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Autore: Adelhait    08/06/2008    7 recensioni
I ricordi sono come cicatrici. Essi rimangono indelebili nel nostro cuore… …nella nostra anima… Frammenti di un lontano passato Che non tornerà mai più...
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sesshoumaru
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Frammenti di una vita

 

 

Nascita

 

 

 

 

***

I ricordi sono come cicatrici.

Essi rimangono indelebili nel nostro cuore…

…nella nostra anima…

Frammenti di un lontano passato

Che non tornerà mai più.

***

Un leggero vento primaverile scompiglia la candida capigliatura di una persona, ch’è comodamente seduta su di una roccia.

Un giovane guerriero dal viso fiero e regale, su cui spiccano due occhi color dell’oro.

Un colore davvero bizzarro, ma non per la sua razza.

Perché egli non è umano, ma bensì un Inu Youkai, uno spirito errante, un essere immortale.

Sta lì seduto, mentre il vento accarezza la sua veste, ad osservare il lento scorrere del tempo.

Intanto la sua mente ritorna a ritroso nel tempo.

Quante cose ha visto?

Quante cose ha vissuto?

Quante battaglie ha combattuto?

Tante, tante e tante…così molteplici che la mente umana non può nemmeno immaginare…

Socchiude gli occhi, mentre le immagini e le parole riaffiorano dalle nebbie del tempo.

 

eee

 

Ormai mi trascino in questo mondo da molto tempo.

Osservo il lento decadere dell’antica civiltà in cui ero abituato a vivere…una civiltà che non mi appartiene più.

Io, un essere soprannaturale è costretto ad osservare la grettezza e la bruttura umana.

Io che ho visto la luce molti secoli fa, in cui ancora l’uomo temeva la figura dello Youkai.

Ricordo le parole della mia nutrice, quando ero fanciullo.

Rammento il suo fervore, quando mi raccontava il giorno della mia nascita.

La nascita dell’essere perfetto, nato dall’unione di due Taiyoukai.

Due demoni d’alto rango.

Io sono l’erede di una stirpe di guerrieri.

Ricordo, come fosse oggi, quelle parole.

Mi disse che venni al mondo in una notte d’inverno, quando la neve cadeva coprendo tutto e tutto.

La notte era calma e placida, solo il buio e il freddo ne erano padroni, quando il vagito di un neonato ruppe quel silenzio spettrale.

La neve di colpo cessò di cadere intimorita da quella voce squillante, le nubi si diradarono mostrando il simbolo della mia casata… La Luna

Mi disse che mio Padre mi prese in braccio e mi portò fuori degli appartamenti di Madre, mi condusse al centro del maestoso giardino e alzandomi alla Nostra Protettrice disse.

"Questo è il mio degno erede. Colui che prenderà le redini del mio maestoso regno…il suo nome è Sesshoumaru".

Mi strinse al petto e continuò a dire, con voce piena d’orgoglio.

"Il suo nome è sinonimo di forza e violenza…perché lui dovrà sopportare sulle sue spalle la grandezza di queste vaste terre, perché un giorno gli apparterranno. Benvenuto in questo mondo Figlio Mio".

Continuò a raccontarmi di com’era orgoglioso di aver avuto come primo genito un figlio maschio, forte e sano.

Padre voi eravate davvero orgoglioso di me?

Una domanda che mai avrà una degna risposta.

Io crebbi con la convinzione che voi foste orgoglioso di me…del vostro puro demone.

Vi ho sempre ammirato, come, quando da piccolo mi rintanavo nel vostro studio, mentre tenevate una delle vostre tante riunioni di guerra.

Io nascosto dietro un byobu ascoltavo il vostro modo di parlare e di come i vostri subordinati pendevano dalle vostre labbra.

Voi eravate e continuate ad essere un valoroso Generale ai miei occhi.

Rammento di come vi accorgevate della mia presenza e di come mi prendevate in braccio.

"Vedete, mio figlio vuole subito divenire un buon generale, anche se ancora troppo fanciullo per comprendere la difficile arte della guerra".

