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Autore: alaskha    26/01/2014    3 recensioni
In quel preciso istante sentii un bracco avvolgermi le spalle: il profumo era inconfondibile, ed il tono di voce suadente al naturale, lo era ancora di più.
“Malik, che diavolo vuoi?” ringhiai, sottovoce.
“Fingi entusiasmo – sussurrò lui tra i denti, mentre sorrideva falsamente – adesso sorridi e saluta con la mano”
Seguii il suo consiglio, stretta dalla morsa del diavolo.
“Ciao amore, ci vediamo presto” disse Perrie al suo dannatissimo baby Zayn.
“Ciao piccola” lui le mandò un bacio volante, ed io faticai a reprimere quei fastidiosi conati di vomito che mi colpivano ogni qual volta manifestassero il loro amore.
“Restate vivi!” urlò Perrie, mentre l’autobus si allontanava.
Io e Zayn continuammo a salutare con la mano, sorridendo come due idioti, abbracciati.
“Ok, adesso togliti”
Lottai contro di lui, cercando di divincolarmi dalla sua presa, ma lui premette ancora di più con il braccio sulla mia spalla.
“Tu non vai da nessuna parte” sussurrò lui, sulle mie labbra.
“Malik, levati, invadi il mio spazio vitale”
“Adesso ascoltami attentamente – non aveva intenzione di allontanarsi – ho giurato a Perrie che ci avrei provato, ad andare d’accordo con te”
“D’accordo, provaci” dissi stringendomi nelle spalle.
“Certo, ma tu dovrai collaborare”
“Costringimi”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Long live all the magic we made
Chapter five - Take me home tour


 
Quello non era semplicemente un appartamento, era il paradiso terrestre, ed io ci stavo tremendamente bene. Non avrei voluto essere in nessun altro posto, per niente al mondo, neanche per un miliardo di sterline spese in barattoli di Nutella. No, ok, forse in quella circostanza sì, ma solo ed esclusivamente per la Nutella.
Hachi sulle mie gambe sembrava pensarla allo stesso modo: quella piccola palla di pelo mi stava riscaldando molto più di quanto non lo stesse facendo la coperta azzurra di Perrie sulle mie spalle. Maledetta bionda dagli acquisti inutili.
Mi portai una manciata di pop – corn con extra burro alla bocca, masticando rumorosamente ed accarezzando dolcemente il piccolo Hachi. Sky Cinema stava trasmettendo ‘Hunger Games’, ed io mi stavo perdendo nella più completa bellezza di Josh Hutcherson, quando sentii la porta del corridoio aprirsi.
Come prima opzione considerai fosse un fantasma, con tanto di sega elettrica pronto ad uccidermi. Ma quando riconobbi i suoi calzini grigi, non me ne curai più di tanto, il dramma venne dopo, quando vidi la sua mise. O meglio, la sua inesistente mise.
Zayn era senza maglietta, portava solamente un paio di pantaloncini blu dei Lakers, ed era più a suo agio di quanto non lo fosse un papavero in un enorme campo di papaveri. Dovrei migliorare con le similitudini..
“Buongiorno” disse lui, stiracchiandosi comodamente.
Probabilmente il mio cervello aveva rallentato la connessione con la bocca, perché le mie labbra rimasero serrate e la voce restò incastrata in gola. Ma lui non sembrò accorgersene, perché continuò a stropicciarsi gli occhi, come faceva ogni volta appena sveglio.
Così mi concessi un’ultima occhiata a quel ben di Dio che erano i suoi pettorali tatuati e volsi nuovamente il mio sguardo su quello schianto di tributo del distretto 12.
Ma sbuffai sonoramente, quando mi accorsi che quel figo atomico di Hutcherson, non poteva assolutamente competere con i pettorali di quello strano tipo che si aggirava per casa mia.
“Hai perso qualcosa? – gli domandai, lasciando che Hachi si arrampicasse su di me – tipo l’indirizzo di casa tua o la consapevolezza che non vivi qui?”
Sentii i suoi passi farsi più vicini, fino a che non lo vidi davanti a me con un pacco di biscotti fra le mani.
