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Autore: _ZAL Directioner_    26/01/2014    1 recensioni
Una ragazza una vita apparentemente difficile, ma stupenda.
Una grande famiglia: 5 ragazzi e 5 ragazze.
Il ragazzo dei suoi sogni
Felicità, tristezza, amore, passione in una storia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Pov Carly

' "Car! Car accidenti mi stai ascoltando?" domandò il riccio dondolando una mano davanti al mio viso. Mi scossi riprendendo a vivere nel mondo reale: quella notte avevo sognato di nuovo la voce di mia madre che ripeteva di stare tranquilla, che ogni cosa si sarebbe aggiustata e io avrei vissuto di nuovo.  Non capivo che significava, odiavo quando mi parlavano in codice pensando che fosse tutto più divertente. Ma, notizia flash non lo è dannazione! Anzi porta la gente a pensarci tutto il tempo e io finirò con una pallottola in testa se qualcuno non mi dice che sta succedendo o cosa è già successo. 
"Che vuoi Harry? Mi sa che ho la febbre, oggi resto in albergo...." dissi appena sussurrando, tirando le coperte fin sopra la testa "Intanto misura la temperatura e poi vediamo cosa fare... Che stavi pensando?" chiese dopo aver sbuffato. Lo guardai: ero abbastanza infuriata con lui, sapevo che mi nascondeva qualcosa e io odio quando non so tutto, soprattutto quando io ci sono di mezzo e avevo l'impressione che fossi proprio io la protagonista. Insomma, se centrava il mio 'passato' perché non me lo diceva e la finivamo li, non credo che la situazione potesse peggiorare, vi pare?!
"Cosa sai che io non so? Di cosa te e tutto io gruppo siete a conoscenza, tranne....me?" chiesi con una punta di fastidio nella voce. Harry apparve alquanto sorpreso dalla mia domanda, visto che i suoi bellissimi occhi verdi si spalancarono leggermente. 
"Di che stai parlando Car?" domandò aggrottando le sopracciglia. Risi ironicamente, alzando gli occhi al cielo. 
"Sto parlando di quello che voi mi nascondete riguardo il mio 'passato'! Andiamo Harry, ormai lo hanno capito anche i muri che qualcosa me lo nascondete! Quindi ora me lo dici e la finiamo qui!" dissi sbuffando alzandomi dal letto. Lo vidi seguirmi con lo sguardo fino alla finestra "Davvero Harry, non posso continuare così! Ogni notte sogno la voce di mia madre, le fan dicono che noi due eravamo fidanzati, te non puoi raccontarmi niente perché mi recherebbe un altro trauma e ora mi vieni a dire che non c'è niente! Mi dispiace ma non ci credo!" esclamai alzando le braccia al cielo, voltandomi di scatto verso il riccio ancora seduto sul letto. 
Sbuffò, abbassando lo sguardo sui piedi scalzi "Io te lo vorrei dire, ma..."
"Ma cosa Harry? Cosa c'è che non mi volete dire? Cosa è successo quel giorno? Dimmelo, dannazione!" urlai interrompendolo. Non c'è la facevo più, ero esausta di tutti questi segreti. Se volevo indietro la mia vita dovevo sapere tutta la verità. 
"Io....io non posso dirlo...nessuno di noi può.."
"Bene allora ritorno a Londra! Non mi interessa viaggiare con delle persone che mi nascondono la verità!" esclamai, tirando fuori la valigia vuota e iniziando a riempirla di vestiti e oggetti vari. 
"No, no aspetta Carly! Non vai da nessuna parte, rimani con noi qui!"
"Si parla della mia vita, non della vostra! Sai cosa significa ogni volta sentire quella schifosa cicatrice in testa, sai cosa significa sapere di aver perso una parte della tua vita?! Se credi che io stia bene, Harry, non è così! Ogni giorno che passa mi do la colpa di tutto quello che è successo, perché se io avessi perdonato Liz, Zayn non si sarebbe arrabbiato e io in questo momento sarei felice con te a ridere, senza pensare al fatto che mi manchi metà memoria!" urlai lanciando uno sguardo di fuoco ad Harry che era rimasto in silenzio. 
