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Autore: PolvereDiLuna    28/01/2014    3 recensioni
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In quel momento ci fu un altro tuono, anche più forte dei precedenti, se possibile, e Dominique proprio non voleva rimanere sola con quel tempaccio. > gridò prendendogli la mano.
James sussultò a quel contatto, e, purtroppo, non solo per la mano fredda della ragazza.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dominique Weasley, James Sirius Potter | Coppie: James Sirius/Dominique
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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28/04/2029

Era fermo di fronte allo specchio da qualche minuto, ormai. Si stava guardando, ma non realmente. Stava per uscire con una ragazza, Vanessa, che frequentava con lui il corso per diventare Auror. Una ragazza anche molto bella, a detta degli altri suoi compagni di corso. Era da molto che lei gli chiedeva di uscire insieme, ma lui aveva sempre rifiutato. Lo incuriosiva quella ragazza, doveva ammetterlo, e in un’altra situazione magari sarebbe stato anche interessante conoscerla meglio. Ma con le ragazze aveva chiuso ormai, e aveva sempre declinato i suoi inviti con la scusa che era stanco dall’addestramento. Che poi in parte era vero. Era strano, non si era mai impegnato a scuola, e ora, invece, metteva anima e corpo in quello che faceva.
Quel pomeriggio, però, all’ennesima richiesta della ragazza, aveva accettato. La settimana precedente Lily era passata a trovarlo, e lo aveva rimproverato di non avere più una vita vera. Aveva ragione, e per questo aveva deciso di uscire con Vanessa. Magari con lei sarebbe riuscito a non pensare troppo per una sera. Magari lo avrebbe aiutato davvero.
Guardò l’orologio Babbano che gli aveva regalato nonno Arthur. Erano le 20:45, e alle 21:00 avrebbe dovuto essere a casa di Vanessa. Aveva ancora il tempo per bere qualcosa prima di Smaterializzarsi. Andò in cucina e prese la bottiglia di Whisky Incendiario. Proprio mentre stava per versare la bevanda in un bicchiere, sentì picchiettare alla finestra. Si girò incuriosito ed ebbe un tuffo al cuore. Non era un semplice gufo, quello che era appena arrivato. Era una rarissima civetta nera. Proprio come quella di...
Scosse la testa e si avvicinò alla finestra per prendere la lettera che il piccolo volatile portava. Magari non era lei a scrivergli.
Afferrò con delicatezza la zampa dell’animale e sfilò la lettera.
James Sirius Potter
La sua mano tremò appena, una volta riconosciuta la calligrafia. Immediatamente aprì la busta e ne estrasse la lettera. Fece un respiro profondo e iniziò a leggere.
Ciao James,
come va?
Lo so, è un inizio stupido, ma è da così tanto tempo che non ci sentiamo che non so come iniziare questa stupida lettera. Avrei voluto parlarti guardandoti negli occhi, ma non credo che ce l’avrei fatta. Mi manchi...
Ma non ti ho scritto per dirti questo.
Il vero motivo per cui ti scrivo oggi è un altro.
Ricordi Adam Leheroy? Era un Tassorosso del nostro stesso anno.
Beh, in questi 5 anni mi ha fatto un corte spietata. E, conoscendolo, ho scoperto che è davvero una bella persona. Credo che avrei potuto anche innamorarmi di lui prima, se non... beh, lo sai. Non sei ancora uscito del tutto dal mio cuore.
E comunque lui dice di amarmi davvero, e un po’ di tempo fa mi ha chiesto di sposarlo.
E io ho accettato.
Domenica 14 ci sposiamo.
So che avresti voluto saperlo prima, che avresti dovuto saperlo prima, ma non trovavo il coraggio di dirtelo. In fondo sei sempre stato tu quello in grado di affrontare qualunque situazione, no? Il Cappello Parlante ci ha visto giusto con noi due: tu Grifondoro doc e io perfetta Corvonero. E questa distinzione ci ha caratterizzato perfettamente. Tu sei sempre stato quello che non aveva paura delle conseguenza delle nostre azioni, mentre io ho sempre considerato tutti gli aspetti della nostra situazione, finendo per essere fin troppo razionale. Forse eravamo destinati a questo, a prendere strade diverse. Io con Adam, e tu con qualcuno che non abbia paura come ne ho avuta io. Spero che ci sia davvero questa persona per te.
Ovviamente anche lei è invitata al matrimonio, ma soprattutto spero che ci sia tu. Ho bisogno che tu sia vicino a me quel giorno. So che è difficile, ma torna a essere il ragazzo sempre pronto a proteggermi, nonostante tutto, ne ho bisogno. Devo vederti per avere il coraggio di fare questo passo. Lo so, sono egoista, e magari tu non ci vuoi venire. Ti capirei. Volevo solo farti sapere che mi farebbe piacere vederti quel giorno.
E poi mia madre ha organizzato una specie di riunione di famiglia a Villa Conchiglia. In pratica sei invitato a passare le tue giornate con tutti i parenti da lunedì 8 al giorno del matrimonio. Sarà come tornare indietro nel tempo a quando ci riunivamo tutti alla Tana il giorno prima di partire per Hogwarts e restavamo tutta la notte svegli a parlare tutti insieme.
Se partecipassi a questa cosa mi farebbe davvero piacere.
So che sarà difficile, lo sarà anche per me.
Non inventare la scusa del lavoro, però. Poco fa è venuta tua sorella a trovarmi e ha detto che la scorsa settimana, quando è passata a trovarti per qualche giorno, avete parlato e tu le hai detto che in questa settimana non ci sono allenamenti speciali o cose del genere. E ha parlato anche con tuo padre, che le ha detto che puoi prenderti una settimana di pausa dal corso senza rimanere indietro col programma o avere penalità. E chi meglio di lui può saperlo, visto che si occupa lui stesso dell’organizzazione del Reparto Reclutamento Auror in tutta Europa?
Se non vuoi venire, dimmelo. O scrivimelo, in questo caso. Ma non raccontarmi bugie. Mi dispiacerà non averti qui, ma capirò, tranquillo.
Credo di essermi dilungata anche troppo in questa lettera. E’ inutile, certe cose non cambiano. Resto sempre la solita logorroica (come dicevi sempre tu).
Con la speranza di rivederti presto,
Dominique.
Le mani stringevano talmente forte il foglio, che le nocche erano diventate bianche, e stava facendo uno sforzo immenso per non spaccare tutto quello che aveva davanti.
Era davvero finita, quindi. Lei stava per sposarsi, e per loro non ci sarebbe stata più nessuna possibilità.
 

