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Autore: Artemis97    26/01/2014    2 recensioni
Dal testo:
Quando tutto ciò in cui credi crolla …
Quando le maschere cadono …
Quando il cuore smette di battere …
Quando la tua realtà scompare …
Come andrai avanti? A cosa ti reggerai? Quale sarà la tua verità?
Guarda: un agguato ti è stato teso.
Senti: il gelo della morte ti avvolge.
Capisci: il tuo cuore ha smesso di battere.
Harry Potter è un Principe Oscuro, Lily e James sono vivi. Cosa succederà?
P.s.
Anche se l'argomento può essere stato già trattato da molti autori voglio avvisare che questa storia sarà molto diversa dalle altre.
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Il trio protagonista, James Potter | Coppie: Draco/Harry, James/Lily
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Alcune ferite scompaiono, altre diventano cicatrici,
Altre invece continuano a sanguinare … per sempre …

Capitolo 5
Odio e amo

“Ma che cazz” fu il raffinato pensiero di Harry Potter quando, comparso dal nulla, piombò sulla propria lapide rompendola in due.
Naturalmente il dolore che assaggiò al fondoschiena fu intenso tanto da farlo bestemmiare in latino. Si, conosceva quella lingua morta, tutta colpa di sua madre.

“HARRY!” gli giunsero una cacofonia di voci che quasi riuscirono a stordirlo più dell’atterraggio orribile.

“Harry quante sono queste?” chiese una voce che conosceva bene, Hermione, e che era preoccupata.
Delle dita gli furono sventolate davanti agli occhi “tre” gracchiò scostandole di malo modo e sbattendo le palpebre per schiarirsi la vista.

“Amico, aspetta, ti aiutiamo noi ad alzarti” dichiarò Ron afferrandolo per un braccio mentre Neville prendeva l’altro e lo tirarono su. Quando il moretto riprese equilibrio lo lasciarono restandoli però accanto per sicurezza, inoltre Neville estese su di lui la barriera per proteggerlo.

“Aw ragazzi, ho fatto un incubo -iniziò a parlare il moretto dagli occhi verdi mentre con lo sguardo vagava intorno a se prima di andarsi a posare sul gruppo di mangiamorte e auror poco più in là- e credo di starlo ancora facendo” 

“Harry ce l’hai fatta! Hai trovato il modo di portarci tutti di qua! E-” 
“Voldemort ha un naso” proferì sconvolto Harry interrompendo un’eccitata Hermione.

“Cosa?” chiese Neville credendo di aver capito male
“Cosa?” ripeterono increduli gli altri

“Voldemort ha un naso! Ed è anche umano!” ribadì Harry Potter.
“Certo Harry che è uma-ahhh!” si arrestò a metà frase Ron sgranando gli occhi e anche gli altri due si accorsero di quel minuscolo *si fa per dire, eh!* dettaglio.

“Per Merlino e le sue mutante a pois rosa -continuò Harry, gli altri tre suoi amici lo guardarono aspettando un’altra grande rivelazione- ma Voldemort è inutile anche qui! Non ha ammazzato i Potter e Silente neanche ora che li ha a tre passi di distanza! Ma che razza di Signore Oscuro è? Persino la Weasley femmina saprebbe fare di meglio! E io mi riferisco a mamma Weasley, quella ci metterebbe tutti sotto regime alimentario ferreo e votato ai vegetali e …” 
“Amico ma stai bene?” interruppe lo sproloquio Ron seriamente preoccupato. Harry non aveva mai parlato in quel modo poco cauto e quasi grifondoro.
 
Il moretto fece una smorfia e solo allora gli occhi dei presenti, che si erano persi in quel ciarlare, caddero sul punto del petto che il ragazzo si stava reggendo. Harry spostò un poco la giacca per far vedere agli amici la sua ferita e spiegò “sono stato colpito con il Septumsempra e ho perso molto sangue. Poi devo avere la febbre e sto probabilmente …  sicuramente delirando” si corresse e annuì ripetutamente il ragazzo moro.