"Va tutto bene? Abbiamo sentito le urla da fuori, vi stavamo venendo a chiamare!" disse Lucy entrando sorridendo abbracciata a Louis. 
"Voi almeno mi potete dire chi ero prima del mio incidente?" chiesi stremata guardando tutti i ragazzi che alternavano regolarmente lo sguardo da me, alla valigia e a Harry. 
"Noi....beh...io credo che tu non debba sapere la verità in questo modo, magari un passo alla volta!" disse Louis passandosi una mano fra i capelli.
"Ritorno a Londra....andrò dal dottore che mi operò per farmi scoprire qualcosa in più...credevo che potessimo dirci tutto ma a quanto pare sbagliavo!" esclamai chiudendo la borsa e guardando tutti i presenti in quella stanza. Solo allora mi accorsi della presenza di Danielle, era ritornata... Meglio così almeno ora i miei amici stavano tutti bene, era la cosa che più mi premeva. 
"No aspetta. Te non puoi andartene così, insomma come farai a scoprire la verità da sola a Londra?" domandò il moro avvicinandosi. I suoi occhi caramello brillavano...erano così espressivi, quasi colpevoli. 
"Mi dispiace, pensavo di potercela fare, di poter andare avanti e scoprire pian piano ma...ma non riesco. Ho dei forti dolori alla testa, sento la voce di mia madre e sogno cose strane! Insomma...." 
"Magari sono segni, forse ti sta ritornando la memoria, forse se ci dai più tempo, se dai più tempo a te stessa Car..." disse con voce tremante, intrappolando le mie pupille nelle sue. Sospirai "Il problema è che sono stanca di tutti questi 'forse', sono stufa di..."
"Te lo dirò. Ti dirò tutta la verità, ma devi aspettare di andare in Italia. Quando saremo la io, te lo giuro, ti dirò tutto." mi interruppe la voce seria di Harry. Vidi i ragazzi guardarlo straniti e spaventati, mentre io fissavo i suoi occhi verdi. Mi dovevo fidare di lui, in fin dei conti era il mio migliore amico e lo aveva giurato. "Solo se me lo prometti Harry. Appena arriveremo in Italia te, voi mi direte tutto, sta a me decidere come reagire..." 
"Il problema è proprio questo..." sussurrò Lucy guardandomi "Car capisci che potrebbe essere pericoloso? Insomma....il dottore ha detto che hai subito un brutto trauma e io non voglio che riaccada! Car, lascia stare, lascia che la tua testa ricordi non fartelo dire così!" mi pregò avvicinandosi a me. Scossi la testa "Non riesco a vivere così Lucy...non ci riesco." risposi prima di uscire fuori dalla stanza. 
Avrei fatto una passeggiata per le vie di Parigi, dovevo lasciare che la mia mente si liberasse e aria pulita e natura era il mix perfetto per non pensare più a niente. L'idea di partire per Londra da sola, a dirla tutta, non mi aveva mai allettato più di tanto, ma sapevo già che i miei amici avrebbe fatto o detto tutto pur di non lasciarmi andare, e infatti... Non pensavo che la verità fosse così pericolosa per me stessa, onestamente non mi aspettavo la reazione di nessuno di loro, ma a quanto pare il dottore aveva obbligatoriamente detto di non farne parola con me di quello che ero prima. E questo mi faceva arrabbiare, perché come avevo già detto, si trattava della mia vita, solo mia. 
Il telefono iniziò a vibrare nella tasca dei jeans, così senza neanche vedere chi fossi risposi. 
"Pronto?" 
"Piccola, come va li a Parigi?"
"Ehi papà! Qui tutto bene, questa città è davvero bella! Voi, li Londra è freddo?" 
"Parecchio, ma come sempre, anzi essendo agli inizi di Maggio fa anche troppo caldo!" 
"E Nicole? Dove sta la mia sorellina?"
"Oh beh sta con una amica, aspetta che le passo il telefono! Un bacio piccola mia, fra quanto tornerete?" 
