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Autore: Mave    30/01/2014    1 recensioni
Era la terza figlia di Nicola II, ultimo zar di Russia. Bellissima e dolce, quasi angelica, da figlia indesiderata si ritroverà ad essere una donna coraggiosa nei tumulti della Rivoluzione.
Genere: Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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Dopo i disordini di San Pietroburgo nessuno aveva notizie dello zar e nessuno sapeva cosa sarebbe successo adesso.

Finalmente il granduca Paolo giunse a Palazzo e chiese di parlare in privato con Alessandra, ritirandosi con lei nella sala rossa.

Maria rimase in attesa nella sala accanto trovando conforto nella compagnia di Lili. Lili Dehn era una delle amiche intime della zarina che aveva deciso di restare e di condividere la sorte dei suoi amici. Maria e Anastasia erano state subito affettuose ed accoglienti con lei: le avevano preparato un letto unendo due divani nella sala rossa e avevano abbellito la stanza con icone sacre e una foto del figlioletto di Lili che le due ragazze avevano scelto tra una varietà di scatti e Anastasia le aveva prestato una delle sue camicie da notte.

Marie se ne stava seduta sul divano con lo sguardo inqueto cercando di captare le parole che la mamma e il granduca si scambiavano. Poteva sentire le risposte agitate della zarina.

"Perché parlano a voce così alta? Forse è meglio che vada a vedere cosa sta succedendo lì dentro, Lili!"

Alla fine non riuscendo più a star ferma la granduchessa scattò in piedi.

"No, no. Faremo meglio a restare calme qui!"

L'amica cercò di rassicurarla. Maria esitò qualche secondo poi, vacillando, si arrese.

"Tu puoi restare ad aspettare qui ma io andrò in camera mia. Non sopporto di pensare a quanto mamma sia preoccupata in questo momento!"

Aveva appena lasciato la stanza quando comparve Alessandra: il viso dell'imperatrice era una maschera di agonia e gli occhi erano colmi di lacrime non versate. Barcollò piuttosto che camminare e Lili si precipitò a sostenerla fino a farla poggiare, pesantemente, alla scrivania.

"Abdicato!"

Disse telegrafica Alessandra con voce rotta. Lili non fece in tempo a realizzare quanto quella semplice parola avrebbe rivoluzionato un mondo intero che la sua attenzione fu attirata dal suono di un pianto amaro.

La granduchessa Maria era accovacciata in un angolo della stanza e aveva il viso pallido al pari di quello della madre.

Sapeva tutto.


Più tardi entrò un servitore e, a voce bassa, annunciò che la cena era servita. La zarina si ricompose e quando Lili fece per seguirla la pregò di accertarsi che Maria stesse bene.

Lili tornò indietro dove la ragazza era rimasta seduta sul pavimento a piangere. Era così giovane e così impotente che la donna l'abbracciò e la consolò come se si fosse trattato di sua figlia.

"Su, su tesoro, non piangere. Non piangere..."

Le sussurrò dolcemente baciandole il viso rigato di lacrime e permettendole di tenere la testa contro la sua spalla.

"Pensa alla mamma. La renderà così infelice saperti triste!"

Alla menzione della madre, Mashka ricordò la devozione incrollabile che i figli devono avere verso i genitori e si impose di essere coraggiosa. Asciugò le lacrime e si rimise in piedi.

"Hai ragione Lili. Devo pensare alla mamma. Devo pensare a lei!"

E raggiunse il boudoir di Alessandra per essere, ancora una volta, il suo sostegno. Ma la giornata riservava ancora spiacevoli e amare sorprese alla due donne.

Alle undici di sera, quando si stavano preparando per andare a letto, Goutchkoff, il ministro di guerra, giunse a Palazzo insistendo nel dover incontrare l'imperatrice.

"Ma a quest'ora è impossibile!"

Disse Alessandra.

"Vostra Maestà, insiste!"

Balbetto Volkoff, che si trovava in uno stato di agitazione da quando il ministro era arrivato.

L'imperatrice guardò Lili e Maria con uno sguardo di terrore e, al contempo, di rassegnazione.

"Lui è venuto ad arrestarmi!"

Esclamò riconquistando la sua regale compostezza, raccogliendo i capelli sotto il copricapo della croce rossa che aveva tolto e aspettò, in silenzio, il ritorno del granduca Paolo che era stato mandato a chiamare.

Né Maria, né Lili osavano parlare.

L'attesa sembrava interminabile finché non si udirono voci furibonde nei corridoi e lo sbattere di una porta: Goutchkoff si trovava ora nella stanza accanto.

Maria si aggrappò al braccio della madre, intenzionata a proteggerla in ogni caso.

"Fatemi venire con voi, madre!"

La implorò ma Alessandra baciò teneramente la figlia e scosse il capo.

"Aspettami qui, Mashka!"

La ragazza, scossa dalla paura, sedette sul divano in mezzo al granduca Paolo e a Lili.

Non aveva paura per lei, no di certo. Il suo terrore era solo per quello che sarebbe potuto capitare alla sua amata mamma.

Finalmente, nella notte più lunga delle loro vite, la porta del boudoir si aprì e, con grande sollievo di Maria, apparve la zarina.

La ragazza corse incontro alla madre un po' piangendo, un po' ridendo, finché le due donne crollarono a terra travolte dal loro abbraccio.

"Non mi arresteranno, non questa volta. Ma il colloquio...oh che umiliazione!"

Rassicurò tutti Alessandra, stringendosi forte alla sua Maria.

   
 
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