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Autore: funkia    09/06/2008    17 recensioni
Gli anni passano e... come sempre non tutte le cose rimangono le stesse. Un detto vecchio come il mondo dice che indietro non si torna, si può solo crescere e andare avanti. Ma a volte basta un piccolo incidente per risolvere tutto...
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Ron

                          GROWN YOUNG

 

                                                         17. Whole

 

 

Well you showed me
How it feels
To feel the sky
Within my reach
And I always
Will remember all
The strength you
Gave to me
Your love made me
Make it through
Oh, I owe so much to you
You were right there for me                There you’ll be- Faith Hill

 

 

 

“Ron! Datti una mossa! Non voglio arrivare tardi!”

 

Urlò Hermione verso il piano di sopra sorridendo tra sé mentre cercava di fare il nodo alla cravatta di Ben che non stava fermo un secondo e sbuffava impaziente. Lui la fissò scocciato e si passò una mano tra i capelli cercando di spettinarsi il più possibile e non sembrare un figlio di papà.

 

“Non capisco perché devo venire anche io.”

 

Hermione alzò gli occhi al cielo. “Benjamin, è il matrimonio di tua sorella.”

 

“Lo so,” fece lui scrollando le spalle. “Ma mica devo portarla io all’altare. Non posso semplicemente venire al ricevimento? Avrò tempo per partecipare alle cerimonie, ho altri quattro fratelli che si sposeranno prima di me.”

 

“Ci hai provato.” Ridacchiò Ron scendendo giù dalle scale, vestito di tutto punto. Si accostò ad Hermione e le baciò la fronte. “Quello che io non capisco è perché non abbiano potuto sposarsi nel nostro giardino come avevo suggerito.”

 

Hermione gli sistemò il colletto della camicia. “Non te la prendere. Nessuno può dire di no a tua madre. E poi sposarsi alla Tana è diventata un po’ una tradizione.”

 

“Beh, io e te non ci siamo sposati alla Tana.” Fece lui mettendo il broncio. “Neanche una volta.”

 

Ben si allentò il nodo alla cravatta che Hermione aveva faticosamente allacciato. “Posso andare adesso?”

 

Ron e Hermione si guardarono. “Dove?” Chiesero stupidamente.

 

“Alla Tana.”

 

“Oh.” Hermione annuì. “Sì, certo. Sai dove sono finiti Micheal e Simon?”

 

Ben alzò gli occhi al cielo. “Certo che lo so. So sempre tutto di tutti qua dentro. Micheal è andato alla Tana, ha detto di volersi accertare che Alex fosse perfetta ma abbiamo capito tutti che voleva solo vedere Sarah. Simon è andato a prendere la professoressa Willand…”

 

“Puoi anche chiamarla Sophia.” Interruppe Ron con un sorriso.

 

“… a casa sua prima di venire al matrimonio.” Continuò senza dar segno di aver sentito. “E se vi interessa James è in veranda con C.j. mentre Thea…”

 

“Mamma!”

 

“Questa la so.” Disse improvvisamente Ron dopo l’urlo proveniente dal piano di sopra. “Thea è in piena crisi isterica.”

 

Thea si affacciò in quel momento in cima alle scale vestita di azzurro e i capelli tutti sfatti che cadevano sulle spalle. “Mamma!” Frignò. “Non riesco a sistemare i capelli! Alex mi uccide se non ho i capelli a posto!”

 

Hermione sospirò pazientemente e si voltò verso Ron con mezzo sorriso. “Vado a vedere cosa posso fare. Tu va a vedere se James e C.j. sono pronti. Ci metto un minuto.”

 

Ron annuì guardandola salire su per le scale. Si voltò verso Ben che stava lottando contro la cravatta e rise appena. “D’accordo che non ci vuoi venire al matrimonio, ma cercare di strozzarsi non è una soluzione.”

 

Ben roteò gli occhi e girò i tacchi andandosene senza dire niente.

 

Ron rise di nuovo e si diresse verso la veranda dove Ben aveva detto si trovavano James e C.j. . Non riuscì a trattenere un sorriso quando li trovò seduti sul dondolo, C.j. appoggiata contro lo schienale, chiusa in un vestito morbido per assecondare le sue forme, e James con l’orecchio ormai incollato al pancione.

 

Si avvicinò alzando una mano in cenno di saluto. “Ehi ragazzi.” Mandò un’occhiata divertita a James. “C.j. , ma che diavolo gli hai fatto?”

 

Lei sospirò stancamente con un sorriso. “Ormai non riesco più a togliermelo di dosso. Quando questo bambino uscirà da qui non lo chiamerà papà, lo chiamerà avvoltoio.”

 

“Sssh!” Li zittì James. “Si sta muovendo!”

 

Ron scosse la testa e mandò un’occhiata alle sue spalle verso casa. “Mi spiace interrompere ma credo che dovremmo andare. Hermione sta cercando di mettere a posto i capelli di Thea, ci conviene andare avanti.”

 

James sbuffò ma si alzò in piedi aiutando C.j. “Se aspettiamo Thea non arriveremo più.”

 

C.j. sorrise. “Va bene, andiamo. Aspettatemi qui, vado a prendere la borsa.”

 

Ron e James annuirono guardandola mentre si muoveva con un po’ di difficoltà dentro la casa. James corrucciò la fronte quando la vide fermarsi all’improvviso e voltarsi verso di loro con la bocca semiaperta. Fece un passo avanti, incerto.

 

“Cate…?”

 

“James, abbiamo un problema. O mi sono appena fatta la pipì addosso a ventisette anni,” Deglutì. “O…”

 

“Oh, cazzo!”

 

“Esatto.” Fece lei annuendo.

 

Ron spalancò gli occhi mentre James sbiancò parecchio. “Ben!” Chiamò subito Ron.

 

Ben venne in veranda con una faccia annoiata. “Cosa?”

 

Ron lo fissò serio. “Vai subito a chiamare tua madre e dille di scendere. Adesso!”

 

James intanto aveva raggiunto C.j. , che aveva cominciato ad avere le prime contrazioni e gemeva dal dolore, e le passò un braccio attorno ai fianchi aiutandola a stare in piedi. “Papà! Papà adesso che facciamo? Cosa devo fare? Chi devo chiamare? Dove devo andare? …”

 

“Datti una calmata, James!” Inspirò profondamente Ron. Li raggiunse in due passi e prese l’altro fianco di C.j. “Aiutami a farla sedere sul dondolo.”

 

I passi urgenti di Hermione e Thea si udirono anche dalla veranda, qualche secondo dopo le due donne comparvero sulla soglia. Thea trattenne il fiato e Hermione si catapultò al fianco di C.j. e le sorrise prendendole una mano.

 

“Sembra che qualcuno stia per avere un bambino.” Disse incoraggiante.

 

C.j. respirò con la bocca buttando fuori l’aria a intervalli regolari. “Per come sta spingendo sembra che stia per avere un muflone!”

