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Autore: Strega_Mogana    24/01/2014    1 recensioni
Raccolta di one-shot/flash fic con tema i sorrisi.
Un sorriso a Settimana per Severus. Un anno di sorrisi.
Sfida n. 14 del Forum Il Calderone di Severus - Magie Sinister
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, Hermione/Severus, Lily/Severus
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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n. 43

Titolo: Qual'è la tua magia?

Autore: ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One Shot Rating: Per tutti
Genere: Introspettivo, romantico
Personaggi: Severus Piton, Hermione Granger
Pairing: Severus/ Hermione
Epoca: Post settimo anno
Avvertimenti: AU Riassunto:
- Qual'é la tua magia?
E' una domanda che le poni sempre quando ti fermi a contemplarla, quando lei riesce con pochi e semplici gesti ad allontanare il tuo passato, ogni ombra e ogni cattivo pensiero. E' il tuo patronus contro i brutti ricordi.
Il tuo luminoso, riccioluto Patronus.

Parole: 1.417

Qual'è la tua magia?

E' una giornata calda, con un sole splendente e un leggero venticello che porta frescura e quiete.
Ti sei alzato presto questa mattina di Giugno inoltrato.
Ti sei alzato e ti sei preparato con calma. E' una giornata importante, speciale e vuoi essere perfetto, impeccabile, degno della tua compagna.
Hai fatto un lungo bagno ristoratore che ha rinfrescato le tue membra ancora intorpidite dal sonno e dalla notte di passione appena trascorsa.
La tua compagna si è svegliata prima ed è andata a prepararsi con sua madre nel suo vecchio appartamento vicino a Diagon Alley. Svegliarti con il letto vuoto non ti piace, nonostante tu abbia passato anni in un letto freddo, ma l'hai lasciata fare: questa giornata è speciale anche per lei. Soprattutto per lei.
Quando sei uscito dalla vasca ti sei guardato allo specchio, ti sei rasato e pettinato fermando i capelli con un nastro di seta nero che si mimetizza perfettamente con la tua chioma.
Finalmente, dopo anni di doppi giochi, spionaggi degni di un libro giallo e due guerre, dimostri gli anni che hai realmente. Non sembri più un vecchio pipistrello.
Il tuo corpo porterà per sempre i segni della guerra, ma non hai più quelle brutte occhiaie che sottolineavano le tue notti trascorse sveglio, ossessionato dalle tue colpe.
Hai lasciato i vestiti sulla poltrona ai piedi del letto per evitare che si sgualcissero, odi sembrare sciatto, specialmente quando devi stare in mezzo alla gente.
Ti vesti velocemente, ogni tanto lanci veloci occhiate al letto sfatto e le immagini di voi due che vi amate con passione ti tornano alla mente facendoti sorridere.
Un sorriso innamorato.
Apri l'anta dell'armadio e cerchi di sistemare il cravattino guardandoti nell’alto specchio.
Un tempo la tua immagine ti avrebbe suscitato un senso di repulsione. Hai sempre odiato il tuo riflesso, quello che rappresentava, quello che eri diventato per un errore di gioventù.
Hai sempre rivisto i visi di chi avevi ucciso in quello specchio, e dopo la tua miracolosa sopravvivenza al morso di Nagini avevi odiato ancora di più la tua sporca immagine di eroe sopravvissuto.
Per mesi, anni, avevi pensato che era ingiusta la tua sopravvivenza. Tu che avevi portato morte e dolore. Tu, che non eri stato in grado di salvare delle vite, eri sopravvissuto mentre altri più meritevoli di essere salvati erano morti in modi orribili.
Ti fissi allo specchio e quel passato torna a tormentarti con le sue urla di dolore e i suoi volti sofferenti. E lei ti é sempre accanto, sente il tuo dolore, lo condivide, lo sopporta con te, per te. E' bellissimo che qualcuno ti ami così intensamente da dividere l'eterno dolore della tua anima.
E mentre ti fissi allo specchio con il cravattino ancora in mano, mentre il passato fa capolino nel tua vita ora felice lei, entra nella stanza.
Passato e presente si fondono sulla superficie dello specchio.
E' bellissima, avvolta da quel vestito bianco e nero, con i capelli sciolti sulle spalle nude, sistemati in morbidi boccoli che le incorniciano il viso truccato, le labbra rosso fuoco che attirano immediatamente la tua attenzione.
Vi fissate attraverso lo specchio. Le sorridi debolmente come a dirle che quei fantasmi hanno deciso di farti una visita proprio questo giorno in cui sei sereno. Lei non dice nulla, appoggia la minuscola borsetta sul comò e si avvicina. I tacchi risuonano nella stanza silenziosa.
Ti fa voltare e ti sorride prendendo il cravattino dalle tue mani.
Ti ordina con un lieve cenno di sollevare il mento e tu le ubbidisci, sorridendole, senza dire nulla.
- Guarda solo me, Severus. - sussurra dolcemente, sollevandoti il colletto della camicia bianca come il suo vestito.
Lasci che ti sistemi il cravattino così come ha sistemato e messo ordine nella tua vita. Unendo i lembi strappati della tua anima, usando le parole che spesso tu hai dovuto trattenere per le ferite alla gola che ti hanno reso muto per parecchi mesi.