07/05/2029

<< ...e quindi papà ha distratto la mamma proprio quando la padella era vicino alla faccia di Al. Il suo occhio nero è uno spettacolo >>
James si lasciò cadere sul divanetto di fronte al camino, da cui stava parlando con Lily, ridendo a crepapelle << Cavolo, vorrei proprio vederlo, con quell’occhio nero >>
<< Beh, in realtà potresti >>
James smise immediatamente di ridere, capendo subito dove voleva arrivare sua sorella.
<< Se venissi domani... >>
<< No! >> la interruppe subito il ragazzo. Non aveva nessuna intenzione di andare in quella stupida settimana a Villa Conchiglia per sentir parlare 24 ore su 24 del matrimonio di Dominique. Temeva di non avere la forza per sopportare tutto.
<< Ma perché? >>
<< Non... Ho un impegno >> disse spostando lo sguardo.
Lily aggrottò le sopracciglia, non capendo quale fosse realmente il problema del fratello, quando poi si portò una mano davanti alla bocca, con l’espressione sorpresa di chi finalmente aveva capito tutto << Tu la ami ancora! >>
James distolse lo sguardo dal camino. Colpito e affondato.
<< Oh, Jamie... >>
<< Non ho bisogno della tua pietà >> disse alzandosi di scatto in piedi << Non ho bisogno della pietà di nessuno. E non verrò a quella stupida riunione di famiglia >>
Si allontanò a grandi falcate dal camino, fingendo di non sentire Lily che lo chiamava. Non aveva proprio voglia di sentirsi fare la predica.
 