Harry si sentiva veramente stanco, da quando era uscito dalla ‘culla della vita’ la ferita aveva ripreso a sanguinare. Sentiva che, non soltanto gli stava sfuggendo la sua linfa vitale, ma anche la sua forza magica, non riusciva a controllarla e non era mai un bene.
Sapeva che non doveva chiudere gli occhi, sapeva che non doveva abbandonarsi al dolce oblio, ma lo fece.

‘Però Vita poteva guarirmi, che gran bastardo’ fu il suo ultimo pensiero prima di cedere alle tenebre accoglienti.

Ron e Neville lo presero appena in tempo evitandogli un’altra caduta a terra.
Hermione si fiondò da lui applicando incantesimi curativi non verbali per un primo pronto soccorso.

“Ho fermato l’emorragia, ma dobbiamo trovare una medi-strega” affermò la ragazza riccia guardando preoccupata il moretto e accarezzandogli la fronte per avvertire la temperatura “ha la febbre alta, la ferita deve essere infetta” suppose cercando di mantenere la calma, in situazioni del genere perderla vuol dire soltanto una cosa: essere sconfitti. No, Harry aveva insegnato loro a non smarrire la ragione anche sotto Cruciatus, loro avrebbero affrontato la situazione al meglio e con CALMA.

Con quella parola stampata in mente si rivolse a Madam Chips. 

(La medi-strega era lì per supportare Lily e James nel lutto e ora ciò a cui stava assistendo aveva dell’incredibile!) 

“Madam Chips! Per favore, lo guarisca! Per favore!” pregò Hermione guardandola negli occhi, la donna provò una stretta al cuore vedendo la disperazione della ragazzina, ma non sapeva se poteva fidarsi …
“Per favore” continuò Hermione con gli occhi lucidi, non potevano perdere Harry, non potevano! Harry era il loro leader, il loro migliore amico, era colui che aveva creato quel gruppetto. Non poteva andarsene, non doveva!

Ron dovette mordersi la lingua, non voleva che una sola persona di quel miserabile mondo toccasse il suo migliore amico. Quei tipi assomigliavano fin troppo a quelli del loro mondo, a quegli esseri insensibili …

Madam Chips, la medi-strega del loro mondo, era una donna che godeva nell’infliggere dolore. Alcune volte, quando non aveva pazienti, avvelenava il cibo, ma anche allora moltissimi alunni preferivano andare a lezione con la febbre a quaranta piuttosto che entrare nell’infermeria che poteva essere tranquillamente paragonata all’anticamera dell’inferno.
Per questo Ron dovette fare un semplice ragionamento: se la loro Madam Chips era una medi-stronza, quella di quel mondo doveva essere buona. Questo per la semplice regola delle dimensioni parallele, sono uguali in alcune cose, ma diverse in altre. 
Esistevano sempre le stesse persone, ma erano buone o cattive, dipende dai casi.

Perciò, quando la medi-strega finalmente si avvicinò per curare Harry, la lasciò fare non interferendo, però rimase sempre accanto al suo amico. Non si fidava totalmente.

“L’incantesimo che lo ha colpito è oscuro e pericoloso, può avergli danneggiato qualche organo interno. Dobbiamo trasferirci in un altro luogo, devo esaminare meglio la ferita con i miei strumenti” dichiarò dopo una prima occhiata l’infermiera, Hermione annuì concorde. 

“Andremo ad Hogwards e -” 
“Hogwards no!” intervenne fermo Neville interrompendo Madame Chips, la donna lo guardò sorpresa.
“Non andremo in luogo dove saremo accerchiati da pipistrelli umani -chiaro riferimento a Severus Piton- professori impiccioni, bambocci che non sanno farsi i fatti loro e per di più un vecchio di merda che sembra sapere sempre tutto su tutti!” chiarì Ron irritato, oltre le ragioni spiegate però ce ne erano delle altre: non sarebbero mai andati in un luogo dove Silente avrebbe potuto controllarli, non sarebbero mai andati in un luogo che, con tutte quelle protezioni e incantesimi, avrebbe potuto imprigionarli.
Anche se non lo disse, quel fatto fu chiaro per tutti.

