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Autore: yellowloid    02/02/2014    7 recensioni
{ long in occasione del SaruFei Day | c'è anche la Taiichi-- (?) | vagamente ispirata all'anime Oreimo | titolo - traduzione di un verso della sigla dell'anime (?) | forse ooc | tematiche delicate! Omofobia. }
Long dove Fei sembra un emo depresso, perché vive con i genitori e Saru. (?)
Scappate in questo momento, perché Kis è tornata. -wtf-
♫♫♫♫
Dall'ultimo capitolo: [...] Eppure ormai le acque si erano calmate, e la tensione dei giorni precedenti sembrava essere sfumata. Per quel motivo, Fei e Saru avevano deciso di rivelare il loro piccolo segreto ai coniugi Rune.
Quando la mattina dell’undicesimo giorno, una domenica molto soleggiata, i due ragazzi convocarono in soggiorno i genitori del coniglietto, questi ultimi non sapevano proprio cosa aspettarsi. Il primo a parlare fu Fei.

♫♫♫♫
Amate Oreimo e la SaruFei. ORA.
Ci si vede dentro, neh. ♥
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Fey Rune, Saryuu Evan - Saru, Taiyou Anemiya, Tsurugi Yuuichi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Attenzione~ Questo capitolo è leggermente più lungo degli altri, dato che è quello più importante, ecco. Anche se sarà più lungo, spero comunque che non vi annoi e che vi aggradi come i precedenti. Le parti in corsivo a lato (?) che troverete sono dal p.o.v. di Saru nel momento in cui il p.o.v. è di Fei. Capirete leggendo. c: Buona lettura!

 

 

Undicesimo capitolo.

 

La porta si aprì giusto quel tanto che bastava a Kinako per mettere fuori la testa e sbirciare suo figlio e Saru. Sorrise ai due ragazzi, notando sui loro volti delle espressioni tirate, stanche e piuttosto nervose.

Fei continuava ad osservare l’interno della casa con impazienza, come sperando che tutto crollasse in quell’istante; invece Evan teneva lo sguardo fisso sul borsone di Fei, il primo oggetto a caso che aveva avvistato.

-Ragazzi, entrate!- esclamò Nanobana, la voce tremante e insicura. Stava provando a calmarli, a rassicurarli, eppure nemmeno lei era tanto calma.

Il verde e l’albino sorpassarono la porta entrando così in casa. Si tolsero velocemente le scarpe, lasciando i borsoni sul pavimento e Fei prese a correre nel corridoio, seguito da Saru che camminava lentamente semplicemente perché dopo la camminata da casa degli amici a casa Rune ne aveva davvero abbastanza. Mentre saliva le scale il povero Rune Junior venne sorpreso da una voce che gli arrivò alle spalle fredda come un secchio d’acqua gelata.

-Fei!- quella voce così profonda e completamente priva di emozioni, appartenente ad Asurei Rune, lo fece bruscamente bloccare nel bel mezzo della rampa di scale che lo separava dal secondo piano, e dunque dalla sua camera. Saru, dietro di lui, rabbrividì nel sentire il nome del suo coniglietto pronunciato in quel modo così apatico.

Anche Kinako chiamò suo figlio, sebbene il suo tono fosse molto più dolce. -Vieni, piccolo, tuo padre ti vuole parlare.-.

Il ragazzo si voltò e ridiscese i pochi gradini che aveva salito tanto di fretta cercando di non dare nell’occhio. Lanciò uno sguardo preoccupato all’ex-convivente, che intanto si posizionò esattamente sull’uscio della porta del soggiorno. Il ragazzo dai capelli verdi lo sorpassò, facendo così la sua entrata non troppo trionfale in soggiorno. Suo padre stava seduto sul divano come al solito, e teneva in mano il giornale quotidiano, come al solito. Quell'uomo era troppo abitudinario.

Kinako si era appena seduta su una poltrona, quando il marito le ordinò di uscire dalla stanza. La donna fece un po’ di storie, ma vedendo che Fei era d’accordo col padre -per una volta- decise di starne fuori, per quanto la questione riguardasse da vicino anche lei.

