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Autore: Notteinfinita    30/01/2014    3 recensioni
La guerra è finita, Harry ha vinto. Hermione torna ad Hogwarts per finire gli studi ma la pace non fa ancora parte della sua vita...
*****
Erano passati due mesi dall'inizio della scuola, eppure non riusciva ad abituarsi ad essere ad Hogwarts senza Harry e Ron. Certo, loro erano molto più felici al corso per Auror ma lei non poteva fare a meno di sentirne la mancanza.
Con un sospiro Hermione riprese a camminare lungo il corridoio, in direzione della Presidenza.
La scuola era stata ricostruita eppure, ai suoi occhi, appariva ancora come l'aveva vista la terribile notte della battaglia finale. Ad ogni passo nella sua mente alle immagini reali si sovrapponevano quelle di quella notte:le mura smembrate, i vetri in frantumi, i corpi degli amici e dei nemici a terra privi di vita.
Portando le mani alla testa e chiusi gli occhi, scosse violentemente il capo per cacciare via quelle immagini così deleterie per il suo equilibrio.
Sapeva che non doveva indulgere in quei pensieri, che la indebolivano, ma a volte non riusciva ad evitarlo.
Intanto, dalla direzione opposta, sopraggiunse uno studente. Appena la vide, un ghigno divertito si aprì sul suo volto.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Minerva McGranitt, Poppy Chips | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Oscurità di cristallo


Capitolo 1: Vecchi ricordi e nuove realtà.

Erano passati due mesi dall'inizio della scuola, eppure non riusciva ad abituarsi ad essere ad Hogwarts senza Harry e Ron. Certo, loro erano molto più felici al corso per Auror ma lei non poteva fare a meno di sentirne la mancanza.

Con un sospiro Hermione riprese a camminare lungo il corridoio, in direzione della Presidenza.

La scuola era stata ricostruita eppure, ai suoi occhi, appariva ancora come l'aveva vista la terribile notte della battaglia finale. Ad ogni passo nella sua mente alle immagini reali si sovrapponevano quelle di quella notte:le mura smembrate, i vetri in frantumi, i corpi degli amici e dei nemici a terra privi di vita.

Portando le mani alla testa e chiusi gli occhi, scosse violentemente il capo per cacciare via quelle immagini così deleterie per il suo equilibrio.

Sapeva che non doveva indulgere in quei pensieri, che la indebolivano, ma a volte non riusciva ad evitarlo.

Intanto, dalla direzione opposta, sopraggiunse uno studente. Appena la vide, un ghigno divertito si aprì sul suo volto. Era vero che aveva nei suoi confronti un debito di riconoscenza per aver risparmiato Azkaban ai suoi genitori, ed era altrettanto vero che, da quando erano tornati a scuola, lei era cambiata, era diventata piuttosto taciturna ma ciò non gli impediva di punzecchiarla di tanto in tanto, lo faceva sentire vivo.

«Primi segni di pazzia?» chiese Draco, con voce innocente.

Hermione aprì gli occhi e gli lanciò uno sguardo intimidatorio.

Draco ghignò, divertito ma ciò che vide subito dopo gli impedì di infierire ancora. Gli occhi di Hermione erano divenuti completamente neri e la ragazza aveva soffocato tra i denti un grido che sembrava scuoterla dal profondo.

«Portami dalla McGranitt, subito!» gli ordinò con voce stranamente roca.

Impaurito, Draco indietreggiò di qualche passo.

«Presto!» urlò ancora la ragazza.

Vedendo che anche i capelli stavano prendendo una sfumatura corvina il ragazzo indietreggiò ulteriormente mentre la ragazza crollava a terra, in ginocchio.

«Maledizione, se non vuoi vedere Hogwarts nuovamente distrutta portami dalla McGranitt!» imprecò Hermione, la voce ormai irriconoscibile.

Alla luce di quella minaccia, il ragazzo si fece coraggio e, tratta in piedi la ragazza, la trascinò fino all'ufficio della Preside. Nonostante la fretta e il terrore, bussò e attese che la donna le desse il permesso prima di entrare.

Appena ebbe aperto la porta, la professoressa, che era di spalle, si girò sgranando gli occhi alla vista di Hermione.

«Malfoy, si sposti!» ordinò.

Stupito dal panico avvertito nella voce della donna, Draco rimase impietrito accanto alla ragazza.

«Expelliarmus!» urlò la preside, facendo volare Draco lontano dalla ragazza.

«Professoressa non sono st...»

«Avada Kedavra!» gridò ancora la donna, puntando la bacchetta contro Hermione e facendo morire in gola le parole a Draco.

La ragazza, colpita dall'incantesimo, emise un breve urlò e si accasciò a terra, esanime.

«Preside, ma cosa ha fatto?» chiese sconvolto mentre, dolorante dopo aver sbattuto contro una delle librerie, si rialzava in piedi.

«Vai da Madama Chips, dille che Hermione ha bisogno di lei. Non parlare con nessun altro e torna immediatamente qui.» ordinò la donna.

Il tono duro che aveva usato gli fece comprendere che era meglio non ribattere.

Ancora sotto shock, si diresse verso l'infermeria.

Per sua fortuna non incontrò nessuno lungo il tragitto perché dal suo sguardo allucinato avrebbero certamente pensato che il Serpeverde avesse appena avuto un incontro con il fantasma di Voldemort.

Entrato in infermeria, si avvicinò alla donna.

