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Autore: Imyoursmaljk    29/01/2014    4 recensioni
Nella vita di Sunshine non c'era mai stato molto per cui sorridere: la perdita di suo padre, madre e nonna costantemente in conflitto e l'adozione di una sorella le rendevano la vita praticamente impossibile. La sua vita era dipinta su era tela monotona che comprendeva i suoi corsi di letteratura all'università e le chiacchiere inutili con il suo migliore amico Zayn. La sua vita cambiò radicalmente all'arrivo del nuovo vicino, Louis Tomlinson; un ragazzo solare, pieno di vita e sempre con un sorriso stampato sulle labbra. Ma, dietro quel sorriso che tanto ostinava far vedere a tutti, nascondeva qualcosa? 
 
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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-CHOICES-

SUNSHINE'S POV
 
Avevo pianto? Forse. Avevo fissato la parete troppo a lungo? Può darsi. Avevo urlato? No. Nessuno mi avrebbe capito. Urlare con tutta la voce che avevo in corpo sarebbe servito soltanto a farmi sentire dal vicinato ed era proprio questo che volevo evitare a tutti i costi. Avevo perso le due persone a cui tenevo di più al mondo in un arco di neanche 24 ore. Non tutti avevano un talento del genere, potrei entrare nei primati di Guiness World Records 2014, in effetti.
Avevo una tremenda paura di affrontare Zayn, perchè dopotutto ero proprio io quella che criticava il suo modo di vivere ed il fatto di essere soltanto la seconda scelta delle donne insoddisfatte. Solo adesso mi rendevo conto di aver fatto la stessa cosa che facevano quelle donne con Zayn, ed era per questo per cui mi vergognavo anche solo per guardarlo in faccia. Insomma, avevo gettato via due anni di amicizia in una notte, solo perchè il ragazzo di cui ero innamorata aveva una fidanzata. Non riescivo a capire quello che provavo, quello che desideravo: sapevo solo che nella mia mente c'era quei occhioni azzurri che eramo lontano un miglio da quelli miei.
Sentivo la sua mancanza -come quella di Zayn-, ma averlo intorno mi avrebbe fatto solo più male. Temevo che, se per caso fossimo insieme, Louis mi chiedesse dei consigli su come poter riconquistare la sua Eleanor ed io non saprei come reagire: Opzione A. Mettermi ad urlare e piangere fino allo svenimento; Opzione B. Prenderlo a pedate nei genitali e scrivergli con penna indelebile 'I'm a idiot' nella fronte. C'era l'imbarazzo della scelta ed odiavo non saper decidere quindi era meglio tenere le distanze. Tirai un altro tiro dalla sigaretta, osservando dallo stipite della portafinestra l'erba fin troppo lunga, i fiori appassiti e la terra secca del nostro giardino. 
«Nonna, perchè diavolo non la tagli questa erba!» urlai dentro casa ma l'unica risposta che ricevetti fu un "Fallo tu e renditi utile"
Probabilmente mi odierò a vita ma per la prima volta decisi di ascoltare le parole di quella strega e quindi gettai il mozzicone della sigaretta per terra, anche se poi mi sarebbe toccato raccoglierlo, ed andai a prendere il tosaerba che stava nel garage, trascinandolo in quella foresta amazzonica definito comunemente giardino e premetti più volte il bottone on/off, domandandomi perchè non si accendesse. 
«Devi infilare la presa, Sun!» mi informò Rachel tirando il lembo della mia maglietta e mostrandomi il cavo che aveva in mano.
Mi schiaffeggiai da sola la fronte; insomma, perfino Rachel era più sveglia di me ed aveva soltanto cinque pulciosi annetti. Una volta infilato la presa nella ciabatta elettrica, il tosaerba iniziò a fare un rumore assurdo che fece ridere sia me che la piccola Rachel. Iniziai a spingere il tosaerba vedendo dopo qualche passo la scia di erba corta dietro di me. 
«Io pure voglio!» urlò lei volendo utilizzare l'attrezzo. 
«Fatti dare da John un sacchettone e raccogli l'erba tagliata!» le dissi e subito corse in casa.
Avevo in mente grandi piani con quell'erba. Magari l'avrei fatta seccare spacciandola per un tipo di droga e facendo un mucchio di soldi, oppure potevo sostituirla alle piume del cuscino di mia nonna, facendola urlare durante la notte perchè si ritrovava il letto pieno di insetti schifosi. Anche questa volta entrambe le opzioni erano allettanti e come al solito non riuscivo a decidere, miseriaccia!
 «Ecco! Mi metto qua così mi vedi!» mi informò Rachel, sventolando il sacchetto davanti al mio viso e inginocchiandosi per terra iniziando a raccogliere l'erba con le sue piccole manine. Continuai a spingere e quando girai il tosaerba per iniziare una nuova striscia il mio sguardo fu catturato dalla finestra che stava accanto a quella mia, facendomi perdere il respiro: Louis mi stava osservando.
 
