Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Lou Asakura    02/02/2014    4 recensioni
[ Raccolta di One-shots, drabble e flashfics dedicate a Sanji e Nami ~ ]
#23. All Blue.
[Nami non rispose. Tornò a rivolgere la propria attenzione ai fili d'erba che la circondavano, un'ombra di tristezza nello sguardo.
«...Ma hai ragione, sai,» fece d'un tratto Sanji. «Ho bisogno di te.»]
~[Rating, genere ed avvertimenti variabili. Probabili spoilers New World Arc e fluff! nei prossimi capitoli ~ ♥]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Sanji | Coppie: Sanji/Nami
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: Out of mushrooms.
Fandom:
 One Piece (©Eichiro Oda).
Personaggi\CoppiaUsopp, Sanji, San\Uso nakamaship, Sanji\Nami.
Rating: PG (giallo)
Genere: Sentimentale, nakamaship.  
Riassunto: “Ma c’era qualcosa in quella scena che lasciò Usopp immobile, incapace di staccare gli occhi dai due ed al contempo desideroso di farlo, di dissolversi nell’aria e fingere di non aver assistito a nulla e non aver mai lasciato il suo letto… Nami, la loro Nami sempre così spavalda e coraggiosa, sembrava riposare sfinita dopo aver pianto a lungo, il respiro irregolare e le spalle scosse da brevi tremiti, e Sanji la teneva stretta a sé come a proteggerla da qualcosa, qualsiasi cosa avesse potuto turbarla o ferirla al mondo.”
Note: Ambientata nel nuovo mondo <3 All’interno del capitolo ho inserito un palesassimo richiamo ad una scena di Harry Potter che amo particolarmente, quasi un plagio direi… ma perdonatemi, quella frase ci stava così bene nel mio contesto t^t  
Raccolta, probabile spoiler! nei prossimi capitoli. 
Rating, lunghezza, genere ed avvertimenti variabili.
[One shot, 1778 words]

 

My lovely idiotic chef, my freaking beautiful lady.

 

