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Autore: Drunk on Love    24/01/2014    2 recensioni
Il cane corse via, in direzione dell'ospedale. Solo allora, si accorse che la piccola piangeva. Kakashi andò di fronte al tavolo, osservando con il suo occhio attento la bambina. Aveva la carnagione molto scura, i capelli ricci e degli occhi verdi che contrastavano con la sua pelle. Notò un piccolo graffio sulla guancia. Si decise a prenderla in braccio.
Questa ff parla di Kakashi, che da un giorno all'altro si ritrova padre di una bambina di cui sa solo il nome. Spero che vi piaccia ;)
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jiraya, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Team 7, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Jiraiya si allontanò in silenzio, mentre Sukai guardava con gli occhi gonfi di lacrime l’albino che diventava sempre più piccolo, fino a scomparire del tutto.
«Non preoccuparti, papà non se ne va per sempre.» cercò di consolarla l’eremita sentendola piangere.
E ora dove la porto? Si guardò in giro, sperando di trovare qualcosa che attirasse la sua attenzione. In effetti la trovò, ma due belle ragazze non erano certo l’ideale per quella situazione.
Oh, Kakashi, te la farò pagare! Pensò mentre spostava di malavoglia lo sguardo dalle minigonne delle ragazze alla ricerca di qualcos’altro.
Si incamminò verso un negozio non molto distante che vendeva giocattoli.
A Sukai brillarono gli occhi. Puntò quei de fuocherelli verdi su un cagnolino di peluche.
«Andrai davvero molto d’accordo con tuo padre, ammesso che ti piacciano i peli di cane nelle lenzuola.» le bisbigliò facendole il solletico per farla ridere.
Riuscì nel suo intento, ma la piccola si impuntò per quel peluche -che fra l’altro era il più costoso- e non smise di piangere fino a che non glielo comprò.
Era un normalissimo cagnolino bianco, ma sembrava farla impazzire.
Mentre camminava tra le affollate vie di Konoha, si sentì osservato. Non che gli dispiacesse, anzi, però presto capì che la gente non fissava lui, ma la piccola Sukai.
‘Ma non era la bambina di Kakashi?’
‘E da quando Kakashi Hatake ha dei bambini?’
‘A me avevano detto così!’
‘Ma no, sarà solo un’altra delle sue trovate per abbordare qualche ragazza!’
Ne aveva decisamente abbastanza. Cercò di comportarsi in maniera normale, ma essere osservato in quel modo metteva a disagio perfino lui.
Alla fine, decise di fare un salto all’Accademia. Si diresse subito nel giardino, cercando di evitare sguardi familiari, dopodiché si sedette su una panchina e si mise a giocare con Sukai e quel suo cagnolino di pezza.
«Jiraiya!» l’eremita alzò lo sguardo.
Capelli neri, barba, sigaretta in bocca.
«Ciao, Asuma! Come te la passi?» lo salutò amichevolmente, facendogli segno di sedersi vicino a lui.
«Non c’è male.» rispose, poi squadrò la bambina. «E così questa è la famosa Sukai?» chiese dopo aver esalato una densa nuvola di fumo.
«Sì è lei, ma credo sia meglio se butti via quella sigaretta.» rispose l’eremita.
Asuma fece un ultimo tiro, poi buttò la cicca.
«Come mai ce l’hai tu? E perché sei qui?» chiese, con lo sguardo rivolto verso i suoi allievi intenti a pestare dei manichini.
«Kakashi è in missione e non sapevo dove andare.» rispose, giocherellando con il pupazzo.
Non fece nemmeno in tempo a capire le intenzioni della bambina, che emise un urlo.
«AHI!» esclamò. Si accorse solo allora che la bambina l’aveva morso. Non aveva ancora i denti, ma aveva una presa d’acciaio.
Asuma scoppiò a ridere.
«Che grinta! Scommetto che sarà un’ottima ninja.» commentò cercando di soffocare la risata.
 
 
«Mi è venuta un’idea!» se ne uscì Naruto dopo essere stato per circa un’ora a rimuginare fra sé e sé.
«Non dire sciocchezze. L’ultima idea che ti è venuta era quella di togliere la maschera al maestro Kakashi!» lo rimproverò Sakura.
«Ma questa volta funzionerà!» le assicurò il biondo, assumendo la sua espressione da chi ha appena finito di progettare un omicidio.