* * *
 
LOUIS'S POV
 
Merda, mi aveva visto. Ma ormai che mi aveva visto non potevo più nascondermi, sarebbe da stupidi. La stavo osservando, da forse un'eternità, da questa finestra vedendola fare sforzi per spingere il tosaerba, imprecare perchè i capelli le cadevano continuamente davanti il viso e perfino sfruttare sua sorella per dimezzare il lavoro. Ma in tutte queste cose mi sembrava incredibilmente bella. La piccola Rachel agitò la mano salutandomi ed io le sorrisi, ricambiai e poi ritornai a guardare Sunshine che fece un sorriso strafottente. 
«Louis, amore, aiutaci a tagliare l'erba così Sunshine la smette di diventare tutta rossa!» disse la bambina. Con il dito le feci capire che tra un minuto sarei sceso ed ora mi tormentava il dilemma: scendere e stare con Sunshine e sentirmi morire dentro oppure stare dentro e fare finta di niente e sentirmi morire dentro lo stesso. Alla fine il risultato era sempre quello quindi perchè restare dentro queste quattro mura? Scesi velocemente le scale, uscendo dal mio giardino che stava proprio accanto a quello di Sun e scavalcai il suo stoccato, trovandomi ora dentro quello della famiglia Carter. Rachel mi corse all'incontro. «Mogliettina!» dissi allargando le braccia per poter accogliere Rachel in un abbraccio e le stampai un bacio tra i capelli. 
«Pretty Woman» salutai Sunshine ma lei mi fulminò soltanto con lo sguardo. 
«Sai, le persone normali entrano dalle porte e non scavalcando da un giardino all'altro. Idiota» replicò lei, evidentemente irritata. Già me lo sentivo, non tornerò vivo a casa dopo quello che era successo martedì scorso. Era da quel giorno che non avevo sentito nè lei nè Zayn. Non avevo la più pallida idea come il povero Zayn stia ma potevo immaginarlo: precisamente come me e Sunshine, intrappolato in questo vincolo cieco dove tutti e tre eravamo disposti a donare amore ma purtroppo per un motivo o l'altro non ci era concesso.
«Se proprio devi restare qua renditi almeno utile e taglia tu questa schifosa erba essendo che sei tu l'uomo tra noi! Sù forza, muovi quelle chiappette!» ordinò Sunshine, rubando chiaramente la citazione di sua nonna Rose riguardo al rendersi utile. Si allontanò dal tosaerba prendendo i guanti ed iniziò a tirare fuori le radici dei fuori appassiti. Iniziai a spingere e mi meravigliai di come Sunshine ce l'avesse fatto a far muovere questo tosaerba. Cazzo, peserà una mezza tonnellata! 
 
