Settimo
capitolo
Sara
P. of V.
Finalmente
è il mio
giorno libero!!
In
quel preciso
momento ero ancora nel mio letto, a fissare il soffitto. Non avevo
niente da
fare e non avevo voglia di fare niente.
Allungai
la mano
per prendere il cellulare, ma in men che non si dica mi ritrovai a culo
e
faccia a terra, avvolta dalle coperte. Iniziamo bene la giornata!
Mi
rialzo, mi tolgo
da dosso le coperte e guardai l’ora. 12:53.
Decisi
di andare a
fare una doccia e di cambiarmi.
Mi
misi una
maglietta a maniche corte grigia, un paio di shorts bianchi e i sandali
anch’essi bianchi. I capelli li asciugai
e li lasciai sciolti.
Finito
di
prepararmi , mi buttai letteralmente sul divano e chiamai Annabeth per
vedere
se voleva pranzare con me. Il cellulare però risulta
staccato, “vuol dire che
mangerò da sola oggi” pensai.
Prendo
la borsa ed
esco.
Dopo
aver camminato
per un po’ notai un piccolo ristorantino italiano. Mi ci
soffermai un attimo,
ma poi entrai.
Dentro
c’era
un’atmosfera allegra, il pavimento era tutto colorato con
colori vivaci così
come le pareti.
Esse
erano decorate
con scene campagnolo, una mi colpì. La scena raffigurava una
famiglia numerosa,
tutti riuniti per celebrare non so quale festa. Non so
perché mi incuriosì, ma
mi fece pensare da quanto non andavo in Italia a trovare i miei nonni.
Mio
padre è italiano anche se il mio cognome,Summers, non lo fa
pensare. Quando ero
piccola per le feste andavamo sempre a trovare i nonni, erano e sono
tutt’ora
delle persone stupende e gli voglio un gran bene. Però dopo
la morte della
mamma, ovvero quattro anni fa, le visite dai nonni si dimezzarono. Poi
di colpo
papà decise di trasferirci lì, forse
perché qua gli ricordava la mamma. Io poi,
due anni fa, decisi di tornane qua, a Los Angeles, per cercare lavoro.
Chiesi
a un
cameriere un tavolo, al quale mi accompagnò.
Presi
il menù che
c’era sul tavolo e andai alla ricerca di qualcosa da mangiare.
Un
attimo prima
stavo guardando il menù, un attimo dopo mi ritrovai a culo a
terra.
- Ma che diavolo ti
è preso?- chiesi al ragazzo che mi aveva
buttato giù dalla sedia. Aveva un’aria
familiare-
Indossava
una felpa
scura, con il cappuccio tirato sulla testa, un paio di jeans scuri e un
paio di
occhiali da sole sul viso. Il ciuffo biondo gli ricadeva degli
occhiali, aveva
delle labbra rosee e sottili e due fossette ai lati della bocca che
incorniciavano il tutto.
- Scusami davvero,
non volevo, solo che quegli idioti dei miei amici mi hanno spinto non
so per
quale motivo. Scusami davvero- disse cercando di scusarsi,
mai io stavo
pensando a dove lo avevo già visto.
- Non ti
preoccupare – dissi e mi aiutò ad
alzarmi.
- Se non fosse per
quei rincoglioniti dei miei amici non ti sarei venuto addosso-
si scusò ancora
una volta, si girò in cerca dei suoi amici, che a quanto
pare si erano
dileguati.
- Bene mi hanno
scaricato- e alzò gli occhi al cielo
- Se non vuoi
magiare da solo, perché non ti siedi con me? Tanto anche a
me la mia amica mi
ha lasciato da sola quindi … -
- ok-
Passammo
tutto il
tempo a parlare e scoprimmo che avevamo molte cose in comune. Alla fine
della
cena ci fu un battibecco su chi doveva pagare e vinse lui la scusa sul
fatto che
volava scusarsi per il fatto di essermi venuto addosso.
Usciti
dal
ristorante, decidemmo di
fare una passeggiata
e continuammo a parlare.
- Che ne dici di
vederci qualche altra volta?- mi chiese con un sorriso
- Si perché no,
sarebbe bello- ricambiai il sorriso
- Allora passami il
tuo telefono- estrassi il telefono dalla borsa e glielo
passai
-tu passami il tuo-
e mi allungò il telefono.
Come
sfondo c’era
la foto di un piccolo maialino che assomigliava tantissimo a Yuma, il
maialino
del fratello di Kendall. “No non può essere
lui” pensai e poi scacciai il
pensiero che il telefono che avevo in mano fosse del mio idolo.
