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Autore: Sariel    09/06/2008    6 recensioni
Mi chiamo Madeleine Leclerc e sono un vampiro. Sono un vampiro da ormai quasi 300 anni. [...] Esaudirò qualunque vostro desiderio. Ma siete pronti a perdere la vostra anima?
[SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO]
Genere: Dark, Sovrannaturale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Nota al capitolo: e rieccomi con un nuovo capitolo. Finalmente è finita la scuola e posso dedicarmi di più alle mie fic. Come sempre devo ringraziarvi per le recensioni e per i preferiti[che sono diventati 38!], siete davvero troppo gentili.
Per quanto riguarda l’ottavo capitolo, devo ringraziare due persone in particolare, che mi hanno colpito con le loro recensioni.
La prima è Kayla_Ariev, che mi aveva già lasciato senza parole con la sua prima recensione. Leggere commenti del genere mi invoglia sempre più a continuare la storia.
La seconda è _Natsuki_. Prima di tutto complimenti per il tuo profilo twilightiano[*_*] e per le tue storie [=.
E grazie davvero per aver definito questa fiction ‘perfetta’.
Molto si scoprirà più avanti. Comunque per Madeleine ho studiato bene l’epoca[anche perché era nel programma di storia di quest’anno] e ho tentato di ottenere più informazioni possibile[santa Wikipedia aiuta sempre]. Naturalmente sbaglierò qualcosa però vorrei rendere la realtà così com’era all’epoca.
Di Monaco alla fine del 1700 non so molto e per questo inventerò parecchie cose.
Comunque sono davvero curiosa di sentire i vostri pareri.
Vi lascio al capitolo. Scusate ma è un po’ corto ç_ç
Come sempre buona lettura,
Sara
 
 
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IX
 
 
CAPITOLO NONO
Prisonnière.
 
S
e fossi stata in grado di piangere, forse il mio dolore, misto al disgusto e all’orrore di ciò che avevo appena udito, si sarebbe alleviato. Compagna. Dannata Jeanne- alla fine ero riuscita a scoprire il nome della vampira. Anche a chilometri di distanza riusciva a rovinarmi la vita. Non solo mi aveva allontanata da Parigi, adesso anche questo.
Victor, il vampiro di cui avevo appena fatto la conoscenza, mi conosceva già molto bene. Per sentito dire.
La corrispondenza tra lui e Jeanne era iniziata con il mio arrivo nella villa di quest’ultima, dopo la trasformazione. A quanto pare Jeanne mi aveva definito come un ‘neonato bocciolo di rosa’, pronta a nuove esperienze. E lui si era subito interessato.
«Una compagna è ciò che mi serve» mi aveva detto, spudorato. «Inoltre hai bisogno di protezione.»
«Non penso sia la cosa migliore» avevo risposto, con la voce tremante, «e penso di sapermi proteggere da sola.»
La sola idea di passare il resto della mia vita con quell’individuo mi spaventava. E’ un uomo bellissimo, su quello non c’era dubbio, ma i suoi occhi…i suoi occhi mi spaventavano.
Rievocavano momenti terribili, situazioni orribili che le sue vittime dovevano aver vissuto. Per un momento pensai che non ero io il mostro. Erano quelli come lui che potevano definirsi mostri.
«Non voglio metterti fretta.» il suo tono era cambiato all’improvviso, addolcendosi. «Però sei stata promessa a me e un giorno sarai mia.»
Nonostante il suo tono dolce le parole che sentii erano una minaccia.
«Io non appartengo a nessuno. Non appartenevo e non appartengo a Jeanne e non ha avuto alcun diritto a promettermi a lei.»
Senza volerlo, il mio tono diventò duro ma non lo scalfì. Rimase impassibile di fronte a me, senza proferire parola.
Quando riaprii le labbra per parlare mi interruppe. Non riuscii a prevederlo.
Con uno scatto in avanti si avvicinò a me e premette le sue labbra sulle mie, senza lasciarmi il tempo per fermarlo. Nonostante l’irruenza con cui mi aveva afferrato, le sue labbra erano morbide e si muovevano delicatamente sulle mie.
Avevo appoggiato le mie mani sul suo petto nel tentativo di allontanarlo ma era molto più forte di me.
Non sapendo che fare gli morsi leggermente il labbro inferiore e si allontanò di qualche centimetro.
Una piccola goccia di sangue gli scese dall’angolo della bocca.
Mi aveva lanciato un’occhiata severa, fulminandomi e decisi di andarmene.
«Con permesso.» avevo detto, con un lieve inchino.
Tastai leggermente le labbra con un dito mentre quel pensiero mi tornava alla mente. Scossi la testa per scacciarlo.
Mentre osservavo i rumori della vita che procedeva lentamente fuori dalla villa, mi resi conto di una cosa.
Ero diventata una prigioniera. Prigioniera di quel vampiro dagli occhi rossi, che mi mettevano paura.
Passò qualche giorno ma la situazione non cambiò.
Mi aveva concesso tempo per decidere. Ma la decisione in sostanza non c’era. Le possibilità erano due: accettare di diventare la sua compagna di mia volontà oppure diventare obbligatoriamente la sua compagna. Sospirai. L’unica mia opzione era prendere tempo e sperare.
Sperare cosa? Che qualcuno arrivasse e mi portasse via?
Soffocai una risata isterica. Chi mai mi avrebbe portata via da quel posto?
Pierre potrebbe farlo, pensai ma me ne pentii subito. Per Pierre non contavo nulla. Ero solo la ragazzina che aveva trasformato per noia. O per qualcos’altro?
Mi morsi il labbro, immersa in quei pensieri.
Era davvero così egoista? Non gliene importava nulla di me?
Eppure…mi ero abituata all’idea di dover passare l’eternità con lui. Ma lui era di Jeanne, erano praticamente perfetti insieme.
Quella visione mi colpì al cuore come una freccia, mozzandomi il fiato.
 