* * *
 
Il sole ormai era tramontato e Rachel si era ritirata da un bel pò quindi io e Sunshine completammo da soli tutti il lavoro in questo solo pomeriggio. Entrambi completamente sudati ed esausti eravamo stesi sull'erba fresca complimentandoci del nostro lavoro. 
«In fondo ho sempre pensato che non sei del tutto inutile» ammise Sun tenendo lo sguardo verso l'alto ammirando le stelle. Avevo notato che tutto il giorno aveva evitato il mio sguardo, mandando Rachel al posto suo per chiedermi aiuto e standomi possibilmente lontano. Sapevo perfettamente come si ci sente ad avere la persona che si ama davanti gli occhi e non poterla afferrare e stringere tra le braccia per il resto della vita. Avrei voluto dirle di farlo ma non potevo. Avevo paura, avevo paura di stringerla troppo forte e che quando lei mi avrà donato il suo cuore il mio smetterà di battere, facendola stare peggio di come stava ora. 
«Su questo non c'era mai stato dubbio» scherzai, tirandole un guanto completamente infangato di terra in testa. Spalancò la bocca, voltandosi lentamente verso di me e facendomi ridere per la faccia assurda che aveva in quel istante.
Purtroppo come vendetta mi svuotò addosso il sacchetto dell'erba che io avevo tagliato facendo dei sforzi disumani. Schifato guardai l'erba che si infiltrava dentro i miei vestiti, raccogliendone un pugno e la strofinai in faccia a Sunshine, facendola urlare. 
«Qua il Folletto verde sei tu, non io!» si lamentò. Prepotentemente afferrò il lembo della mia maglietta per ripulirsi la faccia. 
«Bhè, almeno ora Hulk ha trovato una moglie degna per lui» risi. Spalancò gli occhi e mollò la mia maglietta, portando le mani attorno al mio collo intenzionata a strozzarmi per finta -almeno così supponevo-. Abilmente le spostai una gamba facendole perdere l'equilibrio e mi trascino con a sè, facendoci ritrovare entrambi stesi nuovamente uno accanto all'altro sul prato. Vedevo il suo petto alzarsi e abbassarsi irregolarmente, scrutandomi con i suoi occhioni marroni. Il suo viso era a cinque centimetri distante dal mio e mi sentivo andare a fuoco. Continuava a fissarmi per una manciata di secondi prima avvicinare lentamente il suo viso verso il mio, chiudendo gli occhi. Oh merda, non poteva accadere, non potevo cedere così! Serrai gli occhi quando fu quasi sul punto di baciarmi e mi stupii di me stesso quando le mie labbra non incontrarono quelle di Sunshine; avevo trovato le forze di mettere la mano davanti la mia bocca, facendole baciare il dorso della mano invece delle mie labbra. Aprì gli occhi quasi delusa. 
«Louis» sussurrò. Quanto avrei voluto in questo momento baciarla e rotolarmi su questo prato con lei, ma non potevo.
«Non posso. Eleanor» riuscii a dire come scusa più plausibile, dandole una bacio sulla guancia ed alzandomi, scavalcando il stoccato tra i nostri giardini ed entrando in casa chiudendomi la porta alle spalle. Terrorizzato portai una mano sul petto per paura che il cuore da un momento all'altro mi sarebbe potuto scoppiare.
 
