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Autore: likol    09/06/2008    2 recensioni
"Solo pietà muoveva la sua mano il glorioso giorno della vittoria. Lontana pareva la candida mano della giustizia, remota ed immobile astrazione, quando fu espresso quel desiderio di nuova vita. L'arroganza di ridere delle leggi naturali è pagata a caro prezzo: il prezioso ed estinto sangue sajan..."
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goten, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EPILOGO

Il lontano scroscio delle onde giungeva leggero alle loro orecchie mentre avanzavano, con passo tranquillo, lungo il viale ombreggiato dalle palme. Il profumo della salsedine saliva sino a loro, accompagnandoli con il suo aroma intenso. La folla si faceva più rumorosa e festante ad ogni passo, segno, che lo stadio non era distante.
Il grande Tenkaichi, data immancabile per poter applaudire il campione dei campioni, vista la duplice tragedia, che aveva colpito le città più popolose del continente, era stato in un primo tempo sospeso e rimandato sino a quella data, più prossima all'inverno che alle ultime luci dell'autunno.
Avanzavano a capo chino scambiandosi qualche commento a fil di voce, rivolgendo saltuariamente fugaci occhiate a chi li aveva convinti, con una sola frase, a intraprendere il viaggio sino a quelle regioni del Sud.
La sera precedente, poco prima del dolce, una torta tradizionale dell'ormai provetta cuoca Videl, Trunks aveva sollevato lo sguardo, ad incrociare le iridi nere degli uomini che eran innanzi a lui.
Solo poche parole erano sfuggite dalle sue labbra:
" Vorrei andare al Tenkaichi domani, c'è una cosa che devo appurare!"
Non v'era stato modo però di ricevere ulteriori spiegazioni per quella inusuale richiesta.
Vegeta aveva sollevato le spalle accondiscendo, favorevole alla possibilità di far lasciare al figlio il sicuro guscio, che si stava costruendo sui Paoz.
Lo stadio, dalle alte gradinate, appariva ora dall'incrocio d'una via traversa, una folla vociante si accalcava alle grandi cancellate, giungendo con le sue grida roche sino a loro.
I terrestri necessitavano d'un intrattenimento, che allontanasse dalle loro menti il peso dell'estate di sangue, che avevano attraversato.
Scacciasse dalla loro memoria i volti ed i nomi di coloro che avevano perduto.
La voce scandita del presentatore si sollevò, incitando la folla ad accogliere, con un caloroso applauso, i nuovi concorrenti, che si facevano innanzi per sfidare con la loro tecnica e tenacia, l'intoccato campione mondiale.
Un lieve sospiro sfuggì dalle labbra dei giovani guerrieri, fra quei nomi, ritmati dagli incitamenti, non vi sarebbe più stato spazio per il timido e gentile Papaja-man, vittima d'un destino troppo oneroso, che aveva piegato persino il suo sincero coraggio e la sua umanità.
La voce di Gohan si sollevò, strappando i presenti al rimorso:
" Non credo che riusciremo a farci strada sino agli spalti. Siamo molto in ritardo rispetto all'inizio della manifestazione, mi dispiace, credo che continuare potrebbe essere troppo..." ma non concluse, chinando il capo ai fili d'erba, che si facevano strada fra la ghiaia.

Era stato contrario sin dall'inizio alla volontà dei Brief di non condurre Trunks in una clinica, le sue condizioni erano gravi, necessitava di un controllo medico, eppure i suoi genitori erano stati chiari:
" Come spiegheremmo la natura di quelle ferite?"
Era stata l'immediata domanda rivoltagli, esternate le sue esortazioni, il principe aveva poi ripreso con convinzione:
" Del resto è una sua volontà quella di rimamene qui, non possiamo più imporgli la nostra!"

" Sto bene Gohan!"
La voce del diretto interpellato riportò alla realtà l'uomo, che rispose con un accenno di sorriso.
Non credeva ad una sola sillaba espressa dal giovane, non gli avrebbe permesso di ficcarsi in uno stadio alla ricerca di risposte o quantomeno non sarebbe andato da solo.
