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Autore: holls    10/06/2008    4 recensioni
“Grazie!”. Dietro di me odo una voce femminile, pare quasi di una bambina.
Mi volto per risponderle “Non c’è di---“
Non c’è nessuno.
Silenzio.
La stazione è vuota!
“Chi ha parlato?!”
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Basta! Vattene via! Non voglio più saperne di te!”. La mia (ex) dolce metà sbraita queste parole tirandomi addosso tutto ciò che le sta intorno. Per fortuna ho scampato quella lampada!

“Hanno fatto bene a licenziarti! Sei solo un uomo fallito!”

Ecco che qui si tocca un tasto dolente.

Prendo velocemente la mia roba accatastata tra un lancio e l’altro, e letteralmente fuggo da quella bestia impazzita. Le sue urla si sentono ancora dall’atrio del condominio. Alcuni vicini si affacciano spaventati da quella situazione. Uno di essi mi chiede cosa è successo. ‘Signora mia’ mi piacerebbe risponderle ‘l’affitto sarebbe scaduto tra poco ed io sono stato appena licenziato. Cosa dovevo fare?’. Per fortuna mi trattengo dal proferire alcuna parola, e mi avvio a passo veloce verso la fermata della metro, ormai alle ultime corse.

Il licenziamento di oggi non l’ho proprio digerito; mi hanno accusato di negligenza! Io! Quando i miei colleghi sono molto più oziosi di me. E forse furbi, oserei aggiungere: oziano il doppio ma hanno l’intelligenza di non farsi beccare. Ma d’altronde ero io il novellino, quindi colui che si è fatto beccare.

E come si è ben capito, Daiana non l’ha presa troppo bene. Ma alla fine meglio se è finita così: non andavamo troppo d’accordo. Io che non vedevo troppo di buon occhio la sua passione per le moto, e lei che mi disconosceva ogni qual volta parlassi di eventi straordinari, impossibili, o più comunemente definiti ‘paranormali’. Insomma, due grandi passioni troppo importanti per noi che non sopportavamo. Era destino che finisse, prima o poi.

Nel buio della sera riesco comunque a scorgere il piccolo cartello della linea 2 della metro, e scendo le scale per raggiungerla. I miei passi rimbombano in quel piccolo cunicolo sotterraneo. Alzo gli occhi per osservare lo schermo degli orari: la prossima è tra 10 minuti. Wow, fantastico. Aspettare la metro a quest’ora di sera non è propriamente il massimo… con tutti i malviventi che girano per strada, non sai mai cosa ti puoi aspettare.

Nella speranza di ingannare il tempo, giochicchio con la cravatta che ho ancora indosso: vestito di tutto punto perché richiamato nell’ufficio del direttore… per farmi licenziare. Distrattamente comincio a contare i rombi bordeaux su quel terribile sfondo verde militare, che non so chi me l’ha fatto fare di comprare una cravatta tanto orribile.

Osservo di nuovo il tabellone orario: 8 minuti. Che noia! Avessi dietro un lettore mp3, adesso potrei ascoltare le mie canzoni preferite, guardare video o godermi una qualche partita di calcio, che tanto ce n’è sempre una!

Ma il tempo inesorabilmente non passa. Stacco gli occhi da quei rombi che mi hanno fatto venire il mal di testa, e mi alzo camminando su e giù per quel piccolo corridoio. Ad un tratto qualcosa attira la mia vista: un piccolo foulard rosso. Un po’ titubante mi avvicino verso quell’oggetto, semi-nascosto nel buio. Sembra incastrato in qualcosa che purtroppo non riesco a vedere a causa della poca luce. Mi acquatto e con fare molto poco deciso afferro il piccolo pezzo di stoffa.

Accidenti, sembra non venire via. O forse sono solo io che ci metto poca forza.

Tento di tirare un po’ più forte, finché il foulard non viene via; ma il contraccolpo mi fa cadere all’indietro, cosicché mi ritrovo bello sdraiato sul pulitissimo pavimento della metro. Addio giacca nuova di pacca!

Mi rialzo con una schiena un po’ dolorante e, dopo essermi scrollato di dosso ben benino tutta quell’immondizia, osservo più da vicino il foulard. È di un bel colore rosso vermiglio, con alcuni ricami a mano; i bordi appaiono un po’ rovinati, forse a causa del tempo. Scrutandolo bene e girandolo, noto che c’è riportato un nome: Lily.

“Grazie!”. Dietro di me odo una voce femminile, pare quasi di una bambina.

Mi volto per risponderle “Non c’è di---“


Non c’è nessuno.


Silenzio.


La stazione è vuota!


“Chi ha parlato?!”


Silenzio.


Tutto è immobile.



Per favore, fatemi sapere cosa ne pensate, così decido se pubblicare anche il resto o no. So che come inizio è piuttosto corto, mi dispiace! Ja~
   
 
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