La Nanobana fece cenno a Saru di chiudere la porta e di non entrare nemmeno lui, lasciando soli padre e figlio. In un sussurro, il ragazzo provò a ribattere.

-Ma Asurei-san potrebbe fargli del male! Kinako-san, la prego di farmi entrare…!-.

La donna dai capelli castani non sentì ragioni, nulla. Gli fece cenno di non parlare e gli spiegò quel che pensava.

-So che sei preoccupato, penso che tu abbia fatto amicizia con Fei… Però Asurei non vuole nemmeno vederti, e soprattutto vuole chiarire con suo figlio. Stai tranquillo, Saryuu-kun, interverrò io se proverà a fargli qualcosa!-.

Il ragazzo non sembrò affatto calmarsi dopo aver sentito le parole della donna, anzi. La sua preoccupazione aumentava sempre più, e non si sarebbe fatto problemi a prendere a calci quel quarantenne. Sentiva la testa pesante e la schiena dolorante. Decise di appostarsi davanti alla porta del soggiorno, socchiusa, e origliare quel che i due dicevano.

Ovviamente Fei non teneva affatto a rimanere solo in soggiorno con suo padre, anzi. Avrebbe di gran lunga preferito passare un’intera giornata tra le grinfie di Taiyou e dei costumi obbrobriosi da provare che gli appioppava, per poi scattare diverse foto e urlare frasi del tipo ‘Kawaii desu-yo~solo per farlo arrabbiare e far ingelosire Yuuichi. Davvero, avrebbe preferito qualsiasi cosa, persino la più estenuante, pur di non passare altri cinque minuti con quell’uomo che in quel momento lo squadrava da capo a piedi da dietro le lenti degli occhiali da lettura.

Aveva posato il giornale sul divano, perfettamente ripiegato su sé stesso nella prima pagina, e non sembrava  voler iniziare a parlare di quell’argomento che in realtà era proprio quello che dovevano affrontare.

-Ecco… Sì.- sussurrò Fei, leggermente imbarazzato e nervoso come non mai. Non sapeva davvero che dire, eppure provò a parlare. -Sono tornato, papà. Non credo… Non credo che tu sia felice di vedermi. Ho ragione?-.

Ci fu un attimo di silenzio, seguito da un sospiro leggero da parte di Rune Senior. Lo sguardo del giovane quattordicenne si fece più rancoroso di prima. Aveva ragione, eccome se aveva ragione. Suo padre non era affatto felice di vederlo. Ripensò a tutti i bei momenti della sua infanzia passati insieme… Svaniti in poco tempo, tempo in cui quell’uomo li aveva rimossi lasciando spazio solo a pregiudizi e cattiverie.

-Hai ragione.- quella frase arrivò come una scossa elettrica al cuore del ragazzo. Suo padre lo stava completamente respingendo, suo figlio, per qualcosa di così insignificante.

Perché non potevano essere semplicemente una famiglia?

Saru schioccò la lingua sul palato. Era ormai a conoscenza del vero carattere di Asurei Rune.

Come poteva quell’uomo essere così freddo col proprio figlio? E soprattutto, era semplicemente impossibile non essere felici di vedere Fei. Era impossibile che qualcuno odiasse il suo Rune, ecco.

Improvvisamente Asurei scattò in piedi, anche se quello scatto era dettato dall’età dell’uomo, per questo non fu molto rapido. Fei indietreggiò automaticamente per lasciar spazio al padre. Quest’ultimo non staccò per un attimo lo sguardo dal viso del figlio, come a voler spiare le sue espressioni e i suoi pensieri.

Poi, in un attimo, un forte rumore squarciò violentemente il silenzio che regnava nel soggiorno. Un rumore di qualcosa che sbatteva con violenza contro un’altra, che molto probabilmente riecheggiò per tutta la casa.

Fei cadde a terra a causa del forte colpo ricevuto, portandosi la mano sulla guancia colpita dallo schiaffo di Asurei. La differenza di colorito si notò subito, infatti la zona colpita era completamente rossa rispetto al resto del viso del ragazzino.

L’albino scattò immediatamente, nei suoi occhi brillava quella scintilla violacea che esprimeva costantemente tutte le sue emozioni. Asurei non doveva permettersi di toccare Fei. Oh, non doveva affatto. Ancora un po’ ed anche Evan sarebbe passato all’attacco.

