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Autore: PersephoneAm    25/01/2014    1 recensioni
' -Mi fai incazzare!-urlai,-Buonanotte!-.
Mi girai per andarmene, ma lui mi afferrò il polso e lo strinse saldamente.
-Ma quale buonanotte! Tu rimani qui!-. '
PS. Primi tre capitoli in revisione(:
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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«Perchè? Cosa è successo?»mi chiese Christian.

«Niente di che. Ho solo litigato con mio fartello e... ho trovato iol tuo biglietto. Perciò ho pensato di chiedere a te.»risposi, trattenendomi dal singhiozzare al telefono.

«Ti sto venendo incontro.»disse subito lui.

Sentii chiaramente la porta di casa sua chiudersi e, dopo qualche minuti vidi una macchina venirmi incontro e accostare al mio fianco.

«Vieni.»mi disse, abbassando il finestrino e aprendo lo sportello.

Salii sulla sua auto, accucciandomi sul sedile.

«Perchè avete litigato?»mi domandò, quando arrivammo a casa sua.

«Non vuole che vada a studiare danza. Mi tarpa le ali così, senza che io gli abbia fatto nulla!»

«Vieni. Entra in casa!»mi invitò lui, facendomi segno di entrare per prima.

Mi trovai a sorridere del gesto ed entrai, vedendo Michael e altri due ragazzi.

«Sono amici nostri, non ti preoccupare.»mormorò al mio orecchio Christian.

Annuii, un po' per il disagio e un po' per aver ricordato la minaccia che mi aveva fatto Michael sul farmi trovare fuori nuda e legata.

«Lei è Alice.»mi presentò Christian. «Loro sono Marco, mio fratello e lui è Carlo!»

Marco era molto simile a suo fratello: entrambi avevano i capelli castani e gli occhi verdi. Mentre il ragazzo chiamato Carlo aveva i capelli rossicci. Amavo i ragazzi con i capelli rossi.

Li salutai con un gesto della mano e loro rimasero inebetiti.

«Tu sei la modella di intimo?»mi chiese Cralo, rimanendo allibito.

Risi alle facce stranite di Christian e Michael e annuii. «Si, ma preferisco non farlo sapere in giro.»

«Certo, certo.»concordò Marco.

«Intimo eh?»fece Michael, guardandomi con occhi strani.

In risposta gli feci una smorfia e lui inspirò lentamente dal naso, cercando di apparire come un tipo pericoloso.

«Ok ci vediamo più tardi.»disse Christian, guardando male Michael. «Potete andare male.»

I ragazzi mi salutarono, tranne Michael ovviamente, che lanciò uno strano sguardo a Christian e se ne andò insieme agli altri due. Mi sedetti sullo stesso divano della sera precedente, con un bicchiere di succo tra le mani, datomi da Christian.

«Vuoi guardare un film?»mi chiese, con uno strano sguardo.

«Dipende da che genere di film.»risposi cauta.

«Horror.»esclamò lui, facendomi mettere le mani ai capelli.

«Ciaaaao prorpio. No dai, ho paura!»mi lamentai. «Non so neanche che film sia, ma so già che mi farà paura.»

«Ma non è brutto come film!»mi rassicurò lui.

Dopo un'ora che provai a guardare "L'esorcista" finii con l'aggrapparmi al braccio di Christian, in tutte le scene più paurose e lui rideva come un idiota.

«Cosa ridi?»lo guardai male.«Ti avevo detto che avevo paura.»

«La tua faccia è impagabile!»sghignazzò Christian.

Gli feci una smorfia e, afferrato il telecomando, spensi il DVD, alzandomi per andare alla finestra.

«Ora che hai tolto il film puoi dirmi cosa farai? Torni a casa, nonostante ci sia tuo fratello?»

Lo guardai negli occhi verdi e presi un bel respiro. «Alex non mi permette mai di fare nulla. È sempre stato assente, ma crede di essere nostro padre! Ho come l'impressione che sia arrabbiato, ma non capisco il motivo! Non gli ho fatto nulla!»

«Probabilmente pensa che ieri sera tu ci abbia detto qualcosa di loro.»ipotizzò lui.

