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Autore: Cloudy    25/11/2004    4 recensioni
Natale è alle porte ma nemmeno questo sembra placare l’ira distruttrice di Voldemort… Ed è con l’ennesimo attacco, questa volta dritto al cuore di Harry, che comincerà quella corsa implacabile che porterà i nostri eroi allo scontro finale! Durante il percorso: paura, amicizia, sospetto, amore, miracoli e addirittura uno spettacolo teatrale… Continuo di “Love is in the air” anche se non è necessario averlo letto per capire la storia! Recensite in molti, pleeeeease ^____^
Genere: Azione, Commedia, Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’INCUBO SENZA FINE E L’INIZIO DEL SOGNO

L’INCUBO SENZA FINE E L’INIZIO DEL SOGNO

 

Spiccò una corsa e gli saltò al collo. Non ci poteva credere! Ron, il suo Ron, quello che credeva ormai morto, era lì, tra le sua braccia.

 

“Ahi…” sentì mugugnare a mezza voce dall’amico.

 

“Cosa…? Oh, scusa!” fece Hermione accorgendosi di aver intrappolato, con la sua morsa, il braccio ferito di Ron e staccandosi di botto, la faccia che aveva riacquistato completamente il colorito perduto quel pomeriggio.

 

“Niente…” fece Ron debolmente; ma non sembrava scocciato, anzi, Hermione poté vedere una luce particolare brillare nei suoi occhi mentre la fissava.

 

“Ron…”

 

Harry aveva appena raggiunto l’amico e sembrava combattuto tra il pudore che lo aveva sempre abituato a tenere le minime distanze di decenza tra ragazzi e la voglia matta di riabbracciare il suo miglior amico.

 

“Hei!” Ron gli sorrise e gli mollò un’amichevole pacca sulle spalle che il moro contraccambiò con delicatezza, attento a non urtare il braccio fasciato dell’altro.

 

“Come stai?”

 

“Bene”

 

“E gli altri?”

 

“Sono sopravvissuti quasi tutti, fortunatamente! A quanto pare Silente aveva circondato la casa con incantesimi d’Ostacolo e roba del genere e…”

 

“Ginny?” la domanda salì spontanea alla bocca di Harry, incapace di trattenersi un secondo di più, e anche Hermione si voltò sollecita verso il rosso per avere notizie dell’amica. Ma il sorriso che regnava sul suo viso da quando aveva scorto il ragazzo che amava si spense lentamente alla vista dell’espressione terribilmente seria e triste che passò sul viso di Ron.

 

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Harry entrò piano nella linda stanza d’ospedale chiudendosi la porta alle spalle cercando di fare meno rumore possibile. Alzò gli occhi e la vide, bella esattamente come la ricordava, quando l’aveva salutata a King’s Cross e l’aveva vista allontanarsi circondata dai membri dell’Ordine. I lunghi capelli rossi le cadevano leggermente mossi sul lenzuolo bianco e le incorniciavano alla perfezione il viso pallido costellato solo sugli zigomi e sul nasino leggermente all’insù da efelidi. Le si avvicinò quasi in punta di piedi, come timoroso di rompere la sacralità del luogo… Il groppone in gola si fece più ingombrante che mai mentre avvicinava una sedia al letto e vi si sedeva. Titubante allungò la mano fino a prendere quella di lei; era gelata. “E’ in coma… I guaritori hanno detto che si sarebbe già dovuta svegliare da un pezzo ma che qualcosa sta andando storto… Non riescono a capire cosa, però, e continuano a dirci che possiamo solo aspettare!” Poche frasi, pronunciate con voce sepolcrale dal suo migliore amico, avevano distrutto in un’ istante tutte le speranze appena fiorite. Harry fissò triste il giovane volto di Ginevra Weasley mentre una sola lacrima, l’ultima che gli fosse rimasta da versare, attraversava implacabile la sua guancia. Tutto quello, era davvero un incubo senza fine!

 

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Il giardino riservato ai pazienti del rinomato ospedale magico sembrava, agli occhi di un’Hermione reduce da metrò malmesse e corse nella parte più malfamata di Londra, un luogo incantato anche se, come pensò in seguito, sicuramente era proprio così! Dolci fiocchi di neve cadevano lenti e si accumulavano ordinatamente ai margini del vialetto che costeggiava le aiuole del giardino ma nonostante quello, la temperatura era così mite che si era già dovuta togliere il giubbotto. Accanto a lei, silenzioso come poche volte era stato nella sua vita, camminava Ron.

