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Autore: Notteinfinita    06/02/2014    4 recensioni
La guerra è finita, Harry ha vinto. Hermione torna ad Hogwarts per finire gli studi ma la pace non fa ancora parte della sua vita...
*****
Erano passati due mesi dall'inizio della scuola, eppure non riusciva ad abituarsi ad essere ad Hogwarts senza Harry e Ron. Certo, loro erano molto più felici al corso per Auror ma lei non poteva fare a meno di sentirne la mancanza.
Con un sospiro Hermione riprese a camminare lungo il corridoio, in direzione della Presidenza.
La scuola era stata ricostruita eppure, ai suoi occhi, appariva ancora come l'aveva vista la terribile notte della battaglia finale. Ad ogni passo nella sua mente alle immagini reali si sovrapponevano quelle di quella notte:le mura smembrate, i vetri in frantumi, i corpi degli amici e dei nemici a terra privi di vita.
Portando le mani alla testa e chiusi gli occhi, scosse violentemente il capo per cacciare via quelle immagini così deleterie per il suo equilibrio.
Sapeva che non doveva indulgere in quei pensieri, che la indebolivano, ma a volte non riusciva ad evitarlo.
Intanto, dalla direzione opposta, sopraggiunse uno studente. Appena la vide, un ghigno divertito si aprì sul suo volto.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Minerva McGranitt, Poppy Chips | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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NDA:Eccoci al secondo capitolo. Vi auguro buona lettura! ^___^

Capitolo 2: Sofferte rivelazioni.

«La signorina Granger vuole parlare con lei.» annunciò l'infermiera, avvicinandosi alla cattedra e rivolgendosi al ragazzo.

«Prima voglio parlarle io.» affermò la Preside alzandosi e dirigendosi verso la stanza dietro la libreria.

«Hermione, come ti senti?» chiese la donna sedendosi sul bordo del letto su cui era sdraiata la ragazza.

«Un po' dolorante.» ammise quest'ultima.

«Sei certa di voler parlare con il signor Malfoy?» le chiese.

«È l'ultimo discendente dei Black che non abbiamo ancora interpellato.»

«Ma se neanche i suoi genitori sapevano nulla, cosa potrebbe sapere lui?» domandò la donna, dubbiosa.

«Non ho molta scelta. Se anche lui non sa niente non rimane nulla da fare.» affermò la ragazza con voce triste. «Preside, per favore, lo faccia entrare e ci lasci soli.»

«Come vuoi, cara. Se hai bisogno, io e Poppy saremo in ufficio.» disse la donna prima di uscire dalla cella.

«Signor Malfoy, prego, entri.»

Con sguardo spaurito, il ragazzo si alzò e si diresse verso la stanza in cui si trovava la ragazza.

Appena entrato la libreria si chiuse alle sue spalle facendolo sussultare; poi la vide, era nel letto, appoggiata a dei cuscini per rimanere seduta. I capelli raccolti in una treccia un po' disordinata che le ricadeva sulla spalla sinistra, il viso leggermente pallido e addosso una camicia da notte color cipria con ricami di pizzo.

«Accomodati.» gli disse, indicando una sedia posta vicino al letto.

«Preferisco rimanere in piedi.» ribatté il ragazzo facendo qualche passo indietro, in direzione della porta.

«La spiegazione potrebbe essere lunga. Siediti, per favore.» ripeté la ragazza.

Pur se titubante, Draco fece come gli veniva detto. Quella situazione lo inquietava ed essere chiuso in una camera con lei non lo aiutava di certo a rilassarsi.

«Innanzitutto, grazie per avermi aiutato.»

«Non è che tu mi abbia dato molta scelta!» esclamò il ragazzo, accavallando una gamba.

«In effetti hai ragione, mi dispiace.» ammise lei, sorridendogli, come se fosse normale per loro due stare in camera a chiacchierare tranquillamente.

«Com'è possibile che tu sia viva dopo un Avada Kedavra in pieno petto?» le chiese, squadrandola da capo a piedi e non potendo fare a meno di notare che la camicia da notte, a differenza della divisa, lasciava intuire le forme di quel corpo di giovane donna.

Istintivamente, la ragazza si portò una mano al seno stringendo la stoffa tra le dita e sospirando profondamente con espressione sofferente.

«Perché tu capisca ciò che è successo oggi è necessario che io inizi raccontandoti alcuni avvenimenti precedenti.»

«Fai quello che vuoi ma sbrigati, voglio andarmene!» sbottò il ragazzo, spazientito.

«Ricordi quando tua zia mi ha torturato a Malfoy Manor?» chiese a bruciapelo, consapevole che il riferimento a quell'episodio lo avrebbe indotto a calmarsi.