Trunks si volse improvvisamente, arrestando la sua avanzata verso l'arena dove si disputavano i primi ottavio di finale.
Accennato uno sguardo complice, sollevò una piccola capsula nella mano sinistra, reggendola fra due dita.
Bulma s'irrigidì, cercando di pronunciare un avvertimento od un rimprovero in direzione dell'imprudenza, che pareva guidare nuovamente i gesti del suo figlio maggiore, ma i tre giovani, innanzi a lei, la trattennero.
Pan distolse lo sguardo, incontrando gli occhi dei suoi familiari, mentre Bra tratteneva con le braccia sua madre e implorava, con sguardo cristallino, il padre di fidarsi di lei.
Vegeta inghiottì a fatica, chinando il capo in una sofferta affermazione di comprensione delle loro intenzioni, un'accettazione, che era contraddistinta però da una mancanza d'appoggio.
Goten incrociò gli occhi d'ebano fuso del principe, come a ricevere su di sé, in quel contatto d'istanti, la responsabilità che l'uomo aveva rifiutato.
La capsula esplose silenziosamente, restituendo al giovane la morbida fibra del guanto corvino.
Il primo degli High Hopes, l'Alfa, era nuovamente sulla sua mano.
" Non avrete intenzione di andare a cercare i ragazzi?"
La voce allarmata di Videl si sollevò, qualcosa negli occhi dei quattro giovani guerrieri l'aveva spaventata, la risolutezza d'un desiderio, disposto a giocarsi tutto, pur di incrociare nuovamente sul suo cammino quei tre figli d'un illusione.
" Dipenderà dalla concentrazione elettromagnetica"
La voce stanca di Trunks si sollevò ancora, mentre il suo capo accennava distrattamente allo stadio esultanate.
Bulma strattonò la figlia, nel vano tentativo di scansarla, aveva compreso troppo tardi la motivazione, che li aveva portati lì. Al Tenkaichi, per concedere la visione planetaria dell'evento, erano mobilitate le tecnologie più avanzate, che comunicavano coi satelliti artificiali più potenti.
L'obbiettivo di suo figlio, le interminabili ore su quelle complesse dispense di informatica, tutto era stato valutato e calcolato per poter accedere nuovamente ad un passaggio temporale.
" Come farete a trovarli? Non sapete dove andare?"
La voce del principe si sollevò con un'inaspettato tono di tristezza.
Non poteva sollevare la voce per impedire loro di compiere una scelta, sapeva non fossero più bambini da condurre con sé, all'ombra della sua coda.
Come era stato per sé stesso, concedeva loro la possibilità di scegliere il proprio cammino, anche se questo li conduceva irrimediabilmente più lontano di quanto egli sperasse.
" In determinate condizioni i guanti hanno una forte attrazione reciproca, come calamite"
Un nuovo boato li fece sussultare involontariamente, celando la scansione, che prendeva nuova vita dalle labbra del più maturo, prima che Gohan decidesse di scagliarsi su di lui, forte della sua maturità e dei suoi principi, ben più rigidi e intransigenti di quelli del principe alieno.
Un intenso fascio di luce, simile ad un faro cristallino si sollevò dal guanto, come un'onda energetica, priva di violenza e potere, fosse stata sollevata.
Gli spettatori dei grandi spalti rivolti nella direzione, che ne permetteva la vista, esultarono affascinati a quella che pareva una nuova ed inaspettata attrattiva del torneo.
Nessun urlo di dolore ed alcuna maschera di sofferenza disegnavano i lineamenti stanchi del giovane, giacchè buona parte dell'energia disponibile all'interno degli High Hopes era stata già in precedenza rilasciata, inoltre la spirale non poteva crearsi, incrementando la pressione, essendo lontani i codici successivi.
Un lungo istante trascorse senza che nulla mutasse, l'espressione, da concentrata, cedette ben presto ad un'affaticato colpo di tosse, che sentenzio col peso d'una condanna, il fallimento del loro tentativo.
Trunks chinato a terra, distolse lo sguardo, lasciando che Goten gli si accostasse, forte del suo sostegno e delle sue incerte parole di consolazione.
