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Autore: loveis4ever    27/01/2014    3 recensioni
Chris e Ian due mondi completamente diversi che scoprono cosa vuol dire amare qualcuno profondamente. Perché in fondo l'amore nè si vende e nè si compra. Lui ricco e freddo, lei povera e allegra, lui detta le regole, lei non ubbidisce, perché Chris non è una Barbie e questo Ian lo imparerà molto presto, a spese del suo cuore..
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 5

Stava girando mezza New York per trovare un abito adatto per il ricevimento a cui doveva partecipare come la signora Parker.
Alfons l’accompagnava in tutti i negozi più in voga del momento, erano andati da Chanel, Armani, Dolce & Gabbana e lei non aveva trovato niente che le potesse piacere.
Ian le aveva detto che dovevano andare ad una mostra di quadri dove partecipavano anche dei clienti con i quali voleva una fusione.
Dalla notte dell’incidente come entrambi la definivano, Ian era un po’ più presente a casa e non si portava dietro la sua amante e Chris cercava di essere una buona moglie, anche se, non faceva niente tutto il giorno e la cosa la mandava in bestia.
Erano ormai vicini a Central Park e il ricevimento sarebbe stato tra un settimana esatta.
- Alfons, fermati qui!- Alfons che era alla guida delle macchina, accostò e si girò a guardare la ragazza.
- Ha visto qualcosa che le interessa signora?- Alfons era u maggiordomo tutto fare e come gli aveva detto lui un giorno, era come un nonno per Ian, dal momento che lui l’aveva visto crescere e accudito quando i genitori non c’erano.
- No, è solo che ho voglia di camminare un po’ per Central Park.- Era da tempo che non veniva a Central Park.
L’ultima volta c’era stata con suo padre, da quando lui era morto lei aveva deciso che non ci sarebbe più andata.
Troppi ricordi in quel posto ed erano tutti momenti felici, ma adesso le cose erano cambiate, lei stava cambiando e se voleva dimostrare agli altri che era all’altezza del cognome che portava doveva affrontare le sue angosce.
- Come desidera signora!- Chris alzò gli occhi al celo, era un gesto che compiva ogni volta che era disperata, aveva ripetuto fino allo sfinimento a tutti i domestici della casa che la dovevano chiamare per nome ma loro no, si ostinavano a darle un titolo che non era del tutto suo.
Scese dalla macchina e ispirò il profumo primaverile della città, quella città che ogni volta che cadeva si rimetteva in piedi come faceva lei, quella città piena di speranza per il futuro e piena di vità.
- Signora si sente bene?- Alfons la riscosse dai suoi pensieri e lei con un sorriso lo rassicurò. Mentre entrava nel parco lo sguardo si posò su un’insegna di un negozio con sartoria annessa.
-Alfons guarda là, un negozio con sartoria, forse posso trovare un abito.- Insieme s’incamminarono verso il negozio indicato dalla ragazza.
Il negozio aveva un ampia vetrata dove spiccavano abiti di qualsiasi genere, corti,lunghi, di vari colori e modelli.
Un abito di un colore rosso in stile impero catturò lo sguardo della ragazza che rimasse a fissarlo imbambolata per un po’.
L’interno del negozio invece era pieno di manichini che facevano sfoggio di abiti, lingerie, jeans, capotti primaverili di colori e forme diverse.
-Salve, sono Hanna in cosa posso esservi utile.- Una ragazza bionda con due occhi azzurri si avvicinò a loro aveva un portamento e un modo di parlare che ressero Chris invidiosa della ragazza.
- Io sto cercando un abito adatto ad un serata in galleria!- La ragazza la stava squadrando da capo a piedi e senza far vacillare mai il sorriso che aveva, si vedeva che doveva essere una ragazza solare.
- Una mostra in una galleria, che bello.- La ragazza presse Chris e la condusse nei camerini e fece accomodare Alfons nei divanetti per gli ospiti.
- Allora cosa aveva in mente per il suo abito?-Chris fece un sorriso pensando al vestito, era semplice un po’ come lei.
-Ho visto un vetrina un abito rosso in stile impero.-Hanna annuì con la testa e poi sparì dai camerini per prendere l’abito.
-Eccolo qui. Ora togliti i vestiti e vediamo come ti sta!- Chris si spogliò e con l’aiuto di Hanna si mise l’abito rosso.
-Wow, è…è favoloso!- L’abito le stava a pennello, il colore si adattava alla sua carnagione e anche ai suoi occhi marroni.
-Già, penso anche io che le stia una meraviglia. Suo padre sarà felice di vedere che il vestito le dona.-Chris si ammirò e sorrise all’affermazione di Hanna.
-Ahahahahah no, quello non è mio padre ma il maggiordomo di mio marito!- Hanna si sentì mortificata per quello che aveva detto.
-Io chiedo scusa, ho pensato che fosse suo padre, non sapevo che era il suo maggiordomo! Chiedo umilmente scusa.- Chris a sua volta le rivolse un sorriso rassicurate.
-Non si preoccupi, era normale pensarlo e come ho già detto non è il mio maggiordomo.- Hanna la guardava stranita se era il maggiordomo del marito doveva essere anche il suo, no? Lei invece diceva il contrario.