 

James fissò sua madre nel panico. “Ti pare il momento di stare a conversare?! Dobbiamo andare al S. Mungo! Sta partorendo!”

 

Hermione sospirò e si voltò verso di lui gentilmente. “James, c’è ancora tempo. I bambini non si sparano fuori come palle di cannone.”

 

Ron posò una mano sulla spalla di Hermione. “D’accordo che c’è tempo, ma dobbiamo andare. Le si sono rotte le acque.”

 

“Oh!” Scattò in piedi Hermione. “Potevi dirlo subito!” Si voltò verso Thea che era rimasta come paralizzata sulla soglia della veranda. “Thea, corri alla Tana con Ben e avverti tutti che siamo al S.Mungo. C’è una passaporta in cucina, si attiverà tra dieci minuti.”

 

Thea annuì e volò dentro casa.

 

C.j. continuò a respirare con la bocca mentre James la aiutava ad alzarsi e entrava dentro casa a passo spedito. Ron si mosse per seguirli e Hermione subito dopo di lui.

 

“Ah!”

 

Ron si ghiacciò sul posto. Si voltò molto lentamente verso Hermione.

 

“Che cos’era quel ‘ah!’, Hermione?”

 

Hermione cercò di sorridere nonostante sembrasse a disagio. Fece come per scacciare una mosca e scosse la testa. “Niente, ho solo ricordato una cosa.”

 

Ron alzò un sopracciglio e cominciò a scuotere lentamente la testa. “No. Hermione, no! La riconosco quella faccia, l’ho già vista sei volte in tutta la mia vita. Ti proibisco di simpatizzare con C.j. in questo momento!”

 

Hermione fece una piccola smorfia di dolore piegandosi appena su un fianco. “Non è niente, non sto simpatizzando. Ho solo mangiato pesante.”

 

“Non ricordavo che avessi mangiato un bambino di recente.” Fece Ron con tono ironico.

 

James tornò nella veranda con la faccia verdognola, C.j. si era aggrappata alla sua giacca e si mordeva furiosamente un labbro. “Si può sapere che state facendo?!” Urlò disperato. “Datevi una mossa!”

 

Ron sospirò e si voltò verso di loro. “Tua madre sta per avere il bambino.”

 

James e C.j. si scambiarono uno sguardo di pieno panico prima di guardarli di nuovo.

 

Che cosa?!

 

 

**

 

Ben e Thea stavano correndo a perdifiato per le colline vicino alla Tana. Erano stati costretti a prendere una passaporta, Alex voleva essere sicura che non ci fossero intrusi e solo per quel giorno aveva fatto chiudere il collegamento con il camino della Tana, consegnando agli invitati una passaporta per arrivare al matrimonio.

 

Ben era più avanti, non si curava che gli si potesse strappare il vestito o che si potesse spettinare. Thea invece aveva qualche difficoltà a correre sui tacchi.

 

“Andiamo Thea, muoviti! Sei una lumaca!”

 

Proprio mentre si era voltato per urlare contro a sua sorella Ben andò a sbattere contro qualcuno rimbalzando indietro di qualche passo. Scosse la testa un po’ intontito. Alzò gli occhi e incontrò il viso stupito di Micheal che lo fissava con divertimento.

 

“Si può sapere dove stai correndo?” Chiese quasi con una risata nella voce.

 

Ben prese fiato. “Dobbiamo andare da Alex. Subito.”

 

Micheal corrucciò la fronte. “Dubito che ti faccia entrare nella sua stanza, da quando sono arrivato ha fatto entrare solo nonna Molly e zia Ginny. Che ci devi andare a fare da Alex? Credevo che non volessi neanche venire.”

 

Thea li raggiunse piegandosi su un fianco per riprendere fiato, i capelli erano diventati un disastro e il vestito si era strappato sul fondo della gonna. “Papà e mamma sono all’ospedale.” Disse senza fiato.

 

Micheal spalancò la bocca. “Che cosa?!

 

I due annuirono. “Sono con C.j. e James. A C.j. si sono rotte le acque a casa nostra.” Puntualizzò Ben.

 

Oltre alla bocca Micheal spalancò anche gli occhi. “C.j. è in travaglio?!” Ben stava per chiedergli cosa significasse ma rimase zitto quando lo vide passarsi esasperato una mano tra i capelli. “D’accordo, io vado in ospedale. Chiederò al capo se possono farmi entrare in Sala Operatoria, io e C.j. non siamo ancora legalmente parenti e non dovrebbero farmi problemi. Voi correte alla Tana e dite tutto ad Alex.”

 

Thea lo fissò allucinata. “Dobbiamo ancora correre? Io non ce la faccio più!”

 

Ben fece una smorfia. “Mi vergogno di essere tuo fratello il più delle volte, sai?”

 

Micheal alzò gli occhi al cielo e li spinse verso la Tana che si vedeva in lontananza a qualche metro da loro. “Veloci! Ci vediamo dopo!” E si smaterializzò dal nulla.

 

Ben fissò sconsolato il punto dov’era scomparso. “Hai notato che i compiti più ingrati spettano sempre a noi?”

 

Thea prese un respiro profondo e chiuse gli occhi. “Chiudi il becco e corri, Ben.”

 

 

 

**

 

 

C.j. cacciò un altro urlo quando entrarono al S. Mungo, aveva la fronte ormai imperlata di sudore e Ron e James erano costretti a sostenerla per farla camminare. Le cose stavano andando più velocemente del previsto.

 

“Non preoccuparti, andrà tutto benissimo.” Disse rassicurante Hermione camminando più svelta che poteva con una mano sul pancione.

 

C.j. gettò la testa indietro disperata. “Non mi sembra che stia andando tutto bene!”

 

“Che vuol dire che non ti sembra che stia andando tutto bene?” Chiese disperato James.

 

“Un bambino sta per uscire dal mio utero! E io sinceramente non ci vedo niente di positivo in tutto questo!”

 

Insieme si avvicinarono al bancone informazioni al centro della grande sala. L’ospedale era stracolmo di maghi e streghe e tutti sembravano andare di corsa. Ron si assicurò che James riuscisse a tenere su C.j. da solo e si rivolse alla curatrice che stava dall’altra parte della scrivania col capo chino su un foglio.

 

“Salve, scusi il disturbo ma la ragazza di mio figlio…”

 

La signorina alzò la testa con fare distratto ma focalizzò la sua attenzione su Ron con un’espressione stupita e si aprì in un sorriso. “Signor Weasley! E’ proprio lei?” Disse sorpresa. “E’ da parecchio tempo che non la vedo da queste parti!”

 

Ron le sorrise di rimando. “Oh, Verena! Speravo proprio che ci fossi tu, adesso so che siamo in buone mani.”

 

Hermione fece capolino da dietro le spalle di Ron, anche lei con un bel sorriso gentile. “Mi fa tanto piacere vedere che sei di turno oggi, Verena. Non sai quanto! Eric come sta?”