Sapeva si trattasse d'una follia inutile, ma non aveva voluto negare la speranza, che il nome dato a quei prodotti tecnici potesse restituire una nuova luce, come un tempo aveva potuto un ragazzo, che portava il suo medesimo viso.
La voce gioiosa del cronista annunziò il nome del nuovo vincitore di quell'anno, decretando la fine del torneo, invitando però tutti ad attendere, con egli, la sfida più attesa ed ingenuamente truccata, che contrapponeva questo a Mister Satan.
" Certo che ce n'avete messo di tempo per evocare di nuovo l'elemento Alfa, pensavo avreste aspettato che raggiungessimo la maturità!"
Il canzonatorio e leggermente freddo tono di Goran si sollevò dalle fronde della quercia alle loro spalle, un breve balzo lo condusse poi a raggiungere Bra.
La giovane trattenne il muto desiderio di stringere le sue braccia possenti, qualcosa aveva alterato un momento la sua percezione, lasciandola stupita a contemplare il nuovo venuto, che come sempre era stato, non aveva mancato di indovinare il suo dubbio:
" Per noi sono trascorsi cinque anni, Veril ha fatto uno dei suoi soliti casini, macchinando coi computer di quello scienziato pazzo di suo padre ... senza offesa!" si corresse poco dopo, incrociando lo sguardo infastidito di Trunks, che a fatica cercava di formulare una frase sensata.
Il suo calcolo prevedeva che loro tornassero nel futuro, non che i tre pestiferi elementi li raggiungessero all'istante, inoltre non si spiegava quell'incremento d'età in loro.
Gli adulti fissavano ammutoliti ed interdetti quell'inaspettata nuova apparizione, che sospettavano sarebbe stata ben più duratura. Anche se in cuor loro Bulma e Videl temevano questa avrebbe complicato ulteriormente le loro innocenti esistenze.
" Facile rovesciare sempre ogni responsabilità sul sottoscritto! Terza classe senza cervello, che ne sapevo, che l'alteratore aveva questo effetto collaterale!
Se era per te, saremmo ancora a frignare nel nostro tempo!"
" Io non frigno, principino, inoltre avresti potuto evitare d'usarci come cavie da laboratorio!"
Il capo dell'ultimo Son si volse altrove, restituendo la sua attenzione alla giovane dai capelli cristallini, che ora era divenuta per lui di qualche centimetro ancora più bassa.
" Avete finito di litigare? "
Sollevò timidamente la giovane.
" Solo quando il Son mi avrà chiesto umilmente perdono!" giunse in risposta, dal fitto d'una fronda, la voce, falsamente melensa, dell'erede della Capsule Corporation.
" Ignoralo è così da quando ho memoria!"
Sussurrò ad un orecchio di Bra la voce bassa e gentile di Goran.
Un breve fruscio annunciò la discesa di Veril, che al contrario del rivale, non pareva aver incrementato di molto il suo slancio, il suo fisico asciutto e simile a quello paterno, aveva perduto però la fiacchezza, che ne aveva caratterizzato il primo incontro. Ricercato coi felini occhi verdi immediatamente qualcosa, borbottò un saluto nella direzione di Pan, che rispose al borbottio di quel soprannome, Tappo, con un aperto sorriso, privo di quella vena d'infantile giocosità, al suo posto, la sincera gioia ed il muto imbarazzo.
" Per quale ragione eravate su quell'albero?"
Chiese improvvisa Bra, sinceramente dubbiosa sulla logicità del loro arrivo.
" Guidava Veril, trai tu le dovute conseguenze!"
" Ti detesto, Son Goran!"
Un lieve riso sfuggì dalle labbra dei più maturi, mentre l'ennesimo litigio sembrava farsi nuova strada in quel piccolo parco, divenuto teatro involontario d'un miracolo, guidato da strumenti di morte.
" Dov'è Elen?"
