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Autore: Marta    26/11/2004    2 recensioni
Storia di max 2 capitoli ispirata dalla insaziabile ed inguaribile voglia di vendetta di alcune persone....in parte drammatica ed in parte leggera....
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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V E N D E T T A

                                                         V E N D E T T A

 

Nocturn Alley, agosto.

Passeggiavo tra maghi e streghe oscure che mi guardavano come io stesso guarderei un traditore.Un traditore...beh! è ciò che sono: io ho tradito Lord Voldemort, anche se non riesco ancora a pronunciarne ad alta voce il nome.

Oh mio dio!, non posso crederci, sei tu! Sei davvero tu! Non posso crederci sono....oh mio dio!, sono più di vent'anni che non ti vedo....

Ma sei reale?

Dopo un attimo di sorpresa mi accorgo che sei davvero reale, tristemente reale.... si tristemente. Mi rendo conto solo avvicinandomi a te che mi fissi stralunata, come se non mi riconoscessi, che non sei cambiata. Vent'anni sono passati e non hai nemmeno una ruga, sei identica a quando avevamo appena concluso Hogwarts ed eravamo i preferiti dell'Oscuro: io per la mia capacità di creare pozioni, Lucius per la sua ricchezza, Antonin per la sua astuzia e crudeltà e tu....tu perché eri tu. Perché ci avevi stregati eppure nessuno tra noi osava avvicinarsi a te con intenti maliziosi. E' strano, neppure Lord Voldemort osava avvicinartisi....

Come puoi essere tu?

Ormai siamo l'uno di fronte all'altra ed io ti dico:"Non sei affatto cambiata Alexandra."

"Sei tu Severus...mi sembrava fossi tu, ma non ne ero sicura." mi dici arrossendo un po', come una bambina, come sempre. Io mi avvicino e ti sfioro lievemente una guancia, la tua pelle è morbidissima, ma così fredda....

"Ti andrebbe di fare una passeggiata?" mi chiedi ed io felice di averti rivista accetto volentieri.Conduci tu e mi porti fuori dai quartieri Alley. Arriviamo in un boschetto.

"C'è una casetta all'interno del bosco....è mia....ti andrebbe di vederla?" mi chiedi ed io al settimo cielo accetto. Ci avviamo. il tuo mantello rimane impigliato in un cespuglio, io mi chino per aiutarti a liberarlo quando....

Sento qualcosa di freddo e bruciante e tagliente al livello dello stomaco....alzo la testa e ti vedo, vedo il tuo volto e ricordo.

Ricordo perché è da vent'anni che non ci vediamo, ricordo! Tutto mi passa davanti velocemente....

Tu vestita da auror, io da mangiamorte, io ti ho uccisa, o così credevo....tu....non mi accorsi che fossi tu fino a quando non ti tolsi la maschera da auror per poter vedere il tuo sguardo sofferente....era per redimere questa mia azione che avevo deciso di andare dalla parte di Silente, solo per te Alexandra che ora mi uccidi con questo pugnale che riesco ad identificare come pugnale dei mangiamorte. Solo ora capisco tutti i miei sbagli, tutti i miei errori. Solo ora che vedo i tuoi occhi pieni di odio nei miei confronti capisco che in realtà sei solo un'allucinazione e che il pugnale è quello che io stesso ho usato per ucciderti: il mio kriss da mangiamorte.

Ho un unico volto davanti agli occhi: il tuo morente.

Ho un unico pensiero in mente: ti raggiungo.

Il mio corpo cade in terra, sento l'erba bagnata sul viso....

Non muoio, perché?

Di colpo mi sveglio. Ancora quel sogno, ancora tu Alexandra...ancora tu, perché? Perché non riesco a dimenticarti?

E' da quando l'Oscuro Signore è ritornato che ti vedo nei miei sogni tutte le notti....è il mio senso di colpa? E' un avvertimento, un ammonimento, un modo di Voldemort per farmi impazzire? o di Silente per farmi ricordare il 'perché' del mio cambiamento?

Mi alzo da questo letto impregnato dal mio stesso sudore, mi dirigo verso il bagno spogliandomi dal pigiama nero, rivelando il mio corpo marmoreo e glabro. Mi guardo allo specchio e vedo un uomo magro, forse troppo, dalla vita stretta, con i capelli corvini attaccati alla fronte e decisamente ben fornito....

Mi sento sempre un estraneo davanti allo specchio, non riesco a dire:"Questo sono io". Mi passo una mano sul petto scendendo verso il ventre, di colpo mi blocco: sento una cicatrice sullo stomaco. Mi guardo. C'è un segno rosso. Lo tocco, mi brucia. E' li dove mi hai colpito Alexandra!

Devo andare a parlare con Silente, ma prima mi devo ripulire.

Apro lo sportello della doccia, apro l'acqua, entro, richiudo la porta dietro di me. Sento l'acqua ancora fredda sulla mia pelle.Aumento l'acqua calda e poco dopo sento la mia pelle percorsa da un brivido. Mi piace l'acqua calda sul mio corpo, mi piace uscire dalla doccia ed emanare caldo vapore. Emanare calore: un concetto che mi insegnò Alexandra. Il calore umano, definibile amore secondo lei. Ricordo che spesso noi quattro mangiamorte e l'Oscuro stavamo seduti attorno ad un fuoco come in un campeggio babbano che Alexandra adorava, adorava mangiare o più in generale vivere sotto le stelle e ci raccontava o leggeva storie fantastiche di morti, intrighi del suo autore babbano preferito: Shakespeare.

Ricordo che l'Oscuro la osservava fissamente durante le sue performance; Antonin tentava di fare la parte di alcuni personaggi, quali Iago (nell'Otello), oppure Orazio (nell'Amleto), nonostante Orazio non fosse un personaggio negativo, secondo la spiegazione di Alexandra. Esco. Prendo un asciugamano morbido verde. Devo assolutamente andare da Silente. Mi asciugo e vesto velocemente, non posso perdere altro tempo. Esco dalla mia stanza e con la fretta addosso ed uno strano senso d'ansia alla bocca dello stomaco giungo nell'ufficio del preside. Lo trovo affacciato ad una finestra, Fanny è sul trespolo.

Sembra molto assorto nei suoi pensieri. Non mi stupisce. Il mio senso d'ansia cresce vedendo questo vecchio.... perché? Devo interrompere il filo dei suoi pensieri.

"Preside...." sussurro appena io

"Dimmi Severus" mi dice senza alcuna espressione continuando a guardare dalla finestra.

"Da qualche notte sogno Alexandra" dico guardando il pavimento. Silente si gira verso di me. Mi guarda intensamente con i suoi limpidi occhi azzurri.

"Racconta" mi dice con uno sguardo indecifrabile.

Io inizio a raccontargli tutto e lui ascolta con attenzione, la tipica attenzione che dà per problemi del genere.

"Crede che sia l'Oscuro?" chiedo io. Ora che gli ho raccontato tutto il senso d'ansia è diminuito.

  
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