 

“Hermione!” Squittì. “Oh, Eric sta bene. E’ stato promosso giusto una settimana fa.” Fece lei annuendo. “Ma cosa ci fate voi qui? No, aspettate, non ditemelo! Non ditemi che siete qui per il solito motivo!”

 

Hermione rise e mostrò il suo pancione gonfio e Ron scrollò le spalle con un sorriso. “Sai come si dice, il lupo perde il pelo…”

 

“Scusate!” Arrivò la voce disperata di James alle loro spalle, Ron e Hermione si voltarono. “Mi spiace interrompere la vostra animata conversazione ma avremmo bisogno di aiuto qui!”

 

“Oh sì.” Ron si voltò in fretta verso la curatrice. “Hermione ha pensato bene di farsi venire le doglie proprio mentre a mia nuora si sono rotte le acque. Potresti avvertire i medimaghi e dirci in quale stanza portarla?”

 

Hermione intanto aveva preso una sedia a rotelle e vi ci aveva fatto sedere C.j. che continuava a lamentarsi. Verena annuì e indicò in fondo al corridoio mentre si allontanava per andare a chiamare qualcuno. “Meglio se la porti nella stanza 121 al reparto B.” Alzò un sopracciglio preoccupata. “Hermione, non credi che sia meglio farla portare a qualcun altro la sedia?”

 

Hermione fece cenno come per scacciare una mosca. “E’ tutto ok, le mie contrazioni sono ancora brevi e con una distanza di dieci minuti. C’è ancora tempo.”

 

C.j. alzò la testa speranzosa e la fissò negli occhi. “Ci vorrà poco, vero?”

 

“No, tesoro.” Hermione la guardò con un sorriso impietosito. “Non la prima volta. Mi dispiace.”

 

La faccia di C.j. perse colore.

 

“Non preoccuparti! Si sono già rotte le acque, è un buon segno. Vuol dire che il travaglio non sarà lungo e sembra che le cose stiano andando veloci…”

 

Come se stessero andando ad una scampagnata comincio a spingerla lungo il corridoio continuando a discorrere come nulla fosse. James boccheggiò e si voltò senza parole verso Ron che sospirò scotendo la testa. “Mai che si dia una calmata, anche in situazioni come queste. D’accordo che sa esattamente a cosa sta andando incontro, però…”

 

James emise un verso strano. “Ma come diavolo fai a essere così calmo?!”

 

Ron alzò un sopracciglio. “Scherzi vero? Ci sono già passato sei volte… beh, cinque a dire il vero… so esattamente passaggio per passaggio tutto quello che sta per succedere e tutto quello che devo fare. Perché dovrei agitarmi?”

 

James mandò un altro sguardo alle due donne, che si allontanavano sempre di più, e di nuovo verso Ron. “E chi diavolo era quella Verena?”

 

“Oh, lei.” Rise Ron. “Ha aiutato a far nascere quattro dei tuoi fratelli. Con oggi cinque.”

 

Hermione si voltò indietro fermandosi un attimo. “Ron!” Urlò per farsi sentire. “Datti una mossa, ci vorranno solo due ore prima che questo bambino esca fuori e mi piacerebbe che tu fossi lì con me!”

 

Ron allargò le braccia. “Sto arrivando! Per la miseria, Hermione, pensa a C.j. adesso, io e te sappiamo esattamente cosa dobbiamo fare.”

 

Si incamminò verso le due donne a passo sostenuto lasciando indietro James bianco come un cencio e con gli occhi fuori dalle orbite. James alzò gli occhi al cielo, congiunse lentamente le mani e sospirò.

 

“Ti prego, dammi la forza.”

 

 

 

**

 

 

 

Alex si stirò il vestito mirandosi davanti allo specchio. Prese un respiro profondo. Non era mai stato tanto nervosa in vita sua. Si mise di profilo cercando di guardarsi con la coda dell’occhio, stava controllando ogni centimetro della sua persona perché dovesse essere assolutamente perfetta. Era il suo matrimonio, tutto doveva essere perfetto.

 

“Ehi, come va?”

 

Alex rilasciò un sospiro e si voltò verso Ginny che la fissava con un gran sorriso mentre si richiudeva la porta alle spalle. Erano nella vecchia camera di Ginny e lei sorrise guardando ancora dei vecchi poster appesi alle pareti.

 

Alex fece mezzo sorriso. “Nervosa. Molto nervosa.”

 

“Sei davvero bella, Alex.” Ginny si sedette sul bordo del letto. “L’ultima volta che ho indossato un vestito del genere ti tenevo solo su una mano. Eri così piccola, con quegli occhioni azzurri che sembravano due diamanti in quella faccetta paffuta.”

 

Lei rise e scosse la testa, i suoi capelli non si mossero neanche tanto era costruita la sua acconciatura. “Per favore zia, ci saranno già mamma e papà a dire questo tipo di cose per tutto il giorno.”

 

“Già. A proposito, dove sono finiti?”

 

Alex la fissò nel panico. “Mamma e papà non sono qui?!”

 

Qualcuno bussò alla porta, Ginny e Alex si voltarono. Thea fece capolino con una faccia biancastra che impaurì non poco le due donne, entrò velocemente nella stanza con Ben a seguito e prese un respiro profondo prima di scuotere la testa mortificata.

 

“Devo dirti una cosa che non ti piacerà per niente.”

 

Alex esitò con la bocca semiaperta, fece un minuscolo passo avanti smarrita. “Cosa…” La squadrò da capo a piedi. “Non penserai di venire all’altare in quel modo, vero? Ti avevo detto che i capelli…”

 

“Mamma e papà sono all’ospedale con James e C.j.” Buttò fuori Ben stufo.

 

Ginny schizzò in piedi con una mano sulla bocca. “Oh mio Dio! Si è fatto male qualcuno? E’ grave? Santo Cielo, proprio oggi che né io né Nathan e Micheal siamo di turno!”

 

“Micheal è andato in ospedale cinque minuti fa. E’ corso via appena l’ha saputo.” Disse di nuovo Ben.

 

“Allora è grave per davvero!” La voce di Ginny si era alzata di almeno un’ottava.

 

“No, no.” Thea sospirò pesantemente e si rivolse ad Alex. “Mi dispiace rovinare il tuo grande giorno, ma C.j. sta per avere tuo nipote.”

 

Alex spalancò la bocca. “Sta…” disse flebilmente. “Sta per partorire?”

 

Thea e Ben annuirono.

 

Alex rimase un minuto ferma, poi con uno scatto improvviso cominciò a rincalzare l’orlo della gonna per poterla tenere su con le mani e si catapultò fuori dalla stanza, i suoi tacchi risuonarono sulle scale. Ginny e Thea si scambiarono uno sguardo allarmato e la seguirono.

 

Al piano di sotto Alex attraversò di corsa il salotto sotto lo sguardo perplesso di alcuni invitati, che si sgranchivano le gambe prima della cerimonia, mentre Ginny lanciava sorrisi di scusa a destra e manca seguendo la sposina.

