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Autore: PeaceandLovewithBTR    25/01/2014    2 recensioni
cosa succederebbe se tuo fratello se ne andasse via? cosa diventeresti? bhe vi dico cosa è successo a me: sono diventata una puttana. ma tutto potrebbe cambiare anche tutto in poco tempo... il resto lo lascio scoprire a voi :)
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Settimo capitolo

 

Sara P. of V.

 

Finalmente è il mio giorno libero!!

In quel preciso momento ero ancora nel mio letto, a fissare il soffitto. Non avevo niente da fare e non avevo voglia di fare niente.

Allungai la mano per prendere il cellulare, ma in men che non si dica mi ritrovai a culo e faccia a terra, avvolta dalle coperte. Iniziamo bene la giornata!

Mi rialzo, mi tolgo da dosso le coperte e guardai l’ora. 12:53.

Decisi di andare a fare una doccia e di cambiarmi.

Mi misi una maglietta a maniche corte grigia, un paio di shorts bianchi e i sandali anch’essi bianchi. I capelli li asciugai  e li lasciai sciolti.

Finito di prepararmi , mi buttai letteralmente sul divano e chiamai Annabeth per vedere se voleva pranzare con me. Il cellulare però risulta staccato, “vuol dire che mangerò da sola oggi” pensai.

Prendo la borsa ed esco.

Dopo aver camminato per un po’ notai un piccolo ristorantino italiano. Mi ci soffermai un attimo, ma poi entrai.

Dentro c’era un’atmosfera allegra, il pavimento era tutto colorato con colori vivaci così come le pareti.

Esse erano decorate con scene campagnolo, una mi colpì. La scena raffigurava una famiglia numerosa, tutti riuniti per celebrare non so quale festa. Non so perché mi incuriosì, ma mi fece pensare da quanto non andavo in Italia a trovare i miei nonni. Mio padre è italiano anche se il mio cognome,Summers, non lo fa pensare. Quando ero piccola per le feste andavamo sempre a trovare i nonni, erano e sono tutt’ora delle persone stupende e gli voglio un gran bene. Però dopo la morte della mamma, ovvero quattro anni fa, le visite dai nonni si dimezzarono. Poi di colpo papà decise di trasferirci lì, forse perché qua gli ricordava la mamma. Io poi, due anni fa, decisi di tornane qua, a Los Angeles, per cercare lavoro.

Chiesi a un cameriere un tavolo, al quale mi accompagnò.

Presi il menù che c’era sul tavolo e andai alla ricerca di qualcosa da mangiare.

Un attimo prima stavo guardando il menù, un attimo dopo mi ritrovai a culo a terra.

- Ma che diavolo ti è preso?- chiesi al ragazzo che mi aveva buttato giù dalla sedia. Aveva un’aria familiare-

Indossava una felpa scura, con il cappuccio tirato sulla testa, un paio di jeans scuri e un paio di occhiali da sole sul viso. Il ciuffo biondo gli ricadeva degli occhiali, aveva delle labbra rosee e sottili e due fossette ai lati della bocca che incorniciavano il tutto.

- Scusami davvero, non volevo, solo che quegli idioti dei miei amici mi hanno spinto non so per quale motivo. Scusami davvero- disse cercando di scusarsi, mai io stavo pensando a dove lo avevo già visto.

- Non ti preoccupare – dissi e mi aiutò ad alzarmi.

- Se non fosse per quei rincoglioniti dei miei amici non ti sarei venuto addosso- si scusò ancora una volta, si girò in cerca dei suoi amici, che a quanto pare si erano dileguati.

- Bene mi hanno scaricato- e alzò gli occhi al cielo

- Se non vuoi magiare da solo, perché non ti siedi con me? Tanto anche a me la mia amica mi ha lasciato da sola quindi … -

- ok- 

Passammo tutto il tempo a parlare e scoprimmo che avevamo molte cose in comune. Alla fine della cena ci fu un battibecco su chi doveva pagare e vinse lui la scusa sul fatto che volava scusarsi per il fatto di essermi venuto addosso.

Usciti dal ristorante, decidemmo  di fare una passeggiata e continuammo a parlare.

- Che ne dici di vederci qualche altra volta?- mi chiese con un sorriso

- Si perché no, sarebbe bello- ricambiai il sorriso

- Allora passami il tuo telefono- estrassi il telefono dalla borsa e glielo passai

-tu passami il tuo- e mi allungò il telefono.

