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Autore: Gretel85    02/02/2014    12 recensioni
Mentre rimpiccioliva e perdeva, almeno nell'aspetto, la sua natura umana, Shampoo ebbe la certezza che in quel momento il suo cuore si fosse fermato. Sotto la pioggia, il suo sguardo felino si inumidì di lacrime. Vedere lui che con pazienza, preoccupazione e rabbia le dava le spalle e, raccolto da terra quell'essere odioso di Akane, l'aveva stretta a sé e portata dentro casa, era stata un'immagine troppo forte per lei. Non si meritava questo.
Abbandonando vestiti e ombrello nel giardino dei Tendo, la piccola gattina rosa saltò oltre il muro e corse via, facendo a se stessa una piccola, grande promessa.
Non sarebbe successo mai più.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Shan-pu, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti! Finalmente siamo giunti al penultimo capitolo. Sono passati quattro mesi dalla pubblicazione del primo...mi sembra un'eternità! E davvero mi dispiace essere quasi giunta alla conclusione. Ancora una volta non posso che ringraziare tutti voi che fin dall'inizio avete letto e in particolare recensito e commentato ogni capitolo, spronandomi ad andare avanti, supportando le mie scelte e dandomi un'incredibile energia positiva. Siete davvero grandiosi e io non vi ringrazierò mai abbastanza. In particolare però, in questo capitolo vorrei ringraziare Spirit99 per la sua meravigliosa fanart che vi propongo qui di seguito e che si riferisce al capitolo precedente, al momento in cui Ranma, innamorato di se stesso, si riflette negli occhi di Akane. Una fantastica sorpresa che mai avrei creduto di meritare. Grazie di cuore. :D

Gretel.

P.S. Chiedo perdono in anticipo per il cronico ritardo e per il fatto di aver trascurato un po' le recensioni negli ultimi giorni. Prometto di recuperare presto!


 

 

 

In nòreni per ìpe,
in noreni coràh;
tiràmine per ìto,
ne dominà.

 

Ne ròmine tirmèno,
ne ròmine to fa,
imàgina pro mèno per imentirà

 

(Vangelis – Conquest of Paradise)

 

 

 

 

 

-Lasciatemi subito andare!- Protestava Ranma, legato insieme agli altri al tronco di un'ampia conifera. Era stato fin troppo facile.

Con Akane svenuta e Ukyo, Ryoga e Mousse ancora ampiamente sotto shock per l'atteggiamento assai ambiguo del loro amico, le amazzoni non avevano avuto alcuna difficoltà e, attaccando singolarmente, avevano bloccato gli ospiti uno ad uno.

Chao era riuscito a scampare alla punizione, tornando immediatamente serio e composto non appena aveva visto Naoko scendere i gradini dell'arena agitando a mo' di lazo una fune.

La piccola Tendo ancora non si era ripresa.

*Akane...* Rifletteva l'eterno disperso. *Maledette! Pagheranno amaramente questo affronto!*

Ma poi si era girato verso la bella cuoca legata accanto a lui ed era rimasto di sasso. Ukyo aveva lo sguardo basso e triste.

-Ukyo, che c'è ora? Ti hanno fatto male?- Chiese con tono sorprendentemente preoccupato.

La diretta interessata alzò lo sguardo e sorrise.

-Io...- Non si aspettava l'interesse del ragazzo. Non per lei, almeno.

-La mia pelle soffre la stretta di queste ignobili funi! Come avete osato?- L'ennesima esternazione d'amore di Ran-chan le diede la forza di far uscire quelle lacrime che già da qualche minuto teneva per sé.

-Io non ce la faccio a vederlo così, Ryoga! Guardalo! Si è persino dato al Kuneismo di ultima generazione! Buahhh!-

Fosse stato libero di muoversi, Ryoga sarebbe caduto a terra per lo sconcerto.

-Pe...pensavo che dopo quanto successo ci avessi messo una pietra sopra!- Ammise tutto di un fiato e fu impossibile non cogliere una nota di disappunto nella sua voce.

-Tu lo hai fatto con Akane?- Replicò la ragazza tornando seria.