 

Molly Weasley soffocò quasi quando se la ritrovò davanti ma prima che potesse aprire bocca Alex chiese in fretta. “Dov’è Jonathan?”

 

Lei cercò lo sguardo di Ginny, che le fece cenno di dirglielo, e più confusa che mai rispose tremolante. “Nella stanza di Ron… ma non credo che…”

 

Senza dare tempo alla signora Weasley, Alex ripartì in quarta. Tenendo alzata la gonna si precipitò su per le scale, con qualche difficoltà per via dei tacchi, e salì in fretta i gradini fino ad arrivare all’ultimo piano. Bussò con forza alla porta e dopo qualche secondo Harry venne ad aprirle.

 

Spalancò gli occhi verdi. “Alex?! …”

 

“Devo parlare con Jonathan!” Fece lei senza fiato. Ginny e Thea arrivarono in quel momento. “Fammi entrare!”

 

La voce di Jonathan arrivò da dentro la stanza. “Alex, che succede? Non avevi detto che porta sfortuna che ti veda prima del matrimonio?”

 

Alex scansò Harry da una parte e irruppe nella stanza. Jonathan, che stava davanti allo specchio sistemandosi la cravatta,  sbarrò gli occhi e si voltò verso di lei spaesato. Alex prese un respiro profondo.

 

“Non possiamo sposarci.”

 

Jonathan la fissò un po’ stupidito pensando di non aver capito bene. “Prego?”

 

Harry corrucciò la fornte. “Alex, ma che diavolo…”

 

“C.j. sta per avere il bambino.” Tagliò corto lei senza staccare lo sguardo da Jonathan. “Lo so che avevamo preparato tutto ma dobbiamo andare all’ospedale. Adesso.” La sua voce era quasi implorante.

 

“C.j. sta per avere il bambino?!” Alex annuì e lui sospirò sollevato. “Cavolo, per un attimo ho pensato di essere io il problema.”

 

“Alex, non essere sciocca!” Disse Thea all’improvviso. “Di sotto ci sono più di duecento invitati, non possiamo rimandarli a casa!”

 

Lei scrollò le spalle. “Facciamoli restare, c’è da mangiare per tutti.”

 

Jonathan rise e scosse la testa abbracciandola. “Vuoi andare al San Mungo?”

 

Alex si appoggiò con una guancia contro al suo petto e sorrise appena. “Sì. Non mi posso sposare senza papà.”

 

“Bene.” Sospirò Jonathan. “Adesso dobbiamo solo andare di sotto e dire a tutti che non se ne fa di niente…”

 

 

**

 

Ron lanciò un rapido sguardo all’orologio sulla parete. Erano passati solo quarantacinque minuti da quando erano arrivati. C.j. e Hermione erano entrambe dentro ad una stanza d’ospedale con medimaghi che le preparavano al parto. Sospirò e si voltò distrattamente verso James seduto su una panca alle sue spalle, ma si costrinse a focalizzarsi su di lui quando notò il verdognolo che aveva preso la sua faccia.

 

“Oh, James. Non sarà così male.”

 

James alzò lo sguardo misero su di lui. “Pensavo di essere pronto. Non sono pronto. Papà, non sono ancora pronto!”

 

Ron incrociò le braccia al petto e si umettò un labbro appoggiandosi alla parete dietro di lui. “James, pensi che io a diciotto anni mi sentissi pronto per fare il padre? Né io né tua madre lo eravamo, eppure ti abbiamo cresciuto e…”

 

“E guarda che razza di persona sono diventato.” Disse sconfitto abbassando la testa.

 

Ron alzò un sopracciglio. “Mi stai dicendo che non sono stato un buon padre?” James non rispose e Ron si mise più dritto guardandolo negli occhi. “Ascoltami bene, non so che razza di persona credi di essere ma ti assicuro che sei venuto su bene. Hai dei sani principi, ti preoccupi per le persone che ami… fai tanto il duro ma lo so che prima di andare a letto passavi a dare la buona notte a tutti i tuoi fratelli quando facevo il turno di notte.”

 

James scosse la testa. “Dovevo. Sono il più grande. E se mi preoccupassi davvero non avrei passato tutta la mia adolescenza a far soffrire C.j. come ho fatto.”

 

“Sei il più grande, ma nessuno ti ha mai obbligato.” Sorrise Ron. “E ognuno compie qualche piccolo sbaglio, ma alla fine anche tu ti sei ravveduto. E’ questo l’importante.”

 

“Papà!”

 

Una voce dal fondo del corridoio li riscosse. Micheal stava correndo all’impazzata verso di loro, scansò due curatrici chiedendo scusa e si avvicinò a loro senza fiato.

 

“Ho fatto prima che ho potuto.” Ansò passandosi una mano tra i capelli.

 

Ron fece una smorfia divertita guardando il suo abito da cerimonia. “Bel camice!”

 

James si illuminò e si alzò in piedi. “Ben e Thea sono alla Tana?”

 

Micheal scrollò le spalle. “Penso che a quest’ora siano già arrivati. Li ho incontrati che stavano correndo giù per la collina. Alex si è voluta assicurare che non ci fosse nessun intruso e ha fatto chiudere il camino dando a tutti una passaporta che si sarebbe attivata sulle colline vicini alla Tana. Così solo chi conosceva il luogo avrebbe saputo dove andare.”

 

Ron lo fissò preso in contropiede e sussurrò. “… Alex è una pazza sclerotica…”

 

“E tu che ci facevi sulla collina?” Chiese James.

 

Micheal arrossì e si schiarì la gola guardando altrove. “Cercavo dei fiori.” James e Ron si scambiarono un sorrisino. “Non erano per Sarah!” Disse subito.

 

James roteò gli occhi. “Certo, sicuramente erano per la prozia Muriel.”

 

“Beh, comunque penso che a quest’ora siano da Alex.”

 

“Oh ti prego, fa che non mi uccida per averle rovinato il matrimonio!”

 

Ron scosse la testa. “Tua sorella è crudele ma non fino a questo punto.”

 

Micheal interruppe bruscamente. “C.j. come sta?”

 

“L’hanno portata in una stanza per prepararla. Le si sono rotte le acque a casa nostra quindi stanno cercando di fare in fretta, i tempi si accorciano in queste situazioni. Ci vorrà ancora del tempo, temo.” Ron lanciò uno sguardo a James. “Ho chiesto ad un Medimago di venirci a chiamare quando saranno pronte.”

 

Micheal corrucciò la fronte. “Saranno?”

 

James si passò due dita sugli occhi. “Mamma ha le doglie.”

 

“Cosa?!” Micheal spostò lo sguardo da James a suo padre. “Dimmi che non è vero!”

 

“Tua madre ha sempre avuto un tempismo pessimo per le gravidanze.” Fece lui sospirando.