Come sfondo c’era la foto di un piccolo maialino che assomigliava tantissimo a Yuma, il maialino del fratello di Kendall. “No non può essere lui” pensai e poi scacciai il pensiero che il telefono che avevo in mano fosse del mio idolo.

Composi e salvai il mio numero e poi ci ricambiamo il telefono. Ci salutammo e continuai a stare un po’ in giro, entrai in qualche negozio e poi feci la spesa.

Arrivata a casa, sistemai la spesa. Quando mi ritrovai con niente da fare, salutai il mio bellissimo ma soprattutto comodissimo divano e mi ci stravaccai sopra

 

Yes I may meet a million pretty girls that know my name

But don’t you worry, cause you have my heart

It ain’t easy to keep on moving city to city

Just get up and go

The show must go on so I need you to be strong

 

Estrassi il telefono dalla tasca dei pantaloni.

- Pronto?-

- Sono il tipo che stamattina ti è venuto addosso qualche ora fa- mi rispose la persona al altro capo del telefono

- Oh ciao , scusa non avevo guardato chi era-

- non ti preoccupare … mi chiedevo … se ti andrebbe … di fare … un … picnic insieme … -chiese lui con voce tremolante

- Sarebbe fantastico. Dimmi dove e quando e mi faccio trovare li

- Facciamo alle otto davanti alle ristorante di stamattina

- ok a dopo-

-A dopo-

Mancavano ancora due ore , ma decisi comunque di andare a prepararmi.

Feci una doccia, mi asciugai i capelli e mi posizionai davanti all’ armadio.

Stavo provando tutti i vestiti che avevo ma non riuscivo a decidermi. Non sono mai stata una di quelle persone che prendevano la prima cosa che gli capitava fra le mani e se ne fregava di come sta. Io sono tutto il contrario. Io Ho paura di cosa pensa la gente di me, di che impressione che io  possa dare. Annabeth dice che non ho bisogno del giudizio delle persone, che ho un bel corpo, che secondo lei la devo smettere di preoccuparmi degli altri. Ma io non ci riesco, non ho abbastanza autostima come lei.

Adesso avevo addosso un paio di pantaloni neri e sto cercando qualcosa nel casino della mia camera.

Cercai fono a quando non mi capita fra le mani  una canottiera rossa con sopra disegnati dei baffi, ci abbinai delle ballerine nere della Converse. Prendo la borsa, ci misi il necessario, mi misi il giubbotto, le cuffiette nelle orecchie e uscii.

Dopo una ventina di minuti, arrivai ma non lo vidi e cosi mi misi ad aspettarlo.

Qualcuno mi tolse una cuffietta, - Andiamo ?-

- Ah ciao … certo andiamo- gli dissi sorridendo. Mi portò alla sua macchina e ci mettemmo in marcia.

Durante il tragitto, mi appoggiai al finestrino e mi misi a guardare il ragazzo che stava alla guida.

Qualcosa di quel ragazzo mi faceva pensare che lo avevo già visto da qualche parte. I capelli biondi, il suo modo di vestirsi stile retrò , di comportarsi così sfacciato ma anche un po’ timido, li avevo già visti.

-Vuoi una foto?- mi disse riportandomi alla realtà

-ah? Ehm no è che stavo pensando che è strano coprirsi così tanto quando fuori ci sono forse 27° C-

- è un’ abitudine quindi non ci ho fatto caso quando sono uscito- rispose e ritornò il silenzio

- mi sono anche accorta che non ci siamo ancora presentati-

- In questo caso … piacere sono Francis - disse rivolgendomi un sorriso 

- Io sono Sara – ricambiai il sorriso

-Italiana ?-

- Italoamericana per la precisione, italiana da parte di padre

- Deve essere bella l’Italia. Ho sempre voluto andarci.-

- Anche se non ci ritorno da due anni, non me la ricordo molto bene

- Siamo arrivati- disse Francis fermando la macchina. Come farebbe un gentiluomo, mi venne ad aprire la portiera e facendomi scese.

Eravamo sulle colline dove c’è la scritta Hollywood, che proprio dietro di noi, la vista di Los Angele illuminata di notte era cosi meravigliosa che sembrava di essere in una favola. Era davvero bello.

Quando mi ricordai che non ero sola, mi girai verso Francis e gli feci un sorriso che andava da una parte all’altra della faccia.

- Mi hai davvero portata qua o sto solo sognando ?

- si ti ho portato davvero qui, perché non ti piace?-

- se non mi piace? Io amo questo posto! È magnifico- questo fece comparire sul suo viso un sorriso come quello che avevo io.