“Andremo a Riddle Manor” asserì Voldemort provocando sguardi sorpresi, Ron si chiese se fosse sordo: aveva appena lasciato intendere che non sarebbero andati in luoghi dove potevano essere controllati e lui proponeva Riddle Manor?

“Andremo a Riddle Manor -ripetè Tom guardandolo come se fosse una mosca fastidiosa- quella è la casa ed il posto a cui spetta mio figlio Harry” 

“Tuo figlio?” ripetè incredulo Ron mentre Hermione analizzava le informazioni velocemente per trovare una soluzione.

“Non andremo a Riddle Manor, Voldemort! Harry verrà con noi a Potter Manor, siamo noi i suoi genitori!” intervenne infuriata Lily e da lì si scatenò il caos.

Beh erano più preoccupati su dove sarebbe andato Harry che sul bisogno di guarirlo, considerò Neville amareggiato e scandalizzato. Che bella famiglia!

“No, infatti. Non andremo a Riddle Manor -iniziò Hermione azzittendoli, però interruppe gli ormai festanti Potter dalla notizia per dire: -noi andremo a Grimmauld Place” questo si che gelò quelli dell’ordine della fenice: quel luogo loro lo avevano utilizzato un paio di volte per le loro riunioni, ma poi lo avevano lasciato, persino Sirius lo evitava ed era il luogo dove aveva vissuto da giovane! La causa era il ritratto della madre di Sirius, i vari trucchetti di magia nera sparsi qua e là e la stessa magia oscura che impregna l’aria per non parlare dell’elfo pazzo! 

“Mio figlio non si allontanerà di nuovo da me” dichiarò irremovibile Voldemort e per una volta si ritrovò d’accordo con i Potter che dichiararono che Harry non si sarebbe allontanato da loro. Almeno avevano la stessa linea di pensiero per qualcosa.

“Il giovane sta rischiando la vita e voi ciarlate di cose inutili!” li riprese aspra Madame Chips ormai entrata in modalità infermiera, le sue parole smossero i presenti.
“Vada per Grimmauld Place” sospirò Sirius Black.

“La tregua, a questo punto, viene allungata a tempo indeterminato. Sei d’accordo Tom?” chiese Silente con gli occhi scintillanti. Riddle annuì ignorando volutamente il fastidio che aveva sentito nel venir chiamato con quel suo nome babbano, non era il momento. Harry aveva la precedenza.

*

Quando Harry si risvegliò capì subito di trovarsi in un letto, il materasso era morbido e il calore delle coperte sembrava abbracciarlo. 
Ricordava vagamente di essere sven- no, che brutta parola era quella! Lui non era svenuto, altrimenti sembrerebbe una donnicciola! Ecco lui aveva perso semplicemente conoscenza, così andava meglio.

Aveva poi degli sprazzi di ricordi in cui si svegliava e gli venivano date delle pozioni rimpolpa sangue, o almeno Hermione avevano detto che erano quelle anche se, avendo visto Madame Chips accanto a se, lui ne dubita.
Ma cosa ci faceva Hermione con Satana Chips, o medi-stronza come era stata ‘gentilmente’ chiamata dai suoi compagni di dormitorio e da tutti gli altri poi, e perché aveva una brutta sensazione come se stesse per affrontare una delle peggiori prove della sua vita?