«Cos'è, visto che lei è morta vuoi vendicarti su di me?» chiese, sulla difensiva.

«Non sono così meschina, volevo solo sapere se te ne ricordavi»

«Certo.» rispose.

Come avrebbe potuto dimenticare quella scena che gli aveva ispirato immenso orrore per la crudeltà della zia e ammirazione per il grande coraggio della ragazza?

«Ricordi che usò un pugnale per ferirmi?»

Draco si militò ad annuire, curioso di capire a cosa volesse arrivare la sua compagna.

«Cosa sai di quel pugnale?»

«Sono sotto esame?» ribatté il ragazzo, stufo di tutte quelle domande.

«Non è mia intenzione infastidirti» replicò la ragazza, con voce pacata. «ma ho necessità di avere certe informazioni.»

«So che era un cimelio della famiglia Black, molto antico. Non so altro.»

Sentendo quella risposta, il viso di Hermione assunse un'espressione triste e preoccupata.

«Quello era il Pugnale Oscuro, un oggetto maledetto.» spiegò Hermione. « In esso era racchiuso un demone conosciuto con il nome Oscurità di Cristallo.»

«Oscurità di Cristallo?» ripeté Draco, rabbrividendo.«Avevo sentito la storia secondo cui un mio antenato aveva imprigionato un demone ma credevo fosse una leggenda.»

«Purtroppo era la verità.» confermò la ragazza. «Quindi il suo nome ti è noto.» ne dedusse.

«Era usato nei racconti di paura per spaventare i bambini.» spiegò Draco, gli occhi sbarrati e fissi su di lei. «Si raccontava che chi lo incontrava veniva avvolto dall'oscurità, derubato della propria anima e trasformato in una statua di cristallo.»

«Esattamente. Da qui il nome di Oscurità di Cristallo.» concluse la ragazza.

«Ma non è possibile!» esclamò il ragazzo.

«Negare l'evidenza non cambierà le cose.» affermò la ragazza. «Tua zia ha usato quel pugnale su di me, so per certo che era quello.»

«Non capisco, cosa vuoi da me?» le chiese, confuso.

«Quando il pugnale è venuto a contatto col mio sangue, il demone si è liberato ed ha preso possesso del mio corpo.» spiegò, infine, la ragazza.

In quel momento Draco ringraziò il cielo di essersi seduto, altrimenti sarebbe crollato a terra. Gli girava la testa e mille lucine bianche gli danzavano davanti gli occhi.

Quando riuscì a vedere di nuovo nitidamente, si accorse che la ragazza era davanti a lui e gli stava porgendo un bicchiere.

«Bevi un po' d'acqua.» gli consigliò.

«Ci vorrebbe qualcosa di forte.» ribatté il ragazzo.

Senza scomporsi, Hermione passò una mano sul bicchiere trasformando il liquido in esso contenuto.

«Fire whisky?» propose, porgendoglielo.

Con mani tremanti e senza toglierle gli occhi di dosso, prese il bicchiere e se lo portò alle labbra trangugiandone il contenuto in un solo sorso.

«Salute!» esclamò la ragazza, ridacchiando.

«Oh certo, fai la spiritosa!» berciò lui, piccato, restituendole il bicchiere. «Invece da quand'è che sai fare incantesimi senza bacchetta?»

«Un piccolo regalo di Oscurità di Cristallo.» spiegò, mentre poggiava il bicchiere su un tavolino dall'altro lato del letto cosicché lui non poté vedere la mano di lei stringere convulsamente il cristallo.

«Non nominarlo più!» urlò lui scattando in piedi e facendo capovolgere la sedia.

«La paura di un nome non fa che incrementare la paura della cosa stessa.» rispose Hermione, tornando a fronteggiarlo.

«Perdonami se non sono felice di sapere che un mostro del genere non è solo leggenda!» sbottò il ragazzo, avvicinandosi a lei. «Forse però a te non dispiace avere nuovi poteri»

«Oh si, sono felicissima che un essere infernale dimori nel mio corpo!» ironizzò la ragazza.

«Bé, sei così tranquilla.» osservò lui.

«All'inizio non era così ma poi ho capito che disperarmi avrebbe solo peggiorato la situazione, ogni mia angoscia, ogni mio dolore dà forza al demone quindi cerco di concentrarmi sulla ricerca di una soluzione.» spiegò, sedendosi sul letto e invitando Draco ad accomodarsi.

Con un colpo di bacchetta, il ragazzo rimise in piedi la sedia e si sedette.