-Ecco io...- Parlavano liberamente, tanto Akane non era in grado di sentire e Ranma...beh, lui era troppo preso da se stesso per ascoltarli.

-Oh, non essere ridicolo, Ryoga! Sai che con me non devi fingere. Puoi dire ciò che vuoi, ma non appena la tua bella ha perso i sensi ti sei precipitato da lei e sono certa che non gliela farai passare liscia a Ranma, quando ne avrai la possibilità. Abbiamo capito tutti che fra loro è successo qualcosa di irreparabile...- Disse pronunciando l'ultima parola con il labbro inferiore che tremava visibilmente.

Ryoga chiuse gli occhi infastidito. Non voleva pensarci.

-E allora? Akane è Akane e per me sarà sempre una persona speciale, ma in fondo credo di aver rinunciato a lei molto prima che questo viaggio avesse inizio.- Poi, notando lo sguardo interrogativo della ragazza si sbrigò ad aggiungere. -Beh, non mi farai tanto scemo da non aver capito che ciò che lei desidera più di ogni altra cosa al mondo è lo spiantato accanto a me! Lo ha persino definito ufficialmente il suo fidanzato poco fa!-

-Sì, capisco cosa intendi...- Si rilassò Ukyo, ripensando alla conversazione privata con Akane avvenuta poche ore prima e all'ammissione della piccola Tendo.

-Che poi lui meriti di morire quotidianamente questo è un altro discorso...-

-Ehi! Non parlare così di Ran-chan!- Protestò simpaticamente Ukyo.

-Oh! Mai più rivedrò quegli occhi color cobalto che tanto mi fecero innamorare quella volta in cui...-

-Ma lo senti?? Si sta persino auto-celebrando!-

Del tutto inaspettatamente Ukyo scoppiò a ridere.

-Lo sai, Ryoga? Sei un ragazzo davvero sensibile e generoso.- Istintivamente abbassò lo sguardo e arrossì. -Sarà fortunata la prossima ragazza che conquisterà il tuo cuore...- Era sincera e per il povero Ryoga fu impossibile non assumere in viso una sfumatura vicina al color amarena.

-Gr...gr...grazie...Ukyo...-

-E tu? Come mi consideri?- Si riprese subito la cuoca. -Una povera pazza che ancora non si è arresa all'evidenza come Shampoo o...?-

Anche Ryoga cercò di darsi subito un professionistico contegno.

-Uff...no, credo tu abbia capito da un pezzo, ma che l'affetto che provi per lui non ti permetta di rimanere sempre lucida e di distinguere l'amore vero da una bella amicizia.- Asserì senza problemi.

Ukyo rimase in silenzio, deglutendo tristemente. Non che avesse tutti i torti, ma erano comunque parole amare da digerire. Anche Ryoga si rese conto all'istante di aver esagerato e cercò di rimediare.

-Dai, non ci pensare. Cerchiamo di salvare nuovamente il principe dell'autocompiacimento, la principessa delle ingenuità e sua altezza degli inganni di terza categoria e leviamo le tende da qui che la vedo male!-

Sorridendo, Ukyo annuì. -Va bene. Hai un piano?-

-No.- Ammise l'altro tranquillamente scrollando le spalle.

*E figuriamoci!* Sbuffò fra sé e sé una loro conoscenza che aveva ascoltato per filo e per segno tutto il loro discorso.

 

*Shampoo, perché non mi degni di uno sguardo?* Si chiedeva disperato Mousse dall'altra parte del tronco, mentre fissava da qualche minuto l'albero di fronte. Non poteva sapere che in realtà Shampoo lo stava guardando per davvero. Lo aveva drogato, ingannato, abbandonato, trattato sempre malissimo. Ma lui era lì e non sembrava dare segni di cedimento.

*Mousse, che diamine sei venuto a fare fin qui? Davvero l'hai fatto per me?* Si morse il labbro inferiore. Che domanda stupida. *Sapevo che eri una papera sciocca e cieca, ma non fino a questo punto!*

-Datemi uno specchio! Io devo assolutamente avere uno specchio! Akane, quanto ci metti a riprenderti? Può la mia beltà attendere tanto a lungo? Io non credo! Chi l'avrebbe mai detto...- Declamava il suo ex marito ad alta voce.