Si alzò e trasfigurò l’orribile pigiama oro e verde con dei jeans neri e una maglietta a maniche lunghe verde smeraldo, simbolo della sua anima di serpeverde. A casa la indossava soprattutto per irritare suo padre appena prima di uscire così la mostrava e si volatilizzava evitando le maledizioni del genitore, ah che bei ricordi quelli! I momenti senza essere oggetto di cruciatus e in qui pungolava James Potter …
Trasfigurò anche le pantofole accanto al letto creando un paio di scarpe da ginnastica con rifiniture smeraldine, una volta finito si rivolse verso lo specchio nella stanza e si sistemò. I serpeverde dovevano sempre apparire al meglio.
Non trovò la sua bacchetta, quel fatto non gli piacque per niente. Doveva trovarla, sentiva come la mancanza di una parte di se importante. Era come essere menomato.

Uscì dalla stanza con circospezione e scese le scale. Si ricordava perfettamente di quella casa poiché Bellatrix lo aveva portato lì un paio di volte insegnandoli l’ubicazione esatta e poi lui fece conoscere quel luogo anche ai suoi migliori amici, quella casa era stato un luogo sicuro. Solo Bellatrix andava lì qualche volta, Sirius Black invece evitava quel luogo come se mettendoci piede la peste lo avrebbe assalito.

Bellatrix era stata la moglie di Sirius Black per un breve periodo, quel che bastava per essere definita ufficialmente la sua madrina. Harry semplicemente l’adorava, era stata l’unica adulta in cui aveva mai riposto fiducia e lei … lei era morta. Era stata colpa di James Potter, pensò con rabbia stringendo i pugni, Bellatrix aveva provato a portarlo via a quella sua ‘famiglia’ ed era scomparsa. Potter senior non aveva perso tempo e lo aveva tormentato con frasi cattive e prive di moralità: “lo vedi che non c’è nessuno che ti vuole bene? -diceva- sei davvero un piccolo mostro se persino Bellatrix ti ha voltato le spalle.” 
Ma lui aveva fiducia nella donna, l’unica persona che lo aveva abbracciato, consolato e asciugato le sue lacrime prima che fossero i suoi amici a farlo. 
Lui aveva desiderato il suo ritorno, lo aveva sperato con tutto il cuore e poi … era stata ritrovata … in un canale. 
“Morta da giorni” aveva sentenziato un medi-mago con sguardo cupo.
Non era stato quello a spingerlo a pensare che fosse opera di Potter, nonostante questi si fosse opposto alla donna perché non voleva che lei gli portasse via il suo giocattolino, ma come ne parlò lui.
“Quella Bellatrix, piccola pazza, pensava davvero di portarti via da me, dalla tua famiglia?! A quanto pare però -ridacchiò- il destino non voleva che ci separasse, non sei felice eh, mio piccolo Harry?” 

Ritornò al presente quando sentì una voce chiamarlo, si voltò solo per essere travolto da un Hermione sollevata.
“’Mione stai bene? State tutti bene?” chiese il moretto un po’ preoccupato.
La riccia annuì felicemente allontanandosi un po’ da lui “sì, non siamo feriti però …” esitò la ragazza arricciandosi una ciocca di capelli.
“Però?” la incoraggiò lui.
“HARRY!” gridò qualcun altro e fu avvolto da un paio di braccia che lo stritolarono.

Era come essere avvolti da un calore materno … Bellatrix, era come se Bellatrix lo stesse abbracciando e per un attimo credette che fosse lei, la sua adorata madrina, però si ricredette quando sentì il profumo della donna: cocco. Bellatrix odiava il cocco.

“Harry sei … sei davvero tu figliolo?” chiese una voce che conosceva bene
“Harry, Harry sei tornato” affermò una voce che conosceva altrettanto bene e per questo entrò immediatamente in modalità di combattimento.

Spintonò la donna che, presa alla sprovvista, lo lasciò andare, poi agilmente riuscì ad allontanarsi rimanendo in guardia.
“Quel tuo ‘però’ Mione riguarda per caso loro?” chiese ironico osservando attento Lily Potter che prima lo stava abbracciando, Silente e James Potter.

