18. Wrecking Ball
Nami appallottolò il giornale che aveva in mano e lo gettò lontano.
Non poteva sopportarlo, non li sopportava! Non lo accettava!
Il suo Rufy che faceva gli occhi dolci a Robin? No! Mai! Non poteva accettarlo.
Si avvicinò ai due.
- Ehi Rufy... dov'è che dovremmo andare? -
- Ma come scusa, te l'ho detto: all'isola degli uomini pesce. Non sei mai stata smemorata, come... -
Non fece in tempo a finire la frase che la navigatrice l'aveva afferrato per un braccio e lo trascianava nella cabina.
-Allora vieni che ti faccio scegliere la strada da prendere... -
[venti minuti dopo...]
Rufy e Robin passeggiavano tranquillamente sul ponte.
- ALLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARME!!! Nave della marina in vista... -
- Veramente io non vedo niente... - Commentò l'archologa.
- Nemmeno io... - fece il capitano
"Ok, piano fallito... Aiuto, che faccio??"
La porta della cucina si aprì.
-Ragazzi, è pronto! - Urlò il cuoco.
"Salvata in extremis..."
A pranzo si sedette tra Robin e il capitano impegniandolo gara a chi beveva di più. Alla fine Rufy cedette si addromentò sul tavolo.
[dopo cena nella camera delle ragazze...]
- Non è che sei gelosa? - Chiese la mora
- I-io gelosa? No, mai! Cosa te lo fa pensare? -
Robin sorrise... - Ascoltami gelosona... -
- No, insomma se tu e Rufy... se tu e Rufy vi piacete e... - Nami prese un bel respiro - ... e state insieme, a me va bene. -
Robin per poco non scoppiò a ridere.
- Che c'è adesso? -
- Ascoltami bene, io e Rufy non stiamo insieme, e se te lo stai chiedendo, no: non stava cercando di farti ingelosire. Voleva solo chiedermi dei consigli per conquistarti, tutto qua, ma tu non ci hai dato tempo e... -
La mora non finì la frase che Nami corse fuori, sembrava un missile munito di turbo supplementare.
Si fiondò in cucina e ci trovò il capitano ancora addormentato. Lo abbracciò piano per non svegliarlo.
Poi si ricordò che nemmeno il suono di mille sirene e di un milioni di cannoni messi insieme lo avrbbero svegliato e si lasciò andare.
Lo strinse forte, come si fa con le cose che non vuoi perdere, con le cose davvero importanti. E con le persone.
Nel sonno Mugiwara sorrise, un sorriso dolce e innocente. Come se sapesse che la sua Nami era lì.
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