come
back, be here
Harry
non ha mai avuto qualcosa contro l'America. Sì, insomma,
caldo, gente simpatica e tanto da vedere.
Certo, è un altro continente, un'altra mentalità
e altri approcci ma Harry non ha mai pensato cose negative,
dell'America.
Il discorso si chiuderebbe qui, se solo Harry non si ritrovasse ora,
sul ciglio del binario 8 della stazione, diretto a Gatwick.
E decisamente allontanerebbe subito il pensiero dell'America se solo
Coco non fosse stata lontana per otto lunghi mesi, e se solo non
tremasse quasi per la voglia di rivederla.
Però no, Harry ci pensa perché ha le mani fredde
non solo per i meno due gradi ma perché Coco, la sua Coco, sta
tornando.
Coco che ha i capelli lunghi ma le doppie punte che "fanno schifo, devo
andare dal parrucchiere!"; Coco che "San Francisco non è poi
così lontana" e Coco che prende l'aereo per l'America e
sorride perché, dai, otto
mesi non sono molti.
Ed Harry l'aveva già capito, che sarebbe stata
dura.
L'ha subito capito quando quella volta che Coco è andata a
dormire da Sally, la notte tastava la sua porzione di materasso alla
ricerca del suo corpo.
L'ha capito perché Harry, sotto la sua dura scorza da uomo
orgoglioso, è in grado di amare più di cento
donne messe insieme e Coco lo sa.
Coco sa della sua immensa gelosia ma della sua infinita tenerezza.
Coco sa che quando guardano Una
mamma per amica lui si finge interessato solo per
compiacerla.
Coco sa che la cheescake di Anne ad Harry fa schifo ma che ogni
venerdì pomeriggio gliela fa trovare sul tavolo
perché lei ci impazzisce.
Coco lo sa ed è per questo che torna ed ha il sorriso sulle
labbra.
Perché anche se San Francisco è calda, solare e
si studia meglio senza distrazioni, a Leeds ci sono le nuvole ma
c'è anche Harry.
Ed Harry riscalda più del sole.
La
Camel è sotto la suola delle sue Converse consumate, le mani
nelle tasche del parka e lo sguardo volto al tabellone degli Arrivals.
San Francisco, 12:45.
Atterrato.
Atterrato.
Ed è una magia perché sono comunque 8645
chilometri e c'è l'Oceano di mezzo.
Harry sospira e Coco che lo conosce, saprebbe che sta sorridendo dentro.
Un passo.
Altri cinque, sempre più veloce, sempre col fiato
più corto ed è già lì.
E le porte scorrevoli già si aprono, quando Harry stringe il
pacchetto di sigarette blu in tasca, per reprimere il nervosismo.
Si aprono e Coco ha i capelli ancora più lunghi,
più biondi e più belli di prima.
E Coco sorride con il suo rossetto preferito di Mac che si ostina a
ricomprare.
E Coco strizza gli occhi perché è un po' miope e
odia gli occhiali.
E lo vede anche da miope perché sa a memoria il suo viso.
A quel punto però, anche per Coco otto mesi sono decisamente
troppi e le valigie non contano più un cazzo.
Solo Harry, i suoi occhi verdi e le lenzuola che profumano di buono.
Solo Harry e le sue unghia smangiucchiate.
Solo Harry e le troppe
Camel blu.
E le braccia si stringono attorno al suo corpo incerto, tremolante ma
imponente.
Le labbra screpolate si sfiorano ed Harry sta attento.
Sta attento perché Coco è preziosa e non vuole spezzarla.
Neanche
i chilometri ci possono separare, Coco.
Lo so, Harry.
Lo so.
Buongiorno!
Oggi
non ho proprio niente da dire. Lo so, è strano. Spero solo
che la oneshot vi sia piaciuta, non so neanche perché la sto
pubblicando, è incredibilmente personale.
Vi
mando un bacio e vi lascio con la foto di Coco,
Ari
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