Composi
e salvai il
mio numero e poi ci ricambiamo il telefono. Ci salutammo e continuai a
stare un
po’ in giro, entrai in qualche negozio e poi feci la spesa.
Arrivata
a casa,
sistemai la spesa. Quando mi ritrovai con niente da fare, salutai il
mio
bellissimo ma soprattutto comodissimo divano e mi ci stravaccai sopra
Yes I may meet a million pretty girls that know
my
name
But don’t you worry, cause you have
my heart
It ain’t easy to keep on moving city
to city
Just get up and go
The show must go on so I need you to be strong
Estrassi
il
telefono dalla tasca dei pantaloni.
- Pronto?-
- Sono il tipo che
stamattina ti è venuto addosso qualche ora fa-
mi rispose la persona al altro
capo del telefono
- Oh
ciao , scusa
non avevo guardato chi era-
- non ti
preoccupare … mi chiedevo … se ti andrebbe
… di fare … un … picnic insieme
…
-chiese lui con voce tremolante
- Sarebbe
fantastico. Dimmi dove e quando e mi faccio trovare li
–
- Facciamo alle
otto davanti alle ristorante di stamattina –
- ok a dopo-
-A dopo-
Mancavano
ancora
due ore , ma decisi comunque di andare a prepararmi.
Feci
una doccia, mi
asciugai i capelli e mi posizionai davanti all’ armadio.
Stavo
provando
tutti i vestiti che avevo ma non riuscivo a decidermi. Non sono mai
stata una
di quelle persone che prendevano la prima cosa che gli capitava fra le
mani e
se ne fregava di come sta. Io sono tutto il contrario. Io Ho paura di
cosa
pensa la gente di me, di che impressione che io
possa dare. Annabeth dice che non ho bisogno del giudizio
delle persone,
che ho un bel corpo, che secondo lei la devo smettere di preoccuparmi
degli
altri. Ma io non ci riesco, non ho abbastanza autostima come lei.
Adesso
avevo
addosso un paio di pantaloni neri e sto cercando qualcosa nel casino
della mia
camera.
Cercai
fono a
quando non mi capita fra le mani una
canottiera rossa con sopra disegnati dei baffi, ci abbinai delle
ballerine nere
della Converse. Prendo la borsa, ci misi il necessario, mi misi il
giubbotto,
le cuffiette nelle orecchie e uscii.
Dopo
una ventina di
minuti, arrivai ma non lo vidi e cosi mi misi ad aspettarlo.
Qualcuno
mi tolse
una cuffietta, - Andiamo
?-
- Ah ciao … certo
andiamo- gli dissi sorridendo. Mi portò alla
sua macchina e ci mettemmo in
marcia.
Durante
il
tragitto, mi appoggiai al finestrino e mi misi a guardare il ragazzo
che stava
alla guida.
Qualcosa
di quel
ragazzo mi faceva pensare che lo avevo già visto da qualche
parte. I capelli
biondi, il suo modo di vestirsi stile retrò , di comportarsi
così sfacciato ma
anche un po’ timido, li avevo già visti.
-Vuoi una foto?- mi
disse riportandomi alla realtà
-ah? Ehm no è che
stavo pensando che è strano coprirsi così tanto
quando fuori ci sono forse 27°
C-
- è un’
abitudine
quindi non ci ho fatto caso quando sono uscito- rispose e
ritornò il silenzio
- mi sono anche
accorta che non ci siamo ancora presentati-
- In questo caso …
piacere sono Francis - disse rivolgendomi un sorriso
- Io sono Sara –
ricambiai il sorriso
-Italiana ?-
- Italoamericana
per la precisione, italiana da parte di padre –
- Deve essere bella
l’Italia. Ho sempre voluto andarci.-
- Anche se non ci
ritorno da due anni, non me la ricordo molto bene –
- Siamo arrivati-
disse Francis fermando la macchina. Come farebbe un gentiluomo, mi
venne ad
aprire la portiera e facendomi scese.
Eravamo
sulle
colline dove c’è la scritta Hollywood, che proprio
dietro di noi, la vista di
Los Angele illuminata di notte era cosi meravigliosa che sembrava di
essere in
una favola. Era davvero bello.
Quando
mi ricordai
che non ero sola, mi girai verso Francis e gli feci un sorriso che
andava da
una parte all’altra della faccia.
- Mi hai davvero
portata qua o sto solo sognando ? –
- si ti ho portato
davvero qui, perché non ti piace?-
- se non mi piace? Io
amo questo posto! È magnifico- questo fece
comparire sul suo viso un sorriso
come quello che avevo io.
Dal
cofano Francis
tolse una tovaglia e un cestino, mi avvicinai ad aiutarlo ma lui si
rifiutò.