"Allora domani hanno il concerto qui, poi ne abbiamo altri due in Italia e Giappone e poi torniamo!" 
"Capito.... Allora ci vediamo un bacio!"
"Un bacio papà!"
"Carly, sorellona! Come stai?"
"Ciao Nico! Io tutto bene e te? Sei con un amica?"
"Si è una mia compagna di classe! Si chiama Erika! Siamo migliori amiche come te e Lucy!" 
"Ah allora siete davvero legate! Dai piccola ti lascio giocare un bacione!"
"Ciao Carly!"
Chiusi la chiamata ancora con il sorriso sulle labbra: quella bambina era una peste e super reattiva! Mi mancavano tutti papà, mio zio, la mia sorellina... Va beh fra poco più di tre settimane sarei tornata e l'avrei rivisti almeno che mio zio non fosse ritornato in America...
Ero arrivata ad un parchetto di Parigi, tirava un po' di vento ma per il resto era tutto così tranquillo. Tirai un sospiro andandomi a sedere su una panchina li vicino ammirando il paesaggio intorno a me. Era già Maggio, da quando eravamo partiti da Londra le cose erano cambiare e tanto....insomma la storia fra me e Louis, quella di Dani e Liam, per non parlare di questa! Ma infondo è la vita, infondo tutto questo è normale anzi sarebbe stato strano se tutti questi malintesi, verità nascoste, cuori spezzati e matrimoni improvvisi non fossero accaduti. 
"Scusa posso?" 
Alzai gli occhi vedendo un giovane ragazzo davanti a me. Era alto, non tanto muscoloso, capelli lunghi neri e gli occhi marroni con qualche sfumatura più scura. Dato il suo strano accento non sembrava ne inglese, ne francese ma non ci diedi molta importanza. 
"Certo..." risposi sorridendo cordialmente, tornando a fissare lo spazio verde intorno a me. 
"Sei straniera? Non parli francese, sembri più americana o..."
"Inglese, sono di Londra..." dissi concludendo al suo posto la frase. Era sicuramente uno che non aveva paura di parlare, visto il modo in cui aveva attaccato bottone con me tanto facilmente. 
"Ho sempre desiderato viverci, ogni volta che vado a visitarla scopro sempre di più!" esclamò sorridendo mentre alzava gli occhi sugli alberi sopra di noi. 
"Si, sono d'accordo... Viaggi molto?" 
"Già...dopo aver frequentato l'ultimo anno di liceo e preso il diploma ho deciso che l'università non era da me...quindi ho iniziato a girare il mondo.." rispose. Annuii silenziosa fissando una coppia di anziani camminare lentamente mano nella mano per il giardino del parco. 
"Parli molto bene l'inglese, anche se hai un accento strano..." continuai dopo pochi minuti di silenzio. Rise, una risata calda quasi quanto quella di Niall. 
"Sono italiano, ma ho studiato inglese fin da quando ho pronunciato la prima parola... I miei erano fissati e ora non posso che ringraziarli! Te perché qui in Francia?" 
"Oh beh...io sono in viaggio con dei miei amici e niente ...in realtà domani sera tardi partiremo per l'Italia!" risposi spostando una ciocca ribelle dalla faccia. 
"Ti divertirai! Insomma c'è tanto da vedere, quindi rimboccatevi le mani!" 
"Oh non credo che potremmo uscire più di tanto, è già tanto che ora non ci sia nessuno..." risposi guardandomi intorno. Anche se non ero famosa quanto i ragazzi, stare sempre con loro e rilevare la mia parentela con Simon Cowell aveva convinto le fan che io ero una importante, tanto da farci una foto o da chiederle un autografo. Anche per Lucy e le altre era così, ogni volta c'erano sempre delle fan che ci fermavano e onestamente io ero molto felice di essere stata accettata. 
"Ok forse la mia domanda sarà stupida o impertinente, ma chi ci dovrebbe essere?" domandò fissandomi. Li sorrisi
"Conosci Simon Cowell?"
Annuì. 
