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Autore: HIUGA89    02/02/2014    0 recensioni
Quando l'oscurità pervaderà un'anima pura,
sangue colerà dai suoi occhi e malvagità colorerà le sue labbra.
Questo è ciò che accadrà a chi rinuncerà al candore della propria pelle,
alla luce dei propri capelli,
all'eternità del proprio essere.
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aragorn, Haldir, Legolas, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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O yes!! Sono tornata! Dopo un sacchiiiiissimo di tempo sono di nuovo qui a regalarvi, spero, qualche grande-piccola emozione con la mia storia. 

Buona lettura e scusate l'enorme ritardo!


A metà strada tra Lòrien e Bosco Atro, nel cuore della notte, con il cielo velato di nuvole scure e minacciose.. i Galadhrim riposavano tranquilli nell'accampamento...

Il Guardiano si ritrovò steso sul proprio giaciglio, con gli occhi immobili rivolti in alto nell'osservare i ripieghi della tenda che lo ospitava. Il suo sguardo vagava indeciso tra i pensieri affollati e oscuri che adombravano la sua mente ora terribilmente stanca. Le sue braccia e il suo petto accoglievano caldamente il proprio amante.. Il dolce elfo dagli occhi grigi riposava calmo avvolto dal candido profumo di quella pelle morbida e delicata. Entrambi privi delle vesti, teneramente nudi e bagnati dei sospiri della notte appena trascorsa nella passione.
Haldir, da qualche ormai da quell'infausto evento, non riusciva più a godersi un sonno tranquillo, nemmeno nello stesso letto dell'amato, anzi, forse proprio a causa sua.. Ma come poteva non assecondare il suo cuore? La sua anima, i suoi occhi e il corpo si erano rifugiati in quello dell'altro e allora niente poteva avere importanza oltre le sue languide labbra. Ma...
"Ma una creatura della luce non può trovare veramente pace in colui che si è altresì avvicinato col cuore all'oscurità per servirne le ombre"
Questi i pensieri che scuotevano le sue notti ormai dimentiche di fausti sogni. La terribile ferita che lo stava dilaniando, una scelta, avrebbe dovuta farla.. prima o poi.. Ma l'amore segue in capo al mondo qualsiasi scelta, seppur lontana dal bene, da quel bene mistico, astratto, bianco e puro del popolo degli Eldar.
In una vita intera, mai il popolo di Lòrien aveva assistito.. alla rinnegazione della luce da parte di un suo figlio e adesso, un umile e sincero guardiano, con poche decine di anni sulle spalle, vi stava inesorabilmente assistendo.
Accarezzò la spalla contorta del braccio che stringeva con forza la sua vita e sentì freddo, un gelo che mai si potrebbe avvertire al tocco della pelle di un elfo che solo calore e tranquillità suscita nei popoli della Terra di Mezzo, eppure non ne ebbe paura e continuò, imperterrito, come a volerlo scaldare con la propria di luce..
"Rinuncio alla mia amore mio... rinuncio alla mia... ti prego accettami..."
Strinse le palpebre e una lacrima gli rigò tristemente il viso.. Haldir guardò i capelli biondi e splendenti poggiati sul suo petto.. Vi passò una mano attraverso saggiandone l'incredibile lucentezza.. Ne prese in mano una ciocca ripassandosela tra le dita come se fosse seta e la vide... una parte di quei capelli tanto splendenti... dipinta di un colore diverso: il nero.. il nero della morte, il nero degli orchi e delle creature di mordor. Fissò quei fili una volta dorati divenuti del colore dei corvi e sentì come un vendo gelido trapassargli il petto. Tremò impercettibilmente, come colto davvero da un soffio di bufera invernale.
Si strinse al compagno, lo strinse forte contro di se, come se ci fosse modo di aiutarlo, col suo amore, con tutto se stesso.. Strinse, sempre più forte.. quando Narwain aprì gli occhi lamentandosi debolmente per la forza e i muscoli troppo tesi dell'altro che lo stavano abbracciando. Alzò lievemente la testa verso l'azzurro di quelli di Haldir e gli sorrise. Quel sorriso sembrò sincero e forse in parte lo era, ma l'elfo, nonostante il sonno aveva compreso ogni singolo gesto del compagno e rise ironico. Lo fissò intensamente con sguardo malizioso e penetrante posandogli un casto e dolcissimo bacio sul petto senza staccare lo sguardo dal suo ed Haldir non si sottrasse.
"Amore... potresti evitare di soffocarmi? Facciamoli quando siamo svegli certi giochini.."
Il guardiano girò bruscamente la testa in preda alla rabbia.
"Ora scambi i miei abbracci per un tentativo di omicidio?"
Le sue labbra erano serrate nel pronunciare quelle parole, dette in maniera dura, eppure.. velate di una profonda preoccupazione.
Narwain si tirò su coi gomiti, si mise disteso sopra il corpo caldo dell'altro e iniziò a giocare con le sue orecchie lambendole con le dita. 