13/05/2029
James si era Materializzato da un paio di minuti ormai nel giardino di Villa Conchiglia. Ci aveva pensato fino all’ultimo, e aveva cambiato idea così tante volte che se non suonava il campanello subito probabilmente sarebbe tornato a casa sua. Alla fine si era detto che, almeno in quell’ultimo giorno prima del matrimonio, avrebbe dovuto unirsi alla sua famiglia, almeno per evitare che qualcun altro capisse che il motivo per cui non si faceva vedere era che amava ancora Dominique.
Prese un profondo respiro e suonò il campanello. Dentro casa sentiva delle voci ovattate e a tratti anche delle risate. Il cuore cominciò a battergli furiosamente nel petto. Che avrebbe dovuto fare quando l’avrebbe avuta davanti ai suoi occhi? Subito si pentì di essere lì e di aver suonato. Voleva tanto tornare a casa. Ma che razza di Grifondoro era? Era lì a guardarsi la punta delle scarpe e desiderare di scappare da quella situazione. Dove era finito tutto il suo coraggio?
<< Si? >> sentì dire dalla sua voce, mentre la porta veniva aperta.
Sollevò lo sguardo, pronto a vederla di nuovo dopo tanti anni, ma il cuore gli si fermò nel petto e il respiro gli si mozzò subito. Dominique era davanti a lui, bellissima, avvolta da un vestitino verde che le fasciava quel corpo perfetto che anni prima aveva esplorato in ogni centimetro.
<< James >> fu l’unico suono che uscì dalla sua bocca. Non si aspettava proprio di vederlo arrivare così. Certo, ci aveva sperato, ma non vedendolo arrivare fino a quel giorno, aveva iniziato a dubitare anche che venisse al matrimonio vero e proprio.
<< Ciao >> tentò di sorriderle, cercando disperatamente quel po’ di coraggio che sembrava essergli tornato, ma che poi era svanito non appena l’aveva avuta di fronte a sé. Merlino, quanto avrebbe voluto fregarsene di tutto e baciarla proprio lì, sull’uscio di casa, con tutta la famiglia (quella famiglia che li aveva costretti a dividersi) a guardare la scena.
<< Jamie, sei arrivato! Che bello! >>
Sua sorella era comparsa dietro Dominique e l’aveva superata per abbracciarlo, mentre lei era rimasta immobile. Solo dopo qualche secondo, riscossasi dalla sorpresa di vederlo lì, si era fatta da parte per farlo entrare. Che stupida era stata a invitarlo. E ora come lo avrebbe trovato il coraggio di sposare un altro, se lui era lì davanti a lei?
Nel salotto di casa, notò James, c’era tutta la componente femminile dei suoi cugini seduta sui divani intenta a sorseggiare del the. Dopo averlo salutato tutte, lo informarono che i ragazzi erano nel giardino posteriore della villa a giocare a Quidditch. Solo una volta uscito per raggiungerli gli sembrò di essere tornato finalmente a respirare.
 
