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Autore: JazzHand    24/01/2014    0 recensioni
Ambra abbandona il suo piccolo paesino nel Nord Italia e raggiunge il giovane cugino, semisconosciuto, ad Edimburgo dove, con sua grande sorpresa comincerà per lei una nuova vita fatta di avventure, di persone speciali e anche di dramma, ma solo nella dose che non guasta mai.
Ma cosa mai tormenta Ambra tanto d'averla costretta a fuggire da casa?
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Mark è alto e muscoloso, ha grandi occhi azzurri e barba e capelli rossi. È decisamente un bel 25enne. Mette i bagagli nel retro e intanto io apro la portiera destra.

“Hai la patente?”

“no, assolutamente”

“e allora dall'altra parte!”

“ah già!”

Ci infiliamo in macchina e partiamo, mio cugino ha messo su un cd dei metallica, da quel poco che ho potuto spiare su facebook credo siano il suo gruppo preferito.

“Allora pronta per questa grande avventura?”

“decisamente!”

“Io ero felice quando sono arrivato, come mai prima...però avevo anche una gran paura, tu no?”

“paura? Ma che! Andiamo io sono LIBERAAAAA!”

“ehy non troppo libera! Sono io il tuo tutore adesso!”

sorrido “bhè credo che io e te intendiamo la libertà in modo un po' diverso...” ora sorride anche lui.

Poi mi viene in mente una cosa “ah ecco, in realtà vorrei chiederti una piccola libertà extra...”

“sarebbe a dire?”

“un...tatuaggio?”

“potrei anche dirti di si. Che vorresti esattamente”

“7p sul polso sinistro e quattro puntini neri sul collo!” rispondo risoluta.

“che simbolizzano?”

“7p...sette persone importanti che non voglio dimenticare e quattro solchi lasciati da una forchetta, questa però preferirei non spiegartela ora”

“brutta storia?”

“brutta storia...”

Mi distraggo dai ricordi del passato che ho deciso di abbandonare guardando fuori dal finestrino, Edimburgo è lì: il castello, le colline, gli edifici che sembrano castelli, il National Monument, lo Scott Monument, il Dugald Stewart Monument, il tutto avvolto in una leggera nebbiolina e bagnato di pioggia.

Apro il finestrino e butto fuori la testa, respiro profondamente.

“Ehy che fai? Guarda che entra dentro tutta l'acqua!”

“respiro!” rispondo come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo, perché infondo lo è.

“perché c'è puzza qui dentro?” chiede lui annusando l'aria, scoppiamo entrambi a ridere.

“dai, vieni dentro” mi invita lui tirandomi delicatamente per un braccio.

Obbedisco e Mark mi guarda divertito, “sei strana sai? Comincio a non essere più così sicuro di volerti tenere con me!”, gli giro la testa con una mano “pensa alla strada su!”.

Non smetto di guardare fuori un attimo, sono stregata, incantata, meravigliata dalla bellezza un po' gotica e un po' vittoriana di questa città, è persino meglio della prima volta che l'ho vista.

Ad un certo punto mio cugino mi distrae: “metti il cappotto, ci siamo quasi...”, poco dopo parcheggia e da bravo gentiluomo mi viene a prendere con l'ombrello.

“Prego signorina” dice lui mentre mi apre lo sportello e condisce il tutto con un piccolo inchino.

Rido e lo prendo a braccetto “thank you sir!”.

Siamo al principio di un grande viale alberato, elegante ed illuminato.

“Tu abiti qui?” chiedo con gli occhi sgranati. Mark ride frantumando ogni mia speranza “no! Che idee! Ma come ti viene in mente??”

“eh siamo qui....pensavo stessimo andando a casa!”

“infatti, questa è solo una piccola sosta”

Accetto la risposta e lo seguo, o meglio vengo trascinata, fino ad una porta nera lucida con un grande 31 laccato d'oro. Sospiro, 31, di nuovo, qualcuno vuole mettermi alla prova, ebbene sono pronta, pronta a tutto.

Si sente musica provenire dal terzo piano.

“Blurred Lines...la piccola pausa è per caso una festa?”

Mio cugino sorride furbo e suona al citofono, che la festa abbia inizio dunque. In tutti i sensi.

  
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