* * *
 
ZAYN'S POV
 
In questo posto c'era decisamente troppo caldo. Vedevo i corpi delle ragazze muoversi contro l'asta di metallo facendo qualche acrobazia e movimento sensuale. Non capivoil motivo perchè mio padre mi aveva portato proprio in questo posto. Non che mi dispiaceva, ma non era il momento adatto. Sdegnato distolsi lo sguardo dalla ballerina di fronte a noi per osservare lo sguardo divertito di mio padre che rideva come un piccolo depravato. Sveglia papà, quella potrebbe essere tua figlia! , pensai, ma io non ero di meglio essendo che andavo con donne che potevano benissimo avere l'età mia madre. 
«Mi spieghi perchè ci troviamo qua?» chiesi scocciato. 
«Tante ragazzone nude, divertiti!» rispose entusiasta mio padre, indicandomi la ragazza che ballava. 
«A me questi posti non divertono, papà!» risposi a tono. Mio padre si portò la mano davanti la bocca e scosse debolmente la testa come se avessi appena bestemmiato. 
«N...non ti divertono? S...sei sicuro di stare bene?» balbettò. Dio, ora mi tocca pure l'interrogatorio dal mio vecchio. No, mi sento una merda e ho il cuore a pezzi, questa sarebbe stata la mia risposta ma ovviamente non potevo dirlo.
«Certo che sto bene, non capisco perchè ti preoccupi» borbottai. 
«Bhe, sai, Armanda mi ha detto... Mi ha detto...» 
«Cosa ha detto di nuovo la nostra cara Armanda?» sbuffai. Quella messicana clandestina gli avrà di sicuro detto che avevo buttato la giacca orrenda che mi aveva regalato per natale. Brutta strega grassa, appena andrò a casa preparati le valigie che tornerai nel tuo amato Messico! 
«Mi ha raccontato che sei innamorato.» Ah, tutto qua? D'accordo Armanda potevi restare per un altro po' in america. 
«Non ha importanza, papà. Non è corrisposto» confessai amaramente. Ora mi toccava pure parlare con la vita sentimentale con mio padre. Zayn, eri caduto veramente in basso. 
«Grazie al cielo» sospirò con sollievo. 
«Grazie al cielo un cazzo! Ti sto dicendo che sono innamorato, vorrei magari anche sposarmi e avere dei mocciosi e l'unica cosa che sai dire è grazie al cielo?!» sbottai alzando leggermente la voce e mio padre sgranò gli occhi. 
«B...bambini? Sei sicuro che sia possibile?» domandò con un leggero tremore nella voce. 
«Certo, bambini! Perchè non dovrebbe essere possibile?!» 
«No giusto, hai perfettamente ragione in America tutto è possibile. Ora mi tocca pure avere un genero» mormorò deluso. Genero? Ma dove? Ma chi?
«Genero?» Lui posò lo sguardo sulla ballerina che stava scendendo dal palco e poi tornò a guardare me. 
«Sì, un genero. Armanda mi ha raccontato che ti ha vista più volte con un... Bah, non ha importanza cosa mi ha raccontato» tagliò corto Yasar. 
Allora raccogliendo vari dati: 1. Armanda pensava che fossi innamorato; 2. Mio padre pensava che io non potevo avere figli; 3. Genero.
Oh, merda. Far ritornare Armanda solamente in Messico mi sembrava fin troppo buono. Avrei voluto farle mangiare a vita Tacos in modo da provocarle una diarrea cronica e chiuderle tutte le porte di ogni bagno esistente in questo mondo.
«No, Dio mio! Sono innamorato in una donna, si chiama Sunshine! Ehi, sono normale. Non sono gay, normale!» 
«Normale!» ripeté mio padre dandomi il cinque. 
«Ma allora dove sta il problema?» mi chiese. 
«Lunga storia» lo liquidai cercando di evitare di riaprire le ferite ancora troppo fresche. 
 