“Le cose sono più complicate di così” sussurrò Hermione perfettamente udita però da Harry che inarcò un sopracciglio scettico.
“Perché temo che presto avrò mal di testa?” disse ironico.

“Caro ragazzo perché non ci calmiamo un po’? Siamo in famiglia dopotutto” cercò di farlo sciogliere un po’ Silente, ma il giovane Potter non ne voleva sapere.
“Non sono il suo ‘caro ragazzo’, forse la vecchiaia le sta giocando brutti scherzi” dichiarò aspro.
“Esatto figlio mio” lo appoggiò qualcuno che riconobbe come Tom Riddle.
“Figlio mio?” il sopracciglio quasi arrivò all’attaccatura dei capelli tant’era sollevato.

“Hermione?” Harry guardò la ragazza come se fosse l’unica sana in una casa di pazzi dopo di lui chiaramente.
“Forse è meglio se ci sediamo” propose lei e lui annuì andando in salotto alzando delle barriere intorno al suo corpo, non si fidava per niente e voltare le spalle al nemico senza una qualunque protezione era da pazzi.

Giunse in salotto subito seguito dagli altri, si sedette sul divano con nochalance e ‘Mione si accomodò accanto a lui. 
“Neville e Ron?” chiese Harry facendo fluire più magia nelle sue barriere che avvolsero anche la ragazza che ne aveva già di proprie, ma la prudenza non era mai troppa.
Come chiamati dal nulla emersero i due ragazzi sopraccitati che si appostarono vigili, Neville vicino ad una porta, Ron vicino ad un’altra. Le mani rilassate accanto ai fianchi ma pronte a lanciare incantesimi sia verbali che non.

“La mia bacchetta Hermione?” chiese Harry sicuro che l’avesse lei e, infatti, la ragazza gliela passò. Una volta riavuta tra le mani, Harry si sentì completo. La sua bacchetta speciale, forgiata con un frammento della sua anima, il suo primo e ultimo
Horcrux creato accidentalmente mentre uccideva Walburga, la madre di Sirius Black. Ma quella è tutta un’altra storia, le vostre orecchie non sono ancora pronte ad udirla e forse non lo saranno mai.

“D’accordo signori, è il momento di chiarirci” proferì Harry mentre nella sua mente si delineò un pensiero orribile ‘oddio, sono un serpeverde, ma sto per dire la verità. Chissà dove andremo a finire se si continuerà di questo passo’ lo archiviò in un angolo della sua mente, lo avrebbe approfondito più tardi.

“Harry aspetta, ci sono mangiamorte e membri della fenice in giro per casa. Non è un luogo sicuro” lo interruppe Ron scusandosi per l’intromissione con uno sguardo che Harry ricambiò comprensivo, il moretto annuì lentamente.

“Bene, a questo punto alcuni incantesimi silenzianti sono d’obbligo. Volete che ci sia qualcun altro nella stanza o si può chiudere?”

“As-aspetta! Dobbiamo chiamare Sirius e Remus! Oh saranno così contenti di vederti!” rispose Lily alla domanda di Hermione.
“A questo punto io chiamo Piton, i Malfoy e i Lastrange” proferì Voldemort che, di certo, non voleva trovarsi in una stanza con tanti Auror. Non gli temeva, ma se la cosa si risolveva in uno scontro lui poteva contrastare Silente e mentre combatterò il vecchiaccio, i Potter e gli altri non ci avrebbero pensato due volte prima di lanciare la maledizione che uccide.