 

“Vuoi parlarne?” chiese Hermione a un certo punto senza riuscire a trattenersi oltre.

 

“Non c’è molto da dire… Avevamo appena finito di mangiare ed ero da solo in camera mia, quando ho sentito un boato e ho visto… fuori dalla finestra… come se fossi nel mezzo di un’esplosione… tremava tutto… Silente dice di aver messo una roba tipo incantesimo di ostacolo intorno alla villa, è per questo che non siamo saltati in aria, credo…” Ron disse tutto questo tra un sospiro e l’altro, a bassa voce, come se stesse rivivendo quelle scene nel momento stesso in cui le raccontava.

 

“Chi c’era in casa? Gli altri…” Hermione aveva cercato di evitare questa domanda più a lungo possibile, forse per paura o forse perché la gioia di rivedere Ron vivo e l’angoscia di sapere Ginny ancora in pericolo, le aveva fatto dimenticare degli altri membri dell’Ordine.

 

“Per fortuna il grosso della gente se ne era già andata! Sai, c’era stata una riunione nel pomeriggio… Eravamo rimasti solo noi soliti ma Ginny è la più grave. Era sulle scale, vicino all’ingresso ed era il punto dove l’esplosione si è sentita di più! E’ caduta giù dalle scale… Gli altri, Mamma, Papà, Bill…erano quasi tutti nelle loro camere. Fred e George erano al negozio mentre Remus e Tonks erano in cucina… Lui era ridotto maluccio ma i guaritori hanno detto che non è nulla di serio; dovrebbe essere già in piedi!

 

Hermione tirò un profondo sospiro nel constatare che, a parte Ginny, tutti gli altri non avevano riportato danni irreparabili! Ripensandoci capì che avrebbe dovuto immaginare che Silente doveva sicuramente aver preso qualche precauzione contro questo genere di “Incidenti”!

 

“Ma… Il braccio?” chiese sfiorandogli dolcemente il braccio fasciato.

 

“Mi ci è caduta una mensola sopra… Ha fatto parecchio male, in effetti, ma hanno detto che non mi causerà dei danni permanenti!” spiegò Ron con leggerezza scrollando lievemente le spalle. Poi, improvvisamente, prese la mano che Hermione aveva appoggiato sulla fasciatura tra le sue “Ma tu… non ti sarai mica preoccupata per me, vero?” fece dolcemente per poi trasformare il suo sorriso in un ghigno arrogante “Non avresti saputo cosa fare senza di me, eh?”

 

Hermione ritrasse la mano di scatto e cercò di dissimulare la tensione mettendosi una ciocca di capelli, quella che puntualmente le ricadeva davanti agli occhi, dietro un’orecchia “Non è vero! Cretino…”

 

“Ah no?” Ron non aveva abbandonato l’aria baldanzosa “Ma se ti sei fatta mezza Inghilterra a piedi sotto la pioggia per accertarti che stessi bene! Guardati! Sei fradicia…”

 

Il tono di Hermione si alzò notevolmente, chiaro segno che si stava alterando “Punto primo: non me la sono fatta a piedi ma ho preso dei mezzi! Punto secondo: sono venuta perché preoccupata per tutti i membri dell’Ordine! Anche se sei così egocentrico e egoista che ti parrà strano di non essere da solo al centro dei miei pensieri. E punto terzo, sei un bastardo!”

 

Ron rise piano di fronte all’espressione furente dell’”amica” per poi aggiungere, la voce di nuovo velata di dolcezza “Quindi non eri nemmeno un po’ in pensiero per me?”

 

Hermione deglutì sonoramente davanti alla faccia da cucciolo che si ritrovò davanti “Non ho detto questo. E’ solo che… cioè io… non è che non… oh, porca! Mi hai fatto incartare!”

 

“Allora anche al grande caposcuola di Hogwarts, Hermione Granger capita di incartarsi! Evviva! C’è ancora speranza nel mondo!”

 

“Non c’è proprio niente da ridere!” fece Hermione seria “Mi hai fatto prendere il peggiore spavento della mia vita! Ho avuto il terrore di perderti…”

 

Ron provò una tenerezza mai provata nel vedere Hermione così impacciata e vulnerabile; lei che ai suoi occhi era sempre stata così forte e decisa che mai avrebbe pensato che un giorno, sarebbe toccato a lui consolarla! Ma ora era arrivato quel momento… Con una mossa decisa la cinse forte con l’unico braccio sano mentre lei gli si stringeva addosso stando però ben attenta a non far forza sulla fasciatura. “Mi dispiace di averti fatto soffrire…”

 

Lei si allontanò asciugandosi gli occhi con una manica del golf  “Scemo… Che colpa ne hai?”