*
James si girò ancora una volta nel letto. Proprio non riusciva a dormire quella notte. Sbuffando si alzò per scendere in cucina a prendere un po’ d’acqua, scocciato dal fatto di non riuscire proprio ad addormentarsi.
Scese le scale e notò uno spiraglio di luce provenire dalla cucina. Si affacciò alla porta e vide Dominique girata di spalle, in pigiama e con i capelli raccolti in una coda, intenta a preparare qualcosa vicino ai fornelli. Un brivido gli attraversò la schiena al pensiero di essere solo con lei mentre tutti dormivano e non potevano disturbarli.
Deglutì e fece un profondo respiro. Ormai era lì, non poteva tornare indietro senza farsi vedere. Non voleva.
<< Ti serve aiuto? >>
La scatola dove c’erano le bustine di the di tutti i gusti le cadde di mano, facendo un rumore sordo che sperò non avesse svegliato nessuno. Il cuore le batteva fortissimo nel petto, conscio di chi fosse il proprietario di quella voce.
Si abbassò per raccogliere tutte le bustine che le erano cadute e in meno di un secondo si ritrovò James vicino che l’aiutava.
Quando tutte le bustine erano sul tavolo, si girò verso di lui e finalmente lo guardò.
<< Mi hai fatta spaventare. Non credevo ci fosse qualcuno dietro di me >> si giustificò, cercando di sorridere e tenere nascosta tutta la sua agitazione.
James le sorrise semplicemente, incapace anche solo di pensare a qualcosa da dire.
<< Vuoi un po’ di the? >>
Il ragazzo annuì << Grazie >> Poi si sedette su una sedia e la osservò in quella semplice azione che sapeva di quotidianità. Una quotidianità che, però, non avrebbe vissuto con lui.
<< Allora, agitata per il grande giorno? >> le chiese, quando ormai avevo entrambi una tazza fumante di the davanti a loro.
<< Un po’ >> Dominique divenne subito rossa in viso. La imbarazzava parlare del matrimonio proprio con lui.
Seguirono attimi interminabili di silenzio. Quel silenzio imbarazzante che si crea quando tra i due interlocutori ci sono una marea di cose non dette, sottointese e da non rivelare.
Non ho mai smesso per un solo istante di pensare a te e di amarti. Anche se ero lontano, non c’è stato giorno in cui non abbia pensato di mollare tutto e correre da te, prenderti e portarti via. E scappare lontano, dove nessuno mai ci potesse ostacolare. Dove non c’era nessun genitore a costringermi ad andare via solo per allontanarmi da te. Un posto dove ci saremmo stati solo tu ed io. E invece domani sarai di un altro...
Mi sembra così strano averti davanti e non potermi comportare come ero abituata a fare. Non poterti abbracciare e baciare come vorrei. Perché anche se sono passati 5 anni, in cui non ho avuto tue notizie, e sto per sposare un altro, l’ho sempre saputo che non eri ancora uscito definitivamente dal mio cuore. E oggi pomeriggio ne ho avuto la dimostrazione. Quando ti ho visto davanti a me era come se non fosse cambiato nulla, come se non fosse passato nemmeno un singolo giorno da quando ci incontravamo di nascosto dai nostri parenti, e vederti mi faceva battere il cuore all’impazzata. Ma devo convincere il mio cuore che deve appartenere ad un altro, adesso. Domani sposerò Adam e per noi non ci sarà più nessuna possibilità.
 
