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Autore: yoursincerely_ila    01/02/2014    1 recensioni
La risata di una bellissima bambina riechegiò nel salotto. Un bellissima bambina con in mano un nuovo giocattolo, che poi diventerà uno dei tanti.-Gazie, papà!-. I suoi occhi sprizzavano gioia.-Questo e altro per la mia piccola-. E si sedette in braccio all'amato padre ** -Papà, ma questo pupazzo ce l'ho già!-.Disse la bellissima bambina, ora un pò crescuita. -..eh?.. ah mi sono dimenticata piccola-. neanche alzò la testa dato che era preso dallo scrivere.-Non sono piccola, sono già grande!-. Così La bellissima bambina andò nella sua stanza un pò arrabbiata. Ora la bellissima bambina è quasi matura ed è stata cresciuta sulle bugie del padre,ormai preso dal lavoro.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Josh Devine, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6.
-Allora, ve lo chiedo un’ultima volta. Dov’è? Sono io,Grace!E che cazzo!-. Sbattei la mano sul citofono per scaricare la rabbia e lo stress accumulato, anche se ciò che ottenni fu sentire le vene del palmo pulsare.
-Signorina, ci scusi. In questi giorni abbiamo riscontrato dei problemi con i clienti che hanno cercato di dar fuoco alla nuova ferrarri stravolgendo la procedura-. Il controllore finalmente si rese conto di chi fossi grazie alla mia dolcezza sconfinata.
-Va bene,ma dov’è Josh?-. La mia pazienza ha sempre avuto un limite, e ora siamo sulla soglia,caro.
-Entri signorina-. Dopo avermi aperto il cancello, superai il prato verde e le due fontane in vetro. Salii i gradini e attraversai le due colonne che rendevano l’entrata molto elegante. Il salone era sempre lo stesso, mobili in mogano, divani di pelle, e un grosso lampadario di vetro attorniato da ghirigori. Il controllore fece segno di seguirlo e nel frattempo incontrai Jack, collega di Josh.
-Ehi Grace!-. mi abbraccio ed io ricambiai ma non con il solito entusiasmo.
-Qualcosa non va?-. sapeva che quando venivo qui, era sempre o perché non avevo niente da fare e dovevo rompere le scatole a Joshino, o perché gli dovevo parlare. Ha sempre saputo del nostro rapporto, tutta Doncaster lo sa. Se ci vedono insieme ormai sanno che siamo come fratelli.
-Gli devo parlare-. Mi diede un bacio sulla guancia e andandosene mi disse:
-Ero così convinto che volessi farlo esaurire-. Risi e finalmente arrivai a destinazione. Stanza C5. Feci un sorriso al signore accanto a me, e sene andò. Senza neanche bussare, entrai.
-Grace!-. Si mise una mano al cuore facendo finta di sentirsi male. Corsi ad abbracciarlo e per poco non perse l’equilibrio. Scoppiai a piangere sapendo che fosse l’unica persona che non mi avrebbe chiesto niente fino a quando non avrei parlato. L’unica persona che mi capiva, di cui mi potessi veramente fidare. O forse ero io che mi creavo uno scudo contro gli altri, come Harry o Marcus. D’altronde loro sono stati sempre disponibili, a differenza mia. Sentì che mi accarezzava la schiena come faceva … mia madre. Il pianto aveva già raggiunto i singhiozzi irrefrenabili come un treno a 100 Km/h. Quando alzai la testa e vidi i suoi occhioni color cioccolato, ricordai che non c’era nessun problema che non poteva risolvere insieme. Come sempre. Improvvisamente cercò di trattenere una risata, ma invano. Lo guardai confusa e, prendendomi per le spalle, mi fece girare di fronte al finestrino della meravigliosa Aston Martin modello vanquish volante,colore celeste lucido. Dire che ero appena uscita da una miniera, era poco. Lo guardai sorridendo e notai che aveva la canottiera grigia, sporca di olio. Risi anch’io.
-Non capisco se stai ancora piangendo, o stai ridendo-. Appoggiò una mano al bancone per le risa. Gli lanciai la prima cosa che vidi. Poi me la restitui e mi pulì la faccia.
-Davvero spiritoso-. Mi resi conto che forse era quello il momenti giusto.
-Sai, oggi ho incontrato un ragazzo, era con Marcus. Oddio, non proprio con lui, era un bel gruppo-. Mi venne in mente il ragazzo con lo sguardo di ghiaccio:in fin dei conti era con loro. Forse Marcus poteva presentarmelo.. o forse aveva già la ragazza?Spero proprio di .. Ma che sto dicendo? A me non me ne deve importare. Stop. Gli raccontai tutto.  Mi prese il polso per avvicinarmi a lui ma lo ritrassi subito. Mi aveva fatto male Harry, in quel punto. Lo riprese con delicatezza e alzò la manica. Mi fulminò con lo sguardo quando vide l’ematoma violaceo sulla mia pelle chiara.
-Chi è stato?-. Disse con una freddezza mai sentita fin ora uscire dalla sua bocca.
-Ho sbattuto con la macchina del gelato-. Non volevo che si arrabbiasse, perché lo sarebbe stato a momenti. Poi sa che sono un disastro in tutto.
-Non è finita qui. Mi ha detto che è.. pericoloso-. Sputai con acidità. Non volevo dire il suo nome. Di colpo si spostò poggiando i gomiti sul cofano della sua amata macchina, con le mani ai capelli. Rimasi un po’ sconvolta dal suo comportamento. Anzi, da quello di tutti.
-Grace dimmi che non è quello che penso-. Non ricevendo una risposta perché la mia bocca era come paralizzata.