 

 Micheal si umettò un labbro. “D’accordo, adesso vedo cosa posso fare. Teoricamente non potrei assistere mamma, ma forse posso stare con C.j. . Chiederò al Primario se posso assistere. In che stanze sono?”

 

“121 e 122.” Disse Ron indicando il corridoio alle sue spalle. “Le hanno messe vicine apposta.”

 

Micheal annuì e fece un cenno con la mano per salutare dirigendosi verso il corridoio indicato da Ron. Non ebbe neanche bisogno di guardare il numero sulle stanze, ormai conosceva l’ospedale a memoria. Lanciò un’ultima occhiata verso suo padre e suo fratello, che si era rimesso seduto con la testa tra le mani, prima di entrare nella 121.

 

Due curatrici stavano sistemando il letto e controllavano che tutto fosse a posto attorno a C.j. mentre un medimago scrutava una cartella medica. Il volto pallido di C.j. si illuminò appena quando lo vide sulla soglia.

 

“Micheal!” Fece con voce allegra ma stanca, aveva tutta la fronte sudata.

 

Micheal si fece avanti con un bel sorriso, salutò di sfuggita il collega, e si avvicinò al letto sedendosi sul bordo stando attento a non intralciare nessuno. “Ehi, quasi-mamma. Come ti senti?”

 

Lei respirò a fondo come le era stato insegnato. “Beh, come se avessi un pallone nello stomaco che sta cercando di uscire.” Lo guardò sconsolata. “Non ce la faccio più, fa già un male tremendo! Ci vorrà ancora molto?”

 

“Beh…” Si schiarì la gola più volte diventando un po’ rosso sulle guance. “Non saprei, dovrei… dare un’occhiata… per giudicare, e non sono poi così un esperto. E James mi ucciderebbe se…”

 

“Per favore.” Lo supplicò C.j. con uno sguardo miserevole. “Per favore, Micheal, siamo quasi parenti.”

 

Micheal arrossì anche sulle orecchie e abbassò lo sguardo. Si schiarì nuovamente la gola e si alzò lentamente dal letto camminando a piccoli passi verso il fondo del letto. Alzò appena il lenzuolo appoggiato sulle gambe di C.j. e diede una veloce occhiata prima di riabbassarlo. Rimase fermo qualche secondo a riflettere.

 

“Allora?” chiese lei impaziente.

 

Lui corrucciò la fronte. “Quando hai detto che si sono rotte le acque?”

 

“A casa vostra. Non lo so, un’oretta fa forse di più.”

 

Micheal annuì. “Beh, non sembri ancora… ehm, pronta… ma forse nel giro di un’ora…”

 

C.j. affondò la testa nel cuscino. “Lo sapevo che ci sarebbe voluto tanto! Tua madre l’aveva detto!”

 

Lui sorrise. “Non abbatterti, per non aver mai avuto figli stai facendo tutto abbastanza veloce.”

 

“Non ci è mai riuscita a rimandare le cose, se deve fare qualcosa lo fa subito e in fretta.” James era appena entrato nella stanza ma era rimasto sulla soglia, in attesa.

 

C.j. gli sorrise e gli fece cenno di avvicinarsi. James andò a sedersi al suo fianco e le prese una mano.

 

“Va tutto bene?”

 

Lei annuì. “Benissimo. Sembra che tuo figlio non veda l’ora di vederti.”

 

“Mio figlio…” sussurrò.

 

“Dieci galeoni che ha i capelli rossi.” Ridacchiò lei tenendosi il pancione.

 

James cercò di fare un sorriso nonostante il terrore lo stesse mangiando. “Venti che è un maschio.”

 

Micheal sorrise e decise che era l’ora di lasciarli da soli. “Meglio che vada a vedere come sta mamma.”

 

James alzò un sopracciglio. “Come se avesse bisogno di aiuto! Potrebbe fare tutto da sola se glielo permettessimo. Papà è appena andato da lei, comunque.”

 

“Ok. Allora a dopo.” Fece Micheal con un sorrisone. “Chiederò di assisterti C.j., se per te va bene.”

 

“Sarebbe fantastico.” Rispose lei con un flebile sorriso.

 

Micheal annuì e con un cenno della mano lasciò la stanza. Si avvicinò alla 122 e sentì la voce di sua madre, allegra e divertita, che raccontava concitata una storia. Sorrise quando riuscì a capire di cosa stava parlando.

 

“… abbiamo attraversato il corridoio di casa nostra e ce lo siamo ritrovato davanti. Ron è diventato rosso di rabbia, per un attimo ho temuto che volesse ucciderlo. Poi ha mosso il mantello scuro e ci ha tirato una polvere addosso e quando siamo riusciti di nuovo a vedere qualcosa il druido era scomparso e noi eravamo tornati normali.” Concluse Hermione con un sorriso sereno.

 

Verena, la curatrice, le mandò uno sguardo impressionato mentre sistemava una flebo. “Questa sì che è una storia! Ne avrete da raccontare ai vostri nipoti!”

 

Ron rise. “Ne avremo da raccontare ai nostri figli, anche.”

 

“Beh, speriamo che sia l’ultimo.” Disse Micheal ridacchiando mentre entrava con un sorriso. Si avvicinò al letto e baciò la fronte di Hermione che gli sorride di rimando tranquilla e rilassata.

 

“Ciao tesoro. Alex si è arrabbiata molto?”

 

Micheal scosse la testa. “Non lo so, mi sono imbattuto in Ben e Thea mentre correvano alla Tana e mi sono precipitato qui. Come sta andando?”

 

Hermione represse una smorfia di dolore e si accarezzò il pancione. “Credo che ci siamo quasi. Sta spingendo un sacco. Mi ricorda tanto quando ero incinta di James.”

 

Ron si lasciò andare contro lo schienale della sedia e sospirò. “Per lo meno stavolta sei in ospedale.”

 

“C.j. come sta?” Chiese Hermione interessata.

 

“Sembra abbastanza tranquilla.” Fece Micheal scrollando le spalle. “Mi ha… mi ha fatto controllare per sapere a che punto… direi che ci siamo quasi anche per lei. E’ strano perché mi ha detto che è cominciato solo un’ora fa…”

 

Hermione annuì. “A volte può capitare. Con Ben ho fatto così in fretta che quasi non me ne sono accorta.”

 

“Sì, ma Ben è il tuo sesto figlio.” Alzò un sopracciglio Ron.

 

Micheal scrollò le spalle. “Comunque credo che sarò in Sala Parto con lei. Se il Primario me lo permette. Dovrei avere un camice pulito nel mio armadietto.”

 

“E’ molto carino da parte tua.” Disse Hermione con un sorriso.

 

“Non hai bisogno di me, vero?” Chiese Micheal. “Non è un problema se sto con C.j. mentre tu…”

 

“Non essere sciocco, Mickey. Nessun problema.” Rispose lei con un sorriso rassicurante.

 

Micheal annuì e uscì la stanza, lasciando Ron e Hermione a raccontare in modo avvincente a Verena gli ultimi mesi che avevano vissuto e tutto il caso che si era creato.