Alzò lo sguardo dal pavimento al volto di suo padre che lo guardava con ribrezzo; la sua espressione irosa non fece che aumentare il dolore che Fei provava.

-Perché fai questo a me e tua madre, Fei? Non voglio un figlio del genere, un figlio gay, e di certo non lo accetto! Per me te ne puoi andare, non sei più mio figlio… Ricordati che tuo padre ti ha respinto in questo modo, perché sei sbagliato e non avrai mai nulla dalla vita!- urlò l’uomo, e mentre pronunciava quelle parole tanto taglienti gli occhi di Fei si sgranavano sempre più.

Non credeva a quel che stava sentendo, non era possibile… Cos’era, un incubo?

-Mi fai schifo, Fei!- l’ultima esclamazione di Rune Senior si disperse nell’aria mentre l’uomo afferrava suo figlio per un braccio e lo tirava su, tirandogli altri schiaffi che raggiungevano violentemente il suo viso già arrossato. Intanto il ragazzo non poteva far altro che intravedere in modo sfocato dal dolore gli occhi del padre, lucidi, rabbiosi.

Ecco, in quel momento aveva oltrepassato il limite. Era davvero troppo.

Proprio nel momento in cui un ennesimo colpo raggiungeva il viso del coniglietto, la porta si spalancò rivelando un Saryuu Evan completamente diverso. Non era più il ragazzo che aveva convinto Rune Senior, il giovane albino che aveva portato sotto la sua ala protettiva, no. Era un ragazzo che sapeva.

Sapeva cosa aveva provato Fei in quei mesi, sapeva tutto su quell’uomo e conosceva il suo vero carattere, sapeva che qualcosa sarebbe cambiato.

Asurei lasciò andare suo figlio, che indietreggiò fino a trovare la porta da cui era arrivato Saru. I suoi occhi color acquamarina brillavano a causa delle lacrime prossime a solcargli le guance. Si lasciò andare contro il muro, il viso tra le mani, e scivolò sul pavimento mentre alcuni gemiti tradivano la sua voce. Strinse le ginocchia al petto, affondandoci il viso, e si estraniò completamente da tutto e da tutti.

-Tutto bene, Fei?- chiese Kinako, arrivata qualche attimo dopo Evan, mentre lo abbracciava e gli sussurrava dolci parole per calmare la crisi che stava vivendo. Il ragazzo non rispose, scosse la testa e si strinse più forte contro le proprie ginocchia.

-Cosa volete? Gli stavo ricordando che deve smettere di fare il bambino ed uscire dal suo mondo inesistente. Se è così, è solo perché è viziato.- sibilò il padre.

-Asurei!- lo riprese la moglie. Saru strinse i pugni, portando il suo sguardo dall’adulto al coniglietto.

L’uomo si buttò sul divano senza troppa grazia, come esausto dopo aver tirato tanti schiaffi. Stava esagerando, davvero. Saryuu sentì il bisogno di intervenire.

-Suo figlio non è affatto viziato. Anzi, Asurei, dovrebbe vergognarsi di aver detto qualcosa del genere di suo figlio.- sentenziò in modo deciso, sorprendendo molto l’uomo.

-E poi,- continuò. -Se anche fosse viziato, la colpa sarebbe solo sua, signore, perché lei è suo padre.-.

-Come osi…- iniziò Rune Senior, ma venne interrotto da una flebile voce tremante, quella di suo figlio.

-E’ colpa tua se è successo tutto questo, papà… Se non avessi assunto Saru, e se io non avessi mai conosciuto Yuuichi e Taiyou, tu non avresti fatto nulla e nulla sarebbe successo. Eppure…- Fei si alzò in piedi, sostenuto da sua madre. -Eppure senza amici non potrei vivere, e alla fine anche lui, la spia che avevi assunto, si è pentito e abbiamo fatto amicizia. Per quanto giurassi di odiarlo.-.

Evan quasi si commosse nel sentire quelle parole pronunciate proprio da Fei, quel ragazzo che stava passando talmente tante sventure, eppure non si arrendeva contro suo padre.

