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Autore: Chtsara    24/01/2014    5 recensioni
STORIA IN REVISIONE
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Florentia, XVII secolo d.C.
Le sorti del regno stanno per cambiare: una studentessa di nome Elenoire diventa l'artefice del destino dell'intera popolazione, ancorata alla vita da un semplice ciondolo a forma di cuore che porrebbe fine ai suoi giorni se solo si rifiutasse di obbedire agli ordini di un demone dagli occhi di ghiaccio e l'espressione omicida.
Ma ben presto altri problemi prenderanno d'assalto Elenoire: rivelazioni sul suo passato, sparizioni, seduzioni a tradimento, battaglie, duelli, un amore improvviso e ossessivo, da cui sembrerà impossibile uscire; non quando la sua anima gemella risulterà essere proprio il suo nemico per eccellenza, nonché la fonte dei suoi problemi e dei suoi guai, che nel bene e nel male le cambierà la vita.
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Non c'era più niente a separarli, nemmeno l'aria: i suoi occhi affondarono in quelli di Elenoire, talmente scuri da sembrare un mare di ombre e così espressivi da lasciarlo senza fiato; le labbra semichiuse esalavano dei respiri corti e veloci, in sincrono con i suoi battiti del cuore, mentre lo sguardo continuava a caderle ad intervalli regolari sulla bocca di lui.
Genere: Dark, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Atterrai sul davanzale di una finestra nella speranza di passare inosservata. La situazione sembrava dipendere da me, il futuro di tutto il regno era nelle mie mani.
Dovevo solo... dovevo cosa? Come ero riuscita ad evocare quell’uragano?
Spostai gli occhi su tutti i combattenti sotto di me, sorprendendomi del fatto che nessuno mi avesse ancora notata; poi intravidi un uomo dalle iridi nere e un sorriso sadico duellare con un ragazzo alto, possente e con uno sguardo cristallino.
Non potevo lasciare che Alexander morisse sotto i miei occhi e per mano di mio padre.
Quella visione bastò a scatenarmi nuovamente dentro una rabbia crescente che diede il via ad ulteriori formicolii alle dita; stavo seguendo la pista giusta, ora ne ero sicura.
Leonardo mi volò accanto ed atterrò a pochi passi da Alexander per dargli una mano: fu come rivedere il loro combattimento contro Sebastian e questo pensiero contribuì a farmi aumentare la voglia di vendicarmi contro Victor.
Mancavano pochi secondi e un secondo uragano si sarebbe abbattuto contro mio padre, quando una carrozza rossa entrò nel mio campo visivo, al limite del bosco che circondava la villa di mio cugino.
Scesero tre cardinali uno dietro l’altro, le cui mani stringevano una croce ciascuna e che puntarono dritte contro la battaglia che intanto infuriava a pochi passi da loro: i demoni iniziarono a piegarsi su se stessi, agonizzanti dal dolore, e gli angeli colsero l’occasione per pugnalarli al cuore con le loro spade di luce; perfino mio padre era arretrato, ma aveva avuto la prontezza necessaria a nascondersi tra gli alberi e Leonardo e Alexander (anche lui semi-agonizzante) corsero istantaneamente al suo inseguimento.
Poi fu il mio turno: sembrò che tutto il mio corpo fosse attraversato da centinaia, migliaia di lame incandescenti nello stesso momento, costringendomi ad inginocchiarmi per evitare che il senso di stordimento rischiasse di farmi precipitare dal davanzale; avevo come il presentimento che questa volta le mie ali non avrebbero obbedito al mio comando.
I suoni si attutirono fino a diventare inesistenti e l’unica cosa a cui ero in grado di pensare era la sensazione di morte certa che mi avrebbe assalita se solo avessi abbassato ulteriormente la guardia.
Ma ce la dovevo fare per tutte quelle persone che avevano creduto in me.
Pensai a Leonardo, la cui natura era esattamente l’opposto della mia, ma nonostante ciò non eravamo riusciti ad odiarci e la forza d’attrazione tra di noi aveva superato tutto il resto.
Pensai ad Alexander, che aveva rischiato di essere ucciso dai suoi stessi consanguinei per averli traditi, per aver cercato di salvare la sua famiglia dalla morte sicura e per aver salvato me da un destino orribile, nonostante il modo inappropriato in cui si era presentato.
Pensai ad Hannah, alla sua voglia di aiutarmi nella mia missione a tal punto da accettare le conseguenze che la sua scelta avrebbe potuto comportare.
Pensai a Carol, al modo in cui si era fidata di uno sconosciuto e che per questo era stata stuprata, uccisa.