«E cosa? Qualsiasi cosa sia non mi fanno mai partecipare alle loro conversazioni, quando entro nella loro stessa stanza, si zittiscono. Poi cosa avrei da dirti su di loro se non "sono un branco di gorilla"?»

«Io so il motivo.»mormorò lui. «Ma quello che ti dico deve rimanere tra noi.»

Sgranai gli occhi. «Ora mi spaventi.»dissi, sedendomi accanto al ragazzo.

«A Milano ci sono dei gruppi di persone un tantino particolari, tipo quello di Thomas o il mio.»iniziò lui, guardandomi con cautela e indecisione. «Questi gruppi hanno un giro di soldi abbastanza grande perché... riescono a raccimolarli...»

«Ossia?»gli domandai, curiosa di sapere quale fosse il motivo. «Mio fratello e Thomas non hanno bisogno di questi soldi, comunque. Noi stiamo già bene per conto nostro.»

«Lo so.»annuì Christian. «Ma non posso dirti come. E' il nostro segreto generale: non dobbiamo far sapere nulla ad anima viva. Comunque, ti dicevo, quando uno di noi si ritira, ed è difficile che accada, viene controllato per un po' da tutti, per evitare che parli con qualcuno di sbagliato. Ci ha provato con mio fratello e io l'ho ostacolato. Per questo ce l'ha con me.»

«E tuo fratello si è ritirato?»ipotizzai.

Christian annuì. «Marco ed io abbiamo preso il posto di nostro fratello maggiore. Abbiamo chiesto ai nostri ragazzi di stare con mio fratello e allontanare Thomas ogni volta che cercava di avvicinarsi, ma lui era molto insistente. Solo dopo capii che lo faceva perché Simone gli aveva fregato la ragazza.»

«Quale ragazza?»gli chiesi.

«Si chiama Lara.»mi disse.

Mi venne subito in mente chi fosse Lara: era una ragazza molto introversa e taciturna. Più volte mi ero domandata come potessero stare insieme lei e Thomas, visto che erano gli opposti l'uno dell'altra.

«Mio fratello fu costretto a lasciare il giro, per una specie di guerriglia che era scaturita tra il nostro gruppo e quello di Thoams e tuo fratello. Simone si ritrovò da un giorno all'altro senza soldi e con tanti nemici alle calcagna.»

Avevo capito tutto. Non c'era stato bisogno che lui dicesse nulla: avevo già fatto due più due ed ero arrivata alla terribile conclusione.

«Siete spacciatori!»esclamai io incredula.

Christian si irrigidì, ma non disse nulla.

«No! Tu menti. Gli amici di mio fratello non farebbero una cosa del genere. Mai!»

«Posso provartelo. In qualsiasi momento.»affermò lui.

Lo guardai e sembrò che tutto il mondo mi fosse crollato addosso in quell'istante. «Voglio andarmene.»

«Alice, aspetta...»mi pregò lui, ma io ero già alla porta. Girai la chiave, che quella volta era stata lasciata nella toppa e uscii di casa. Ero saccapata da due postio due volte, nel giro di qualche ora. Avrei presto iniziato a fare la vita da nomade.

Arrivai al palazzo della sera precedente e mi misi a guardarlo, pensando. Le macchine degli idioti erano tutte nuove, di buona marca e a loro non mancava mai nulla: scarpe, vestiti firmati, sigarette... per degli studenti universitari che non lavoravano era una cosa strana. Ma, come avevo detto a Christian, mio fratello e i suoi amici stavano bene economicamente.

Una mano mi si posò sulla spalla, facendomi trasalire.

«Cri, ho bisogno di pensare.»dissi. «Lasciami in pace.»

«Hai fatto subito amicizia con quell'idiota, vedo.»

Mi irrigidii sentendo la voce di mio fratello. Mi voltai verso di lui e Alex mi afferrò epr un polso, trascinandomi verso la sua macchina. Cercai di divincolarmi dalla sua stretta, senza successo. MI buttò di peso in macchina, salnedo velocemente dalla parte del guidatore e mettendo in moto.

Forse la mia situazione si era aggravata più del previsto.
   
 
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