"Stavo scherzando sciocchino"
Si avvicinò con la bocca al suo orecchio sussurando sensuale.
"Anche se so che ti piacerebbe sentirmi gridare mentre mi stringi il collo con le unghie"
Rise. Haldir si agitava sempre di più nel sentire quelle frasi ormai piuttosto frequenti. Ma il suo corpo reagiva in maniera del tutto opposta.
La rabbia nel sentirsi impotente e l'attrazione magnetica per quel corpo spesso lo conducevano ad eccitarsi a crogiolarsi e a cadere in quelle proposte tanto sconsiderate e prive certamente di un sentimento luminoso quale poteva essere quello che li aveva uniti tempo prima.
Così, cercando di sottrarsi a quelle parole si alzò improvvisamente allontanando l'altro da sé provocandogli, inevitabilmente, una fragorosa risata. Iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza con le mani che stringevano convulsamente la nuca.. la rabbia gli ribolliva il sangue, il dolore nel vedere l'amore della sua vita così... ridotto a un semidemone. Narwain si rotolò divertito nel letto un altro po' per poi alzarsi, e ondeggiare nudo verso l'elfo.. Gli cinse la vita con le braccia.. e questo si calmò per un attimo.. Sulla sua spalla si poggiò un bacio umido.. e senti la guancia del compagno strusciarsi affettuosamente su di sé.
"Dai piccolo non ti arrabbiare.. lo sai che mi piace giocare"
Ad Haldir tremarono nuovamente le mani e si girò di scatto afferrandolo furente per il collo.
"Smettila! SMETTILA MALEDIZIONE!"
Il suo grido risuonò per tutto l'accampamento.. ma nemmeno quello fece minimamente provare rimorso all'altro che per tutta risposta rise.. ancora.. deridendo la sua impotenza..
"Di fare cosa luce dei miei occhi?"
La voce del guardiano era isterica e spezzata dalle lacrime e dalla disperazione..
"Smettila di non provare nulla!" 
Strinse gli occhi e allentò la presa senza però lasciarlo andare, un pianto disperato gli attraversò le gote.. Singhiozzando sentì le gambe cedere, tremava, cadde in ginocchio, con la mano che dal collo di Narwain scese aggrappandosi disperata al suo petto.. I capelli biondi ricadevano in una cascata toccando terra, coprendogli interamente il viso.. La sua pelle era madida di sudore, il suo respiro irregolare, il cuore.. quel cuore che si sarebbe volentieri strappato dal petto.
Con la voce interrotta dai singhiozzi e dalla disperazione cercò di sperare, ancora, un'ultima volta.
"Ti prego... Valar Narwain... amore mio... ti supplico... ti supplico amami e smettila... io.. no non ce la faccio.." 
Si alzò improvvisamente, gli occhi gonfi e arrossati, sentiva come se fosse finita tutta l'aria a disposizione.
L'elfo dagli occhi grigi lo guardava fermo, con le braccia stese lungo i fianchi e constatò amaremente... di non sentire nulla... Haldir se ne accorse... lo abbracciò... lo baciò con quanto più amore avesse in corpo, trasmettendogli la propria anima, scaldandolo con il proprio spirito, facendo tutto ciò che poteva essere minimamente possibile. Per tutta risposta, l'elfo dagli occhi grigi si discostò... fissandolo come mai lo aveva fissato prima, impotente lui stesso, incapace per natura di allontanarsi dal buio e amare nuovamente la luce.
Gli accarezzò dolcemente la guancia umida.
"Goheno nin, melin nin..." (perdonami mio amore..)
Haldir lo strinse a sé, tuffando le mani nei sui capelli dolci e ribelli..
...quando un lembo della tenda si aprì bruscamente e Aradhel si stagliò incredulo, ma vagamente divertito, di fronte ai due elfi completamente senza vestiti.
Narwain soffocò una risata e il guardiano guardò l'intruso con infinita stanchezza sul volto e troppo sfinito per curarsi della situazione di per sé imbarazzante.
Si rivolse a lui senza smettere di abbracciare il compagno. Non per un motivo particolare, ma distrattamente, senza pensare minimamente alla circostanza creatasi. 
"Si?"
Aradhel fu ancora più colpito da quella reazione così sfrontata da parte dell'orgoglioso e risoluto figlio di Seregon. 
"Sono personalmente venuto per informarti della partenza imminente verso Bosco Atro, ricomponetevi"
Narwain scoppiò in una fragorosa risata e dopo aver posato un casto bacio sul collo dell'elfo tornò spavaldo al letto per cercare i vestiti.
Il capitano dei Galadhrim era altresì fortemente combattuto tra l'incredulità, l'ironia e la disapprovazione che la sua posizione avrebbe richiesto.
Sorrise tra sé fissando Haldir... e per un momento comprese, fu irrimediabilmente coinvolto dal suo dolore... quegli occhi cristallini che stavano parlando..
Ti prego lasciami in pace
Il capitano fece segno di assenso in risposta a quella muta richiesta e lasciò la tenda leggermente turbato. 