 

“Sai, quando tutto tremava e non ancora non sapevo se ne sarei uscito vivo, ho pensato che quello che mi sarebbe dispiaciuto di più se fossi morto sarebbe stato non aver fatto quello che potevo fare quando ancora ne avevo la possibilità…”

 

Hermione aggrottò gli occhi, intendeva dire quello che si immaginava lei? Meglio non illudersi, questa volta! “Quali cose?”

 

Ron sorrise “Questa, per esempio!” e in attimo si sporse in avanti e la baciò.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Toc, toc. Harry spostò meccanicamente lo sguardo dal viso di Ginevra alla porta della camera di ospedale.

 

“Si può?” sentì domandare dal corridoio.

 

“Avanti” fece riconoscendo la voce del suo ex-professore di Difesa Contro Le Arti Oscure preferito.

 

La porta ruotò sui suoi cardini lasciando entrare la figura alta e magra di Remus Lupin. Quest’ultimo restò in piedi sulla soglia e gettò un’occhiata triste alla ragazza stesa sul letto nel mezzo della stanza prima di rivolgersi con il solito tono pacato a Harry. “Mi hanno detto che eri qui… Ma se preferisci me ne vado! Se vuoi stare da solo…”

 

“N-no… Vien, no scusi, venga pure…” Harry non era sicuro di volere la presenza di qualcuno in quel momento ma tra tutti, l’unica che in quel momento sentiva di poter desiderare al suo fianco, era quella calma e rassicurante di Lupin.

 

Remus si fece avanti e si sedette stancamente su una sedia vicina a quella che occupava Harry “Lasciamo perdere il “lei”, va bene?”

 

Harry annuì sforzandosi a esibire un piccolo sorriso stiracchiato. Da quella posizione poteva vedere chiaramente la faccia di Remus, segnata da numerose piccole ferite e bruciature varie. All’inizio non ci aveva fatto caso, abituato com’era ai graffi che il vecchio amico di suo padre esibiva in seguito alle sua trasformazioni in lupo, ma poi si ricordò che probabilmente anche lui era a Grimmauld Place al momento dell’esplosione.

 

“Tu come stai?” chiese timidamente accorgendosi in quel momento di quante poche volte aveva rivolto la parola a quell’uomo che era stato così importante per lui durante il terzo anno, ma che era stato surclassato dall’arrivo nella vita di Harry del “Ciclone Sirius”.

 

“Oh, bene… Tu piuttosto come ti senti?”

 

Harry si dimenò sulla sedia, leggermente a disagio. Non era lui che era rimasto coinvolto in un’esplosione, cazzo! Non era per lui che dovevano preoccuparsi! “Io non c’ero!”

 

“Sai a cosa mi riferisco…”

 

Harry sospirò. Sapeva a cosa si riferiva… “I guaritori non sanno se si risveglierà” fece con voce atona.

 

“Vorrei poterti dire che andrà tutto bene, ma non posso! Credo che possiamo solo continuare a sperare… E starle vicino” disse Remus. Impossibile come riuscisse a essere rassicurante anche quando le sue parole non lo erano affatto!

 

“Perché?” chiese Harry con voce spezzata senza riuscire a distogliere lo sguardo dal volto amato “Proprio ora che andava tutto bene!”

 

Remus non sapeva cosa dire. Quante volte si era ritrovato lui nella situazione di Harry… Cosa si sarebbe voluto sentir dire in quei momenti? Niente! La verità era che non c’era niente di appropriato da dire in questi casi. La tentazione di abbracciare quel ragazzo così uguale a James ma che lo guardava con i tristi occhi verdi da quella che era la sua migliore amica era forte ma fu soffocata constatando che non si trattava più del micetto che si scorazzava sulle spalle sedici anni or’sono, bensì di un ragazzo ormai alla soglia dell’età adulta e che, tra l’altro, si accorse di conoscere ben poco al di là dell’enorme affetto che provava per lui. Si limitò quindi a posargli una mano sulla spalle cercando di trasmettergli con quel gesto, il più calore possibile.

 

“Se hai bisogno di qualsiasi cosa, io ci sono, è chiaro?” fece con la sua voce calda e profonda.

 

Harry non rispose ma gli rivolse un debole sorriso grato. Remus gli batté dei colpetti sulla spalla e fece per alzarsi ma il ragazzo lo trattenne. “Ti andrebbe ti stare ancora un po’ qui? Non ho voglia di stare da solo…”

 

Remus annuì comprensivo “Vado a prenderci qualcosa di caldo da bere e torno subito!”