*
<< James... >>
Dopo aver finito di bere il the, il ragazzo aveva proposto di tornare a letto, vista la giornata intensa che avrebbero avuto l’indomani, e si era offerto di accompagnarla fino alla sua stanza.
<< Si? >>
Erano fermi davanti alla porta, ormai, ma nessuno dei due sembrava realmente voler andare a dormire, voler lasciare l’altro.
<< Verrai accompagnato domani? >>
<< Si >> rispose il ragazzo dopo qualche secondo. Era stato difficile decidere di andare al matrimonio, e sapeva che sarebbe stata dura sopportare tutto quanto. Per questo aveva deciso di invitare Vanessa. Avere qualcuno che lo accompagnasse, magari, lo avrebbe distratto dalla consapevolezza di tutto quello che avrebbe perso.
<< Oh... >> sembrava delusa.
Il ragazzo si girò, pronto ad andare verso la sua stanza. Doveva lasciarla andare, anche se faceva dannatamente male. Ma Dominique lo richiamò.
<< Jay..? >>
Sussultò nel sentire in che modo lo aveva chiamato, perciò decise di non girarsi verso di lei. Sarebbe stato troppo doloroso guardarla negli occhi.
<< Si? >>
<< Ti... >> chiuse gli occhi per prendere coraggio << Ti va di baciarmi per l’ultima
volta? >>
Sorpreso, James si girò verso di lei e la vide mordersi il labbro inferiore, in attesa di una sua risposta.
Cosa doveva fare?
Di certo moriva dalla voglia di baciarla ancora una volta, ma aveva paura di non riuscire a fermarsi. Anzi, era certo che non sarebbe riuscito a fermarsi.
Rimasero per qualche minuto l’uno di fronte all’altra, ad attendere. L’uno indeciso sul da farsi, l’altra in ansia per la risposta che stava per ricevere.
<< Non importa >> aveva sussurrato alla fine, quasi l’avesse detto solo per convincere se stessa. Proprio quando Dominique si era ormai arresa e si era girata verso la porta della sua stanza per andare a dormire, James la prese per il polso e la fece girare verso di lui.
<< Aspetta >> le sussurrò << Io... >>
Poggiò la fronte contro quella della ragazza, incapace di esprimere qualunque pensiero ormai, tanti erano quelli che affollavano la sua testa. E si sentì in pace con se stesso, come ormai non gli capitava da anni.
Ogni volta che sentiva l’odore del mare pensava a lei. Sarà stato perché lei era sempre vissuta vicino al mare e quindi aveva associato le due cose, o perché proprio vivendo al mare, ormai era davvero impregnata del suo odore, oppure perché erano i suoi occhi a ricordargli il colore del mare, ma ogni volta che pensava a lei gli veniva in mente il mare, e ogni volta che si trovava davanti al mare, pensava a lei. E ora finalmente il suo profumo di mare tornò a invadergli le narici, e lui lo inspirò a pieni polmoni.
Era quella la sua pace: guardarla negli occhi, accarezzarla, respirare il suo profumo.
E invece lei il giorno dopo avrebbe dovuto sposarsi, e lui l’avrebbe persa per sempre.
Ripensò alla sua richiesta, sussurrata come se fosse l’unica cosa veramente importante per lei. L’unica cosa che le serviva per andare avanti era un suo bacio. E allora perché non regalare un ultimo attimo di Paradiso ad entrambi?
Lentamente le accarezzò una guancia, e lei, chiudendo gli occhi, si adagiò meglio nella mano del ragazzo. James avvicinò il suo viso a quello della ragazza, il cuore che gli batteva come se fosse il loro primo bacio.
E ora eccola lì, ancora una volta ad aspettare che lui poggiasse le labbra sulle sue.
Dopo un tempo che era sembrato infinito ad entrambi, le loro labbra dapprima si sfiorarono, per poi farsi più audaci e baciare l’altro con una tale urgenza da far desiderare a entrambi di perdere la necessità di respirare, per non doversi dividere più. Quando la mancanza di fiato era ormai impossibile da sostenere, si staccarono.
Il respiro affannato di James sul collo fece tremare per un attimo Dominique. Il ragazzo, vedendo la sua pelle scossa da leggeri tremolii, le posò un leggero bacio nell’incavo del collo.
<< Jay... >> sussurrò Dominique al contatto delle labbra di lui con la sua pelle.
E sentire la Sua voce sussurrare in quel modo il suo nome lo costrinse a cercare ancora una volta le sue labbra, in un bisogno impellente di baciarla ancora. E ancora. E ancora.
 
*
Ancora una volta James non riusciva ad addormentarsi. Sospirando girò la testa di lato. Di fronte al lui Dominique dormiva serena, come se non fosse successo nulla di sbagliato. E invece c’era stato eccome, quello sbaglio. Dopo averla baciata più e più volte, erano entrati in camera e James l’aveva spinta subito sul letto, totalmente incapace, ormai, di controllarsi. La voleva, la voleva con tutto il suo corpo e tutte le sue forze. L’aveva raggiunta subito, continuando a baciarla, e aveva preso ad accarezzarle prima le gambe per poi risalire a sfiorarle i seni. Merlino, quanto gli era mancata in tutti quegli anni. Ripensò a quanto era stato impaziente di entrare di nuovo in lei, e a come lei si era morsa il labbro inferiore, chiudendo gli occhi e sollevando il busto verso di lui. A quel punto era tornato a baciarla, mentre lentamente si muoveva dentro di lei, sentendosi finalmente vivo. Da quanto non si sentiva più così? Aveva dimenticato come ci si sentisse, e iniziava a pensare di non riuscire più ad uscire da quello stato di apatia in cui viveva. Ma poco prima Dominique gli aveva dimostrato che anche lui era capace di reagire, di vivere, ma solo con lei. E invece entro poche ore avrebbe sposato un altro. Si sentiva uno stupido per aver ceduto. Come avrebbe fatto ad abituarsi di nuovo alla sua assenza?
Innanzi tutto doveva uscire da lì, si disse. Si alzò dal letto e prese le sue cose. Controllò che non ci fosse nessuno nel corridoio e uscì, lasciandola sola.
Dominique, appena si chiuse la porta, aprì gli occhi. L’aveva sentito muoversi nel letto e prepararsi per andare via, ma non aveva avuto la forza di fermarlo. Alcune lacrime iniziarono a scendere sul suo viso. Si sentiva uno schifo, aveva appena fatto l’amore con la persona che amava, ma entro poche ore avrebbe dovuto sposare un altro, quando invece l’unico con cui voleva stare era anche l’unico di cui non avrebbe mai dovuto innamorarsi.
 