-Per questo l’ho licenziato, no? Saryuu non è riuscito a salvarti, è stato inutile fin da subito. Non accetto fallimenti e sbagli, tu sei sbagliato e per questo non potrò mai perdonarti.- spiegò il quarantenne senza troppa attenzione. -E poi, Saru, tu non dovevi nemmeno tornare!-.

Fei si zittì davanti a parole del genere, mentre vedeva l’amico sbattere diverse volte le palpebre, perplesso o forse troppo arrabbiato.

In pochi secondi il ragazzo dai capelli bianchi sentì la rabbia accumulata salirgli al cuore, e scattò verso Asurei afferrandolo per il colletto della camicia, sbattendolo ripetutamente contro lo schienale del divano.

-Se suo figlio è sbagliato, lei cosa pensa di essere?! Assumere qualcuno che spii il proprio unico figlio per non farlo innamorare è per caso una cosa giusta? Me lo dica! Anche se lui amasse un maschio, non cambierebbe niente, lei non potrebbe farci niente! Sarebbe una scelta di Fei, e questa scelta non potrebbe cambiare!- esclamò in preda alla rabbia, mentre vedeva che Asurei restava impassibile anche a quelle parole.

Continuò a sbatterlo contro il divano, fino a quando non ne poté più e lo disse.

-Se vuole sapere una cosa, Asurei… Ha assunto la persona più sbagliata per controllare suo figlio, perché anche a me piacciono i ragazzi! Sono innamorato di un maschio, e non me ne pento! Sono felice di essere gay se posso amare così tanto qualcuno e quel qualcuno mi rende felice solo nel vederlo!-.

Avvicinò il viso di Asurei al suo, affinché potesse vederlo bene, e il suo sguardo viola e deciso abbatté quello ormai spento dell’uomo. Quest’ultimo, dopo aver spalancato gli occhi per la sorpresa, imprecò contro Evan e lo spinse via.

Saru cadde sul pavimento di schiena, sentendo immediatamente l’ematoma mandare violente scosse di dolore in tutto il corpo. Non emise alcun lamento, e nella stanza cadde il silenzio.

Asurei, alzatosi dal divano per dargli quello spintone, ci si risedette; Kinako non riuscì a far altro che boccheggiare perplessa. Fei, invece…

Era improvvisamente felice.

Per tutto il tempo aveva pensato che Saru fosse etero, eppure no, l’aveva ammesso, era omosessuale e gli piaceva qualcuno. Forse… Forse aveva qualche possibilità, in fondo. Lanciò uno sguardo all’amico, ancora sul pavimento, che cercava di alzarsi puntellando i gomiti; allora gli si avvicinò e gli porse la mano, aiutandolo a rimettersi in piedi. Vide un debole sorriso sul volto dell’albino, e sorrise di rimando.

Eppure piangeva.

Erano lacrime di commozione quelle che rigavano il viso di Fei, null’altro. Finalmente tutto si sarebbe risolto, forse. Decise di non badare troppo all’espressione interrogativa nata immediatamente sul viso di Saru, ed ignorò persino sua madre che rimproverava Asurei, ancora rabbioso ma evidentemente arreso.

Semplicemente, uscì dal soggiorno e salì in camera sua, dove finalmente poté piangere in completa libertà.

Chissà per quale strano scherzo divino si ritrovava di nuovo nella sua camera, completamente al buio ma consenziente che il tramonto stava donando luce a tutta la città, steso sul suo letto a riflettere.

Qualcuno aveva bussato alla sua porta, ma nessuno era stato così furbo da non dire chi era. Fino a quel momento, sua madre aveva bussato due volte nel giro di mezz’ora, forse per accertarsi che il ragazzo stesse bene; poi era passato suo padre, e Fei si era rifiutato categoricamente di aprirgli. Aveva chiuso a chiave e non era intenzionato a far entrare nessuno.

Era felice, eppure era triste allo stesso tempo. Sentiva una strana sensazione di gioia se pensava a Saru, perché aveva saputo quel che voleva sapere da parte sua, però… Gli faceva male il cuore se pensava che quell’albino così rompiscatole l’avrebbe abbandonato.