- Se il maggiordomo e di suo marito e anche suo no?!- Chris fece un alzata di spalle.
Sì, era anche il suo maggiordomo ma infondo non era la padrona di quella casa, non si sentiva come tale.
- Diciamo che è complicato.-Hanna con il suo solito carattere solare condusse la ragazza fuori dai camerini.
- Allora Alfons che ne pensa?- Il sorriso di Chris andò da un lato all’altro della bocca si vedeva che quell’abito gli piaceva, le pieghe che il vestito aveva la facevano sembrare più alta e le arrivava fino ai piedi.
-Suo marito rimarrà senza parole.- Alfons la rassicurava sempre, non sembrava un maggiordomo ma un nonno che ti aiuta.
- Ne dubito, ma grazie!- Lei era realista sapeva bene che Ian sarebbe stato indifferente, lui si sarebbe stupito solo se Sarah avrebbe indossato un abito del genere.
- Venga nei camerini con me, c’è un altro vestito che le potrebbe piacere.- Chris ritornò di nuovo nei camerini e davanti allo specchio aspettò che Hanna si presentasse con l’altro abito.
- Le ho portato un abito simile a quello ma di un colore diverso e ha delle applicazioni di perle nella parte superiore del vestito.- L’abito era di un blu notte e le perline erano celesti in contrasto con il blu.
Quel colore gli ricordò quelli di una persona.
- Signora! Signora se non le piace lo posso cambiare.- Chris si riscosse dai suoi pensieri, si ripeteva sempre che non lo doveva pensare ma lui non le rendeva le cose facili.
Ian si comportava come se lei non ci fosse tanto che usciva dalla doccia con un asciugamano introno alla vita, con le gocce che scendevano dai capelli bagnati per scivolare sul corpo.
Lo odiava quando lo faceva, lo odiava perché lo trovava irresistibile e lo odiava perché quando si accorgeva di lei le sorrideva in modo provocante.
- No, questo va bene e non mi chiami signora mi fa sembrare una vecchia, mi puoi chiamare Chris!- Anche il secondo abito le stava bene, entrambi gli abiti la fasciavano in modo semplice e sensuale allo stesso tempo.
- Okay Chris.Tu invece puoi chiamarmi Hanna.- La ragazza tesse la mano e Chris la strinse, si sentiva bene con lei, le assomigliava in un certo senso, sempre solare e positiva.
- Quale tra i due scegli?- Chris guardò il vestito rosso appeso e quello blu indosso.
-Non lo so, sono entrambi stupendi e mi stanno bene.- Entrambi erano bellissimi, il vestito blu la faceva pensare ad Ian e quello rosso la faceva sentire sensuale.- A suo marito quale dei due potrebbe piacere??- Chris fece un alzata di spalle che non sfuggì ad Hanna.
- Non lo so, anche se non penso che a lui interessi qualcosa!- Hanna fece accomodare Chris su un divanetto all’interno del camerino e si sedette accanto.
- Lo so che non sono affari miei e che magari hai già qualcuno con cui confidarti, ma sembra che tu hai proprio bisogno di parlare con qualcuno anche una sconosciuta come me.- Chris aveva proprio bisogno di sfogarsi con qualcuno e le persone che lavoravano nella villa non le sembravano adatti.
-Odio mio marito, non perché sia cattivo ma perché a lui non gliene frega niente di questo matrimonio.- Hanna non ci stava capendo niente.
- Puoi partire dall’inizio e spiegarmi perché così non capisco nulla!- Chris fece un profondo respiro e iniziò a parlare.
– Mio fratello stava male, si è ammalato al lavoro ma siccome siamo poveri non ci potevamo permettere le medicine. Ian mi ha aiutata, credevo che mi avrebbe assunta per lavorare ma lui mi disse che sarei diventata sua moglie. Ho passato un mese a imparare a camminare a testa alta senza curvare le spalle, a parlare con un certo tono, a imparare tutte le forchette e come venivano usati, a come mettere le mani sopra il tavolo e tanto altro. Il giorno del matrimonio i miei non c’erano, Ian mi ha detto che dovevo tagliare i ponti con loro così che nessuno avrebbe scoperto le mie origini. Era così gentile finché quando siamo usciti dalla chiesa e lui mi ha detto che non mi avrebbe mai amata, mi sono sentita una stupida a credere che magari sarei stata felice con lui. Dopo una settimana di matrimonio in cui lui è stato più in ufficio che a casa, si è portato la sua amante nonché segretaria a casa e io gli ho scoperti a fare sesso sul pianoforte. Volevo strangolarli, mi sono sentita umiliata. Ero arrabbiata con Ian tanto che ho passato la notte in bianco e il mattino dopo la rabbia è diminuita vedendolo mezzo nudo, con i capelli scompigliai e gli occhi arrossati. L'ho trovato talmente sensuale che mi ha fatto passare la rabbia.- Omise di dire che era stata comprata, ma sfogarsi le aveva fatto bene, si accorse che per tutto il tempo Hanna aveva tenuta la bocca spalancata.
- Wow, io non so che dire!-  Sapeva che non c’era nulla da dire quella situazione era assurda già di per se.
- Scusa allora perché non lo conquisti? Anche se lui ti ha detto che non ti avrebbe mai amato può benissimo cambiare idea.- Hanna si alzò piena di energie consiglio Chris per tutto il tempo, tanto che Alfons pensò che la ragazza se ne era andata.
 