*
James guardò la sveglia babbana poggiata sul comodino accanto al suo letto. Erano le 9.00. Mancavano solo 3 ore al matrimonio, ormai, e lui non aveva minimamente voglia di alzarsi. Ma doveva, anche perché alle 11.00 sarebbe dovuto andare a prendere Vanessa dalla stazione degli arrivi europei, dove arrivavano tutte le passaporte  provenienti da tutta Europa.
Controvoglia, dunque, si alzò e si trascinò giù fino alla cucina, dove c’erano solo i suoi cugini maschi.
<< Le ragazze dove sono? >> chiese sedendosi accanto a suo fratello.
<< Stanno già iniziando a prepararsi >> rispose appunto lui.
James annuì semplicemente, versandosi nella tazza il caffè rimasto nella brocca.
Pochi minuti dopo li raggiunse in cucina Lily, già quasi pronta. << Jamie, vieni con me >>
James la guardò dubbioso << Perché? >>
<< Dai, vieni e non fare storie! Ho bisogno di te per una cosa >>
Il ragazzo si alzò sbuffando, lasciando la colazione a metà sul tavolo << Giuro che se è per una cavolata... >>
<< Mi ha chiesto Dominique di venire a chiamarti >> lo interruppe, appena fuori dalla cucina e lontani dagli altri.
Il cuore prese a battergli furioso nel petto. Doveva essere qualcosa di urgente, se aveva mandato Lily a chiamarlo. Sussurrò un semplice “grazie” alla sorella e salì le scale due gradini alla volta per raggiungerla nella sua camera.
Fece un respiro profondo e bussò.
<< Avanti >>
Aprì la porta ed entrò nella stanza, richiudendola poi dietro di sé. Deglutì appena, ritrovandola davanti a sé avvolta nel suo abito da sposa, così bella da fare male al cuore. << Lily ha detto che mi cercavi >>
Dominique annuì appena, lo sguardo basso e gli occhi lucidi di chi sta facendo uno sforzo immenso per non scoppiare a piangere. James si avvicinò a lei lentamente, consapevole che quello che era successo quella notte aveva indebolito entrambi in maniera evidente. Si erano distrutti a vicenda, cedendo al loro desiderio, e ora ne dovevano pagare le conseguenze.
<< Jay... >> il ragazzo si fermò a pochi passi da lei. Avrebbe voluto abbracciarla e dirle che andava tutto bene, ma non poteva farlo. Non quando sapeva benissimo che non avevano le forze necessarie per resistere al loro amore.
Passarono parecchi secondi prima che Dominique parlasse ancora. Sembrava che stesse affrontando una dura lotta interiore << Non... non permettermi di sposarlo >>
<< Cosa? >> James spalancò gli occhi.
<< Se mi chiedessi di mollare tutto e venire via con te, in questo momento, non ci penserei due volte. Lo farei e basta >> Per la prima volta da quando era entrato, Dominique lo guardò negli occhi. << Chiedimi di venire via con te, ti prego >>
James contrasse la mascella e rimase immobile, spiazzato dalla sua richiesta. Merlino, che voglia che aveva di andare lì e baciarla fino allo sfinimento, per poi prenderla e scappare con lei, senza dare conto a nessuno. Avrebbe fatto di tutto per lei, anche diventare un fuggitivo, se questo avesse voluto dire passare il resto della vita con lei. Ma non poteva fare a meno di chiedersi se era davvero quello che voleva. Insomma, lei...
<< Mon bèbe >>
La porta si spalancò di scatto e Fleur Weasley entrò come un tornado nella stanza per andare ad abbracciare sua figlia. Quando si staccò da lei e si rese conto che c’era anche James nella stanza, gli rivolse un’occhiata truce, pronta ad intimargli di andare via e non disturbare la sua bambina.
<< Io vado, allora >> si costrinse a dire, allora, James, uscendo dalla stanza e lasciando mamma e figlia da sole.
 