Improvvisamente qualcuno bussò di nuovo alla porta della sua camera, ma questa volta non disse chi era. Con aria leggermente stizzita, Fei si alzò di malavoglia e camminò fino alla porta.

-Chi è? Non ho voglia di parlare…- disse senza troppa intonazione.

-Sono Saru. Mi fai entrare, coniglietto?- la voce armonica dell’albino raggiunse i timpani del ragazzo nella sua dolcezza e gentilezza. Il verde afferrò la chiave e la girò nella serratura, permettendo a Evan di entrare. Senza degnarlo di uno sguardo, forse troppo imbarazzato per farlo, tornò lentamente sul suo letto, poggiando la schiena contro il muro al quale il materasso era affiancato.

Il ragazzo dagli occhi viola lo raggiunse, sedendosi all’angolo del letto senza proferir parola.

-Allora?- iniziò Fei. -Cosa vuoi?-.

Saryuu si voltò verso di lui, notando solo in quel momento i suoi occhi arrossati dal pianto.

-Vedo che hai smesso di piangere, almeno… Sono felice. Ah, non so quanto ti interessi, ma Kinako-san ha convinto suo marito a farmi restare. Immagino che ora mi odierai di nuovo e di più, non è così?- chiese. Nella sua voce era presente una nota di curiosità.

Fei sbatté qualche volta le palpebre, incredulo. Non lo odiava più ormai, ed era semplicemente stupendo il fatto che restasse lì con lui, ma allora che stava dicendo…? Non lo odiava affatto!  Notò subito il sorriso nato sulle labbra dell’amico e capì che lo stava semplicemente prendendo il giro. In un attimo le sue guance si colorarono di un deciso rossore adorabilmente dolce.

-B-Baka!- strillò, e la sua voce risultò tanto acuta da far tappare le orecchie a Saru con le mani. Prese a tirargli qualche colpo sul petto, imbarazzato, facendolo scoppiare a ridere.

-Ehi, ho capito, ho capito… E sta attento, così mi fai male e la schiena peggiora! Sei davvero esilarante, Fei!-. Il ragazzino mise su un amabile finto broncio.

-Ah, sì. Scusa… A proposito, prima… P-Prima hai detto che ti piace un ragazzo.-. Rune Junior si sentiva un emerito idiota ad introdurre quel discorso, ma voleva davvero scoprire tutta la verità, e in fondo non gli importava più di tanto apparire come un pettegolo.

L’espressione di Evan divenne improvvisamente cupa, una vena di malinconia coronava il suo sorriso. -Sì, anche se probabilmente lui non mi ricambia.-.

-Ah, ecco, sì… Posso sapere chi…-

-Chi è?-. Saru arrivò subito al dunque, e Fei annuì imbarazzato, lo sguardo basso rivolto sulle coperte del suo letto.

L’albino sospirò, e proprio nell’istante in cui stava per parlare, Rune lo fermò con un cenno della mano. -No, aspetta. Preferisco non saperlo.-.

Saryuu alzò un sopracciglio, leggermente perplesso. -Come vuoi.-.

Di nuovo silenzio. Quegli interminabili attimi di quiete erano davvero snervanti.

Però io voglio saperlo! Voglio avere delle conferme, almeno una volta. Su, Fei, non aver paura. Chiediglielo!, una vocina immaginaria nella testa del ragazzo, probabilmente la tanto famosa coscienza, lo convinse.

-Anzi, sì. Dimmelo!- esclamò allora, in un momento di ottimismo; peccato che in meno di cinque secondi tutti i suoi buoni propositi svanirono, e si ritrovò a fare cerchietti col dito all’angolo del materasso. Intanto il povero Evan lo osservava sempre più perplesso.

-E va bene. Il ragazzo che mi piace è…- in un attimo Saru saltò sul materasso, afferrò i polsi di Fei e lo poggiò dolcemente contro il muro, tenendolo stretto per le braccia al di sopra delle loro teste, senza dargli tempo di dire o fare qualsiasi cosa. Premette il proprio corpo su quello dell'altro e continuò. -Fei Rune, il mio coniglietto.-.

… Eh? Cosa? Davvero…? Sono… Ricambiato?! Quest’idiota mi ricambia? Saru mi ama? Oddio. Oddio. E ora che faccio…?