«Sentiamo, quale sarebbe questa idea?» chiese rassegnata la rosa.
«Sì, sentiamo, qual è quest’idea?» sentendo quella voce, a Naruto si rizzarono i capelli in testa.
«M-m-maestro Kakashi! N-niente! S-stavo solo dicendo c-che dovremmo impegnarci in q-questa missione!» balbettò spaurito.
Kakashi lo guardò inarcando un sopracciglio, ma poi sorrise.
«Bello spirito, Naruto. Forza, andiamo.» detto questo, si incamminò superando i suoi allievi e aprendo il suo immancabile libro porno.
«Glielo tolgo io quel sorrisetto dalle labbra.» borbottò Naruto a bassa voce.
Mentre l’albino camminava a pochi metri più avanti, il biondo spiegava ai suoi compagni nei minimi dettagli lo scherzo che aveva preparato per il suo maestro, stando attento a non farsi sentire.
«Naruto, sei noioso. Ma perché non te ne stai buono una volta tanto?» canzonò Sasuke, una volta che il biondo ebbe finito di parlare.
«Infatti, Naruto. Sasuke ha ragione, perché non lasci in pace il maestro Kakashi? Meno male che c’è Sasuke a ricordarti che sei una testa quadra!» sottolineò Sakura, che ogni volta che Sasuke apriva bocca sentiva gli occhi diventare dei cuoricini.
«Dai, ragazzi. Immaginate solo la faccia che farebbe il maestro se il mio piano funzionerà!» li incitò con un sorrisetto furbo sulle labbra.
In effetti, bastava poco per convincere quegli scavezzacollo degli allievi di Kakashi.
«E va bene, ma se non funziona la prima volta lasciamo perdere, ok?» Sasuke puntò gli occhi neri in quelli azzurri di Naruto.
«D’accordo.» rispose questo mettendo il broncio e cacciando fuori la lingua.
Sakura sorrise divertita.
«Forza, tocca a te.» la incitò il biondo, indicandole di andare dall’albino.
«Ma adesso? Siamo appena…oops!» non riuscì a finire la frase che andò a sbattere contro il petto duro e muscoloso del suo maestro, che si era fermato e li guardava.
«Si può sapere di cosa state parlando voi tre?» chiese Kakashi con lo sguardo indagatore.
«Lo sa, maestro Kakashi: se Naruto non da aria alla bocca rischia di farla ammuffire.» rispose Sasuke, divertito dalla reazione del biondo a quelle parole. Se fosse stato per Naruto, lo avrebbe preso a sberle e gli avrebbe risposto che anche lui stava parlando insieme a loro, ma una gomitata di Sakura nello stomaco lo fece zittire.
«Già, Sasuke ha ragione maestro.» disse stampandosi un sorriso nervoso sulla faccia.
Kakashi sembrò soddisfatto, quindi alzò le spalle e ritornò sui suoi passi.
«Così impari, Naruto!» sibilò la rosa all’orecchio del biondo.
«Ma perché è sempre colpa mia?» si lamentò il ragazzo.
«Forza, Sakura. Visto che non sarà facile, comincia a distrarre il maestro.» disse Sasuke, che sembrava più preso lui da quello scherzo che Naruto stesso.
Sakura lo guardò stranita, ma poi sorrise.
«D’accordo!» rispose allegra, mentre avanzava il passo per raggiungere l’albino immerso nella sua lettura.
«Maestro Kakashi?» la rosa lo guardava in attesa di una risposta.
«Cosa c’è, Sakura?» chiese lui, senza nemmeno alzare gli occhi dal libro.
Che pervertito. Pensò fra sé la ragazza.
«Non ci ha ancora detto in cosa consiste la missione.» cominciò lei. Finalmente Kakashi alzò l’occhio dal libro e lo puntò in quelli verdi della sua allieva. Sakura cominciò a sudare freddo.
Oh, cielo. Se n’è accorto!
«Che stupido! Potevi anche dirlo prima!» se ne uscì invece l’albino, facendola sospirare.
Kakashi si fermò e si girò verso gli altri due.
Si accorse solo allora che erano entrambi intenti a curiosare nel suo zaino.
Come ho fatto a non accorgermene? Sakura riesce a distrarmi così tanto? Si meravigliò il Copia Ninja.
«Che fate voi due?» chiese severo, mentre Sasuke e Naruto indietreggiavano di qualche passo grattandosi la testa imbarazzati e balbettando frasi incomprensibili. Sakura, invece, si nascose il viso in una mano.