“Perché sei così stronza anche il giorno del mio compleanno?”
Io strabuzzai gli occhi, per poi scuotere la testa decisa.
“Oggi non è il tuo compleanno, Bradford – dissi convinta – me ne sarei ricordata”
“Certo, come no” disse lui divertito, accomodandosi affianco a me.
“Vuoi dirmi che oggi è sul serio il tuo compleanno?”
Lui annuì, prendendo Hachi tra le braccia e mettendoselo in grembo, prendendo ad accarezzargli dolcemente la testolina.
“Beh, auguri allora” dissi con gli occhi puntati sulla televisione.
Solo auguri? – mi chiese lui indignato – oggi compio vent’anni e tu ti limiti a dirmi ‘auguri’?”
“Cosa vuoi che faccia? – gli chiesi spostando il mio sguardo su di lui – una danza indiana in tuo onore?”
“Oh no ti prego, è il mio compleanno, dovresti farmi un regalo e non infliggermi una tortura”
Io roteai gli occhi al cielo.
“Guarda che non sei simpatico”
“Io credo di sì – replicò lui con arroganza – e comunque, dato che so che non mi hai fatto alcun regalo, un bacio potrebbe bastare”
Mi girai a guardarlo, scioccata da quella richiesta
“Lo sai che io sono Zafira e non Perrie, vero?”
Lui sbuffò.
 “Valencia, sei davvero intrattabile – mi disse – voglio solo un bacio sulla guancia, niente di quello che credi.. O speri” concluse con malizia.
Io roteai ancora gli occhi al cielo, azione più che abituale in sua presenza, e lo afferrai per il braccio, avvicinandolo a me.
“Vieni qui e facciamola finita”
Gli scoccai un bacio sulla guancia, evitando di fargli presente che avrebbe dovuto farsi al più presto la barba e tornando poi al mio posto, facendo finta di essere concentrata sul film.
“So cosa stai pensando” affermò, tenendo però gli occhi fissi su Hachi.
“A cosa? Sentiamo, oh grande erede di Sigmund Freud”
“Ma come fa ad essere così tremendamente bello anche di mattina?’ – tentò d’imitarmi – e come se non bastasse, che il buongiorno si vede dal mattino – continuò imperterrito – e che in realtà il regalo te l’ho fatto io, chiedendoti un bacio”
“Zayn! Vuoi chiudere quella bocca? – gli urlai scocciata – la tua voce diventa irritante dopo un po’”
Bugia: la sua voce era decisamente uno dei pochi punti a suo favore. Era calda e quando rideva, estremamente divertente. Per quanto non lo sopportassi, mi piaceva sentirlo ridere.
“Vaffanculo, Valencia”
Come non detto.
“Va bene, ok, oggi ti concedo una tregua solo perché è il tuo compleanno” mi aveva fatto tenerezza il suo tono di voce, mentre giocava attento con Hachi.
“Io non te l’ho chiesta” replicò duro.
Era così difficile avere a che fare con superstar arroganti e dalle lune eccentriche di quel genere: Zayn Malik era noto per i suoi frequenti sbalzi d’umore, era estremamente lunatico ed anche eccessivamente bipolare. Quando qualcosa non girava a suo favore se la prendeva con il mondo intero, e se mi aveva a tiro, mi riservava sempre il meglio del meglio del suo carattere problematico.
“Come ti pare, allora”
Restammo in silenzio, il che era raro per quella casa, e soprattutto per noi. Ce ne stavamo seduti accanto sul divano, le mie ginocchia piegate sfioravano leggermente la sua coscia destra e la coda di Hachi, comodamente seduto su Zayn, oscillava facendomi il solletico sul braccio.
In sottofondo c’erano i nostri respiri, le parole di Katniss e Peeta ed, improvvisamente, anche il rumore delle chiavi che girano veloci nella serratura. Nessuno dei due si girò a guardare chi fosse, completamente certi che si trattasse di Perrie.