*Lanma, è tutta colpa mia se adesso sei ridotto così.* Chiudendo gli occhi, cercò di allontanare l'immagine di lui che cercava disperatamente di consolare e baciarsi le braccia costrette nelle micidiali funi delle amazzoni. Ma del resto, anche fosse stato in condizioni normali, lui non avrebbe avuto occhi che per Akane. E lei lo sapeva bene.

-Naoko, ma...e i bavagli?- Scocciata dal continuo chiacchiericcio dal basso, Mutsumi non si trattenne dal precisare le sue disposizioni.

-Provvedo subito!- Pronta ad intervenire, Naoko schioccò le dita in direzione delle sue amazzoni di fiducia.

-La pagherete amaramente per tut....- Fu l'ultima affermazione di Ranma, prima di trovarsi in bocca un fazzoletto accompagnato dal pugno intero di una guerriera cinese di fronte a lui.

-E vuoi stale un po' zitto, stlanielo? Ti si sente solo a te!-

Ottenuto finalmente il silenzio che da almeno due ore desiderava, Mutsumi sospirò.

*Quel Ranma...* Sorrise tra sé e sé . *Per poco non mandava tutto all'aria .*

-Bene.- Asserì subito dopo di fronte ad una platea ormai silente ed attenta ad ogni suo intervento. -Direi che siamo pronte finalmente per procedere con l'esecuzione della condanna.- E, afferrato un altro frutto di melograno dalle mani di un membro del gran consiglio, prese a dirigersi nuovamente verso Shampoo. Non appena vide il capo villaggio procedere verso di lei, la bella cinesina non riuscì a nascondere un brivido. Ora ne era certa: nessuno sarebbe venuto a salvarla.

Stretto nella sua fune e incapace di proferire parola, Mousse s'irrigidì. Aveva capito cosa stava per succedere e tremava. Insieme a lei.

-Allora Shampoo.- Si rivolse Mutsumi alla ragazza ancora incatenata. -Finalmente possiamo portare questo processo a termine...-

-Un momento!- E stavolta era stata la voce di Wu a interrompere per l'ennesima volta il capo villaggio.

*Ancora?*

-Wu?- Con sua grande sorpresa, Mutsumi alzò lo sguardo verso la connazionale di fronte a lei. Anche Naoko e le altre si scambiarono uno sguardo sconcertato. -Cosa c'è ancora?-

-Le chiedo umilmente perdono, venerabile Mutsumi. Potrei scambiare privatamente due parole con lei prima che la sentenza venga eseguita?- Chiese l'ex amazzone, seria come non mai, dirigendosi automaticamente verso il capo villaggio. Non avrebbe accettato un “no” come risposta.

-Sì....- Rispose l'altra quasi in un soffio. Non se l'aspettava. -Sì, certo, vieni pure.- E come due vecchie compagne di gioco, si appartarono in un angolo dell'arena, lontane da orecchie indiscrete. Cioè praticamente da tutti.

-Non crede di aver esagerato con la sentenza, venerabile Mutsumi?- Chiese Wu senza alcuna remora e arrivando subito al sodo.

-Eh?- Sinceramente stupita l'altra sgranò gli occhi grigio ferro. -Wu, da te non me lo sarei proprio aspettato; in fondo tu sei stata vittima di un simile inganno e io credevo che un provvedimento del genere potesse in qualche modo riscattare anche il torto che ti è stato fatto decenni fa...-

Inarcando il sopracciglio ed arricciando le labbra in un sorriso insoddisfatto, Wu anticipò tutto il suo disappunto. -Venerabile Mutsumi, io la ringrazio per aver tenuto in considerazione l'enorme torto da me subito in giovinezza. Ma non è certo questo che desideravo per quei ragazzi...- E con un dito ossuto indicò Akane e gli altri.

-Ma cara Wu, hai visto anche tu che non sono in grado di rimanere in silenzio per più di un minuto. È inaccettabile! Dovevo prendere dei provvedimenti...-

-E su questo non posso darle torto, ma sono pur sempre dei ragazzi, venuti fin qui per salvare i loro amici...-

-Mmmm, sei molto affezionata a loro, eh?-

-Sì, si vede che sono legati l'un l'altro da una forte amicizia, non meritano tutto questo.- Ammise Wu, più seria che mai.

