Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Kuroshi Tsukishiro    26/01/2014    4 recensioni
Sottile è la linea che separa i vari mondi.
Le persone non sono capaci di fermarsi, di capire che alcune linee non vanno varcate, purtroppo però tale conoscenza arrivare quando il danno è ormai irreparabile. Il mondo cambia costantemente, che sia in bene o in meglio quello è possibile capirlo solo grazie al tempo che scorre lentamente.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prologo

Purtroppo dire dove io mi trovi è impossibile.
Non posso darne una locazione e non posso dire da quanto tempo sia qui; mesi? O forse anni? Lentamente la mia mia memoria va pian piano scomparendo lasciando spazio al nulla, ma forse è meglio così…
Chissà perché questi pensieri giungono solo ora alla mia mente. Che stia per cambiare qualcosa?

 

Questi vaghi pensieri provenivano da un uomo rinchiuso dentro una cella e come egli stesso affermava, non era possibile dire dove si trovasse. Non vi erano finestre per guardare fuori, ma sarebbero state comunque inutili; Lì il sole non esisteva. C’era solo la notte, se così può essere definita poiché né le stelle né la luna erano presenti. Un luogo angosciante e privo di ogni gioia. Nero, buio. Una prigione perfetta.
Vi era solo una piccola ed insignificante luce proveniente dallo stretto corridoio di fronte a lui, era troppo debole per poter definite quello che aveva accanto a sé, ma era comunque qualcosa, almeno gli occhi potevano osservare altro e non solo il nero opprimente che avvolgeva le stanze dei prigionieri, lui incluso.
Gli abiti che indossava erano privi di ogni particolare caratteristica, nient’altro che una lunga veste nera con un cappuccio che doveva sempre tenere per coprire il viso. Li rendeva uguali, indistinguibili.
Regnava il silenzio più assoluto, interrotto ogni tanto dalle grida dei nuovi arrivati e dalle punizioni che loro infliggevano ad alcuni peccatori, i più gravi. Anche lui aveva questo trattamento, ma fortunatamente non era il suo turno, sarebbe toccato a lui solo nelle ore successive.
Non potevano fare nulla se non aspettare quella tortura oppure rimanere immobili in un angolo di quella stanza vuota. Non avevano modo di sognare, di sperare. Nulla.
Teneva costantemente lo sguardo basso alzandolo solo quando uno di loro entrava per prelevarlo, ma questa volta era diverso. La cella di fronte a sé, da tempo vuota, venne occupata da una nuova arrivata. Una ragazza. Non poteva vederne il viso ed avvicinarsi alle sbarre per vederla meglio era inutile con quella veste ed il cappuccio sarebbe stato solo uno spreco di energie.
Rimase quindi in quell’angolino dove si trovava attendendo che loro andassero via. 

« Una nuova arrivata… » Disse con voce stanca « Vorrei darti il benvenuto ma dubito sia il caso »
« Penso anche io… » Rispose ella accennando un sorriso sotto quel cappuccio « Chi sei? »
“ Sembra molto giovane, la sua voce mi lascia intendere questo… “ Pensò tra sé e sé.
« Mi dispiace » Cominciò lui. « Non posso più rispondere a questa domanda, l’ho dimenticato. Non ricordo neanche come io sia arrivato qui, mi svegliai in questa cella »
« Che peccato… » disse tristemente « Sono in questo mondo già da un po’, purtroppo però non riesco a tornare nel mio. Riuscivo sempre a scappare da loro ma alla fine mi hanno catturato e portata qui, forse perché sono un elemento scomodo da avere in giro. »
« Vuoi tornare nel luogo in cui provieni? » Chiese lui con un leggero sospiro.
« Sì. Ci sono persone che mi aspettano; ho promesso loro che sarei tornata... » Rispose ella avvicinandosi alle sbarre sperando di poterlo vedere.
« Persone, eh? » sospirò « Ho pochi ricordi… però con quelle tue parole, hai fatto tornare nella mia mente qualcosa che aveva cercato di dimenticare per il dolore che avevo causato... »
« Mi dispiace… io non... » Domandò ella riuscendo, finalmente a scorgerne la forma attraverso quel buio.
« No, non hai nulla di cui scusarti… adesso… capisco perché sono qui » Rispose con tono cortese.
« E… cosa hai ricordato allora, se posso chiederlo… » Chiese ella poggiando le mani sulle sbarre.
« Non posso dire da quanto tempo sia in questa cella. Purtroppo le ore non posso calcolarle ma prima di arrivare... il mio cuore traboccava di odio, rabbia e disperazione. Il perché non riesco a ricordarlo perfettamente, è annebbiato… » Cominciò a raccontare. « Tuttavia ricordo di aver fatto cose terribili a molte persone, rovinando non solo la loro vita ma anche di chi amavano… Perché?»
« Non sforzarti di ricordare… potrei star peggio » Sospirò lei delicatamente.
« I ricordi non posso più ferirti, è giusto tenerli presente, non temere. » Disse con un sorriso « Sentivo che dovevo farlo ma ero così accecato dal dolore che non capivo cosa stessi realmente facendo. Lo vidi solo quando era ormai troppo tardi. » Spirò infine.
« Purtroppo… succede a tutti, non sei diverso dagli altri… » Sperava di consolarlo inutilmente forse ma tentò.
« Sì, è vero. Le persone quando sono accecate dalla disperazione non comprendono a pieno cosa stanno facendo. Ero così disperato, così ossessionato che proseguii le mie ricerche su mia figlia ed il suo migliore amico… tuttavia quella fu la fase finale. Forse perché capii che stavo portando il mio mondo alla rovina » Rifletté lui mentre parlava. « Credo sia così… Sì, era così »
« Cosa vuoi dire con questo? » Domandò sorpresa da questa affermazione.
« Mia figlia morì poco dopo ma quel ragazzo è ancora vivo. Sento che è ancora vivo. Prima che il mio lavoro diventasse irreparabile lui riuscì a fermare quella catastrofe.... No, a ritardarla.»
« Cosa? » Si sistemò a terra continuando ad ascoltarlo.
« Dentro di lui, nella sua memoria ci sono tutte le mie ricerche, tutto quello che ho scoperto. Sapevo che lui avrebbe fermato tutto con l’aiuto di mia figlia. Lui è una persona buona, capace di amare, sincero e disposto a tutto per le persone a cui tiene. Ero… sono sicuro che lui possa riparare ai miei sbagli e concedere una seconda possibilità a quelle persone a cui tolsi ogni cosa, volevo togliermi un peso dalla coscienza? Oppure… volevo solo vedere fino a che punto lui potesse spingersi. Sono pochi quelli come lui. »
« Qual è il nome di questo ragazzo…? » Domandò ansiosa.
« Io so… che tutti lo stanno aspettando infondo, nel loro cuore. Io… ed anche tu. » Disse alzandosi dopo tanto tempo per avvicinarsi alle sbarre « Il suo nome è… »

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Kuroshi Tsukishiro