Ma con che idioti sono capitata in squadra?
«Allora, ascoltate bene. Sakura mi ha detto che non vi ho ancora parlato della missione, quindi aprite le orecchie. L’incarico non complicato in sé: noi dovremo solo controllare il confine ovest per assicurarci che sia tutto a posto, dopodiché torneremo e faremo rapporto. Staremo via al massimo un paio di giorni, ma non vi preoccupate perché Sakura ha portato scorte in abbondanza.» concluse.
«Scusi, maestro, ma per quale motivo dovremmo controllare il confine ovest?» chiese Sasuke, annoiato.
«Banditi.» rispose solo il maestro.
Ripresero a camminare in silenzio, Sakura a testa bassa in mezzo ai suoi due compagni.
«Non potevi trovare qualcos’altro da dire?» la rimproverò Naruto. La rosa si innervosì.
«Ma se siete voi due che non vi accorgete nemmeno quando una persona si gira!» ringhiò.
«D’accordo, con Sakura non ha funzionato. Prova tu, Naruto.» più che un incitamento, suonò come una minaccia.
Il biondo deglutì e si avviò verso il suo maestro.
«Maestro Kakashi?» lo chiamò con la sua vocina squillante.
«Sì, Naruto?»
Grande! E ora che gli dico? È Sakura che sa ammorbidire il maestro Kakashi. Uffa!
«Dov’è che andiamo di preciso?» azzardò il biondo.
Sentì alle sue spalle Sakura che lo malediceva sottovoce.
«Sai, Naruto, certe volte mi chiedo dove tu abbia la testa.» commentò Kakashi rassegnato.
«Ma è qui, sulle spalle maestro, non la vede?»
Ma che diavolo sto dicendo?
«Non so cosa state cercando voi due là dietro, ma sono assolutamente certo che non è nel mio zaino.» l’ammonimento di Kakashi fece rizzare sull’attenti Sakura e Sasuke.
Anche Naruto se ne tornò a capo chino dai suoi amici.
«Dannazione, ci toccherà aspettare la notte.» mormorò Sasuke.
«Tanto non manca molto ormai: è il tramonto.» disse Sakura indicando l’orizzonte tinto di arancio.
A Naruto spuntò un sorriso di speranza sul viso.
«Stanotte ruberemo i libri al maestro Kakashi!» esclamò, ma a bassa voce, un po’ per non farsi sentire, un po’ per il terrore della forza dei pugni che i suoi due compagni gli avrebbero mollato se non avesse chiuso quella boccaccia.
 
 
Kakashi si offrì per fare il primo turno di guardia. Di solito Naruto contestava sempre, ma quella volta gli andò benissimo.
Se solo avesse saputo cosa il biondo aveva in serbo per lui!
Sakura si era già accucciata sotto una coperta accanto al fuoco, mentre Sasuke e Naruto parlottavano dall’altro lato della radura.
Si sedette su una roccia a qualche metro di distanza dal focolare e rivolse lo sguardo alla luna piena, stringendosi in una coperta bianca.
Era da un paio di giorni che non nevicava, ma le nuvole nere minacciavano una pioggia abbondante.
Guardò di nuovo l’accampamento improvvisato, sperando che i rami degli alberi li avrebbero riparati nel caso cominciasse a piovere. Aguzzò la vista: dove poco prima c’era Sakura si era aggiunto Sasuke che la osservava dormire mentre Naruto già russava dall’altra parte del fuoco.
Kakashi sorrise.
Sakura, non hai proprio niente da invidiare al Team 10. Rifletté notando lo sguardo pieno d’affetto che il moro indirizzava verso la sua compagna.
«Dormi, Sasuke, dopo tocca a te.» gli disse. Il ragazzo non rispose. Si limitò ad obbedire, stendendosi per terra accanto alla sua compagna.
L’albino ritornò ad osservare la luna.
Dopo qualche minuto, si frugò nelle tasche.
Ma dove l’ho messo?  Si chiese, continuando a infilare le mani in tutte le tasche che aveva.
Possibile che l’avesse perso?
 
Naruto, intanto, fingendo di dormire, se la rideva tra sé, soddisfatto del colpo che aveva appena fatto.
Doveva solo aspettare che il suo maestro si mettesse a dormire, così avrebbe potuto rubare anche gli altri.


  
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