-Eh....ho notato! Quel Ranma poi...-

-A proposito, che facciamo con lui?- La interruppe prontamente l'ex amazzone. -Di antidoto io non ne ho più. Bisognerà procurarselo, non vorrete lasciarlo così per sempre, Mutsumi!-

Il capo villaggio non riuscì a nascondere un sorriso. -Io ne ho ancora un po'. Ma con lui non ce ne sarà bisogno.-

-Che cosa intendete?-

-Non l'hai ancora capito, Wu? Io sto aspettando un'ammissione di colpa, una supplica da parte di Shampoo. Cosa che non è ancora avvenuta. È proprio cocciuta quella ragazzina. Devo ammetterlo. In ogni caso, non mi aspettavo di certo una reazione del genere da parte di Ranma. E tuttavia il ragazzo deve aver capito il mio obiettivo evidentemente...-

-Ranma?-

-Certo. Quello che ha ingoiato era un comunissimo melograno. Lo stesso che avrei dato alla ragazzina, non fossi stata interrotta.- La tranquillità con cui Mutsumi le rivelò quel particolare ebbe il potere di sorprenderla oltre ogni dire.

-V...V...Volete dire che sta fingendo?- Balbettò Wu incredula, spostando lo sguardo sul ragazzo.

-Già. Ma in fondo è meglio così; ho ancora un po' di tempo per far redimere quella gattina selvatica della mia amazzone!-

-Quindi voi non avete mai avuto intenzione di rinchiuderla nella camera di deprivazione sensoriale per un anno e di drogarla? Non volevate...? Oh!- Alzò le braccia al cielo in segno di resa. -E quel ragazzo sta abilmente recitando da mezzora?-

-Esattamente, Wu.- Annuì compiaciuta Mutsumi, -In effetti devo ringraziare gli antenati se quel ragazzo è abbastanza sveglio da aver capito al volo. Io voglio solo intaccare definitivamente e davanti a tutto il mio popolo l'orgoglio di roccia della piccola Shampoo. È una testa calda quella ragazza, ma deve imparare ad aver paura delle conseguenze causate dalle sue azioni e dalla fiducia spropositata che negli anni ha riposto in quella squinternata della sua bisnonna. Ovviamente poco fa non scherzavo: la sentenza di Cologne e Tamami è valida a tutti gli effetti. Non voglio più vederle qui. Ma Shampoo è solo una ragazzina, vittima anch'essa dell'influenza di Cologne e delle scempiaggini che la vecchia bisnonna le ha messo in testa. Desidero solo che si penta pubblicamente dei suoi errori. Conoscendola, sarebbe la sua più grande sconfitta.-

Wu era piacevolmente incredula e ammirata. -Siete un gran capo villaggio, Mutsumi.-

-Lo so!- Sorrise soddisfatta l'altra alzando le spalle.

-Ma non definirei “scempiaggine” una delle tradizioni più radicate nel tuo stesso popolo, cioè quella di dover sposare l'uomo che ti ha sconfitta...-

-E hai ragione, ma la saggezza sta sempre nel mezzo. Ci sono diverse tipologie di sconfitta al mondo. Un sentimento non ricambiato è una di queste, ma tradizione o meno, a tutto si trova una soluzione. Quel che la ragazza e la sua bisnonna avrebbero dovuto fare tre anni fa, poco dopo essersi accorte che il ragazzo non aveva alcuna intenzione di seguirle in Cina per onorare le nostre tradizioni, sarebbe stato tornare qui e ammettere pubblicamente questa doppia sconfitta. Non ci sarebbe stata alcuna conseguenza. E invece hanno usato le nostre tradizioni come scudo per difendere e celare il loro orgoglio. E questo non si può perdonare.-

-Già...-

-E ora fammi tornare alla mia sentenza. Ne vedremo ancora delle belle, credo.- E facendo l'occhiolino all'ex collega, si allontanò in direzione di Shampoo. La cinesina prese a tremare di nuovo.

