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Autore: y0ublewmymind    01/02/2014    0 recensioni
Hai ogni mio singolo respiro tra quelle braccia. E ci dev'essere uno strano meccanismo a legarci, noi due, che anche quando sto seduta nella mia stanza, e tu sei da qualche parte per il mondo, posso sentire comunque che ci sei.
Amare non vuol dire: sei mio. Amare vuol dire ti amo anche se non ci dovessimo vedere mai, ti amo perché tu sei così.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Your One and Only.













Era concentrato e completamente immerso nella scrittura, lo si poteva notare dalla piccola rughetta che gli si formava sulla fronte e dalla linguetta che spuntava fuori dalla parte destra del labbro. 
Mi aveva colpito fin da subito, quel ragazzo.
Il tutto, l'insieme, il complesso. 
Stavo bevendo negroni al bancone nel mio vestito verde smeraldo ed ero rimasta particolarmente folgorata da quel ragazzino seduto all'angolo più improbabile del pub, tutto appartato, che sembrava non accorgersi dello scorrere del tempo e del continuo via vai dentro al locale. 
Ogni tanto poggiava la biro, una Mont Blanc, per prendere in mano il bicchiere di whisky, come per concedersi uno stacco... Uno strappo alla regola. 
Mentre deglutiva sfogliava la sua stessa Moleskine e l'espressione che gli si leggeva in volto era piuttosto soddisfatta.
Al centro del tavolo capitava che l'iPhone squillasse e che lui, senza ripensamenti, buttasse giù la chiamata senza neppure avere il tempo materiale di realizzare chi fosse. 
Era indubbiamente un ragazzo dalla vita movimentata, doveva essere così, altrimenti non riuscirei a spiegarmi tutto questo accanimento verso quell'agenda, tutta questa foga nello scrivere, nel volersi liberare, voler isolarsi dal mondo.
Probabilmente lo stavo fissando decisamente da troppo a lungo, ormai più che sulla sua sagoma avevo lo sguardo perso nel vuoto. 
Scossi la testa per riprendermi, il negroni mi stava già dando alla testa.

Inavvertitamente mi sentivo i suoi occhi addosso.
Spostando lo sguardo realizzai che quel ragazzo, quello che fino a 2 minuti fa sembrava non sapere dell'esistenza delle altre persone, mi stava scrutando, scrutava me. 
Persistente.
Mi resi conto che anche i suoi occhi erano verdi ma la cosa che colpiva profondamente era la loro magneticità. 
Per la prima volta nella mia vita mi sentivo osservata da dentro. Mi stava sfibrando, logorando, privandomi di ogni mia corazza.
Aveva la capacità di farmi sentire nuda nonostante fossi vestita. 
Uno sguardo così penetrante in un uomo è la cosa più sbalorditiva del mondo.
Ero inerme, come ipnotizzata. 