«Sono dispiaciuto per le tue disgrazie ma non capisco cosa abbia a che vedere con me.» affermò.

«Sei dispiaciuto per me? Questa è nuova!» esclamò la ragazza, sorpresa.

«Bé, si fa per dire.» precisò il ragazzo alzando un sopracciglio.

«Mi sembrava strano.» mormorò lei, tra i denti. «Lasciando perdere il tuo innato altruismo. Te ne ho parlato perché anche tu discendi dai Black e potresti avere delle informazioni che mi sarebbero utili.»

«Ne dubito, comunque, ormai che sono qui, prosegui.»

«Nonostante abbiamo scandagliato ogni singolo libro riguardante i manufatti maledetti, nessuno parla in maniera esauriente del Pugnale Oscuro. I pochi che ne accennano rimandano, per una descrizione completa dei poteri e dei pericoli, all'Inventario dei Manufatti stregati della famiglia Black.» raccontò «Tu sei un discendente dei Black, sai qualcosa di questo Inventario?»

«La biblioteca di Villa Malfoy è molto fornita, so che parte dei libri provengono dalla biblioteca dei miei nonni materni ma non saprei dire se c'era anche quest'Inventario.» rispose, tranquillamente.

Hermione mollò un pugno sul letto, con stizza, imprecando mentalmente.

«Capisco che non è piacevole avere un demone dentro il corpo, ma la sua presenza ti sta donando anche dei poteri nuovi.» osservò il ragazzo.

«Possibile che tu non capisca?» urlò la ragazza, scattando in piedi «All'inizio era debole ma adesso sta acquisendo forza. Le manifestazioni si stanno facendo sempre più frequenti. Pian piano prenderà possesso del mio corpo e, alla fine, annullerà la mia anima!» gridò, esasperata.

Quelle parole fecero sgranare gli occhi al ragazzo che, istintivamente, si alzò in piedi e indietreggiò di qualche passo.

Lo scatto di nervi, però, fu troppo per il fisico provato della ragazza che si accasciò in ginocchio di fianco al letto.

Draco rimase alcuni secondi ad osservarla, indeciso sul da farsi. Poi, con qualche titubanza, le si avvicinò e, afferratala per un braccio, l'aiutò a rialzarsi e a mettersi a letto.

Hermione rimase qualche minuto sdraiata ad occhi chiusi mentre il ragazzo la osservava senza sapere se andar via o aspettare.

«Grazie.» sussurrò la ragazza, con un filo di voce.

«Forse è meglio che vada.» propose il ragazzo, a disagio.

«No, aspetta. Devo dirti un'ultima cosa.» disse Hermione. «Ho già interpellato i tuoi genitori, loro mi hanno detto che una volta questo volume esisteva ma che adesso non si trova più. Speravo tu avessi qualche altra informazione.»

«Loro hanno fatto delle ricerche per te?» chiese Draco, stupito.

«Neanche per loro sarebbe piacevole se venisse fuori che una della loro famiglia ha utilizzato un manufatto maledetto e liberato un demone immortale.»

«In pratica li hai ricattati!» esclamò, in tono di accusa.

«Ci siamo fatti un favore a vicenda. Se la voce non si diffonde loro non si troveranno al centro di un ennesimo scandalo e io non mi ritroverò rinchiusa in qualche cella contenitiva.» spiegò.

«Capisco.» commentò, solamente il ragazzo. «Hai parlato di demone immortale, è per questo che non sei morta anche se sei stata colpita dall'Anatema che uccide?»

«Esattamente. In quel momento lo spirito del demone aveva preso il sopravvento sul mio quindi l'Anatema l'ha solo stordito.»

«Io pensavo che la McGranitt fosse impazzita e ti avesse fatto fuori!» esclamò Draco, sincero.

«Lo immagino, mi dispiace.» rispose Hermione ridacchiando nel ripensare alla scena vista con gli occhi del ragazzo.

Il ragazzo rimase alcuni secondi incantato a guardarla, era la prima volta che la vedeva sorridere.

«Comunque, tornando alla tua richiesta di prima,» disse ad un tratto, riscuotendosi «mia madre è la vera esperta della biblioteca di casa, se lei non ti ha saputo dare notizie dubito fortemente di poter fare di più» spiegò.

«Capisco, grazie comunque.» rispose la ragazza, tornando a chiudere gli occhi.

«Vado.» annunciò il ragazzo, senza sapere bene cosa rispondere.

Appena fu uscito dalla stanza, vide la McGranitt venirgli incontro.

«Devo parlarti ancora un attimo, siediti.» gli disse, indicandogli nuovamente la cattedra. «La signorina Granger le ha spiegato il suo problema?»