«La Preside la vuole nel suo ufficio. Si tratta della Granger.» riferì il ragazzo, riuscendo appena a parlare. Avrebbe voluto dirle che la preside era uscita di senno e che aveva ucciso una studentessa ma, appena ebbe detto il cognome della sua compagna di scuola, la donna aveva tratto un rapido respiro atterrito, aveva afferrato la sua borsa con una mano, il suo braccio con l'altra e aveva iniziato a correre.

«Mi lasci! Non voglio tornare da quella pazza!» protestò Draco.

«La Preside non ti avrebbe dato un messaggio del genere se tu non avessi visto qualcosa, quindi è necessario che tu venga con me.» spiegò la donna, continuando a correre.

Draco tentò più volte di liberare il braccio per fuggire ma, nonostante il suo aspetto mingherlino, la donna aveva una presa ferrea e così, in pochi minuti, si ritrovò nuovamente in Presidenza.

Appena ebbero varcato la soglia, la Preside sigillò la porta facendo aumentare ulteriormente il panico del Serpeverde e la certezza di essere in mano a due pazze.

«Poppy stavolta è stato peggio del solito, anche i capelli avevano iniziato a cambiare colore.» spiegò la Preside, inginocchiandosi vicino ad Hermione.

«Capisco.» rispose semplicemente l'altra, accovacciandosi a sua volta vicino alla ragazza e prendendo la bacchetta «Innerva!» disse, puntandogliela al petto.

Sotto lo sguardo sbigottito di Draco, la Grifondoro si alzò di scatto a sedere, respirando affannosamente come qualcuno che avesse rischiato di annegare.

«Va tutto bene, va tutto bene.» disse la Preside, accarezzando la schiena della ragazza per tranquillizzarla.

«Ma...ma è impossibile!» balbettò il biondino, sconvolto «Lei ha usato l'Anatema che uccide, era morta.»

«Non posso negare di averlo usato ma, come vede, la signorina Granger è ancora viva.» puntualizzò la donna «Per adesso dobbiamo occuparci di lei. Si accomodi alla scrivania. La raggiungerò al più presto.»

Finito di parlare, la donna, insieme all'infermiera, aiutarono Hermione ad alzarsi da terra e si avvicinarono ad una delle librerie.

«Luce di tenebra» pronunciò la donna.

A quelle parole la libreria iniziò a scorrere lateralmente rivelando una camera da letto chiusa da sbarre.

Aperta la porta di quella specie di cella, le tre entrarono mentre la libreria si richiudeva davanti agli occhi di Draco.

Rimasto solo, il ragazzo corse alla porta e cercò di aprirla ma neanche gli incantesimi ebbero alcun effetto.

Sempre più spaventato, il ragazzo iniziò a marciare avanti e indietro per la stanza alla ricerca di una via di fuga.

Ad un tratto, la libreria si aprì di nuovo e lui vide la McGrannitt venirgli incontro.

«Si accomodi, signor Malfoy.» disse, prendendo posto dietro la scrivania. «Posso offrirle del tè?»

Il ragazzo la guardò come se fosse uscita di senno ma prese comunque posto in una delle poltrone.

«Capisco la sua confusione ma purtroppo l'unica che potrà darle delle spiegazioni, se vorrà, è la signorina Granger.»

«Sta bene?» chiese, stupendo se stesso. Era la prima volta che si preoccupava per una Mezzosangue, ma doveva ammettere che vederla a terra credendola morta lo aveva colpito più di quanto avrebbe mai immaginato.

Un sorriso appena accennato increspò le labbra della donna.

«È nelle mani di Madama Chips, si riprenderà presto.» lo rassicurò. «Latte o limone?» chiese poi, facendo apparire un vassoio con tè e pasticcini.

«Solo zucchero.» rispose il ragazzo, ancora perplesso e spaventato. Gli sembrava di vivere un incubo assurdo. La Preside aveva ucciso una studentessa, questa era poi tornata in vita e adesso lui se ne stava lì a sorseggiare il tè con una assassina mancata.

Quando la donna si sporse verso di lui per porgergli la tazza, non poté fare a meno di fare un balzo indietro temendo che stesse per aggredirlo.

Con un sospiro, la donna tornò a sedersi.

«La prego signor Malfoy, si calmi. Non è mia intenzione farle del male e posso anche assicurarle che non sono impazzita.»

Nonostante le sue rassicurazioni, Draco non poteva fare a meno di rimanere sulle spine e di guardarsi intorno in cerca di una via di fuga.

«Se davvero non ha intenzione di farmi del male, perché non sblocca la porta d'ingresso?» chiese qualche minuto dopo, visto che la donna continuava a rimanere placidamente seduta sulla sua poltrona.

«Sarebbe un grosso problema se entrasse qualcuno prima che la situazione si sia normalizzata.» spiegò.

Lungi dal tranquillizzarlo, quelle parole lo inquietarono maggiormente.

Immagini di lui morto e del suo corpo trasfigurato in un calice d'argento ed esposto su uno degli scaffali della Presidenza iniziarono a vorticare nella sua mente.

«Su, prenda un biscotto.» lo esortò la Preside, porgendogli il vassoio.

Con mano tremante il ragazzo ne prese uno mentre, nella sua mente, pregava Salazar di farlo uscire vivo da lì.

In quel momento la libreria si aprì di nuovo.

«La signorina Granger vuole parlare con lei.» annunciò l'infermiera, avvicinandosi alla cattedra e rivolgendosi al ragazzo.



  
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