* * *
 
Mio padre parcheggiò la sua audi nera dell'ultimo modello e la fermò velocemente con la chiave automatica. Guardai l'enorme casa bianca di fronte a me. Non era cambiata di una virgola. Il nostro solito maggiordomo aprì la porta con il solito sorriso falso che portava anche due anni fa. 
«Gordon!» dissi dandogli una pacca sulla spalla. Ricordavo come se fosse ieri quando presi le sue scarpe nere appena lucidate e le riempii di senape facendogli credere che fosse... insomma avete capito. Bei ricordi.
Gordon non si scompose e fece soltanto un piccolo cenno col capo. 
«Signorino Jawaad» farfugliò serio come sempre. Gli passai davanti e mi diressi nell'enorme salotto dove trovai mia madre a discutere animatamente con due donne. Una gli porgeva un vassoio con diversi dolci, l'altra diversi abiti con tanti tipi di fantasie a fiori. Appena mi vide fece allontanare le donne e mi venne all'incontro abbracciandomi. 
«Jawaad!» alzai gli occhi al cielo. Odiavo essere chiamato in quel modo. 
«Mamma, non chiamarmi così!» replicai. Trisha sorrise stampandomi un bacio sulla guancia, poi andò a sedersi accanto a mio padre sul divano. Io feci altrettanto sedendomi nella poltrona di fronte a loro. Nessuno parlava, mi sentivo come se fossi in un interrogatorio dove l'unica cosa che si sente era il ticchettio delle lancette dell'orologio. 
«Bene, come sai tra qualche mese io e tua madre festeggeremo i nostri 25 anni di matrimonio e ci sarà una festa in grande stile» iniziò finalmente mio padre, guardando in viso mia madre come se cercasse un suo appoggio nel discorso, «quindi ti servirà un'accompagnatrice!» Aggiunse mia madre. Alzai gli occhi al cielo sbuffando rumorosamente.
«E dato che la faccenda riguardo al "genero" è stata risolta perchè non parliamo di una possibile nuora che porterai quella sera?» disse facendo il segno delle virgolette con le dita alla parola genero. 
«Papà, ti ho già detto che è inutile parlarne lei-» Non riuscii a finire la frase poichè mio padre si alzò prendendomi per il braccio e trascinandomi verso il nostro giardino. 
«Bla bla bla.. Chi ha parlato di quella Moonlight o come cavolo si chiami. Te l'abbiamo trovata noi la ragazza perfetta per te, Jawaad!» annunciò con un sorriso a trentadue denti. Per chi mi avevano preso? Cazzo, avevo 21 anni e non serviva che i miei genitori mi servino le ragazze 'perfette' su un piatto d'argento.
«Non mi interessa, io-» Nuovamente non riuscii a completare la frase e questa volta fu qualcosa di diverso di una stretta al braccio da mio padre. La ragazza che osservava i fiori del melo che cresceva nel giardino si voltò, con tanto di vento e raggi di sole, proprio come accade nei film di Hollywood. Vidi la scena a rallentatore mentre la ragazza dai capelli rossi ed occhi chiari si avvicinava verso di noi ancheggiando con i fianchi a passo spedito finchè non me la trovai di fronte.
«Ciao, Jaguar» sorrise la rossa e mi accorsi di avere ancora la bocca completamente spalancata. Non mi resi neanche conto che la ragazza avesse sbagliato il mio nome, scambiandolo per una marca d'auto. Mio padre cinse il braccio attorno la spalla della ragazza, scuotendola leggermente. 
«Che ne pensi di Heather? Niente male, eh» disse facendomi l'occhiolino. 'Fanculo a quello che ho detto prima riguardo il piatto d'argento. In fondo che male c'è trovare la ragazza perfetta senza il minimo sforzo? La mia testa pensava questo ma probabilmente, anzi sicuramente, il mio cuore no.
 

LOOK AT ME!

ASDFGHJKL *-*
Era da una vita che aggiornavo, scusateee, ma ho avuto molti impegni tra scuola e lavoro
 quindi potuto scrivere il capitolo solo ieri sera ma per farmi perdonare l'ho fatto bello lungo...
Inoltre oggi è il mio Sweet seventeen quindi volevo autoregalarvi un capitolo. (?)
Ora io e Harry ci togliamo due anni per due giorni, dopo di chè torneremo di nuovo ad avere 1092 giorni di differenza ahahahah
Dunque il capitolo....
Bhè, penso che sia soltanto un piccolo capitolo di passaggio e il prossimo sarà più interessante.
E poi non so perchè sembra che i miei capitoli abbiano le mestruazioni.. Insomma, prima sono serio con qualche battutina, poi deprimente da tagliarsi le vene e ora di nuovo divertente con qualche velo di tristezza. Un incchiappo enorme! xD
Vi saluto che c'è una festa che mi aspetta!!
Baci Cristina :)
Twitter: @imyoursmaljk



Pss: Alcune ragazze mi hanno chiesto in chat privata il mio paese d'origine quindiiii...
Ecco, vengo dalla Germania ma tutti i miei famigliari sono di origine siciliana e ora vivo, appunto, in Sicilia. Mistero risolto, un abbraccio. Adam. ;)

  
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