Chiese improvviso Goten, interrompendo la disputa che si andava accendendo, due paia di occhi chiari e sornioni si rivolsero al cadetto, con estrema attenzione, il più giovane prese parola apostrofandolo con distaccata perizia:
" Papà, non ti vergogni alla tua età, dissemini ovunque cuori infranti, che ti sospirano alla luce della luna? Io non sono affatto daccordo sul tuo modo di comportarti con le innocenti fanciulle che seduci.
Stà pur certo, che non avrai più terreno facile ora che io, tuo unico figlio, veglierò sulle tue sregolatezze!"
Il cadetto richiuse a fatica le labbra, non solo il suo primogenito aveva un tono riconducibile ai sermoni di sua madre, ma quella parlantina, petulante e prolungata, aveva richiamato al suo viso, una lunga chioma castana, occhi da cerbiatta, curve da urlo, quoziente intelletivo ancora in via di ricerca...
" Indovinato papà, sono capace di stordirti di chiacchiere proprio come soleva fare la mia cara mammina, Valese!"
Le braccia incrociate del giovane avevano, in quel frangente, un'aria ben più minacciosa d'una punizione inquisitoria.
" Perchè cerchi mia sorella?"
Chiese tranquillamente Veril, come l'intero discorso, apostrofato dal ragazzo moro non fosse mai stato pronunciato.
" E' un'idiota..."
Sfuggì dalle labbra del ragazzo con gli occhi azzurri, ma l'altro parve non cogliere l'ennesima frecciata nei suoi confronti.
" Siete molto cambiati dall'ultima volta!" sfuggì dalle labbra di Vegeta, che li fissava con occhio attento mentre si scambiavano, in quell'atmosfera di irreale gaiezza, quelle battute.
" Sono trascorsi cinque anni nella nostra epoca, siamo cambiati solo per il naturale evolversi della natura. Non abbiamo avuto alcuna conseguenza dalla formazione del codice, almeno io e Goran..."
Elen era balzata a sua volta al suolo, a pochi passi dagli adulti, non era cresciuta d'un solo centimetro in altezza, mantenendo il fisico gracile e scattante che la caratterizzava, solo il suo abito pareva piegato alle sue forme in pieno fiore, che apparivano più evidenti dell'ultimo incontro, i lunghi capelli erano raccolti con cura, anche se alcuni ciuffi, sfuggendo alle sicure maglie, scivolavano lungo la sua schiena, rivelandone una lunghezza preservata negli ultimi anni.
" Diciamo che mi interessava sapere dove fossi, perchè amo tenere d'occhio le mie fiamme!"
Il viso di Elen s'imporporò sino alle orecchie, all'uscita di Goten, che la fissava con un misto di rabbia e attenzione.
Percorso il breve tratto che li separava, si stagliò dinanzi a lei, mentre le labbra tremavano come a voler celare parole non dette od una rabbia repressa.
" Io non sono una tua fiamma!" esplose la più giovane, fissando due schegge di cobalto sul viso abbronzato dal sole estivo.
" Sei in debito," solo un sussurro fra le labbra del giovane " per una bugia ed una cosa che mi hai rubato, Elen Brief, ed io voglio quel che mi spetta!"
Un sorriso dolce e gentile si disegnò sulle labbra contratte, mentre si chinava a baciare chi gli aveva promesso di non lasciarlo mai.
Gohan si volse, cercando lo sguardo della madre, pronto a vederla inferocita balzare sui due giovani sconsiderati, a soli pochi passi da lei.
Chichi era china ad osservarsi le mani dubbiosa, sotto lo sguardo divertito di Vegeta e Bulma, che avevano compreso cosa destasse tanta preoccupazione negli occhi della donna.
" Mamma?"
Solo un sussurro, non privo di timore reverenziale.
" Siamo in tre di più stasera e non credo sarà una condizione momentanea.
Dovrò inventarmi qualcosa per la cena!
Giusto Trunks, piccolo delinquente travestito da agnello!"
Il giovane annui convinto.

FINE

Ringrazio sentitamente tutti coloro che mi hanno seguito sino a qui! Spero che "Element" vi sia piaciuta! Temo continuerò ad infestare ancora a lungo questo sito!
Alla prossima fiction! Xellass

  
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