Soffiava
un
venticello fresco, anche se avevo il giubbotto, tremavo, e Francis se
ne
accorse allora mi diede la sua felpa.
Profuma
di
cannella. Francis rimase a maniche corte e con gli occhiali. Secondo me
non ci
vedeva niente.
- Ma ci vedi con quegli
occhiali da sole ?- gli chiesi incuriosita
- Poco ma non mi
interessa- disse facendo le spallucce
- Di togliteli
almeno ci vedi meglio- insisto io
- No lascia stare-
- Se non te li
togli tu, vuol dire che te li tolgo io – dico.
Mi avvicino a lui,
prendo gli occhiali per le stanghette e
glieli tolsi. Avevo due fantastici occhi verde prato.
- Visto che senza
occhiali da sole si vede meglio?- sorrisi
- Avevi ragione,
adesso posso vedere quanto meravigliosa tu sia- a quelle
parole arrossii e
abbassai la testa. In quel momento il mio cervelli si attiva e collega
tutto. Solo
adesso capisco chi ho accanto-
- Oh Mio Dio! Non ci
posso credere! – Porto le mani alla bocca e
faccio un passo indietro
- Cosa è successo?-
- Tu sei Kendall Francis
Schmidt!- dico tutta emozionata. Il mio idolo mi aveva
chiesto di uscire! Ancora
non ci posso credere.
- No ti prego non
un’altra volta! – disse lui alzando
gli occhi al cielo
- in che senso “non
un’altra volta” ?-
- le ultime volte
che sono uscito con delle ragazze, appena hanno scoperto che sono
famoso anno
iniziato a chiedere un favore e poi un altro e un altro ancora,
approfittandosi
di me e della mia fama. Non sopporto li sopporto più questi
approfittatori-
- Kendall - mi
sedetti davanti a lui – io
non sono una di quelle che approfittano delle
persone per scopi personali. Mai lo sono stata e mai lo
sarò, te lo prometto –
Lui mi sorrise, mostrandomi quelle fossette che amo tanto.
Passammo
il resto
del tempo a parlare e a scherzare. Eravamo sdraiati sulla tovaglia, uno
vicino
all’altro, quando nel cielo sopra di noi apparve una stella
cadente.
- Esprimi un
desiderio!- dicemmo io e lui all’unisono e ci
mettemmo a ridere.
- Prima tu –
disse
Kendall, chiusi gli occhi e espressi il desiderio. Quando riaprii gli
occhi, la
stessa cosa fece Kendall, il quale si girò verso di me
– Che cosa hai
desiderato?-
- Se te lo dico poi
non si avvera-
- Ma io sono
curioso , voglio saperlo- disse facendomi gli occhi da
cucciolo.
- Dai non farmi gli
occhi da cucciolo tanto non te lo dirò comunque-
risi, mentre lui mi fece il
broncio. Mi misi a sedere e mi voltai verso di lui. Cercando di fargli
spuntare
un sorriso, feci una mossa e non so come,mi ritrovai sopra Kendall, con
il suo
viso a qualche centimetro dal mio. Il mio cuore batte
all’impazzata, sento
brividi in tutto il corpo,e non credo siano per il freddo. I Nostri
respiri si
mescolarono, il suo profumo mi pervase le narici. Mi accorsi della
posizione in
cui ci trovavamo, arrossii e mi tolsi immediatamente, rimettendomi al
mio
posto.
Dopo
un po’
appoggiai la testa sulla sua pancia e Kendall iniziò a
giocare con i miei
capelli.
Non ci
volle molto
che mi addormentai
Ciao belle <3
si sono ancora viva e mi dispiace moltissimo per non aver pubblicato il capitolo prima
anyway mi sono dimenticato l'angolo della scrittice nel altro capitolo e per ciò lo faccio qui :)
Allora in questi due capitoli ne sono successe di cose ... Annabeth scopre James e si trasferisce a Londra dal fratello, dove Louis la bacia... chi sa se i due si metteranno insieme?? magari titemelo nelle recensioni
E Sara ?? beh dopo un'incidente ottiene un'appuntamento da Kendall!!
Ultima cosa e poi mi tolgo da mezzo
grazie ancora per le recensioni che lasciate ad ogni capitolo, non sapete quanto mi rendete felice
e graze anche a chi ha messo la storia fra le preferite, seguite e/o ricordate
e un ringraziamento speciale a RUSHERINA_GIRL
e vi consiglio di leggere la sua storia è davvero bella , se la volete leggere cliccate sul suo nome .
Adesso me ne vado definitivamente
Al prossimo capitolo e recensite , voglio sapere cosa ne pensate
Peace