“No Maxi, il DNA tour è la più grande opportunità della mia vita ed io non vedo l’ora di partire con le ragazze – e infatti Perrie entrò come una furia bionda in casa, lanciando la borsa sul tavolo, scalciando maldestramente gli anfibi bianchi e tenendo il telefono tra la spalla e l’orecchio, mentre parlava con il manager delle Little Mix: Maxi Martinez – ti chiedo solo di togliere quel posto in più, sì lo so che sono stata io a volerlo, ma ora le cose sono cambiate..”
Non sapevo di cosa stesse parlando, ma non le diedi troppe attenzioni, Perrie era fatta così: al posto che una cantante ricordava tanto una di quelle donne d’affari.
“Ti ringrazio molto, ora mi occupo di questi due, ciao Maxi e grazie ancora” spense brusca la chiamata e sbattè una mano sul tavolo, pesantemente.
“Non fate finta di non avermi sentita, sono già abbastanza arrabbiata con voi due, cercate di non aggravare la situazione”
La sentii muoversi dietro di noi, mentre probabilmente si occupava del cibo per Hachi, dato che il cagnolino corse di tutta fretta verso di lei, lasciando soli me e Zayn.
Puntai lo sguardo su di lui, che cercava di capirne qualcosa quanto me, ma non mi guardava: brutto idiota permaloso e testa di cazzo..
“Che ti abbiamo fatto?” chiesi, spegnendo la televisione.
Perrie non era mai arrabbiata, a lei piaceva risolvere tutto semplicemente, non portava mai rancore ed odiava le situazioni complicate. Ma quel 12 gennaio, camminò verso di noi, con il suo vestito azzurro, i calzini bianchi ed uno sguardo omicida da mettere i brividi.
“Hai anche il coraggio di chiedermelo? Io vi demolisco, ragazzi” sibilò lei.
“Amore – cominciò Zayn, appoggiando le mani sulle ginocchia – sono sicuro che di qualsiasi cosa si tratti, la risolveremo, adesso non credi di dimenticare qualcosa anche tu?”
Stava tentando con le sue doti da mediatore bastardo ed ammaliante, con Perrie funzionava, beh certo era la sua ragazza. Probabilmente ne saremmo usciti indenni e vivi entrambi..
“Lo so che oggi è il tuo compleanno, ma non cercare di cambiare argomento – o forse no – il tuo regalo ti aspetta stasera, per cui adesso pensiamo al casino che avete combinato”
Non avevo alcuna intenzione di pensare al regalo che stasera avrebbe aspettato Zayn..
Ci scambiammo uno sguardo confuso, per poi vedere Perrie camminare fino al tavolo, così decidemmo di seguirla. Volevamo capire entrambi che cosa diavolo stesse succedendo.
“Perrie..?”
“Non chiamarmi così!”
“Ma quello è il tuo nome!” replicai, senza sapere che fare.
Mi restituì uno sguardo killer, così tentai di chiudermi la bocca.
“Amore, io non credo che..” provò Zayn.
Ma Perrie sembrava irremovibile, i suoi occhi di ghiaccio lo fulminarono.
 “Zayn, non mi sembra il caso”
Ma di fare cosa? Perrie lo diceva sempre, sempre: ‘non mi sembra il caso’. Nessuno di noi aveva mai capito cosa volesse intendere, forse nemmeno lei per prima. Harry aveva provato a chiederglielo, ma la faccenda si stava concludendo in rissa e così, da quel giorno, evitammo tutti quanti di fare domande.
Vidi la mia migliore amica rovistare nella sua borsa, fino a che non estrasse una copia di Glamour, la sfogliò impaziente per qualche istante e poi la sbattè sul tavolo, alla pagina che finalmente aveva trovato.
“Sapete dirmi cos’è questo?” Perrie era sull’orlo di una crisi di nervi, lo suggeriva la sua voce da pazza.
“Io ed Harry ieri sera?” domandai, spaventata dalla reazione che potesse avere.
E infatti, temetti che con quegli occhi mi avrebbe uccisa. Faceva paura, sul serio, così tanto da farmi indietreggiare.
“Sì, lo vedo, non sono stupida”
“E allora?”
“E allora.. – riprese lei, tentando di controllarsi e non urlare per tutta la casa – guarda che c’è scritto, saresti così gentile da leggere ad alta voce, così che anche il mio ragazzo che si è momentaneamente trasformato in un automa, possa sentire?”