Guerra…

Già in quel periodo, molti demoni di altri territori attentavano al nostro maestoso regno, ma voi ogni volte con maestria li scacciavate via.

Adoravo ascoltare le fantastiche battaglie che voi mi raccontavate prima di addormentarmi.

"Padre, quando potrò venire anch’io in battaglia?".

Ogni giorno vi ponevo la stessa domanda, ma voi, mettendomi una mano sul capo rispondevate.

"Non aver fretta figlio mio, non aver fretta. Arriverà il giorno in cui entrerai nel campo di battaglia e mostrerai al mondo la tua bravura…non aver fretta".

Aveva ragione, ma io volevo divenire adulto subito per seguirvi in battaglia.

Per questo ogni giorno mi recavo al dojo con il mio Sensei ad allenarmi nell’arte della spada.

Divenivo giorno dopo giorno un vero artista nella raffinata danza di morte.

Eleganza degna di un assassino.

Il mio Sensei era orgoglioso di me e ogni volta mi diceva.

"Mio nobile allievo in voi scorre la linfa vitale di un degno guerriero, presto sarete affianco del vostro Onorevole Padre…statene certo".

Io ero orgoglioso come non mai.

Un giorno corsi da mio padre a chiedergli di portarmi con lui in una delle sue innumerevoli battaglie.

Quel giorno un po’ titubante accettò, ma so che temeva nella mia irruenza giovanile che mi poteva portare a commettere degli errori.

Quella fu la prima volta che uscii dalle mura del nostro Palazzo.

Era iniziata da poca la primavera e noi ci dirigevamo a Sud, ero impaziente di lottare.

Infatti, ogni fibra del mio corpo fremeva, quando sentii sulla mia spalla la vostra forte e possente mano.

Mi voltai e incrociai il vostro sguardo, sorrisi, perché in esso lessi orgoglio.

Sì, quel giorno eravate orgoglioso di me.

Del vostro primo genito.

Finalmente dopo giorni estenuati arrivammo nel luogo dove presto vi sarebbe stata la battaglia.

Io restai nelle retro vie, rimasi deluso di questa postazione, ma voi mi diceste.

"Non posso permettermi ti perderti…resta qui. Vedrai che presto arriverà il tuo turno".

Voi non volevate perdere il vostro erede, giusto Padre?

Mi sentii deluso e frustrato, quando vidi in lontananza un demone di basso rango.

Sorrisi e corsi da lui ero pronto a combattere.

Lottai come meglio potessi, ma lo uccisi.

Sorrisi e provai piacere nel sentire quel liquido caldo, scarlatto, colare dalle mie mani diafane.

Avvicinai il dito indice nella mano destra alla bocca e assaporai il sangue del mio nemico, non provai disgusto, anzi mi piacque.

Mi ritrovai a ridere, quando sentii la voce di mio padre.

"Sesshoumaru".

Mi voltai e lo vidi sorridere.

"Padre avete visto? L’ho ucciso io. Ho ucciso un nostro nemico".

Lui si avvicinò a me, con la manica del suo kimono mi pulì il lato della bocca, dove vi era una piccola macchia di quel sangue.

"Bravo Figlio mio".

Mi lodava, sentii il sangue scorrere veloce nelle mie vene.

"Torniamo a Palazzo".

Annuendo lo seguii.

Quello fu uno dei momenti più belli che trascorsi in Vostra compagnia…

 

eee

 

Sorride sarcastico, mentre riapre i suoi occhi dorati ed osserva il lento scendere del disco solare.

La notte si avvicina, ottima compagna per ricordare momenti piacevoli e spiacevoli della sua longeva vita.

 

Continua.

 

__________________

Piccola agenda:

Taiyoukai: demone di livello superiore.

Youkai: demone o spettro.

Dojo: palestra.

Sensei: maestro.

Byobu: piccolo paravento.

 

Rieccomi a scrivere una nuova storia, non so se risulterà piacevole, ma era da tempo che mi ronzava in testa.

In questa testa bacata XD.

Comunque ringrazio chi leggerà e chi recensirà, un mega bacio.

   
 
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