-Il mio miglior amico si spossa e non mi dice niente, mi devo per caso preoccupare?- Ian alzò lo sguardo trovando davanti un ragazzo alto con gli occhi azzurri.
-Joe che piacere vederti!- Ian si alzò dalla scrivania e andò incontro al ragazzo, si abbracciarono in modo fraterno perché questo erano loro, erano amici che si consideravano come fratelli.
- Allora, me ne vado a Londra per tre mesi e al mio ritorno trovo il mio miglior amico sposato, mi devi dire qualcosa che non so Ian?- Il sorriso di Joe contagiò anche Ian.
- Beh che ti devo dire amico, penso che era il momento.- Joe si sedete sulla sedia davanti alla scrivania e Ian presse posto davanti a lui.
- Ma davvero, visto che questo momento è arrivato all’improvviso hai pensato di non dirlo nemmeno a me! Che sei cattivo.- Ian sapeva che Joe aveva ragione ma era successo tutto talmente in fretta che nemmeno lui sapeva cos’era accaduto.
- Diciamo che la questione è un po’ complicata!- Joe si alzò chiuse la porta del ufficio e ritornò al suo posto pronto ad ascoltare la storia in cui era coinvolto Ian.
 
-Hanna, chiama Alec e digli di venire a mangiare!- La sera ormai era scesa su tutta la città.
Hanna aveva chiuso il negozio di famiglia dopo aver fatto acquistare a Chris entrambi i vestiti e averla consigliata su come conquistare suo marito.
La storia che Chris le aveva raccontato le era rimasto in testa per tutta la giornata lavorativa,  le dispiaceva per la ragazza, per questo le aveva detto che quando aveva bisogno di parlare con qualcuno, lei era lì.
- Alec, vedi di venire a mangiare prima che papà si arrabbi.- Hanna era l’unica donna in famiglia, aveva due fratelli Alec e David e in più c’era il padre.
La madre della ragazza era morta quando lei era piccola e quindi era toccato a suo padre prendersi cura di tutti loro facendo sia da madre che da padre.
- Sai sorellina non vedo l’ora che tu ti trovi un marito, così avrò più spazio per me.- Alec era il più pestifero tra i tre, Hanna la più gentile e David il più tranquillo.
- Te la sogni la mia stanza bello. Caso mai tu quando te ne andrai via di casa, così posso costruire il mio laboratorio di moda.- Alec sorrise e si mise a tavola seguito dagli altri.
- Ma sentila il suo laboratorio, te lo dico io sorellina nessuno comprerà mai i tuoi abiti.- Hanna presse il bicchiere pieno di acqua e glielo rovesciò in testa.
- Adesso basta tutte e due. Mangiate e non fate i bambini!- I due ragazzi in coro risposerò.
- Si papà.- 

Salve a tutti Voi chiedo scusa per il ritardo!! Spero che questo capitolo vi piaccia :D
Ringrazione Tutti voi che commentate la mia storia, che l'avete messa tra le preferite, seguite ecc. GRAZIE A TUTTI XD

 
   
 
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