“So leggere” disse Zayn, infastidito da quel commento.
Gli lanciai uno sguardo, e lo vidi concentrato sulla foto che ritraeva me ed Harry: lo ricordavo quel momento, lui mi aveva stretta a sé, ed i nostri sorrisi erano sinceri, non ci vedevo niente di male.
Zafira Lopez, l’inseparabile compagna di Perrie Edwards (voce delle Little Mix), sembra fare coppia fissa con Harry Styles (voce dei One Direction ed idolo delle ragazzine) – lessi ad alta voce il titolo dell’articolo – beh? Che c’è di male?” le chiesi senza capire.
Lei rise, ironicamente.
“Che c’è di male te lo faccio vedere subito, gira pagina”
Feci come consigliato da lei, ed il mondo mi crollò addosso. Rimasi a fissare quelle foto, incredula.
“Non sapevo ci stessero fotografando” ammisi.
“Ma dai?” disse Perrie, retorica.
“Zayn, dato che hai affermato di saper leggere, ci fai la cortesia?” era davvero incazzata, ma davvero davvero tanto. Troppo per i suoi standard.
Lui sospirò, con lo sguardo fisso sulle foto, che riempivano ben due pagine di quella dannata rivista: io e Zayn fuori dal locale, ancora la stessa sera, mentre litighiamo e soprattutto, mentre lo spingo via da me.
Non ne sapevo nulla perché io non leggevo quella roba, il gossip era per i perdenti senza vita, ed io non ero di certo una di loro.
Ma che succede se l’amica non va d’accordo con il bel fidanzato? – lesse Zayn ad alta voce, ed io mi portai una mano alla fronte - maledetti media, io li distruggo” disse poi, arrabbiato a sua volta.
“Continua a leggere” gli consigliò dura Perrie.
“Cosa dirà Perrie di questo spiacevole incontro – scontro tra i due? Una cosa è certa: i panni sporchi si lavano in famiglia, non certo in locali glamour
Concluse, buttando poi sprezzante la rivista sul tavolo e rivolgendo il suo sguardo a Perrie “Cosa vuoi che ti dica? È vero, non sapevamo che ci fossero anche loro
Stava difendendo anche me? Wow, che incredibile progresso..
“A meno che lei non mi abbia teso un inganno..” come non detto, per la seconda volta.
“Zayn, mi spiace deluderti, ma qui non siamo a Gossip Girl”
“A quanto pare sì”
“Chiudi quella bocca, non sai che dici” replicai acida.
Io non so che dico?” calcò molto sulla parola ‘Io’, era talmente presuntuoso che comunque si ritrovava sempre  a pronunciare con enfasi quella parola.
“Sì, tu – alzai un tantino la voce, mentre Perrie si massaggiava irritata le tempie – se non ricordo male sei stato tu a seguirmi fuori! Mi hai praticamente costretta a spingerti!”
“Adesso basta! – urlò Perrie esasperata – ok? Non ce la faccio più!”
Si passò una mano fra i capelli, con stizza e poi guardò entrambi.
“Credete davvero che sia questo il problema? Credete davvero che io mi stia preoccupando della nostra immagine?”
“Come al solito, no?” disse Zayn, con un sorrisetto ironico sulle labbra.
“No Zayn, non si tratta di questo” disse lei, sedendosi e chiedendoci con un cenno del capo di fare lo stesso.
Io la seguii, mentre Zayn rimase in piedi.
 “Non so se voglio ascoltarti ancora”
“È importante”
Rimase a guardarla per un po’, prima di sospirare e spostare malamente la sedia, per poi accomodarsi su di essa.
“Non m’importa di ciò che scrivono sulle riviste di gossip, ragazzi – adesso la sua voce si era leggermente addolcita – voi due per me siete importanti, nello stesso modo, siete le persone a cui tengo di più in assoluto”
“E perché sei arrabbiata, allora?”  le domandai, confusa.