-Si chiama Ed, non è vero?-. La speranza nei suoi occhi che si sbagliasse era indiscutibilmente presente. Improvvisamente sentì la mano bagnata. D’istinto guardai il soffitto ma la vista era annebbiata, così mi accorsi chi era che perdeva. Chiusi le palpebre pensando al ragazzo con lo sguardo di ghiaccio. Provai a calmarmi, e , inspiegabilmente, ci riuscii. Sentì una sedia spostarsi, diversi rumori di attrezzi e una porta sbattere. Ero rimasta sola e , nonostante ciò, non aprì gli occhi. Pensai ai momenti passati con Josh, a tutti i problemi risolti insieme. A quando ne combinava lui, a quando ne combinavo io.La prima volta che si comportò così, fu il giorno in cui raccontai della mia vecchia vita. Era un fetta della mia vita e lo sarà sempre.
La porta si aprì sbattendo, facendomi ritornare alla realtà. Si era cambiato e aveva un borsone in spalla. Rimase sulla soglia.
-Vieni con me-. Senza domande lo seguì e salimmo in macchina. Durante il tragitto nessuno parlò. Pensai al fatto che IO dovevo essere scioccata, e lui quello che doveva consolarmi, ma la situazione si era ribaltata. Ci fermammo sotto casa sua.
-Resta in macchina e non ti muovere-. Mi imbronciai,neanche mi guardò negli occhi. Rientrò neanche 2 minuti dopo e ripartì.
-Dove stiamo andando?-.Non rispose. Capito? Non rispose. Vuoi la guerra? E guerra sia.
-Ferma sta cazzo di macchina Joshua, e fammi scendere! Non ho intenzione di rimanere un minuto di più-. Quando lo chiamavo per nome, significava che ero veramente nera. Senza far caso alle mie parole, accostò dopo quansi un minuto.
Scesi,e lui insieme a me e al suo borsone. Quando notai la casa che avevo di fronte, restai ferma un secondo, ma dopo mi diressi a casa mia. L’aprì e Josh mi seguì a ruota. Salì sopra e incominciò a disfare la piccola valigia. Avevo intenzione di dirgli”ma no, fai pure come se fossi a casa tua”, ma non lo feci per due motivi:1,non era momento adatto e 2, era pure casa sua in un certo senso.
-Che stai facendo?-. mi girai per chiudere la porta.
-Dormo qui stanotte-. Si, dormi fuori al buio, caro mio.
-Non ti ho invitato-. Incrociai le braccia e mi posizionai di fronte a lui. Potevo essere pure bassa, ma avere fegato è la mia specialità.
-Infatti non te l’ho chiesto-. Proseguì fermandosi pure lui.-Non voglio lasciarti sola sta notte-. Si sedette sul letto e incominciò a calmarsi. Sciolsi le braccia e mi sedetti al suo fianco strofina dogli una mano sulla schiena: sapevo che faceva rilassare.
-Conosco Ed, conosco bene quel bastardo-. Quell’affermazione mi fece rimanere di stucco. Non mi sembrava tipo da frequentare uno come Ed. Molte domande nacquero su questo argomento e Josh incominciò a parlare, rispondendo alle mie domande.
-L’ho incontrato prima che tu arrivassi qui a Doncaster. In quel periodo ero fidanzato con una bellissima ragazza. Si chiamava Susan-. Si bloccò guardando per terra, lo sguardo fisso nel vuoto:si era perso in quel ricordo.
-Il primo giorno che Susan lo conobbe se lo ritrovò la sera stessa sull’uscio di casa sua, ma lei,da ragazza per bene, lo caccio. La stressò per un mese a mia insaputa. Era troppo buona e non voleva farmi preoccupare. Una sera andammo in discoteca. Lei era bellissima. Lo vide e me lo presentò. Mentre ero andato a prendere 2 birre, se la portò in macchina. Susan non capiva niente,l’aveva fatta ubriacare. Quando tornai la sentì dire ‘sono fidanzata’ e a quelle parole sorrisi. Mi resi conto troppo tardi del vero significato:era in pericolo, ed io non c’ero. La sgommata di una Volkswagen mi attirò fuori. Vidi tutto-. Si fermò un attimo e nel suo sguardo c’era solo dolore, per aver rivissuto questa storia ad alta voce, e rabbia,per quello stronzo.
-Un camion andò a sbattere contro di essi. Susan morì sul colpo perché lui si nascose dietro il suo esile corpo per pararsi il culo. Corsi e strappai lo sportello. Vidi ciò e lo presi dal colletto buttandolo fuori e lo presi a calci. Arrivarono altri ragazzi e lo portarono via. Quando vidi il suo flebile corpo pieno di sangue scappai a casa. Il giorno del funerale feci un discorso e,dopo aver poggiato una rosa rossa sulla bara, me ne andai. Non uscì per un mese-. Lo guardai ed era a pezzi, aveva gli occhi arrossati. Lo abbracciai fortissimo per fargli capire che ci tenevo a lui, non volevo che me lo portassero via.
Pov Josh
Ricambiai l’abbraccio. Avevo paura che mi portassero via anche lei. Non volevo perderla,avrei fatto di tutto.-Ti proteggerò, a costo di finire in carcere-. A quelle parole sussultò. Le accarezzai i capelli e abbracciati come due bambini, ci coricammo. Si addormentò subito. Pensai e ripensai all’accaduto e il pensiero di perderla mi perseguitava senza sosta.
-Ti proteggerò,Grace-. Ed il sonno mi portò con se nel mondo degli incubi.


Eccolo, spero vi piaccia:)
.grace

  
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