 

**

 

 

Un’ora dopo James e Ron erano di nuovo nel corridoio. Stavolta però facevano su e giù davanti a due porte, una sulla parete sinistra e l’altra sulla destra. Micheal era tornato una mezz’ora prima con il camice e una mascherina legata al collo e con un cenno della mano era entrato in una delle due stanze. James stava diventando sempre più verde, mentre Ron passeggiava solo su e giù annoiato, in attesa che qualcuno li venisse a chiamare.

 

All’improvviso Ron si fermò e strinse gli occhi per vedere meglio. Aveva visto una specie di valanga rotolare verso di loro dalla fine del corridoio. Man mano che quell’ammasso candido si avvicinava Ron riconobbe dei capelli rossi e si rese conto che era Alex che correva nel suo abito da sposa. Spalancò la bocca incredulo e le andò in contro di qualche passo.

 

“Oh papà!” Alex gli si gettò al collo appena fu più vicina. “Siamo ancora in tempo, vero?”

 

Jonathan fece capolino dietro di lei. “Abbiamo fatto più veloce che potevamo, ma abbiamo perso un sacco di tempo a spiegare agli invitati che non potevamo sposarci…”

 

“Non vi siete sposati?” Chiese ancora più basito Ron. “Alex…”

 

“Non potevo sposarmi con C.j. in ospedale. E neanche senza di te.”

 

James sospirò stanco. “E nemmeno con mamma che sta per avere tuo fratello…”

 

“Mamma sta per avere il bambino?!”

 

Ron riconobbe la voce di Simon ma non riusciva a capire da dove provenisse fino a che Alex e Jonathan si scansarono rivelando Simon, Sophia, Thea e Ben. Ron alzò un sopracciglio. “Siete tutti qui?”

 

Thea annuì. “Sarah, Matt, May e gli zii stanno arrivando. Erano appena dietro di noi.”

 

James si lasciò andare contro al muro. “Sto impazzendo a stare qua fuori!”

 

“Eccoli!” Disse improvvisamente Sophia indicando la fine del corridoio. Sarah era la prima e correva a perdifiato, appena dietro di lei Matt e May si tenevano per mano e Harry e Ginny chiudevano la fila.

 

“Non occorreva che veniste tutti quanti.” Disse semplicemente Ron.

 

Ginny sospirò a metà corridoio e alzò appena la voce per farsi sentire. “Per favore, ringrazia che ho convinto mamma a stare a casa. Volevano venire anche lei e papà.”

 

James annuì e abbassò la testa. La rialzò improvvisamente con la bocca semiaperta e fissò Thea. “Dov’è Diego?”

 

Tutti si voltarono verso Thea e lei chiuse lentamente gli occhi. “Miseriaccia…”

 

“Hai dimenticato di avvertire Diego?! Thea! C.j. è sua sorella!”

 

“D’accordo, vado subito a spedire un gufo.” Fece lei riaprendo improvvisamente gli occhi.

 

Alex guardò Thea correre via e si rivolse a suo padre. “Da quant’è che sono là dentro?”

 

Ron guardò l’orologio al polso. “Più o meno un’ora. Un medimago ha detto che ci sarebbe venuto a chiamare appena fosse stata ora… stiamo aspettando.”

 

In quel momento la porta della stanza di C.j. si aprì e ne uscirono un medimago, che entrò subito nella stanza di fronte, e Micheal bardato di camice, cuffia e mascherina. Si vedevano solo gli occhi ma si poteva comunque scorgere la sua sorpresa nel vederli tutti lì e si tirò giù la mascherina velocemente riportando in alto le mani coperte dai guanti, stando attento a non toccare nulla. “Oh, siete tutti qui.”

 

Sarah fece un passo avanti. “Ciao amore.” Micheal si chinò su di lei e la baciò tenendosi però a debita distanza.

 

“Non pensavo venissi anche tu.”

 

Lei scrollò le spalle. “Abbiamo boicottato un matrimonio. Sta andando tutto bene?”

 

Micheal annuì con un sorriso e si voltò verso James. “Tutto benissimo. Anzi, ti consiglio di entrare, non vorrai perderti la nascita di tuo figlio. C’è un camice appena dietro la porta.”

 

James si mise dritto come una statua, un po’ sbigottito, e chiese come se non avesse capito bene. “Sta… sta… devo…”

 

Micheal gli fece un cenno con la testa verso la porta e lui senza pensarci un secondo di più si precipitò dentro. Micheal rise e indicò la porta alle sue spalle. “Vado a vedere come sta mamma.”

 

Ron e gli altri annuirono e Micheal scomparve dietro la porta. Harry sorrise. “Nervoso?”

 

Ron alzò un sopracciglio. “Mi prendi in giro?”

 

Micheal riapparve dopo qualche secondo. “Papà, credo che tu debba venire. Subito.”

 

Ron lo fissò con la bocca semiaperta e si voltò verso il resto dei ragazzi. “Ci vediamo tra un po’.” Si avviò verso Micheal e entrò nella stanza. Faceva un caldo tremendo. Si tolse la giacca e Micheal gli porse un camicie che infilò al volo.

 

Non appena si avvicinò a Hermione spalancò la bocca. “Stai già spingendo?!”

 

Hermione  buttò la testa all’indietro, un po’ dal dolore e un po’ per riuscire a vederlo, e sospirò tra lo stanco e l’arrabbiato. “Cosa dovevo fare, aspettare che arrivassi prima di far nascere questo bambino? Non sono un robot, non vado a comando!”

 

Ron sospirò e le prese una mano che lei strinse subito forte istintivamente. “D’accordo, scusa.”

 

Micheal comparve dietro a Ron. “Mamma, se non hai bisogno di me io tornerei da C.j.”

 

Hermione si morse un labbro e cercò di respirare regolarmente. “Vai pure, adesso c’è papà.”

 

Lui annuì e sparì dalla vista di Hermione. Ron le sorrise. “Riusciresti a fare tutto anche senza di me. A dire il vero riusciresti a fare tutto anche da sola.”

 

Hermione diede un’altra spinta e scosse la testa. “Non è vero, non riuscirei proprio a fare niente. Ero terrorizzata, Ron, terrorizzata! Quando ho iniziato a spingere e tu non c’eri, stavo per mettermi a piangere!”

 

La voce di Verena arrivò dal fondo del lettino. “Vai, Hermione, stai andando benissimo.”

 

Ron riportò l’attenzione su di lei sorpreso e sospirò. “Perché avresti dovuto esserlo. Hermione, ci sei già passata sei volte.”

 

“Lo so.” Fece lei con gli occhi umidi mentre continuava a spingere. “Ma tutte le volte eri lì, persino la prima. E poi sono undici anni che non…”

 

“Dodici.” La corresse lui.

 

“Sinceramente, Ron, in questo momento non me ne può fregare un accidente di quanti anni… ah!” Hermione gli strinse più forte la mano e Ron alzò gli occhi su Verena.