Pochi minuti dopo nella stanza fecero la loro comparsa Narcissa Malfoy e Lucius Malfoy -Harry trattenne il verso di disgusto che gli stava salendo in gola alla sua vista, era colpa sua se era stato costretto ad uccidere Draco!- Severus Piton -stavolta fu un conato di vomito ad essere soffocato, quell’uomo gli faceva ribrezzo quanto o più di suo padre James- poi naturalmente comparvero Lupin e Black -due persone che lui voleva ghigliottinare personalmente- e infine i coniugi Lastrange. Alla vista dei due il moretto rimase sconvolto, non tanto per l’uomo, ma per la donna che lo accompagnava. Capelli neri indomabili, fisico snello, tacchi alti, vestito aderente e quegli stupendi occhi neri come l’ebano diversi da quelli che ricordava perché patinati da una vena di … follia?
Comunque sia Bellatrix si ergeva accanto al marito, appena lo vide i suoi occhi si illuminarono e per un attimo, solo per poco, Harry si concesse il lusso di pensare che quella fosse la sua Bellatrix, la sua adorata madrina. La donna che gli leggeva le fiabe, che lo metteva a letto e che aveva cercato di portarlo via dalla sua famiglia orribile. La donna che era morta per amor suo. 

Ma guardandola negli occhi si riprese, quel velo di follia non era presente sulla sua Bellatrix, lei non era la sua madrina. 
Era, però, così difficile dividere le due figure che si ritrovò ad amare e ad odiare quella donna. Il solo vederla gli faceva male al cuore, era così simile a Lei!, e la testa gli doleva, la mente gli ordinava di non cadere in stupidi tranelli, quel suo affetto per Bellatrix Black avrebbe potuto portarlo alla morte a causa anche di una semplice trappola.

Gli venne in mente, chissà perchè, una poesia di un babbano che aveva letto molto tempo addietro. 

Essa recitava:

Io odio e amo. Perché, forse mi chiedi, fai così?
Non so, ma sento che ciò avviene, e mi tormento.


Distogliendo la sua attenzione dalla donna si osservò intorno gettando fugaci sguardi. Capì che stavano tutti aspettando una sua parola.
Il suo cuore, ricoperto di cicatrici e ferite ancora sanguinanti, si strinse. La sua storia non gli piaceva e non gli piaceva neanche raccontarla. Era così umiliante dover ammettere di essere stato così debole da aver dovuto sopportare le cruciatus di suo padre! 
Poi pensò che non era costretto a narrarla, se fosse stato abile avrebbe sviato l’argomento e infondo non voleva dare ‘armi al nemico’ per ferirlo in qualche modo. Non aveva intenzione di raccontare la sua storia personale a Voldemort, ne ai mangiamorte e tautomero a Silente e i suoi allegri compari! 

“Prima di tutto voglio un giuramento magico: le informazioni che potrete ricavare da questa stanza non dovranno essere divulgate, potreste anche parlarne tra di voi, ma solo quando c’è l’assoluta certezza che nessuno stia ascoltando.”

Voldemort e i mangiamorte erano abituati ad un simile comportamento serpeverde e lo ritennero rassicurante, ma non per questo non valutarono attentamente le sue parole.
Al contrario, Silente e i suoi, un poco si scandalizzarono a quel modo di fare freddo e circospetto.

“Harry perché mai non dovremmo parlare di quello che scopriremo? Sei tornato dalla morte, tutti vorrebbero sapere come hai fatto!” ribatte innocentemente Sirius.
“Non prenderti troppa confidenza cane pulcioso! Io sono Potter per te, nient’altro” anche se dispiaciuto per quella risposta sgarbata, Sirius si ritenne un po’ sollevato che il suo figlioccio si fosse definito un Potter e non un Riddle, Tom invece si sentì oltraggiato e confuso oltre misura.

“E io non sono mai morto” continuò Harry ignorandoli. Il moretto si era fatto già da prima un ragionamento secondo il quale loro lo credevano defunto, avrebbe potuto sfruttare la situazione, ma da come si erano messe le cose lui avrebbe dovuto avere a che fare con Tom Riddle, non sapeva se sarebbe riuscito a ingannare Voldemort quindi era meglio evitare il pericolo. Non sapeva quanto erano forti in quel mondo.