20. Out of mushrooms.  
Quella notte Usopp si svegliò di colpo con in bocca una fastidiosa sensazione di sete, la lingua secca e asciutta. Non aveva alcuna intenzione di abbandonare il suo giaciglio caldo ed avventurarsi fuori, sul ponte sferzato dal vento per raggiungere la cucina, ma dopo qualche minuto di sopportazione in cui la sete si era fatta troppo intensa per essere ignorata, il giovane cecchino sospirò e con uno sbuffo si avventurò fuori dalle coperte. Intravide nella penombra della camerata le sagome dei compagni addormentati –una delle brande, probabilmente appartenente al pirata di guardia quella notte era vuota, ma nel dormiveglia non si premurò di verificare quale- e un istante dopo sgattaiolò fuori, la brezza fredda della notte premergli sulla pelle. Il silenzio era quasi assoluto quando attraversò il giardino e raggiunse la porta della cucina, restando per un attimo interdetto nel trovarla socchiusa. Un’ulteriore occhiata rivelò una flebile luce proveniente dall’interno, che bastò a raggelare il povero Usopp –e se un nemico si fosse intrufolato a bordo durante la notte?
Ma no, si disse, doveva trattarsi semplicemente di Sanji…  doveva essere sua, rifletté, la branda vuota di poco prima. Dopotutto non sarebbe stata la prima volta che Sanji rinunciava alle sue già scarse ore di sonno per dedicarsi alla creazione di nuove ricette, di notte e solo nella sua cucina, nell’unico momento in cui il resto dell’equipaggio non potesse disturbarlo. Così, con un sospiro nervoso e sforzandosi di mettere insieme tutti i brandelli di coraggio che riuscì a racimolare, Usopp si costrinse a trattenersi dal correre a svegliare il resto dei compagni e scostò la porta già socchiusa, avventurandosi all’interno.
Coraggio… nessuno mi ha ancora ucciso, questo è un buon segno, mormorò a sé stesso nel tentativo di auto convincersene, sgattaiolando oltre il lungo tavolo e dritto verso il fondo della stanza, dove buttò giù in tutta fretta un bicchiere d’acqua e poi si affrettò a raggiungere nuovamente la porta d’ingresso. Prima che riuscisse a farlo, tuttavia, si azzardò per la prima volta a rivolgere un’occhiata al lato destro della cucina, come per assicurarsi di non aver effettivamente corso alcun pericolo fino a quel momento… e fu allora che notò la fonte della flebile luce che riempiva la camera, ovvero ciò che sembrava una candela ormai consunta quasi fino al limite, poco più che un mucchietto di cera che brillava vivido nel buio.
E poi li vide… stavano rannicchiati ai piedi del divano, l’uno tra le braccia dell’altra quasi fossero un’unica figura, in silenzio. Nami era raggomitolata sul pavimento e gli dava la schiena, la testa poggiata sul petto di nessun’altri che Sanji –quando Usopp lo realizzò per poco non cacciò un urlo-, le dita chiuse a stringere la camicia di lui e un braccio del compagno passato protettivamente attorno alle spalle, l’altro a carezzarle con fare amorevole i capelli. Ma c’era qualcosa in quella scena che lasciò Usopp immobile, incapace di staccare gli occhi dai due ed al contempo desideroso di farlo, di dissolversi nell’aria e fingere di non aver assistito a nulla e non aver mai lasciato il suo letto… Nami, la loro Nami sempre così spavalda e coraggiosa, sembrava riposare sfinita dopo aver pianto a lungo, il respiro irregolare e le spalle scosse da brevi tremiti, e Sanji la teneva stretta a sé come a proteggerla da qualcosa, qualsiasi cosa avesse potuto turbarla o ferirla al mondo. Aveva una tale tenerezza negli occhi, fissi sulla nuca della compagna addormentata, che ad Usopp parve di averlo sorpreso a baciarla.
Si sforzò di arretrare senza esser visto, nel tentativo di non interrompere qualsiasi cosa quei due stessero facendo prima del suo ingresso, ma non ci fu modo di evitare che Sanji lo notasse quando finì dritto contro lo spigolo del tavolo, imprecando di dolore. Gli occhi blu del cuoco scivolarono lentamente da Nami ad Usopp, quasi avesse sempre saputo della sua presenza in quella stanza –cosa che, il cecchino realizzò, era assai probabile-, e un sorriso quasi impercettibile gli piegò le labbra. Accennò a Nami col capo e sussurrò “dorme”, come un invito garbato ma categorico a non far ulteriore rumore.
Usopp annuì senza una parola e si fiondò fuori dalla cucina per poi scivolare seduto sull’erba umida, la schiena premuta contro la porta ormai chiusa, e fu a quel punto che si domandò se, prima o poi, non avrebbe dovuto aspettarselo.                                                                                     