"Sono sua nipote e i 'miei amici' sono i One Direction, quindi diciamo che avvolte ci sono delle ragazze che chiedono foto e cose varie..." risposi guardandolo in faccia. I suoi occhi si spalancarono e la bocca si aprì. "Ah ho capito...beh sei fortunata con loro puoi viaggiare davvero tanto e gratuitamente!" rise contagiandomi poco dopo. 
"Comunque mi chiamo Carly..."
"Fabrizio, piacere di conoscerla signorina Cowell!" rise divertito. 
"Ok è stato un piacere conoscerti ma ora devo andare, magari ci vedremo ancora in giro Fabrizio!" esclamai incominciando a camminare senza prestare attenzione alle parole dette dal ragazzo. Era strano come in pochi minuti avevo svelato la mia identità ad uno sconosciuto, non ero mai stata così aperta con una persona che non conoscevo, ma Fabrizio in qualche modo mi aveva convinta a dirli la verità, non ci conoscevamo ma avevo l'impressione che sarebbe divenuto un ottimo amico, niente di più, ormai non aspiravo più ai ragazzi da dopo il risveglio in ospedale. Non so come mai, ma ogni volta che adocchiavo un ragazzo carino, non riuscivo a fare un passo, come se fossi già legata a qualcuno, a qualcuno che però non ricordavo o, semplicemente, non conoscevo. 
Ero arrivata all'albergo e la massa di fan francesi dei ragazzi, erano ancora li forse in numero maggiore, forse uguale a quella mattina. Le salutai con un dolce sorriso facendo delle foto con loro o firmando un autografo, mi fecero delle domande sui ragazzi ma una in particolare mi sorprese. Una ragazza di circa sedici anni, capelli biondi a caschetto e un viso dolce, mi guardò per un paio di minuti e mi strinse la mano "Cosa...cosa è successo? Fra te e Harry? Perché non state più insieme?" disse con voce tremolante. La guardai per un po', non capendo le sue parole, cosa caspita centrava Harry? "Non capisco....io e Harry cosa?" domandai dimenticandomi delle ragazze intorno a noi, come se in quel momento l'unica cosa importante fosse la dolce e bella giovane davanti a me. "Voi due eravate fidanzati! Eravate una coppia bellissima, non ricordi? Cosa è successo in ospedale Carly?" 
Io. Harry. Fidanzati. Mi bastarono tre semplici parole per smettere di respirare. Era per questo che nessuno mi diceva niente, ecco perché mia mamma mi diceva che tutto si sarebbe aggiustato in un paio di giorni, ecco perché Harry si era così arrabbiato alla notizia di me e Louis. 
Lui mi...amava.'

"Carly! Carly! Dannazione svegliati!" 
Sbattei gli occhi, alzandomi di scatto dal letto. Guardai gli occhi verdi di Harry che mi fissavano spaventati, mentre passavo la mano sulla fronte umida di sudore. Quel sogno sembrava così vero, ma non capivo, non capivo il suo significato. E se fosse questo il segreto che tutti nascondevano? E se io ed Harry fossimo stati davvero fidanzati?
"Car, cosa è successo, hai fatto un incubo?" chiese il riccio davanti a me con un bicchiere di acqua fredda in mano. 
"Che ore sono?" sussurrai, prendendo un sorso dal liquido cristallino nel bicchiere. "L'una! Non ricordi? La sfuriata, la mia promessa, la passeggiata al parco? Sei ritornata qui verso le dieci di sera, mi hai detto che un ragazzo...Fabrizio ti aveva portato a mangiare e poi ti sei addormentata!" spiegò Harry dopo essersi tranquillizzato. Quindi non era in parte tutto finto, avevo davvero conosciuto Fabrizio e ci avevo parlato al parco, ma poi...non è successo niente. 
"Ah già giusto....mi dispiace di averti svegliato, questa sera hai il concerto è meglio che dormiamo!" sorrisi rimettendomi sotto le coperte, seguita dal ragazzo che mi strinse al suo petto. Il calore di Harry mi invase e il suo respiro caldo fra i capelli sembrava una dolce ninna nanna. Non so come, non so perché, ma il sonno ritornò e mi addormentai al corpo del riccio. 


