Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: _demonblood_    01/02/2014    3 recensioni
La storia si svolge ad Hogwarts 19 anni dopo la sconfitta del Signore Oscuro da parte dell'ora noto Auror Harry Potter. Il protagonista principale è suo figlio, il giovane Albus Severus, che comincia a vivere nuove avventure alla scuola di magia e fa nuove amicizie, finché, in un'esplorazione nella Foresta Proibita (che ha mantenuto il nome, ma in realtà ora è accessibile a tutti gli studenti, dopo un patto con i centauri che promisero la protezione degli studenti da creature malvage alla professoressa McGranitt) lui e i suoi migliori amici Rose Weasley e Scorpius Malfoy trovano una cosa che sarebbe dovuta scomparire per molto tempo, e che li avrebbe resi molto potenti...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era ormai passato un altro mese dalla partita di Quidditch, ed Al, Scorpius e Rose si trovavano sempre più spesso; la loro amicizia era solida come il granito. Passavano ore a fare i compiti, a ridere, scherzare ed esercitarsi con le magie. Un giorno decisero di fare un giretto nella Foresta Proibita, ma per quelli del primo anno era necessario farsi scortare da un centauro, poiché non conoscevano il territorio. Questo un po’ scocciava Al, che avrebbe voluto essere indipendente, ma non sembrava turbare i suoi due amici.
Il centauro che Hagrid assegnò loro si chiamava Marzio e aveva un bel pelo lucente e nero. I ragazzi gli dissero che volevano solo fare un camminata, e lui, come una guida turistica, si portò davanti al gruppo con l’aria di chi non avrebbe smesso di spiegare loro le particolarità dei vari luoghi fino a fine percorso. Invece non parlò molto, ma si limitò a far seguire loro un percorso sterrato dove ogni tanto scorgevano degli unicorni (Scorpius, in particolare, sembrava adorarli), ippogrifi e altri animali fantastici. Rose ogni tanto citava il libro “animali fantastici, dove trovarli” e spiegava loro cos’erano e come si nutrivano questo e quello, talvolta.
  «Questa» spiegò ad un certo punto il centauro «è la radura dove morì Harry Potter, colui che in seguito ci salvò dalla minaccia del Mago più oscuro di tutti i tempi e di cui tutti ora osiamo pronunciare il nome: Lord Voldemort.» al nome, due corvi abbandonarono l’albero su cui erano finora stati appollaiati e si lanciarono verso il cielo grigio. Dal canto suo, Albus sussultò involontariamente alle parole “morì Harry Potter”, perché si trattava comunque di suo padre. Dopo un momento in cui i tre amici si erano fermati a riflettere e ad immaginare la situazione di quasi vent’anni prima, ci fu la decisione comune di tornare indietro: avevano camminato un bel po’.
Al ritorno Marzio li accompagnò lungo un’altra strada, più corta della prima. Mentre Rose e Scorpius si erano messi a discutere per l’ennesima volta, un luccichio attirò lo sguardo di Al. Lasciando che gli altri lo superassero di un paio di metri, si chinò tra il fogliame scricchiolante e scavò un po’ sotto le foglie nel punto in cui gli era sembrato di scorgere qualcosa: quando i suoi palmi arrivarono sotto le foglie, oltre al terriccio umido e ghiacciato Al toccò qualcosa di piccolo, freddo e duro. Scavò ancora un po’ per liberarlo dalla terra, dove gli zoccoli dei centauri avevano fatto aderire per bene l’oggetto al suolo. Lo sollevò: era una pietra di colore nero. Pensò che fosse molto bella; qualcosa in essa lo attirava. Se la mise in tasca, ripulì frettolosamente le mani strofinandole sui pantaloni e si affrettò a raggiungere gli amici. Loro nel frattempo avevano continuato a discutere, e Al non era sicuro che avessero notato la sua momentanea assenza.
  «C’è scritto in Storia di Hogwarts, Rose» stava dicendo uno con la voce di chi si sta spazientendo.
  «Cosa credi?! Guarda che l’ho letta, smorfiosetto. E secondo me è una bufala, la Stanza delle Necessità.» disse le ultime parole con una smorfia.
Scorpius si strinse nelle spalle. «Scommettiamo? Vediamo se sei coraggiosa come i tuoi rinomati genitori. Andiamo a vedere!»