Dal cofano Francis tolse una tovaglia e un cestino, mi avvicinai ad aiutarlo ma lui si rifiutò.

Soffiava un venticello fresco, anche se avevo il giubbotto, tremavo, e Francis se ne accorse allora mi diede la sua felpa.

Profuma di cannella. Francis rimase a maniche corte e con gli occhiali. Secondo me non ci vedeva niente.

- Ma ci vedi con quegli occhiali da sole ?- gli chiesi incuriosita

- Poco ma non mi interessa- disse facendo le spallucce

- Di togliteli almeno ci vedi meglio- insisto io

- No lascia stare-

- Se non te li togli tu, vuol dire che te li tolgo io – dico. Mi avvicino  a lui, prendo gli occhiali per le stanghette e glieli tolsi. Avevo due fantastici occhi verde prato.

- Visto che senza occhiali da sole si vede meglio?- sorrisi

- Avevi ragione, adesso posso vedere quanto meravigliosa tu sia- a quelle parole arrossii e abbassai la testa. In quel momento il mio cervelli si attiva e collega tutto. Solo adesso capisco chi ho accanto-

- Oh Mio Dio! Non ci posso credere! – Porto le mani alla bocca e faccio un passo indietro

- Cosa è successo?-

- Tu sei Kendall Francis Schmidt!- dico tutta emozionata. Il mio idolo mi aveva chiesto di uscire! Ancora non ci posso credere.

- No ti prego non un’altra volta! – disse lui alzando gli occhi al cielo

- in che senso “non un’altra volta” ?-

- le ultime volte che sono uscito con delle ragazze, appena hanno scoperto che sono famoso anno iniziato a chiedere un favore e poi un altro e un altro ancora, approfittandosi di me e della mia fama. Non sopporto li sopporto più questi approfittatori-

- Kendall - mi sedetti davanti a lui – io non sono una di quelle che approfittano delle persone per scopi personali. Mai lo sono stata e mai lo sarò, te lo prometto – Lui mi sorrise, mostrandomi quelle fossette che amo tanto.

Passammo il resto del tempo a parlare e a scherzare. Eravamo sdraiati sulla tovaglia, uno vicino all’altro, quando nel cielo sopra di noi apparve una stella cadente.

- Esprimi un desiderio!- dicemmo io e lui all’unisono e ci mettemmo a ridere.

- Prima tu – disse Kendall, chiusi gli occhi e espressi il desiderio. Quando riaprii gli occhi, la stessa cosa fece Kendall, il quale si girò verso di me – Che cosa hai desiderato?-

- Se te lo dico poi non si avvera-

- Ma io sono curioso , voglio saperlo- disse facendomi gli occhi da cucciolo.

- Dai non farmi gli occhi da cucciolo tanto non te lo dirò comunque- risi, mentre lui mi fece il broncio. Mi misi a sedere e mi voltai verso di lui. Cercando di fargli spuntare un sorriso, feci una mossa e non so come,mi ritrovai sopra Kendall, con il suo viso a qualche centimetro dal mio. Il mio cuore batte all’impazzata, sento brividi in tutto il corpo,e non credo siano per il freddo. I Nostri respiri si mescolarono, il suo profumo mi pervase le narici. Mi accorsi della posizione in cui ci trovavamo, arrossii e mi tolsi immediatamente, rimettendomi al mio posto.

Dopo un po’ appoggiai la testa sulla sua pancia e Kendall iniziò a giocare con i miei capelli.

Non ci volle molto che mi addormentai








Ciao belle <3
si sono ancora viva e mi dispiace moltissimo per non aver pubblicato il capitolo prima
anyway mi sono dimenticato l'angolo della scrittice nel altro capitolo e per ciò lo faccio  qui :)
Allora in questi due capitoli ne sono successe di cose ... Annabeth scopre James e si trasferisce a Londra dal fratello, dove Louis la bacia... chi sa se i due si metteranno insieme?? magari titemelo nelle recensioni
 E Sara ?? beh dopo un'incidente ottiene un'appuntamento da Kendall!!
Ultima cosa e poi mi tolgo da mezzo
grazie ancora per le recensioni che lasciate ad ogni capitolo, non sapete quanto mi rendete felice
 e graze anche a chi ha messo la storia fra le preferite, seguite e/o ricordate
e un ringraziamento speciale a   RUSHERINA_GIRL
e vi consiglio di leggere la sua storia è davvero bella , se la volete leggere cliccate sul suo nome .
Adesso me ne vado definitivamente
Al prossimo capitolo e recensite , voglio sapere cosa ne pensate
Peace
  
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