 

“Vedo la testa.” Disse lei concentrata.

 

Ron diede una piccola stretta alla mano di Hermione. “Hai sentito? Ci sei quasi, solo qualche altra spinta.”

 

Hermione spinse più forte che poteva e si lasciò andare contro il lettino. “Non ce la faccio più…”

 

“Solo una spinta, Hermione, solo una.” Disse urgentemente Verena.

 

Hermione spinse di nuovo e stavolta un pianto si liberò nella stanza. Hermione si lasciò andare definitivamente contro il lettino e Ron le baciò la fronte continuando a tenerla per mano. “Sei stata bravissima.” Hermione sorrise stanca.

 

Verena si avvicinò a loro con un bebé già pulito e avvolto in un lenzuolo. “E’ un maschio.” Lo porse ad Hermione, che si tirò appena su a sedere per prenderlo in braccio.

 

“Beh, in questo caso benvenuto Logan.” Disse Ron accarezzandogli la testa già piena di capelli rossi.

 

Hermione gli toccò il nasino. “Che avesse i capelli rossi c’era da aspettarselo.” Ron ridacchiò e Hermione sussurrò. “Logan, apri gli occhietti e fa vedere a mamma e papà di che colore sono.”

 

Come se fosse riuscito a capirla Logan spalancò immediatamente gli occhi, che si rivelarono essere di un accesissimo… verde.

 

Hermione  e Ron si scambiarono uno sguardo confusi. Ron si schiarì la gola. “Ehm… Hermione, sei sicura che… cioè, sei sicura che è mio, vero?”

 

Lei barrò gli occhi e si voltò verso di lui a bocca aperta. “Ma sei impazzito? Con chi altri potrei essere stata?”

 

“Beh, non lo so… Harry…”

 

Lei lo guardò male. “Oh per favore! E i capelli rossi da chi li avrebbe presi?”

 

Lui scrollò le spalle. “Beh, la mamma di Harry…”

 

“Mio padre aveva gli occhi verdi, Ron!” Lo interruppe lei prima che continuasse a farneticare. “Mio padre!”

 

“Oh.” Fece lui sorpreso e improvvisamente di nuovo tutto allegro. “Certo, tuo padre.”

 

Hermione roteò gli occhi e mormorò qualcosa che Ron non riuscì a sentire. Ron la guardò mentre coccolava Logan tra le sue braccia e le posò un altro bacio sulla fronte. “Tesoro, ti dispiace se vado di là da C.j.? Voglio vedere come sta andando.”

 

“Oh!” Fece lei illuminandosi. “Voglio venire anche io!”

 

Ron la fissò come se fosse pazza. “Non puoi venire! Hai appena affrontato un parto!”

 

“Ma anche io voglio assistere alla nascita del mio primo nipote!” Si imbronciò lei. “Non è giusto! E poi sto benissimo e…”

 

“Hermione.” Disse dolcemente Verena. “Non ti faremo andare proprio da nessuna parte, quindi distenditi e rilassati. Non abbiamo ancora finito.”

 

Lei si imbronciò un po’ e si voltò verso Ron. “Prometti che mi racconterai tutto per filo e per segno.”

 

“Promesso.”

 

Con quella promessa ad Hermione, Ron lasciò la stanza. I ragazzi fuori voltarono la testa verso di lui, in attesa di spiegazioni, ma Ron non si fermò neanche un secondo e si precipitò dentro la stanza di C.j. .

 

C.j. era già a lavoro e stringeva forte la mano di James spingendo più che poteva. Ron si precipito al suo fianco e le prese l’altra mano, C.j. alzò gli occhi su di lui.

 

“Oh Ron! Posso chiamarla Ron?”

 

“In questo momento potresti chiamarmi anche stronzo e non me ne potrebbe importare di meno.” Disse Ron con un sorriso.

 

James si voltò verso di lui. “Mamma?”

 

Ron sorrise. “E’ di là con tuo fratello.”

 

La voce di Micheal li riscosse. “Avanti, C.j., spingi! Ormai ci sei.”

 

C.j. respirò a fatica e guardò sia James che Ron esausta. “Non credo di potercela fare, sono troppo stanca.”

 

James le strinse la mano e la fissò intensamente. “Ehi, non puoi mollare. Io e Diego abbiamo scommesso sul sesso del bambino. Ho puntato venti galeoni!”

 

C.j. fece uno strano verso e gettò la testa all’indietro. “Ti prego, Jay, non farmi ridere!”

 

Micheal parlò di nuovo. “Avete scommesso anche sul colore dei capelli?”

 

“Sì, perché?” Chiese James corrucciando la fronte.

 

“Perché vedo la testa, e congratulazioni a chi ha puntato sul rosso.”

 

Ron catturò l’attenzione di C.j. “D’accordo, tesoro, solo un altro piccolo sforzo e ci sei. Vuoi farmi diventare nonno?”

 

C.j. annuì e strinse i denti spingendo ancora.  A Ron sembrò tanto di avere un deja vu quando un pianto riempì la stanza e Micheal si alzò con un neonato dai capelli rossi. Lo vide sorridere emozionato. “Chi aveva puntato sul maschio?”

 

James lo fissò a bocca aperta incapace di far nulla, si riscosse solo quando Micheal si avvicinò e gli sistemò il bambino tra le braccia. Lo scrutò per bene come se volesse imparare a memoria ogni dettaglio.

 

Ron rise quando lo vide contare le dita delle mani e dei piedi.

 

“E’ così… piccolo.” Soffiò James.

 

C.j. lacrimò commossa. “Fammelo vedere.”

 

James si sporse verso di lei per farglielo vedere. Ron li guardò con un sorriso. “Avete già deciso come chiamarlo?”

 

“Jason.” Rispose secco James senza alzare gli occhi dal bambino. “Jason Ronald Weasley.”

 

Ron alzò gli occhi su James, preso alla sprovvista. “Ronald? Jason Ronald?”

 

C.j. rise ed annuì. “Nella speranza che diventi un grande uomo, proprio come lei.”

 

Ron si gongolò un po’ sui piedi, lasciando che i due ragazzi si godessero il nuovo arrivato. Dopo qualche minuto non resistette più e fece un passo avanti. “Posso prenderlo? Vado a mostrarlo al mondo.”

 

C.j. glielo porse e James annuì. “Certo papà. Io resto qui ancora qualche minuto con C.j.”

 

“Io intanto vado a prendere Logan.” Disse Micheal uscendo dalla stanza.

 

Ron rimase un attimo fermo a contemplare suo nipote. “Se avesse gli occhi verdi, giuro che potrebbe essere scambiato per il gemello di Logan.”

 

James lo fissò a bocca aperta. “Logan ha gli occhi verdi?!”

 

“Già. Un verde brillante.” Annuì lui. “Bene, Jason, è ora di affrontare la mandria di parenti là fuori.”