“Allora il giuramento?” richiese Hermione riportando la conversazione sul giusto binario.
“Aspetta! -interruppe ancora Sirius, Harry aveva voglia di lanciargli un Avada: era più maleducato che nel suo mondo? Non poteva stare zitto per almeno due minuti di fila?- Se non potremo parlarne con gli altri, cosa diremo ai Weasley, i Paciock e ai Granger? I loro figli sono appena ritornati, come possiamo non dirgli come?”

“E cosa dovrebbe importarmi?” ribattè il moretto senza scomporsi, ma poi lanciò un’occhiata a Neville, il ragazzo aveva avuto dei buoni genitori. Neville, una volta di tanti anni prima, gli aveva confessato il suo desiderio di averli di nuovo accanto, non poteva fare questo al suo migliore amico.
Con un sospiro si arrese e poi così quei tipi non gli sarebbero stati con il fiato sul collo e non li avrebbero cercati.

“D’accordo, chiamali” concesse Harry e sperò che gli amici lo capissero.

Remus Lupin quando scomparve oltre la porta per andare a chiamare i due genitori fece quasi sfuggire un sospiro di sollievo al giovane Potter. Quell’uomo con i suoi occhi penetranti lo aveva sempre messo in soggezione, cosa che nessuno era mai riuscita a fare.
Il Remus Lupin del suo mondo sembrava leggergli l’anima, capirlo e provare pietà per lui, ma mai una volta si era messo contro suo padre. 
A sua volta Harry provava pietà per il licantropo, sì, sapeva cos’era: suo padre aveva minacciato tante volte di darlo in pasto a Lupin. Harry aveva pietà di lui perché, nonostante avesse una bella mente, sottostava a quello che diceva James Potter.

Sperava solo che questo Remus Lupin non fosse come quello del suo mondo, la mano di Hermione gli andò a stringere la sua in segno di sostegno. Harry ricambiò la stretta chiedendosi in che mondo fossero andati a finire e come fossero diverse le cose lì.


Angolo dell’autrice

Non ammazzatemi, posso spiegare! 
Il ritardo è dovuto ad un problemuccio quasi da niente, più o meno … 
Internet e computer non sono un’accoppiata vincente se si parla del mio, infatti il mio adorato (?) computer aveva deciso di non connettersi più e da qui sono sorti un sacco di problemi. Anche adesso, che finalmente sono riuscita a collegarlo alla rete, va a rilento ù_ù 
Detto questo che ne pensate di questo capitolo? È valuta l’attesa o è orribile?


LaSpacciatrice: sono felice che sono riuscita a incuriosirti e pensa che per Harry e Co. Non è mica finita qui XD

lunadistruggi: già, Harry sarà un po’ giù perché il ricordo del Draco del suo mondo lo tormenterà un po’. avrà il rimpianto di non averlo mai conosciuto come si deve, ma recupererà con il Malfoy di questo mondo ;)

_LadySlytherin_: grazie per i complimenti ^_^ già ci pensa comunque mia sorella a dirmi di essere impazzita, non capisce dove sia spuntata fuori questa storia anche perché, mentre vedevo CSI mi è venuta in mente di crearla -_-” 
Io preferisco pensarla come ad un colpo di genio XD
Alla prossima!

GretaCrazyMarauder: ed eccomi qui, tranquilla mia sorella al momento è troppo presa dalla vita scolastica per potermi dire qualcosa sulla storia -.- 
Grazie per il complimento! E mi fa piacere sapere che la mia storia ti piaccia!

Con questo è tutto, alla prossima!

p.s. grazie a tutti quelli che mi hanno contattata con i messaggi privati e che mi hanno detto, non tanto velatamente, di darmi una mossa ^_^ è anche grazie a loro che ho fatto il diavolo a quattro per trovare il modo di postare … con questo è veramente tutto, al prossimo capitolo. Baci!



  
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