«Si, ma non posso esserle di alcun aiuto.» spiegò il ragazzo.

«Capisco, potrebbe comunque fare qualcosa per noi.»

Draco non poté reprimere uno sguardo dubbioso in risposta a quelle parole.

«Visto che lei adesso è a conoscenza del segreto della sua compagna le sarei grata se la tenesse d'occhio. Con il passare dei giorni il demone acquista senza più forza e le crisi potrebbero farsi più frequenti.» lo pregò la donna.

«Perché io? Perché non la Weasley?» chiese Draco, terrorizzato all'idea di far da balia alla ragazza.

«Oltre a noi, a Madama Chips e ai suoi genitori nessuno sa del problema della signorina Granger.» spiegò.

«Ma perché, Potter e i Weasley non sono i suoi migliori amici?» domandò, sorpreso.

«La guerra è finita solo da qualche mese, si stanno ancora riprendendo dalla perdita di Fred, di Lupin, di Ninfadora. Non vuole che debbano preoccuparsi anche del rischio di perdere lei.» rispose la donna mentre, ad ogni nome, gli occhi le si velavano di dolore.«Per favore signor Malfoy, non le chiedo di starle dietro tutto il giorno, solo di darle un'occhiata quando siete nella stessa stanza.»

Il dolore e la preoccupazione nella voce della donna lo fecero sentire in colpa per la sua codardia.

«Va bene, la terrò d'occhio» concesse con un sospiro «Se avesse una delle sue crisi cosa dovrei fare?»

«Se le è possibile l'allontani dagli altri e cerchi di tranquillizzarla. Nella maggior parte dei casi basta a farla tornare in se.» spiegò.

«E se ciò non bastasse?»

«Allora mandi un Patronus miniaturizzato a me e a Madama Chips.» rispose «Era nel programma del mese scorso, quindi non dovrebbe avere problemi ad utilizzarlo.»

«Certo, non si preoccupi.» la rassicurò, alzandosi.

«Signor Malfoy, la ringrazio!» disse la donna, porgendogli la mano.

Il ragazzo gliela strinse e, ancora stordito, uscì dall'ufficio. Nessuno l'aveva mai guardato con tanta gratitudine.

Per fortuna tutto il pandemonio era successo dopo l'ora di cena quindi adesso si sarebbe potuto ritirare tranquillamente nella sua stanza senza destare sospetti.

Giunto nei sotterranei, si diresse verso la sua camera e si chiuse la porta alle spalle.

Con gesti nervosi si tolse la cravatta e la lanciò sul letto per poi lasciare una scia di indumenti fino al bagno dove, aperta l'acqua calda, si fiondò sotto la doccia.

Mentre lasciava che l'acqua gli accarezzasse il corpo, nel tentativo di rilassarsi, non poteva fare a meno di pensare al casino in cui si era cacciato e ai problemi che si sarebbero dovuti trovare ad affrontare nel caso in cui non si fosse trovata una soluzione per sigillare nuovamente il demone.

Non faceva che ripetersi che era assurdo che lui si ritrovasse a fare da guardia alla Mezzosangue.

Aveva sempre considerato sua zia come una pazza isterica ma mai l'aveva odiata come in quel momento, se fosse stata ancora viva avrebbe provato un immenso piacere nell'ucciderla per vendicarsi del pasticcio in cui l'aveva cacciato.

Finita la doccia si avvolse in un morbido accappatoio bianco e tornò in camera da letto.

Dopo essersi asciugato, indossò il suo pigiama di seta e si sdraiò.

Per quanto ci provasse, non riusciva a prendere sonno. Appena chiudeva gli occhi, gli avvenimenti di quella sera si ripresentavano nitidi nella sua mente: la Granger con quella voce roca, quegli occhi neri, il terrore quando pensava che la McGranitt l'avesse uccisa, la loro lunga chiacchierata, la sua risata divertita.

Il sole aveva quasi iniziato a fare capolino all'orizzonte quando finalmente riuscì ad addormentarsi.

Nella torre della presidenza, intanto, un'altra studentessa dormiva tranquillamente, grazie ai calmanti somministratile dall'infermiera. Se qualcuno avesse spiato i suoi pensieri si sarebbe accorto che il sorriso le balenava sulle labbra quando in sogno riviveva l'incredibile chiacchierata avuta la sera precedente con un certo Serpeverde.

Angolo autrice:E così adesso Draco conosce il problema di Hermione.  Come si comporterà? 

                         E voi cosa ne pensate di questo capitolo?

                        Appuntamento alla prossima settimana.

                            ^______^

  
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