Pensai a mia madre, dal volto così simile al mio, eppure talmente diversa da non riuscire a sopportare più del dovuto la mia presenza dentro di sé.
Non sarebbe morta invano, lo sapevo: non dovevo permetterlo per nessun motivo al mondo.
Lei mi aveva dato la vita ed era giusto che tentassi con tutte le mie forze di non rendere inutile il suo sacrificio.
Ricominciare a sentire il formicolio alle dita fu un vero e proprio sollievo: stavo riacquistando il controllo del mio corpo, sottraendolo a quelle lame letali che erano sul punto di dilaniarmi anche l’anima.
Richiamai a me le ombre che poco prima mi erano state sottratte dalle tre croci dei cardinali e ordinai al vento di venire ad aiutarmi: mi librai in aria all’istante per sentirla meglio al mio comando e tre uragani neri come la morte si sprigionarono dalle mie mani; si diressero verso quegli insulsi umani accanto alla carrozza che avevano tentato di uccidermi, i quali, vedendo il mio contrattacco, alzarono le croci ancora più in alto, ma con le mani tremanti.
Due secondi dopo, non c’erano più.
Perfino i corpi morti dei demoni erano stati spazzati via, insieme a quelli dei cardinali, e gli angeli presenti alzarono i loro sguardi curiosi verso di me, come se fossi un Dio vendicatore venuto a punire le sue stesse creature.
Un uomo spuntò dagli alberi, seguito a ruota da Leonardo e Alexander: riconobbi mio padre e, senza complimenti, volai in picchiata fino ad atterrargli davanti.
“Forza, Elenoire”, disse lui, sollevando le mani con un sorriso pieno di rabbia. “Fai vedere a tuo padre come sei diventata brava, rendimi fiero di te: uccidimi”.
Stavo per richiamare a me le ombre e il vento, quando una terza figura apparve alle sue spalle e con un singolo movimento della spada decapitò Victor senza alcuna pietà.
Thenebrus ripulì la lama dal suo sangue scuro mentre il corpo di mio padre spariva nell’aria proprio come Sebastian, in un modo talmente veloce che per un attimo pensai di aver visto male.
Ma poi Leonardo mi venne vicino e, baciandomi, mi fece capire di non aver semplicemente immaginato tutto.
La battaglia era davvero finita. E noi avevamo vinto.
 
In un colpo solo avevamo annientato l’esercito nemico dei demoni e convinto la Chiesa a non intromettersi più negli affari del regno: Leonardo poté riassumersi tutti i poteri che gli aspettavano e i cardinali rimanenti pensarono fosse meglio non interferire una seconda volta; avevano capito cosa sarebbe successo se solo si fossero permessi di recargli fastidio.
La morte di Carol, però, aveva gettato nello sconforto parecchi studenti, i quali iniziarono a temere per la loro sicurezza all’interno del collegio: io e Leonardo prendemmo la situazione in mano e cominciammo a calmare le acque raccomandando a tutti i ragazzi (maschi compresi) di non fidarsi così facilmente degli sconosciuti; nonostante ciò, alcuni di loro decisero di trasferirsi altrove, non del tutto rassicurati.
Non vidi più Samantha proprio per questo motivo.
Hannah e Alexander si misero insieme ufficialmente pochi giorni dopo; sapevo che lui non stava passando esattamente un periodo felice, in quanto si fosse trovato a dover combattere contro i suoi stessi genitori durante la battaglia, ma mi fece piacere vedere il modo in cui cercava di superare il lutto legandosi ad una ragazza in grado di amarlo veramente.
Era di questo che io e Leonardo stavamo parlando, seduti insieme sull’erba del giardino del suo castello ad ammirare i pochi raggi di sole che di lì a breve sarebbero spariti.
“Eppure pensavo che avrebbe avuto il terrore eterno di tutte le creature non umane”, mormorai rigirandomi tra le dita una margherita appena raccolta. “Me compresa”.
A quelle parole Leonardo si esibì in un sorriso carico di sottintesi e iniziò a gattonare lentamente verso di me, costringendomi poi a stendermi sull’erba sotto di lui. “Come si può aver paura di te?”.
Sentii la sua mano desta accarezzarmi distrattamente il fianco mentre l’altra giocava con una mia ciocca di capelli e d’istinto gli cinsi la vita con entrambe le braccia per avvicinarlo ulteriormente a me.
“Se voglio so essere pericolosa”, mormorai, iniziando a percorrere con lentezza la linea dei suoi addominali sotto la camicia. Leonardo si immobilizzò talmente in fretta che per un momento pensai di aver commesso un errore, ma la sua successiva risatina non ci mise molto a tranquillizzarmi.