×××
 
Forse avevo commesso l’errore più grande in tutta la mia vita-da vampiro. Lasciare Parigi, lasciare Jeanne…non osai immaginare le conseguenze di quel mio gesto.
Mentre la carrozza avanzava velocemente verso il confine francese, mi ritrovai a pensare nuovamente al motivo della mia fuga.
Nella mia mente si formò l’immagine di una donna, dai capelli mossi e castani. Il suo viso dai tratti dolci e delicati aveva cominciato a tormentarmi da giorni. E i suoi occhi…quegli occhi fuori dal comune, del colore dell’ametista non volevano andarsene dalla mia mente.
Madeleine.
Scossi la testa, incredulo. Ero davvero pronto a rischiare la vita- perché era quella che avevo messo in gioco lasciando la villa e Jeanne- per una ragazza? Per quella ragazza?
.’ Una parte di me credeva sul serio a quello che stavo facendo.
Dall’altro lato il senso di colpa mi affliggeva. Avevo rinunciato a tutto ciò che mi avevano offerto. Non potevo negare che Jeanne avesse fatto molto- quasi tutto- per me. Ma non potevo restare con lei.
Si era dimostrata crudele, priva di cuore. Nessun vampiro era stato cacciato dalla comunità senza motivo.
Il motivo per cui Jeanne aveva cacciato Madeleine c’era ma era futile, senza senso. L’avevo saputo al ritorno di Bernard. Jeanne era gelosa di Madeleine. Una vampira adulta gelosa di una neonata. Incredibile.
Mai così incredibile come questo’, pensai. Non mi ero accorto di quanto valesse Madeleine per me.
Forse ero stato semplicemente cieco, o avevo mentito a me stesso.
Le avrei dovuto raccontare tutto. Tutto quello che avevo fatto prima di trasformarla. L’avevo seguita, subito dopo avere incrociato il suo sguardo. Da quel momento, fino al nostro ‘primo’ -per lei- incontro nel vicolo buio, sapevo che sarebbe stata mia, che l’avrei trasformata.
Agognavo il suo sangue ma non potevo immaginare risvolti simili.
Me n’ero innamorato? ‘I vampiri non si innamorano.’ O forse sì?
Era solo puro desiderio o amore? Non avevo mai provato quel sentimento, nemmeno da vivo.
Mi voltai e guardai fuori dalla carrozza. Il buio inghiottiva tutto, negando alla vista qualsiasi cosa.
Desiderai che succedesse anche a me. Per un momento, desiderai di sparire.
Mentre guardavo nella notte più profonda, chiedendomi che cosa animava il mio desiderio di rivedere e riavere con me Madeleine, una piccola fiamma invisibile si animò dentro di me.
Era quello l’amore?
  
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