“Perché vedervi litigare sempre mi fa male – confessò sincera – io vorrei che voi andaste d’accordo, che faceste conversazione come due amici e non che litigaste sempre, in continuazione, prendendovi in giro con commenti cattivi”
Zayn scosse la testa, ridendo leggermente, ironicamente. Così Perrie gli prese la mano, e avrei voluto essere stata io a farlo, perché quella era anche colpa mia e toccava a me. Ma quando vidi le dita di Zayn intrecciarsi alle sue, abbassai lo sguardo, un tantino delusa.
“Così ho pensato ad una soluzione” concluse lei, soddisfatta.
“E l’hai trovata?”
“Sì Zafi – odiavo quel soprannome – l’ho trovata”
Zayn se ne stava in silenzio, come faceva nei momenti meno opportuni, così sbuffai e presi in mano la situazione.
 “E quale sarebbe?”
“Partirai con loro per il Take Me Home tour”
Io scossi la testa, sorrisi come se non fosse successo nulla, ignorai il lampo di stupore negli occhi di Zayn e mi rivolsi nuovamente a lei.
“E quale sarebbe?” ripetei, nella speranza che l’avessi solo immaginato, come in uno dei miei peggiori incubi.
Zayn aprì la bocca per dire qualcosa, o meglio per urlare qualcosa, ma poi come preso da un colpo di genio, scosse la testa.
“Silver non lo permetterà”
“L’ha già fatto, in realtà” disse Perrie.
“Cosa?” domandò incredulo Zayn, alzandosi dalla sedia e togliendo subito la sua mano da quella della sua ragazza.
“L’ho chiamato – annuì Perrie – ancora prima di sentire Maxi e ha detto: ‘Perché no, ci farà bene una donna in più in viaggio con noi’” citò testualmente Perrie.
“Cos’ha detto?” Zayn era sempre più stupito, come se si rendesse conto di non conoscere a fondo il suo manager.
Lo vidi appoggiarsi alla parete della cucina, con un sorriso ironico stampato sul volto. Mi fece rabbia tutto quel disprezzo nei miei confronti, anche io non volevo passare tutto quel tempo a stretto contatto con lui, ma non c’era bisogno di fare tutta quella scena. Faceva male anche a me, che ostentavo sicurezza in ogni caso.
“Smettila di dannarti l’anima – gli dissi acida – io non ci andrò Perrie, te lo puoi scordare”
“Vi farà solo bene passare un po’ di tempo insieme” disse lei, tranquilla.
Così io appoggiai le mani sul tavolo, avvicinando il mio viso al suo.
 “Tu sei la mia migliore amica, come puoi farmi questo?”
“Giusto! Cazzo Perrie, pensavo mi amassi – cominciò il pakistano irritato – invece torni a casa incazzata, il giorno del mio compleanno, con questa fantastica notizia?” concluse tutto scuotendo la testa, incredulo.
“Questa non è casa tua – sibilai a Zayn, sempre più arrabbiata – e vai a farti fottere il più presto possibile”
“Solo se tu verrai con me, razza di stronza” mi rispose tra i denti.
“Ho colto una nota dolce?”
“Non succederà mai” replicò con un sorriso sarcastico.
“Lo vedete? Lo state facendo ancora! Lo fate di continuo! Io non ce la faccio più!” sbottò Perrie.
“E credi che mandarmi nove mesi in tour con lui possa migliorare le cose? – sbottai a mia volta contro la mia presunta migliore amica – probabilmente finirò per buttarlo giù dall’aereo!”
“Sarà come commettere un omicidio, Perrie” disse poi Zayn, convinto.
“Non fate i tragici, adesso - disse lei – proprio perché vi amo, voglio che stiate insieme il maggior tempo possibile, e tra un mese partiamo tutti, me compresa, quale occasione migliore?”
“Ma mi avevi promesso il DNA tour” le dissi, a bassa voce, tentando di farle tenerezza.
“Lo so, piccola” mi disse lei, dolcemente, ormai l’incazzatura era passata, ora io e Zayn rischiavamo la morte per altro: appena Perrie si fosse distratta, uno dei due, probabilmente io, avrebbe cercato di uccidere l’altro.