Il ragazzo dai capelli verdi divenne rosso come un peperone e sorrise senza volerlo, un sorriso da ebete che non riuscì a contenere.

Allora… Allora tutto questo è servito a qualcosa…

Vedendo il sorriso di Rune, Evan non aspettò un attimo di più, gettandosi immediatamente sulle sue labbra. Quando il verde avvertì il contatto tra i loro visi non riuscì a trattenere un versetto eccitato, forse perché quel bacio così delicato stava andando via via a trasformarsi in qualcosa di profondo, o forse perché aveva vinto la sua battaglia. Decise di dar retta a entrambe le ipotesi e si lasciò completamente andare a quel bacio tanto atteso quanto stupendo. Saru baciava davvero bene, e Fei non era del tutto sicuro di star ricambiando come si doveva, il che lo imbarazzava e non poco.

Quando l’albino lasciò andare i suoi polsi e portò le mani giù sul suo bacino, andando poi ad infilarle nei pantaloni, Rune sentì davvero il bisogno di staccarsi. Gli stava mancando l’aria, e sentiva di star scoppiando. Poggiò le mani sul petto del ragazzo e lo allontanò lentamente, tuffando poi lo sguardo nei suoi brillanti occhi viola. Era quasi sicuro che anche i suoi color acquamarina fossero così lucidi, probabilmente a causa dell’eccitazione, ma non ci pensò troppo.

Fei ansimava e sembrava non riuscire a smettere, e per una volta anche Saru sembrava debole di fronte a qualcosa.

-Non so… Cosa dire…- disse il verde tra un ansimo e l’altro. -Non avrei mai pensato di essere ricambiato!-

-Questo dovrei dirlo io, neh.- precisò l’albino. In fondo pensava che il coniglietto lo odiasse almeno un po’. -Perché non mi hai mai detto nulla? Guarda che a me sei sempre piaciuto.-

-Anche tu, idiota… Ma non potevo dirti qualcosa del genere, ti dovevo odiare e non volevo accettarti…- spiegò Rune Junior, mentre il rossore sul suo viso aumentava sempre più. Non ricevette alcuna risposta, così si girò verso Saru e per poco non si strozzò con la saliva.

Stava… Ridendo…?

-Perché stai ridendo?- chiese leggermente stizzito. Di nuovo nessuna risposta, le risate di Evan aumentavano soltanto. Poi, finalmente, l’albino lo degnò delle sue parole.

-Sei troppo esilarante e carino quando sei imbarazzato, devo trattenermi dal saltarti addosso!- esclamò, facendogli sgranare gli occhi e ricevendo una sonora gomitata allo stomaco da parte del coniglietto, che sbuffò, paonazzo.

 

 

I came in like an ice cream~ (?)  

Oh, beh, sì. Io amo Miley Cyrus. :”D

Buonasera, fandom! Finalmente il capitolo che avete atteso per tutta la fiction, vi è piaciuto? Finalmente quei due hanno pomiciato, ehehehEHEHEHEH--

Sinceramente, non volevo rendere Fei troppo uke. Insomma, so che ho miseramente fallito perché non resisto al concetto di seme fAigo e uke puccipettoso, quindi non so, spero solo che il coniglietto non risulti troppo… Troppo. Avete capito. Insomma, volevo solo renderlo impotente, perché sì, lo è. Non ha alcuna forza davanti al padre, perché è un ragazzino, damn. Spero di non aver esagerato. :’)

Poi, beh… C’è Saru. Lui prima era completamente al servizio di Asurei, ma come avete visto si è ribellato a poco a poco, nel corso della fiction, e poi in un attimo ha sprigionato tutta la sua rabbia.

So di aver un po’ tralasciato la sua povera schiena, ma state tranquilli, ne riparleremo. (?)

Spero di non avervi annoiato con questo capitolo così lungo, ma davvero, era necessario. Se volete lasciarmi una recensione, siete ovviamente i benvenuti. Bene, io vi lascio. Ci si vede al prossimo capitolo, probabilmente l'epilogo, neh! ♥ Ebbene sì, la fiction sta per concludersi, mi mancherà. cuc

Chu!

Kis-chan. c: 

  
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