 

Quando la porta si richiuse alla spalle del lupo mannaro, Harry si lasciò andare sulla schienale della sedia tirando un sospiro. Parlare con Remus gli aveva fatto bene e, sebbene non fosse riuscito a togliere lo strato di tristezza che albergava nel suo cuore, almeno aveva allentato il nodo in gola che lo soffocava. Solo in quel momento Harry si rese conto di tenere ancora stretta la mano di Ginny, ma non la mollò. Le si avvicinò una volta di più portandosi la mano di lei alla bocca e baciandola piano prima di appoggiarsela alla fronte e stringere forte gli occhi.

 

“Svegliati, ti prego… Io non posso vivere senza di te”

 

Harry non seppe dire, in seguito, se aveva solamente pensato quella parole e se le aveva mormorate a mezza voce; quello di cui si accorse sicuramente fu il leggero movimento della mano che teneva stretta fra le sue. Senza osare credere ai suoi sensi, Harry aprì gli occhi piano, timoroso di essersi immaginato tutto, per vedere le palpebre della ragazza addormentata sbattere leggermente fino a socchiudersi lasciando intravedere degli splendidi occhi scuri.

 

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“Benvenuti, miei mangiamorte! Vi ho riuniti qui, oggi, per presentarvi  un nuovo membro della nostra crescente comunità; l’ennesimo ragazzo che, saggiamente, ha scelto di partecipare alla nostra causa così come fece sua padre prima di lui… Ha superato l’addestramento per valutare le sua capacità e il marchio nero brilla già su di lui, simbolo della sua libera scelta di assoluta e inalienabile fedeltà. Per adesso non lo vedrete molto spesso, temo, considerato che tra poche settimane dovrà tornare a frequentare il suo settimo anno a Hogwarts dovrà potrà rendersi utile come spia affiancato da un altro fedele seguace di cui non vi voglio ancora rivelare il nome… Ma bando agli indugi, vieni qui ragazzo!” una tenda rossa in fondo alla sala si aprì e ne uscì una figura alta e sottile che percorse tutta la schiera di Mangiamorte fino a posizionarsi fieramente accanto a suo nuovo Signore e Padrone mentre un sorriso molto più simile a un ghigno che a un sorriso vero e proprio si allargò sulla bocca senza labbra di quest’ultimo “Miei Mangiamorte, vi presento Draco Malfoy”

 

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Hallo people!!!! Oh, ohhhh… E ora anche Voldemort ha fatto il suo ingresso nelle vicende! Mi sono accorta che nella scorsa ff non si era mai visto ma di certo in questa ci sarà anche un po’ di spazio per lui^^ Solo non sono abituata a trattarlo come personaggio e non vorrei non dargli l’imponenza e il distacco che marita, mi capite? Quindi se avete conigli da darmi in proposito, sono ben accetti! Dite la verità, non ve lo aspettavate che arrivasse così presto il bacio tra Ron e Hermione, eh? J Ma se pensate che da ora in poi saranno tutte rose e fiori; non sapete quanto state sbagliando! Come sono sadica…E Ginny? Non avrete creduto veramente che l’avrei fatta morire? E, ultimo ma non meno importante, Draco mangiamorte! E la sua vendetta non è che appena cominciata… E chi sarà la misteriosa spia a cui ha accennato Voldemort? Si accettano scommesse…

 

THANKS to:

 

-) Marti91: Visto che la tua Ginny non l’ho fatta morire?! E del resto come avrei potuto?! E’ uno dei miei personaggi preferiti! Sono felice che “Love is in the air” ti sia piaciuta! Spero che seguirai anche questa, allora!

 

-) Patty: No, no, Ginny sta bene, ora! Contenta che l’altro chap ti sia piaciuto e spero che sarà così anche per questo e che continuerai a trovare il tempo…

 

-) Dorothea: Lo spero d’avvero tanto; di non deluderti, intendo! Effettivamente “Love is in the air” è stata la mia prima ff, quindi una specie di prova e in questa mi stò impegnando di più e dovrebbe migliorare… Speriamo bene… Ciao ciao

 

-) James… Ops, no, scusa, Daisy: Eh, eh, lo so che tu lo sai ciò che accadrà…Quello che non so è se nel frattempo cambierò idea! Tanto in caso sarai la prima che assillerò, anche perché sei l’unica che mi capisce! E non è un complimento considerando che per capirmi non si può essere più di tanto normali!

 

 

E ora, alla prossima!

 

Cloudy

  
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