*
Il momento era ormai giunto. La musica nuziale iniziò a diffondersi per la sala e James, con Vanessa accanto, si alzò in piedi, voltandosi verso l’entrata principale, da cui comparve Dominique accompagnata da suo padre. Il cuore gli si strinse nel petto, mentre la consapevolezza che stava davvero per finire tutto quanto si faceva largo in lui.
Mentre gli passavano davanti, Dominique gli lanciò uno sguardo breve. James sospirò. Poche ore prima la ragazza era sembrata così sicura di voler scappare con lui, ma James la conosceva bene. Sapeva che poi se ne sarebbe pentita, che quella era una frase detta solo a causa di quello che era successo quella notte, che le aveva tolto ogni barlume di razionalità. Ma scappare insieme avrebbe voluto dire avere tutta la famiglia contro, e sapeva che lei non l’avrebbe sopportato. Magari i primi giorni l’avrebbe fatto, ma poi, ragionandoci, si sarebbe convinta che avrebbe dovuto ascoltare i suoi genitori e non scappare con lui. E lui avrebbe preferito perderla in quel momento, piuttosto che illudersi di averla riavuta e poi vederla andare via ancora una volta da lui, o, peggio ancora, vederla restare, ma soffrire tantissimo. No. Avrebbe rinunciato subito a lei, piuttosto. Prima o poi se ne sarebbe fatta una ragione, in fondo.
Ci sarebbe voluto del tempo, però, e in quel momento non riusciva proprio a vederla lì davanti all’altare con il suo quasi marito che la aspettava sorridendo. Senza dire una parola, uscì all’aperto.
 
*
<< Sei qui >>
<< Vanessa... come mai non sei dentro? >>
<< E tu? Come mai sei qui fuori? >>
James abbassò lo sguardo << Dentro mi sentivo soffocare. Avevo bisogno di aria >>
In fondo era vero. Proprio non ce la faceva a rimanere lì dentro a vederla mentre sposava quel tipo.
<< Dì un po’, stai pensando di tornare dentro a interrompere il matrimonio per prenderti la sposa? >>
<< Cos... Perché dovrei? E’ mia cugina >> Rise nervosamente.
<< Ho visto come la guardi, James >>
<< Perché? Come la guardo? >> le chiese sorridendo, leggermente a disagio.
<< Come se fosse la cosa più preziosa del mondo, come se fosse l’unica persona di cui ti importi veramente. Come vorrei che guardassi me >>
<< Vanessa... >> Il sorriso era ormai scomparso dalle sue labbra.
<< Ascolta, io non so cosa è successo tra voi, e non voglio nemmeno saperlo. Ma ormai è tardi. Probabilmente in questo momento avrà già promesso di amare Adam per sempre. Non c’è più niente che tu possa fare, ormai. Solo andare avanti, con qualcuno che ti ama davvero >>
James la guardò sorpreso. Davvero Vanessa lo amava?
<< E io posso essere quella persona, James, davvero. So che adesso non provi niente per me, ma un giorno potresti davvero arrivare ad amarmi. Non mi hai mai dato la possibilità di farmi conoscere realmente, ma potrei piacerti davvero. Non ti chiedo tanto, solo di provare a stare con me. Potrei aiutarti a non pensare più a lei. Dammi una possibilità. Ti prego >>
<< Sei davvero disposta a questo per me? >>
<< Si >>
James le prese il viso tra le mani. Non voleva usarla solo per dimenticare Dominique, ma era quello che lei gli aveva chiesto. Era davvero tanto sbagliato?
<< Chiudi gli occhi >>
Eseguì la richiesta e sentì Vanessa avvicinarsi e baciarlo.
                                         ADDIO, DOMINIQUE.
 
*
<< Vuoi tu, Dominique Gabrielle Weasley, prendere Adam Leheroy come tuo sposo? >>
Si guardò un attimo intorno, per incontrare i suoi occhi un’ultima volta prima di pronunciare quella piccola parola che l’avrebbe allontanata per sempre da lui, ma non lo trovò.
Prese un lungo respiro.
                                           ADDIO, JAMES.
 
 
 
 
  
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