merida ma non ritrovandola più accanto a lui.
Si guardò più volte attorno, ma di lei non c'era più traccia e anche se senza consapevolezza o ammissione, gli era dispiaciuto non aver avuto modo di affrontare qualche chiacchiera in più con quella strana, esuberante ragazza, e nel suo continuare a cercarla non poté accorgersi che quel fuoco vivo era ormai due piani sopra di lui, che passava affianco a Rapunzel che ancora non aveva trovato il suo salvatore.






C O N T I N U A




    » N O T E    A U T R I C E ;

No. Se ve lo state chiedendo, la risposta è no, non esiste nessun incantesimo denominato «Dissolutio et ordinet», ma avevo bisogno di una magia che sciogliesse e riordinasse un qualcosa di troppo ingarbugliato, come i capelli di Rapunzel in questo caso, per l'appunto.
Reputo questo capitolo abbastanza strano, senza né capo né coda. E' di collegamento, se vogliamo – essento per altro il primo in cui compaiono per la prima volta più di due personaggi contemporaneamente – e quindi segna un po' l'inizio del tutto, dove le casate sono state già assegnate e le lezioni sono cominciate.
Volevo scrivere da morire su una povera Rapunzel rimasta intrappolata per colpa dei capelli tra le scale di Hogwarts che si muovono, la trovavo una cosa estremamente probabile e carina da immaginare, visionare – fose non per lei maVABEH.
Un piccolissimo appunto; ho accennato ad un Jack che ritiene sua Rapunzel, ma ci tenevo a specificare che è più una cosa platonica che romantica – Rapunzel è pur sempre la prima persona con cui si è rapportato all'inizio di quest'avventura, e lei continua e continuerà a rimanere una presenza costante nella sua vita dentro la scuola, il volto più familiare, ed è per questo che ci si sente legato in un qualche modo, ma non prova necessariamente dei sentimenti di quel tipo nei suoi confronti. Tutto qui.
Non penso di aver molto altro da dire su questo capitolo, forse solo che non mi sono voluta concentrare in maniera eccessiva sull'IC dei personaggi poiché mi premeva più che altro creare un contesto nel quale inserirne più di uno, in modo che iniziassero ad interagire maggiormente – anche se a piccole dosi, dopotutto ancora nemmeno si conoscono. Boh, gli ho dunque regalato reazioni umane – o alemno credo – che tutti potrebbero avere, senza star lì a scervellarmi troppo anche perché non avrebbe avuto senso – non penso infatti ce ne fosse realmente bisogno.
Nel prossimo capitolo vedremo un Hiccup e un Jack Frost finalmente assieme... E io amo quel capitolo. x°
Non vedo l'ora di postarlo e spero con tutto il cuore possa piacervi così come mi auguro vi sia piaciuto questo – ma quello dipppppiù. x°
Grazie infinite per continuare ad aggiungere la storia nelle sezioni di vostro interesse, se i nuovi arrivati volessero lasciarmi qualche parere mi farebbero soltanto piacere – le recensioni stanno scemando di capitolo in capitolo, non so se sia colpa mia o meno, ma la cosa mi demoralizza. Mi piacerebbe tanto avere più riscontri con il 'pubblico' dato che pubblico proprio per avere opinioni. :))
A parte questo, grazie comunque a tutti sul serio, anche a chi mi ha solo dedicato silenziose letture che, ad ogni modo, per me già contano tantissimo!
Un saluto e alla prossima settimana – ma anche prima, dato che sto stilando una nuova Jack x Rapunzel x° – e grazie ancora per tutto!


© a u t u m n
   
 
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