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Autore: elev    31/01/2014    7 recensioni
"In un mondo pieno di dolcificante artificiale, aspartame, saccarosio e derivati vari.
C'è chi ha perso la dolcezza dello zucchero e la naturale duttilità del miele."
Per quel giorno avevano previsto neve.
Erano le 7.30 di mattina e Juliet svoltava l’angolo del 142 di Portobello Road.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La Vichyssoise



Tra i clienti fissi dell’old lighthouse c’erano anche quelli del club della buona forchetta. Uno di quei club esclusivi formati da severi recensori gastronomici con la puzza sotto il naso.
Ogni volta che si riunivano, esigevano lo stesso tavolo e sfogliavano la carta dei vini con falso interesse per poi scegliere l’etichetta più cara. E la cosa peggiore che ogni volta traducevano sapientemente l’ordinazione in francese così che una seppur raffinata vellutata di verdure diventava una "vichyssoise"

Sul viso di Angie, la cameriera, si formavano sempre delle smorfie straordinarie. Lei riusciva a nasconderle bene ma una volta tornata in cucina si lasciava andare in fragorose risate.
oh voilà la Vichyssoise!” esclamava Liz da dietro la mensola delle pentole imitando dei gesti aristocratici e agitando il mestolo che aveva in mano rideva insieme alla giovane cameriera.
Juliet le fulminava con lo sguardo e senza mollare nemmeno per un attimo il grosso coltello che aveva in mano eseguiva una “mirepoix”* perfetta per il soffritto scuoteva la testa.

“Elizabeth! –tuonava- il piatto del numero 6, prima di notte, s'il te plaît” le diceva con tono autoritario.
Liz abbassava lo sguardo e riprendeva a comporre i menu che le erano stati assegnati con un tono di rassegnazione ballonzolando da una parte all’altra sulle note di una musica immaginaria. Liz ballava sempre. E questa era un’altra cosa che Juliet non poteva soffrire.
“in cucina si cucina” diceva.

“ E tu – riferendosi ad Angie- ci sono dei piatti che si raffreddano. Le filet aux champignons va servito prima del gelato. Non te l’hanno spiegato? I clienti aspettano, vite-vite !”

Quando era scocciata, Juliet chiamava le persone “tu” e si dimenticava del loro nome.
Angie usciva dalla cucina con i piatti da servire e borbottava di nascosto “Le filet aux champignons va servito prima del gelato” imitando la voce autoritaria della Chef.
Tony dal canto suo non dava troppo peso ai piccoli screzi tra Juliet e Liz. Erano entrambe ottime professioniste, lui lo sapeva. Essendo però di animo buono cercava di capirle tenendo loro la parte quando se lo meritavano e rimproverandole quando era necessario.


Da un po’ di tempo a questa parte i membri del club che presenziavano alle “serate gastronomiche” si riducevano sempre più. Malgrado il loro fare snob, per alcuni di loro, la stessa cucina classica di Juliet era diventata monotona. Presi dalla “moda dell’etnico” preferivano la concorrenza.
I pochi che rimanevano fedeli all’old lighthouse finivano sempre la cena col chiamare Angie al tavolo e chiederle con un gesto snob delle dita di parlare “avec le Chef” perché farle i complimenti di persona faceva chic. Juliet usciva dalla cucina con la divisa immacolata e i capelli ancora perfettamente raccolti malgrado tutto il lavoro che aveva svolto, quindi si intratteneva con i clienti sorridendo alle loro battute scontate.

Quella sera però fu Tony ad aprire la porta della cucina.  Aveva in mano un piatto con un’ entrecôte. Juliet lo squadrò dalla testa ai piedi, notando immediatamente quel dettaglio.
La smorfia che si disegnò sulle sue labbra quando le disse “La signora al tavolo 3 dice che se voleva una suola di scarpe al posto di una bistecca l’avrebbe chiesta al ciabattino!” fu proverbiale.
Nessuno mai aveva osato dirle che la sua cucina non era perfetta.

 “L’entrecôte è “comme il faut” replicò tutto d’un fiato Juliet dietro le spalle di Tony che usciva dalla cucina.
Aveva il viso arrossato dal calore e dalla rabbia. S
battè il mestolo che stava utilizzando e afferrò il piatto che Tony le aveva riportato riponendolo senza modifiche tra i piatti “da servire”.
Angie non ci pensò due volte a riservire, cinque minuti dopo, lo stesso piatto al tavolo 3.
 
Liz smise di tritare l’aglio per un momento incrociando gli occhi di Tony che rientrava in cucina dieci minuti dopo.
“Juliet, che hai combinato? Al tavolo 3 l’entrecôte è troppo cotta!” ribadì Tony preoccupato.
Un lungo sospiro interruppe lo sfrigolio della frittura per il tavolo 4, il timer del forno con il dolce per i gastronomi e lo sbattere della frusta per la maionese.
Il recipiente con la maionese montata a metà vacillo sul piano di lavoro e la frusta che Juliet stava sapientemente maneggiando rotolò per qualche centimetro sporcando il tegame posato poco più in là.

Senza dire una parola, afferrò il grosso coltello della carne, infilzò un altrettanto grossa bistecca cruda da tre etti pronta per il menu di qualche altro cliente e uscì dalla cucina sbattendo la porta.
Il tutto sotto gli occhi ora stupiti ora preoccupati di Tony e Liz che si precipitarono immediatamente in sala.

La scena a cui assistevano poco dopo aveva dell’incredibile. Juliet sbatteva la carne cruda infilzata col coltello sulla tovaglia bianca del tavolo 3 urlando a pochi centimetri da un’incredula signora Brown  “Così è abbastanza cruda? Se lo fosse di più sarebbe ancora a pascolare!  La mia carne è fatta come si deve; probabilmente lei non si è mai accorta di fare la spesa dal calzolaio anziché dal macellaio, per questo non ha ben presente come è fatta un’ entrecôte !!”

Il silenzio era calato in sala, i pochi clienti erano immobili.
Tony con gli occhi fissi nel vuoto cercava di convincersi che quello a cui aveva appena assistito non poteva essere successo veramente. Il suo cuore perse un battito quando il rumore dei passi di Juliet che si dirigeva all’ingresso di servizio del locale e usciva sbattendo con forza la grossa anta di ferro battuto interruppero per un attimo il flusso dei suoi pensieri.
 



*Il taglio mirepoix è un tipo di taglio delle verdure che si ottiene tagliando a cubetti di 3 millimetri di lato, sedano, carote e cipolle.
 



“Angolo cottura”:
Carissime seguaci,
ecco qua il secondo capitolo di “adesso io vorrei un pezzo di torta”. Finora non ci sono state recensioni sul primo capitolo. Le aspetto con ansia, che siano brutte o belle (anche se spero che apprezziate). Tanto per sapere come andare avanti. In questo capitolo già abbiamo qualche termine di cucina (… mi sto documentando), qualche parola francese (très chic) e un bel “botto” da parte della nostra protagonista. Prometto che presto darò spazio anche agli altri personaggi.
Un abbraccio a tutte
-elev

 
  
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