***

La mattina successiva, Sanji non si stupì quando poco più di un’ora dopo il sorgere del sole vide la familiare figura del cecchino di bordo arrancare in cucina, con gli occhi gonfi di sonno e l’innegabile espressione di chi ha trascorso la nottata a lambiccarsi su qualcosa.
«’giorno, Usopp», salutò, ricevendo in risposta uno sbadiglio seguito da un grugnito indistinto. «Come mai così mattiniero?»
«Non riuscivo più a dormire», borbottò l’altro, servendosi un paio di pancakes. Come di consueto bastò un morso a svegliarlo completamente, il sapore che solo Sanji riusciva a conferire ad una pietanza tanto semplice che s’irradiava in un ogni cellula del palato. «Buonisshimo!» annunciò, afferrandone altri due.
Dal capo opposto dalla cucina, Sanji fischiettò soddisfatto mentre lucidava alcuni bicchieri con uno strofinaccio. Per un po’ rimasero il silenzio e l’unico rumore a sovrapporsi allo sciabordare delle onde fu quello di Usopp che divorava la sua colazione, mentre Sanji canticchiava distratto un motivetto del mare settentrionale. Sembrava stranamente di buon umore per uno che aveva trascorso con tutta probabilità una nottata insonne –Usopp non l’aveva sentito tornare a dormire nella camerata dei ragazzi, quella notte.
«Ehi, Sanji…» borbottò dopo un po’. L’altro non smise di strofinare alcune posate né si voltò, ma si limitò a un “hmm?”
«E-ecco, insomma, mi stavo chiedendo…». Deglutì. «Pe-per caso, n-non è che tu e Nami--». Il tintinnare delle posate si arrestò e il più giovane si affrettò a sventolarsi le mani davanti al viso, come per proteggersi. «N-non avevo intenzione di origliare né impicciarmi, per carità! È solo che, insomma… è-è successo qualcosa a Nami, o-oppure tra voi due?»
Per tutta la notte, non era riuscito a smettere di interrogarsi sulla scena a cui aveva assistito. Perché Nami stava piangendo? Era stato per qualcosa che Sanji aveva fatto o le era accaduto qualcosa di brutto, e il cuoco si era semplicemente trovato a consolarla? Nami e Sanji si sarebbero innamorati prima o poi, o era già successo? E se fosse accaduto davvero, come sarebbe cambiata la vita sulla Thousand Sunny? Sanji sarebbe riuscito a dedicarsi a Nami e a lei soltanto, o avrebbe finito per ferirla? E Nami avrebbe smesso di trattarlo come il proprio schiavetto personale? Non riusciva a smettere di pensarci.
Ci fu un minuto di silenzio in cui Sanji non diede cenno di aver sentito alcunché, tanto che l’altro pensò di averlo fatto infuriare e già si pentiva di aver parlato, quando alla fine il cuoco sospirò e con un’espressione indecifrabile posò lo strofinaccio che teneva tra le mani.
«Sai» bisbigliò, quasi avesse paura del suono stesso della sua voce, «che giorno era ieri, Usopp?»
Il cecchino fu sorpreso da quella domanda. Già si affrettava a fare mente locale e ricordare la risposta quando il biondo parlò di nuovo, piatto, lasciandolo stavolta totalmente spiazzato.
«Era l’anniversario del giorno in cui la mamma di Nami-san fu uccisa, tanti anni fa».
L’atmosfera nella stanza parve gelarsi di colpo, e addirittura il sole caldo che filtrava dagli oblò sembrò venirvi risucchiato. Usopp non sapeva… non aveva idea, come avrebbe potuto… Nami non gli aveva mai detto… fu di nuovo Sanji a spezzare il silenzio, posando una tazza piena di una bevanda fumante davanti al compagno.
«Ieri sera ero di guardia. Ad un tratto lei è venuta a chiedermi una tisana, non si sentiva in forma e non riusciva a prendere sonno, si è offerta di farmi compagnia… ero al settimo cielo. E poi stavamo chiacchierando, e lei sembrava davvero giù, non come al solito… e ad un tratto non è riuscita più a trattenersi, a tenersi tutto dentro. Io non lo sapevo, Usopp» disse, in risposta all’occhiata colpevole del ragazzo, «nessuno di noi sapeva. Credo non volesse gravare sul resto della ciurma. È il primo anno che succede da quando è con noi, perché gli altri due…». La sua voce si perse in un sussurro, ma non ci fu bisogno di continuare, perché Usopp sapeva fin troppo bene cos’era successo nei due anni precedenti per impedire a Nami di trascorrere un giorno tanto doloroso insieme al resto dell’equipaggio. Inghiottì a forza il groppo che gli nasceva in gola e buttò giù una sorsata di liquido bollente, che parve schiarirgli le idee. Intimamente si ritrovò a ringraziare della presenza di Sanji in cucina quella sera perché, lo sapeva perfettamente, Nami era fin troppo orgogliosa per chiedere a chiunque di loro - Robin compresa- di darle conforto –riusciva quasi ad immaginarla, stretta sotto le coperte nel buio della sua stanza, a mordersi le labbra in silenzio per soffocare i singhiozzi.  
Restava solo un dettaglio, un minuscolo dettaglio riguardante il cuoco a preoccuparlo…
«Oy, Sanji», mormorò, «non è che, insomma… non è che-- non dico che tu l’abbia fatto apposta, sia chiaro! Ma insomma, n-non è che tu, approfittando del momento di debolezza di Nami…». Si pentì quasi all’istante di aver parlato. Gli occhi di Sanji dardeggiarono verso di lui e lo scrutarono torvi per un istante, ma subito dopo tornarono a rivolgersi alle stoviglie ammucchiate sul lavello.
«Non lo farei mai, lo sai bene. Io ho un mio credo… approfittare di una donna è ciò di più meschino che un uomo possa fare». C’era un’ombra di tristezza nella sua voce, che sembrò tremare appena. «Quando riuscirò a conquistare il cuore di Nami-san… beh, il giorno in cui lo farò lei sarà sorridente e radiosa come al solito, e la renderò la donna più felice al mondo».
Usopp sorrise, e fu a quel punto che fiotti di sollievo s’irradiarono attraverso tutte le cellule del suo corpo, caldi e rassicuranti. Come aveva potuto dubitare di Sanji?
E fu forse per farsi perdonare, forse perché lo credeva davvero, che divorando l’ultimo morso del suo pancake esclamò «per me ce la farai, Sanji… sono sicuro che Nami fa finta di niente, ma in realtà è già cotta di te da un pezzo!»
A quelle parole l’espressione del biondo passò da stupita, a incredula a vagamente compiaciuta… e poi, a sorpresa, anche lui si lasciò andare ad un aperto sorriso, uno di quelli che Sanji concedeva tanto di rado.
«Lo sai», borbottò, sbirciando attraverso lo sportello aperto della dispensa, «oggi siamo a corto di funghi. Pare che dovrò farne a meno per la zuppa».
Usopp ridacchiò come un bambino a cui hanno detto che quella volta natale sarebbe arrivato in anticipo. «Che sfortuna!»