“Elenoire”, sospirò lui sul mio collo, scuotendo la testa come se mi stesse rimproverando.
“Sì?”, sussurrai con una vocina piccola piccola, mandando perciò all’aria tutti i miei tentativi di apparire provocante e minacciosa.
“Potrai anche aver rimandato all’inferno un intero esercito di demoni”. E mi strinse un fianco, possessivo e impaziente. “Ma tu non mi farai mai paura. Sei troppo piccola e innocente per riuscire a scalfire il mio coraggio, quindi sappi che...”.
Colta da un’idea improvvisa, continuai a salire con la mano fino a toccargli i pettorali: a quel gesto, Leonardo sembrò perdere la voce e lasciò la frase a metà.
“Dicevi?”, lo stuzzicai, cominciando a sbottonargli lentamente la camicia.
“Questo però è un colpo basso!”, rise lui. Si rialzò da terra, lasciandomi lì distesa come un’idiota, e mi guardò con un’espressione divertita e al tempo stesso eccitata dipinta sul volto. Mi porse una mano per aiutarmi a mettermi in piedi, ma mi rimisi seduta da sola e restai sull’erba incrociando le braccia, contrariata.
“Un uomo coraggioso non abbandonerebbe mai una battaglia, nemmeno contro la propria ragazza”. E gli feci la linguaccia. “Eppure tu hai preferito farlo, quindi ho vinto io”.
I capelli di Leonardo si illuminarono un’ultima volta alla luce del sole e, mentre attorno a noi iniziava lentamente a calare l’oscurità, decise di risedersi accanto a me.
Mi prese le mani tra le sue e cominciò a giocare con le mie dita, lo sguardo d’un tratto serio e severo. “Non ho paura di te. Ho paura di quello che potrebbe succedere tra di noi”.
Aggrottai istantaneamente le sopracciglia. “Cosa intendi dire?”.
Leonardo strinse la presa sulle mie dita e disse: “Hai visto da sola cosa comporterebbe l’unione di due creature totalmente opposte, ne sei l’esempio vivente. E se, per lo stesso motivo per cui tua madre non è riuscita a sopravvivere, io rischiassi di ucciderti?”.
Ci riflettei un bel po’ prima di prendere un bel respiro profondo e rispondere: “Non succederà. Claire probabilmente era una Cercatrice di sangue puro, così come lo era Victor; ma tu sei in parte umano, vista la discendenza di tua madre. Non avremo questo problema”.
Lui sospirò e chiuse gli occhi. “Forse hai ragione. Però sappi che non ho alcuna intenzione di passare la mia vita insieme ad una persona che non sia tu”.
“Non succederà”. Gli sorrisi e gli accarezzai una guancia per rassicurarlo. Quando riaprì gli occhi, continuai: “Io credo fermamente che, se mia madre avesse avuto il supporto di Victor, sarebbe stata in grado di uscire indenne dalla gravidanza: si sarebbe sentita amata e in questa consapevolezza avrebbe trovato la forza di sopravvivere”.
Lo sguardo smeraldino di Leonardo si illuminò. “È proprio questo che desidero: farti sentire amata. So che può sembrare inappropriato, visti gli avvenimenti di questi giorni, ma voglio che tu sia mia, Elenoire, fino alla fine dei nostri giorni, per sempre. Vuoi sposarmi?”.
Non risposi: gli saltai direttamente al collo, trascinandolo con me sull’erba, e lo baciai, consapevole del fatto che finalmente avrei potuto iniziare ad essere davvero felice.


 
Note dell'autrice
Volevo innanzitutto ringraziare le ragazze che mi hanno seguita passo passo rendendomi partecipe delle loro opinioni, senza le quali non avrei avuto né l'impulso e né la voglia di continuare a pubblicare i capitoli successivi:)
Per quanto riguarda il resto, be',
 questa è la prima storia mai scritta in tutta la mia vita:'D E avevo quasi intenzione di farla durare un po' più a lungo, però sarebbe sembrato un tentativo leggermente ridicolo che avrebbe portato voi lettori allo sfinimento, quindi ho deciso di fermarmi qui u.u
Fooorse pubblicherò il continuo da cui si formerà una serie vera e propria, ma al momento sto pubblicando un'altra storia fantasy/romantica ambientata nel XVII secolo, sperando che possa essere apprezzata tanto quanto questa:3 Come credo succeda a tutti gli autori, mi sono affezionata ai miei personaggi e mi dispiacerebbe abbandonarli a loro stessi per sempre D:
Quindi, probabilmente, TO BE CONTINUED u.u
Alla prossima:3 *-*
  
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