Rose s’infuriò. «Sei forse geloso, Scorpius Malfoy? Perché tuo padre, a differenza, non è certo stato uno dei personaggi più coraggiosi che si ricordino, nella battaglia di Hogwarts…»
Al pensò che sarebbe finita male e i due si sarebbero ricoperti di insulti fino allo sfinimento. Doveva intervenire. «Scorpius, la tua è davvero una buona idea! Dai, Rose, non ti piacerebbe esplorare un po’ Hogwarts? Sul serio, mi avete incuriosito.»
  «È necessario salire al settimo piano» spiegò Scorpius «dove c’è l’arazzo di Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll. Lì, davanti al muro, si deve camminare per tre volte avanti e indietro pensando intensamente a ciò che ti serve.» Rose mise il broncio, e non rispose, mentre Al si limitò ad annuire la sua approvazione. Continuava a rigirarsi la pietra che aveva in tasca.
  Finalmente usciti dal bosco, gli amici non persero tempo e decisero di andare subito a cercare la Stanza delle Necessità. Tra la confusione e il viavai degli studenti riuscirono a raggiungere il settimo piano. Fu Al a far aprire la Stanza. Camminò avanti e indietro per tre volte pensando a cosa avrebbe desiderato in quel momento. Dal muro emerse una grande porta in legno e ferro battuto, che si spalancò lentamente davanti ai tre amici incuriositi. Scorpius aprì la bocca.
  «Prima che tu possa parlare» disse Rose acida, portando le mani in avanti «sappi che ti do ragione, ma tu vedi di non rinfacciarmelo, chiaro?» Scorpius fece un sorriso esasperato, dopodichè entrarono.
  Quello che Rose vide per prima cosa fu una scopa, più precisamente la prima Firebolt della storia, uscita più di vent’anni prima. Poi c’erano un sacco di altre cose, ad esempio: una sciarpa di Grifondoro, una gabbia per gufo, un completo da uomo elegante, un logoro libro di pozioni, una coppa di Quidditch, un paio di occhiali rotondi, una foto. La prese in mano: erano inconfondibilmente i suoi genitori con suo zio Harry, che ridevano felici. Dovevano avere all’incirca la loro età, o forse erano al secondo anno; Harry aveva un braccio attorno al collo di Hermione, e Ron salutava con un orribile topo in mano. Le piaceva molto quella foto, se la mise in tasca. Desiderò vederne altre, e, appena alzò lo sguardo, vide che le pareti della Stanza erano interamente tappezzate di foto. In una c’era anche il professor Paciock. Da piccolo era davvero molto grasso! In alcune foto delle partite di Quidditch c’era persino il padre di Scorpius, con i suoi stessi capelli pallidi e il viso affilato, con un’espressione beffarda che però Scorpius non aveva. Intascate un po’ di belle foto, soprattutto dei suoi genitori, guardò Al, pronta a chiedergli a che cosa avesse pensato per farli finire lì dentro.
  «In realtà, come prova, stavo soltanto pensando ad un bagno. Poi all’ultimo momento credo di aver pensato qualcosa come “sarebbe bello avere la vita avventurosa di papà!” ed eccoci qui. Mi pare sia tutt’altro che un bagno.» rise, ma senza convinzione. Era chiaro, per Rose, che qualcos’altro gli passava per la testa. Lei era molto brava a capire le persone. «Dov’è Scorpius?» le domandò Al. Lei percorse l’enorme stanza con lo sguardo, fino a scorgere la figura biancastra di Scorpius. Era immobile, di spalle. Cosa stava guardando? Anche Al lo aveva visto, e gli corse incontro, imitato da Rose. Scorpius si stava guardando allo specchio, niente più. Quando vide apparire i suoi amici riflessi dietro di lui nello specchio, sussultò e smise di fissarsi. Rose pensò che fosse un narcisista, ma non lo disse, perché in quel momento fu occupata a spalancare la bocca. C’erano lei e Scorpius nello specchio, ma molto più grandi; lui le passava un braccio intorno alle spalle e sorrideva lanciando bagliori con i suoi denti bianchi sulle loro spille da prefetti. Vide che anche Al era sorpreso.
  Scorpius si girò verso di lei, con gli occhi che per un attimo sembrarono smarriti, ma anche pieni di desiderio. «Cos’è?» le chiese. Rose osservò la scritta sulla cornice dello specchio. C’era scritto “Erouc li amotlov li ottelfirnon” ed era chiaro che bisognava leggerlo al contrario. Non rifletto il volto ma il cuore. Ovvio.
  «Ma come» fece un gesto di superiorità con la mano. «Mi pare che ci fosse scritto, in Storia di Hogwarts
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: _demonblood_