~Sera del concerto~

Pov Harry

Le immagini di stamattina erano ancora impresse nella mia mente e facevo fatica a non pensare a tutto quello che era successo.
Era già ora del concerto, ma al contrario delle altre volte, non avevo voglia di cantare e divertirmi sul palco. Sapevo che alla fine saremmo partiti per l'Italia e sapevo che li dovevo dirle tutta la verità e questo mi spaventava. Non tanto per un suo possibile malore, ma per la sua reazione. Mi avrebbe odiato, altro che amore, le avevo nascosto praticamente una parte della sua vita e beh neanche io reagirei bene. Non dovevo prometterle una cosa del genere, ma al contrario odiavo saperla lontano da me. Era così bella. I capelli che li ricadevano sul viso, il sorriso sempre stampato sulle labbra e gli occhi luminosi come due fari accessi nella notte. Giocava con Lux, insieme a Demi e in quel momento era come se si fosse dimenticata di tutto, di quello che sarebbe successo e di tutto quello che stava succedendo. Amavo vederla ridere, mi faceva ridere anche me.....e a quel pensiero mi venne in mente una frase che una ragazza aveva postato su Twitter 'Tu ridi, io rido. Tu piangi, io piango. Tu soffri, io soffro con te. Perché sei la persona che amo, perché sei quella che quando io cadevo, tu mi sollevavi.'  e alla fine era questo quello che provavo per Carly, un insieme di sentimenti e emozioni che non avrei dimenticato. 
Ero a conoscenza che appena atterrati all'aeroporto di Milano, quella ragazza mi avrebbe chiesto la verità e io dovevo dargliela, ma non con le parole, quelle non bastavano. Dovevo regalarle 99 rose, 99 cioccolatini e 99 stelle, cosa alquanto difficile ma un idea già l'avevo ed ero sicuro che l'avrei aiutata a ricordare. O almeno così speravo. 
"Che pensi?" la voce dietro di me mi fece sobbalzare e il microfono che avevo in mano cadde a terra con un tonfo sordo. 
"Dio santo, Louis non puoi pensare di spuntare alle spalle di qualcuno in questo modo!" brontolai, aggiustando le tasche dei pantaloni. Quel ragazzo era completamente, fuori di testa e quasi sicuramente è per questo che era diventato il mio migliore amico. 
"Oh non fare così, sei te che fissavi la tua ragazza e pensavi a quello che succederà appena le dirai tutto! Quindi non è colpa mia!" esclamò tenendo sempre un tono piuttosto basso per non far sentire alle persone vicine. 
"Non ti chiederò come hai fatto..... E comunque te non ci pensi? Ci potrebbe odiare tutti per non averle detto la verità subito, quindi caro William io non ci riderei tanto sopra!" risposi disegnando una smorfia sul viso. Il silenzio cadde fra noi, tutti e due puntavamo gli occhi su Carly che continuava a divertirsi all'insaputa di tutto. 
"Non credo che lo farà....insomma lo abbiamo fatto solo per il suo bene...."
"Mi arrabbierei lo stesso! Insomma, Louis ti rendi conto che io, il suo ragazzo, non li ho detto che noi due eravamo fidanzati! Insomma, chi razza di uomo lo farebbe?!"
"Uno che vuole solo il bene della propria ragazza, Harry!"
"Ma io le ho mentito! Capisci?!"
"Noi tutti lo abbiamo fatto! Cosa vuol dire?! Che inizierà ad odiare anche suo padre o sua sorella o suo zio perché non le hanno detto la verità?! Nessuno lo ha fatto e te sicuramente non lo volevi!"
"Cosa?"
"Mentirle! Sei il primo che ha cercato di dirglielo, ma tutti ti hanno fermato!" esclamò. 
Lo guardai per un po'. Quel ragazzo era la mia salvezza, senza di lui non sarei qui ora, quello poco ma sicuro. 
"Grazie..." dissi, poi l'abbracciai cercando quel calore che avevo sempre trovato fra le sue braccia. 
"Ti voglio bene, lo sai."
"Lo so." 



   
 
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