Dicono che sia solo il cuore a spezzarsi, ma in quel momento sentì tutto il mio intero corpo andare in pezzi.
Era una sensazione improvvisa perché mai prima d’ora avevo provato nulla del genere. Anzi generalmente non mi abbandonavo ad emozioni di alcun tipo; era più facile mantenere un distacco. Lo chiamavo ‘distacco di sopravvivenza’. Il metodo era efficiente e pensavo di essere riuscita a mantenere questo distacco anche con Enzo ma mi sbagliavo, perché pur non sapendo definire il mio modo di rapportarmi a lui, poco ma sicuro, non era amore. 

Chissà cos’è poi, l’amore stesso.
Tutto ciò che so è che il mondo non sa rendersi all’amore ed io ne ero solo l’ennesima prova. 

Non riuscivo a capacitarmi dell’accaduto perché era successo esclusivamente nella mia testa, ovvero, non avrebbe dovuto interessarmi minimamente poiché Enzo ed io non eravamo amici perché non ci confidavano ansie e paure, né c’eravamo sempre l’uno per l’altra. Enzo ed io non eravamo amanti e nemmeno fidanzati. Enzo ed io non avevamo mai scopato e non avevamo mai dormito nello stesso letto, non ci tenevamo per mano o ci eravamo mai fatti regali a vicenda, né condividevamo uscite il sabato sera e non andavamo mai a mangiare un boccone insieme. Enzo ed io non eravamo niente di tutto ciò e un cazzo di niente in generale.

Eravamo solo Enzo ed io.
Io ed Enzo.
Il che è uguale a un cazzo di niente, eppure per tutti eravamo qualcosa; chissà cosa.