“Ma vedrai che ti divertirai da morire con i ragazzi” concluse lei.
Zayn alzò un sopracciglio scettico.
“E non pensi a me?”
“Zafira è il tuo regalo di compleanno, amore”
La simpaticissima Perrie gli diede un bacio sulle labbra, mentre Zayn scoppiava a ridere “Regalo? No, è una condanna, solo una condanna”
Gli mostrai un medio “Vaffanculo, Bradford”.
 
 
 
 
 
 
 
“È una tragedia, capite?” 
Casa Rosati mi aveva gentilmente ospitata: subito dopo la notizia avuta da Perrie, ero corsa da Jake insieme a Layla. Cioè, non proprio subito dopo..
Prima aveva spinto Zayn sul divano, l’avevo minacciato con l’anfibio di Perrie e lui, per difendersi, aveva pensato bene di tirarmi i capelli. Così l’avevo presa sul personale, l’avevo trascinato per terra e.. e niente, Perrie era intervenuta, tirandomi via da lui. Ma si meritava tutto il male che gli avrei fatto, se non fosse stato per quell’odiosa salvatrice di pakistani in pericolo.
Per cui adesso me ne andavo in giro per la camera di Jake, saltellando da una converse all’altra, nel tentativo di calmarmi.
“E dai, non sarà così male” disse Layla, sdraiata sul letto del nostro amico.
“Non sarà così male? – le domandai, indignata – hai ragione, sarà una vera e propria catastrofe”
“Nah, secondo me starai bene – disse Jake,chiudendo il suo portatile – insomma, i ragazzi sono simpatici”
“Avevo dimenticato della tua cotta per i One Direction” dissi lasciandomi andare sul suo letto, affianco a Layla, che stava ridacchiando.
“Se vuoi vengo con te – disse proprio lei – mi nascondo nel camerino di Louis e ci rimango fino alla fine del tour, semplice”
“Tu sei malata” dissi alla mia amica.
“Io sono malata? Guarda che le ho viste le foto su Glamour!”
“Ah sì? Anche tu? Perrie mi ha fatto una scenata a casa – la informai – insomma, mi stava praticamente addosso, che avrei dovuto fare?”
“Baciarlo?” consigliò Jake.
“Ma sei cretino? – scoppiai a ridere – solo il pensiero mi fa morire dal ridere, sai?”
“E perché mai?” chiese lui curioso.
“Perché noi ci odiamo Jake, se non te ne fossi mai accorto”
Rosati si strinse nelle spalle, continuando quegli assurdi discorsi nella sua testa. Io e Zayn che ci baciamo era la cosa più assurda che la sua bocca avesse mai detto, e ne aveva dette di cose assurdamente stupide, nella sua vita, ma quella le superava di gran lunga tutte.
“E comunque io parlavo della foto con Harry” riprese Layla.
“Ah.. – dissi solamente – siamo venuti bene, no?” improvvisai.
“Certo, benissimo – quel sorriso mi preoccupò – lo sai cosa dicono di voi due?”
“Tante stronzate, come al solito” dissi sdraiandomi sul comodo cuscino di Jake.
“Forse, ma io non vi vedo male insieme”
“Io ed Harry siamo solo amici – misi in chiaro – come con tutti gli altri, ok? Dovete finirla con queste stupide supposizioni”
“Se lo dici tu” si arrese poi Layla.
Jake sembrò rianimarsi “Ma quindi, questo significa che le Little Mix possono portare qualcuno con loro per il DNA tour?”
Maledetto mixer innamorato della mia migliore amica.

 





never together
ew, è domenica, provo dei sentimenti constrastanti per questo giorno della settimana.
da un lato mi piace perchè posso cazzeggiare, dall'altro lo odio perchè domani è quel giorno che non ho neanche voglia di nominare.
comunque, questo è il quinto capitolo (ma dai?)
Zafira andrà in tour con i ragazzi tan tan tan *musichetta da film horror*
cosa vi aspettate da questa convivenza? scintille? sicuramente, ma con chi?
lascio suspence e me ne vado.
addio.
ammirate la bellezza della mia Zafira:

 


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