In marcia per Bosco Atro i Galadhrim avanzavono tranquilli e vigili lungo le bianche sponde dell' Anduin.
Il capitano guidava il convoglio di elfi su di un cavallo grigio. Lentamente una figura si avvicinò trotterellando al destreiro. i suoi capelli ondeggiavano scompigliati al ritmo del suo passo giocoso e la ciocca nera era stata opportunatamnte nascosta grazie all'aiuto di Haldir, unica richiesta alla quale aveva acconsentito.
L'elfo lanciò uno sguardo indietro carico di passione al suo guardiano che cavalcava fiero, ripresosi dalla precedente "scenata" come Narwain la definirebbe. Poi proseguì in avanti rivolgendosi ad Aradhel. 
"Perchè mai voi di grado maggiore potete portare un cavallo e noi no?"
Aradhel si accorse di lui e lo guardò sprezzante dall'alto, sorridendo, tuttavia, con una nota sarcastica e divertita sul viso.
"Proprio perchè di grado maggiore rispetto al vostro"
L'elfo però non aveva dimenticato gli occhi carichi di tristezza e dolore di  Haldir e dispiacendosene, proseguì a parlargli con maggior contegno.
"Ti consiglio di tenere il tuo posto in terza fila"
L'elfo per tutta risposta sorrise e abbassò innocentemente lo sguardo verso il basso incorciando le mani dietro la schiena come se fosse ancora un ragazzino sperduto e in cerca di giochi. 
"Ai suoi ordini mio capitano"
Il suono di voce era sensuale e provocatorio, completamente diverso da quello innocente a allegro di prima e Aradhel ebbe un fremito.
Narwain lo guardò di sottecchi, bello, straordinariamente alto per la sua razza e i capelli stranamente non così lunghi come quelli degli altri, arrivavano a malapena sotto le spalle. La sua armatura scintillava argentea, tipica di quell'era a Lòrien, quando le armature erano più pesanti e imponenti poichè gli elfi molto più spesso combattevano in campo aperto accanto agli uomini ed evitavano arco e frecce preferendo spade e pugnali affusolati.
Il guardiano si sbbassò pericolosamente in basso, aggrappandosi al garrese della sella per sostenersi, in modo da avvicinarsi all'interlocutore.
"Sfrontata creatura, sono più vecchio e più saggio di te, ti consiglio di non turbare l'animo del tuo belloccio e di non lasciartelo sfuggire... oltretutto..."
Si abbassò ancora di più riuscendo quasi a sussurrargli nell'orecchio..
"Perchè mi parli con questa cadenza di voce così... calda.... credi che non abbia qualcuno con più esperienza di un solo letto capace di scaldare il mio?"
Si ritirò su bene in sella al proprio cavallo ridendo divertito e aumentando il passo per distaccarsi da lui.
L'elfo dagli occhi grigi rimase letteralmente a bocca aperta per quel palese rifiuto.. ma ancor di più per la sua proposta..
Davvero ti tradirei? Non ti ho tradito abbastanza?
Quella luce così flebile che spareva spegnersi ogni giorno di più.. il rimorso che ancora vagamente lo assaliva.. forse perchè non aveva visto.. quanto gli occhi del proprio amato fossero stati vicini a tutto quello... 
  
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