 

 

 

 

Angolo autrice.
Sono tornataaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa--- OKAY NON MI UCCIDETE, LO SO CHE NON È PROPRIO UNA SANAMI! Ho pensato mooolto a se inserirla in questa raccolta o pubblicarla come singola one shot, ma alla fine avevo troppa voglia di aggiornare qui ed ho ceduto t^t Prima di parlare di cose inutili, eccovi UN PAIO DI PRECISAZIONI
1) La scena “palese plagio di Harry Potter” di cui parlo nelle note in alto sta nella frase “gli parve quasi di averlo sorpreso a baciarla”, copiata pari pari dai Doni della morte *coffcoffcoff* che sto rileggendo forse per la decima volta in questi giorni :,D ho sempre amato quella frase t__t
2) Dal manga e dai vari databook è emerso che Usopp odia i funghi perché da bambino ne mangiò uno velenoso, ma Sanji tenta sempre di propinarglieli con la forza. Ecco, in questo caso la frase finale è un modo “Sanjoso” di ringraziare il compagno per ciò che gli ha appena detto
~
3) Le preoccupazioni di Usopp… beh, innanzitutto, teme le ripercussioni che una relazione tra due membri della ciurma potrebbe avere. Poi teme che Sanji possa ferire Nami a causa della sua abitudine di provarci con tutte, e che Nami possa ferire Sanji a causa del suo carattere… insomma, il nostro cecchino è un tipo molto timoroso, lo sappiamo X°°°
4) Riesco benissimo ad immaginarmi Nami nel giorno dell’anniversario della morte di Bellmére, decisa a non far trapelare nulla ma al contempo continuamente distratta e impensierita, o magari anche più irascibile del solito. Naturale che alla fine scoppi t^t
Riguardo al finale invece, non so dirvi se Usopp avesse ragione o no, ma anch’io nel mio cuoricino spero che Nami-swan a questo punto si fosse già innamorata del nostro bel cuoco

Ah, altra precisazione scema: ho scritto in times invece che in verdana come al solito perché mi sembrava più bello così, semplicemente òvò (precisazione totalmente inutile ma DEVO RIEMPIRE QUESTO SPAZIO AUTORE DOPO TANTI MESI DI VUOTO OCCHEI)
Vi racconterei qualcosa di bello, ma non so cosa… AH, se per caso tra voi dovesse esserci la ragazza che ha creato i video “scene Sanji x Nami ITA” su youtube… GRAZIE. Dopo averli guardati tutti quanti di fila mi sono saliti dei feels allucinanti e ne è uscita questa fanfic, ohohoh ~
Adesso devo scappare a studiare per il prossimo esame, ma vi lascio con una domanda… vi piacerebbe se provassi a scrivere una fanfic parallela a questa dal punto di vista di Nami e Sanji, in cui descrivo ciò che è successo quella notte? Non sono sicura di riuscirci perché sarò molto impegnata, ma se me lo chiedete in tanti potrei trovare la motivazione eve)9
Detto questo, vi lascio…. SPREAD THE SA\NA LOVE
~~~♥♥♥



 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Lou Asakura