 

Senza staccargli gli occhi di dosso uscì dalla stanza e nello stesso momento Micheal uscì dalla stanza di fronte. Con un sorriso Micheal gli diede il bambino e Ron sistemò Jason su un braccio e Logan su l’altro, infine alzò gli occhi sui presenti.

 

“Beh…” Iniziò con un sorriso. “Questo qua a destra con questi magnifici occhi verdi è mio figlio Logan, e questo a sinistra è il mio primo nipote.”

 

Tutti emisero degli urletti eccitati e si avvicinarono per guardare i due bambini che sbadigliavano e si appisolavano contro le braccia di Ron. Harry rise. “Se tengono gli occhi chiusi sarà un bel problema distinguerli i primi mesi. Sono identici!”

 

Alex strinse appena la mano minuscola del fratellino. “Ehi papà, pensi che ci lasceranno Logan e Jason ancora per qualche minuto?”

 

Ron corrucciò la fronte. “Perché?”

 

Alex e Bonar si scambiarono un sorriso d’intesa. “Al piano di sotto c’è una cappella.”

 

 

 

                                                                     FINE

 

… ah no! Scusate c’è l’epilogo XD

 

**

 

Un parto trigemino, ecco cosa è stato. Ho dovuto partorire un capitolo, Logan e Jason!

Però ammettetelo, ne è valsa la pena XD

 

Ebbene sì, si può dire che siamo arrivati al capolinea. Ragazzi che tristezza, mi sembra ieri che iniziai a scrivere nte1… che allora non si chiamava nemmeno così.

La cosa che mi ha fatto davvero ridere nelle recensioni stavolta è che c’è stato un netto schieramento tra chi odia la coppia Diego/Thea e chi li adoro XD siete peggio dei drunks contro aurors!

 

Comunque, vi raccomando ancora di visitare il blog http://cid-d176360165c7198a.spaces.live.com/ che vi terrà informati sul resto delle ff e eventuali.

E, anche se c’è il link anche sul blog, vi invito a vedere il video su nte3 http://www.youtube.com/watch?v=TR8cpMUA1vs

 

Enjoy!

E qui i thanks…

 

 Dracuccio88: Sono sicura, la saga Nte finisce qua. Ogni storia ha bisogno di un finale. Ma questo non vuol dire che non possiate sognare e continuare la storia nella vostra testa.

 

Robby: Fedelissima fino alla fine! Ci credo che ti mancherà questa storia, l’hai praticamente vissuta passo passo con me. E credimi, mi piange il cuore ma devo mettere fine a questa saga, si è già dilungata troppo. Purtroppo sono sotto esame anche io, quindi ti mando un bacio veloce.

 

Sbirolina93: Nte finirà ma non smetterò di scrivere. Certo, è molto probabile che mi prenda una pausa ma ricomincerò presto. Non riesco a stare senza scrivere. Devo solo organizzarmi e trovare il tempo per fare tutto ma non ho intenzione di mollare nessuno dei miei progetti.

 

Flyingstar16: Per un druido è facile eludere la sorveglianza, ha poteri che i maghi non hanno. Eh tesoro, vabbé che qui ho i fan che mi acclamano XD ma manca una settimana all’esame e non ho ancora scritto una parola della tesina!

 

Ninny: Grazie mille.

 

Marty McGonagall: Ragazzi miei, come vi faccio diventare violenti! Ti dirò, non mi considerò più di tanto originale, è l’insieme che sembra una cosa nuova XD in realtà sono tanti pezzetti di cose viste mille volte, rivisitate e messe insieme. E’ difficile essere originali al giorno d’oggi. Comunque benvenuta.

 

Sandy85: Ti pare che in una mia storia rimanga in sospeso qualcosa? Certo che si sistemerà tutto XD. Sono rimasta basita, di solito la coppia D/T non piaceva mai a nessuno, ho ricevuto animate lamentele… sono contenta che a qualcuno vada a genio! XD No figurati, il druido nasce tutto da dentro la mia testa, lo so che in realtà le fonti storiche dicono ben altro… ma un essere strano e ripugnante era quello che mi serviva per dare un tocco in più alla storia. Un baciu.

 

Saty: Su su, riprenditi! Ci sono sempre gli scrittori veri XD non è una tragedia la fine di questa ff. Eh, ora rimane il dubbio però… ce la faranno Alex e Bonar a sposarsi? L’unica cosa di cui mi rammarico è, in sedici capitoli, di non essere riuscita a farti cambiare idea su Diego. Sono veramente delusa da me stessa. Non preoccuparti ^^” l’epilogo straborderà di piccini! Siamo tutti sotto esame quindi don’t worry ^^ un bacio.

 

Kristen S Kryssy: Beh, improvviso… in fondo sono rimasti a quel modo quasi un anno. Non preoccupatevi per la fine della storia, ci sono ancora i MM. Ma figuriamoci se elimino uno Weasley così su due piedi, naaah! Grazie ancora per tutti i complimenti!

 

Hermione_06: Eh, pensa che io vorrei aver scritto Harry Potter ^^ ma ci dobbiamo accontentare. Magari tra poco comincerai a scrivere ff e diventerai più brava di me. Un bacio.

 

Fiamma90: Mi fate morire XD gente come te vuole insieme Diego e Thea, altri li odiano… eh ma mi sa che vincete voi ^___- Lo sho! Mancherà un sacco anche a me!

 

Lill: u.u sono sempre i migliori quelli che se ne vanno… a parte gli scherzi, se continuassi alla fine diventerebbe peggio di beautiful. Le cose sono belle quando hanno una fine. Mi dispiace che non ti piacciano Diego e Thea ma hai fiutato bene…^^

 

Hermione96: Hai scritto talmente tante cose che non so neanche da dove cominciare XD posso solo dire grazie, per qualunque cosa, e che sono contenta che tu sia così entusiasta di questa ff!

 

Seiryu: E’ la prima volta che scrivo bene il tuo nick alla prima, record mondiale! Si effettivamente mi mettevo a ridere da sola mentre scrivevo u.u so che è strano ma me le scrivo e me le rido da sola. Io dico che si è commosso per Hermione incinta, lasciarli così sarebbe stato mettere il dito nella piaga. No basta, nte3 è l’ultimo della saga, per le storie del bisnonno Weasley ci saranno i MM e niente più. Grazie per la fedeltà XD

 

Animablu: Santa donna, che hai capito! Ti bacerei! L’unica che ha accettato di buon cuore la fine di questa storia XD grazie per non avermi fatto sentire una m***a a chiudere questa ff.

 

GiulyWeasley: Nonna! Che piacere! Non ti smentisci mai, solo dopo due parole hai mostrato la tua vera natura -___-“ che pazienza ci vuole con te! Ti ricordi quando ancora ero giovane e non capivo niente di come si scrivesse una ff? XD Dio, rileggere nte1 mi fa venire i brividi!! E’ orribile! Grazie grazie nons, un baciotto!

 

 

Stavolta ho fatto le cose in grande XD

Baci, zia Fufù

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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