Ancora ricordi il giorno che te le sei ritrovata in camera subito dopo il tuo risveglio al San Mungo. Era seduta su una poltrona accanto al letto, stava leggendo un romanzo babbano di cui hai dimenticato il titolo. Il libro le era caduto di mano quando si era accorta che ti eri svegliato ed era corsa fuori urlando cercando aiuto.
Muto e impotente ti eri limitato a fissarla con astio, domandandole silenziosamente cosa stesse facendo nella tua camera. E lei parlava... parlava... parlava... senza sosta, senza tregua, ignorando ogni tua occhiataccia. Hai desiderato che tacesse per settimane, spesso fingendo di dormire per evitare di sentire i suoi sproloqui.
Ti sei anche dovuto sorbire l'ultimo litigio con l'ex fidanzato rosso che l'accusava di tenere più a te, odiato professore bastardo di un tempo, che a lui, neo fidanzatino che aveva appena perso un fratello.
Sempre dormendo hai sentito le sue lacrime, le sue scuse e la porta che Weasley aveva sbattuto alle sue spalle troncando la loro relazione. Lei si era appoggiata al letto e aveva continuato a piangere fino a quando non aveva avvertito la tua mano tra i suoi riccioli indomabili in un muto sostegno.
Conoscevi fin troppo bene il dolore di un cuore spezzato.
Nonostante tutto aveva continuato a parlare e ogni giornata era accompagnata da un sorriso. E presto quei sorrisi sono diventati quasi indispensabili per te.
- Stai zitta. - le avevi detto quanto avevi ripreso l'uso della parola, libero dal veleno di Nagini – Ora lascia parlare me petulante, irritate SoTutto.
Ma non le hai detto più nulla, ti sei limitato solo a baciarla.
Da quel giorno sono passati tre anni.
Sempre insieme, sempre uniti, innamorati, felici.
Ed ora sei vestito con uno smoking nero, pronto per presenziare al rinnovo delle promesse nuziali dei suoi genitori come suo fidanzato.
Il tocco delicato delle sue dita contro la pelle del collo ti desta dal passato, da quella vita che non ti sembra più tua. La osservi ed ogni giorno ti sembra più bella, più desiderabile e tu ti senti sempre più fortunato.
A volte pensi che non sia possibile che ad un uomo come te sia stata donata una seconda possibilità tanto dolce e sensuale.
Mentre lei ti sfiora il collo con gli occhi fissi sul cravattino, concentrata su quel semplice lavoro, appoggi delicato le mani sui suoi fianchi morbidi e lasci che le tue dita giochino un po’ con la stoffa leggera del vestito.
La vedi sorridere mentre le sue esperte dita intrecciano il tessuto del cravattino, così come ha intrecciato i vostri cammini.
- Mi distrai, professore. - sussurra divertita iniziando a fare il nodo.
Le sorridi continuando le tue lente carezze attraverso la stoffa, la sua pelle è calda e il suo profumo annebbia i tuoi sensi come una dolce droga.
- Qual'è la tua magia?
E' una domanda che le poni sempre quando ti fermi a contemplarla, quando lei riesce con pochi e semplici gesti ad allontanare il tuo passato, ogni ombra e ogni cattivo pensiero. E' il tuo patronus contro i brutti ricordi.
Il tuo luminoso, riccioluto Patronus.
Lei sistema il fiocco del papillon e solleva lo sguardo su di te.
- Qual'è la tua magia? - le chiedi di nuovo le tue mani salgono sulle sue guance accarezzandola piano, come se fosse di porcellana.
- Amarti... - ti sussurra accarezzando il collo della giacca.
Sempre la stessa domanda. Sempre la stessa risposta. Sempre le stesse intense emozioni.
- Quel rossetto è una terribile tentazione. - le dici osservandole improvvisamente le labbra rosse – Passerò tutta la giornata a bramare le tue labbra rosse ed invitanti.
Lei sorride maliziosa ti allaccia le braccia al collo.
- Lo so.
Ti chini sul suo viso, ti vedi riflesso nei suoi occhi e quell'immagine non ti fa ribrezzo o paura, i fantasmi del passato, per oggi, sono andati via.
- Piccola serpe. - sussurri divertito con un filo di voce prima di baciarla.
Un bacio lento, profondo, carico di passione e già senti il tuo corpo rispondere, vorresti avere un po' più di tempo per amarla come la notte appena trascorsa.
Vi separate lentamente, lei sorride; ha gli occhi luminosi, pieni d'amore, pieni di vita e le sue labbra sono sempre rosse, luminose, piene.
Hai imparato ad apprezzare molte cose da quando è nella tua vita, compreso il rossetto magico.
- Puoi baciarmi anche davanti ai miei genitori.
Con riluttanza vi separate, lei prende la sua minuscola borsetta e tu chiudi l'anta dell'armadio con un tocco di bacchetta.
- Non come vorrei io.- le sussurri all'orecchio facendola arrossire.
Ti piace quando arrossisce in quel modo.
- E’ meglio se andiamo. - le dici posandole una mano sulla schiena – O i tuoi genitori si ritroveranno senza testimoni.
Lei ridacchia e si sbriga ad uscire con un sorriso malizioso sulle labbra e negli occhi nocciola.
   
 
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