Stavo sostenendo il suo sguardo ma mi sentivo impotente e fu per questo motivo che interruppi il contatto. Non avevo le forze. Non ero in grado di guardare quel ragazzo con la sua stessa persistenza. Un po' per la tachicardia un po' per l'imbarazzo. 
Ordinai un altro drink presa dall'agitazione dello starmene in piedi sentendomi gli occhi di quel ragazzo puntati addosso.
La mia consueta curiosità mi spise a guardarlo con la punta dell'occhio e tirando un sospiro di sollievo constatai che aveva ripreso a scrivere.
Per non so quale sconosciuto ed ambiguo motivo mi era balenata in testa l'idea che lui stesse scrivendo di me. La solita presuntuosa.
In fondo, era un comune ragazzo ma la cosa che mi aveva scombussolato più del dovuto era un'altra. Una constatazione. Una presa di consapevolezza di me stessa.
Ho a che fare con miriade di persone ogni giorno e raramente qualcuno mi colpisce sul serio. Ho un carattere molto particolare, se non si fosse capito. Sono una che sta molto sulle sue, scontrosa, forse qualcuno mi definirebbe addirittura snob, fatto sta che difficilmente riesco ad aprirmi con una persona almeno che con quest'ultima non si sia già consolidato un rapporto. Questo non vuol dire che io sia timida, tutto il contrario. Semplicemente credo ci sia una netta e abissale differenza tra dare confidenza a qualcuno rimandendo nei limiti della riservatezza ed avere fiducia. Per l'appunto sono molto diffidente e ripeto, sono più le persone che mi sono indifferenti rispetto a quelle che, anche solo a primo impatto, mi danno un'ottima impressione.
E per non so quale oscura ragione, quel ragazzo, mi aveva colpito. 
Fidatevi, sono la prima a colpirmi del fatto che una persona possa arrivare a colpirmi, ma inconsapevolmente e involontariamente era scattato qualcosa dentro di me al contatto coi suoi occhi magnetici. 
Succede, il destino ci mette di fronte a persone con le quali scatta quell'intesa e sta a noi decidere se sottrarci o meno. Io avevo deciso di non sottrami.
Io non volevo sfuggire, evitare, scansare, schivare, allontanare quella percezione così profonda che avevo avuto di lui.
Non volevo cessare quel tremito che sentivo dentro. Mi sentivo viva. 
Per una volta, nella mia vita, qualcuno mi aveva parlato con gli occhi. Sussurrato che ero io la persona che cercava. Mormorato che non mi avrebbe lasciato. Bisbigliato che non si voleva avvicinare con l'intenzione di cospargere di sale le mie ferite ma con il più innocente fine di allungarmi disinfettante e ceretto; con il proposito di afferrare insieme il semplice piacere del vivere felici; con il solo scopo di amarmi incondizionatamente; con il programma di passare uniti ogni momento, triste o felice che sia; con il progetto di condividere una vita all'insegna del benessere, sia fisico che morale che psicologico; con il desiderio di poterci continuare ad urlare tutto questo tramite un solo sguardo per il resto della vita e oltre, se possibile. Ancora e ancora. Continuamente e in continuazione. Daccapo e dapprincipio. Di nuovo e un’altra volta di nuovo. Instancabilmente e incessantemente.
Che certe persone, è meglio tenersele strette. 
E così ho voluto fare con lui. 
Incatenarlo dentro i meandri più segreti e inafferrabili della mia anima, lì l'ho nascosto, perchè è solamente lì che imparerà a vivere con me, con la parte più incomprensibile, impenetrabile, misteriosa e astrusa di me. Si è fatto contenere, racchiudere, insabbiare dentro me. Solo lì riesce ad essere al sicuro. Allacciato ed abbottonato insieme a quella parte di me di cui tengo tutti all'oscuro. Incatenato alla mia anima.


Avevo il sentore di avere dietro qualcuno che mi stesse guardando.
Quasi fosse un gemito, un lamento, una chiamata, un segnale.
A rilento e gradualmente, mi voltai.
Lo avevo di fronte.
E si stava rivolgendo a me.



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È scrivendo queste parole che voglio approfittarne per farti gli auguri.
Ho buttato giù questa storia, scrivendo e 'concretizzando' (almeno concettualmente) uno dei tanti incontri che mi accompagnano e mi avvicinano ad un remoto incontro che molto probabilmente non accadrà mai se non nella mia mente dove è già ben scolpito.
Ti nascondi tra i miei segreti più oscuri, le mie fantasie più improbabili, le mie parole mai pronunciate.
Mi ritrovo a proiettare situazioni, luoghi, cose che non succederanno mai con te ma persevero nell'illusione. Ed è in questa illusione che io, giorno dopo giorno, cresco. Insieme cresciamo, ci evolviamo, ci trasformiamo gradualmente. 
Miglioro e cambio, sempre con te, ogni giorno. 
Oggi fai 20 anni e il tuo crescere è un po' come se fosse il sinonimo della mia stessa crescita, perchè è come se, paradossalmente, stessimo crescendo insieme.
Ho la presunzione di definirmi la tua persona. Come ho la presunzione di avere la consapevolezza che diresti lo stesso di me, se solo incrociassi i miei occhi.
Sono convinta, senza nulla che mi autorizzi a pensarlo, che mi riconosceresti al primo sguardo, se soltanto mi vedessi, Harry.
  
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