* * *

 

-Svegliati, bambina. È ora di riprendere i sensi, su!- Una piccola fiala sotto le narici, Wu decise che era ora di mettere fine alla sceneggiata, per quanto assai credibile, del giovane Saotome.

Pervasa da un dolce e pungente profumo di viole, Akane dovette sbattere le palpebre almeno quattro volte prima di rendersi conto della situazione. Era imbavagliata e legata e Ranma, accanto a lei, continuava a declamare versi d'amore a se stesso nonostante il bavaglio.

*Ranma, che cosa hai combinato?* Si chiese disperata. Ma non appena il fidanzato si accorse del suo risveglio dovette abbassare lo sguardo imbarazzata. Imponendo ad entrambi il silenzio puntando il dito indice lungo il proprio naso, Wu abbassò il bavaglio ai due.

-Akane, temevo non ti svegliassi più! Finalmente posso specchiare la mia figura...!- Prese a sussurrarle lui adorante.

Basta. Era troppo.

-Baka che non sei altro! Come hai potuto fare una sciocchezza del genere? Quindi non vedevi l'ora che mi risvegliassi solo per ammirare la tua figura nei miei occhi, è così?-

Per un secondo, un secondo solo, Ranma la fissò davvero divertito. Poi assentì.

-Oh sì...non vedevo l'ora...- E fu con il suo occhiolino che finalmente la principessa della ingenuità capì. E Sorrise insieme a lui, ricambiando il suo sguardo, perso ed innamorato. E non di se stesso.

 

*Maledizione!* Si ritrovò a pensare Shampoo non appena senti la ruvida buccia del melograno premerle contro le labbra. *Perché? Perché mi hai fatto questo, bisnonna?* Inginocchiata a terra, furtivamente lanciò un'occhiata alla sua sinistra. Obaba la osservava preoccupata e in ansia. La colpa era principalmente sua. Con tanta crudeltà e senza alcun criterio si era comportata nei confronti di lei, dei suoi sentimenti e dei suoi amici/nemici! E tuttavia non riusciva ad avercela troppo con la centenaria parente: mai le era sembrata tanto vecchia e stanca. Deglutì, riportando lo sguardo sul melograno sotto il suo naso. Era giunta la sua ora.

Ranma era ormai perso in se stesso, gli altri non potevano che disprezzarla e Mousse, l'unico a provare un reale interesse nei suoi confronti, era stato trattato così male da lei stessa che davvero non si sarebbe mai aspettata un suo intervento.

-Apri la bocca, Shampoo. Io ti ordino di amare per sempre Ranma Saotome!- Inesorabile, la voce di Mutsumi le impartì il fatidico ordine.

-No...- Reagì. Ma il tono della sua voce era tutt'altro che ostile.

L'ombra del sorriso di Mutsumi si fece, se possibile, ancor più malvagia e sinistra.

-Non lo ripeterò una seconda volta, Shampoo. Apri la bocca!-

-Io...-

-Shampoo!-

-La plego, mi peldoni, venelabile Mutsumi....- Sentì il suo respiro farsi corto. -Io...io...mi...-

Mutsumi attendeva. Con un leggero movimento di polso spinse il fatidico frutto ancora più contro le labbra della giovane.

Shampoo chiuse gli occhi.

-...mi pento di quanto fatto!- E il suo grido si levò di fronte ad un'arena attonita ed incredula.

Ma per quanto fortemente compiaciuta dall'ammissione della ragazza, Mutsumi non aveva alcuna intenzione di cedere.

-È troppo tardi, Shampoo. Addenta questo melograno o sarai gatta per sempre, lo sai. -

*Sono proprio una stupida!* Pensò la ragazza, sentendo gli occhi bruciarle, tanto erano colmi di lacrime e rimpianto. In quello stesso istante un sapore agrodolce investì le sue papille gustative.

-Shampoo! Noooooo!- La forza dell'amore, quello vero, supera qualsiasi barriera. Anche se si tratta di una fune dura come il ferro. Un secondo dopo Mousse, la stupida papera, aveva liberato se stesso e gli altri dalle corde e, fiondandosi come un pazzo in direzione della cinesina, aveva preso a lanciare le sue pesanti catene in ogni direzione, contro le amazzoni che istintivamente si erano messe fra lui e la condannata.

-Fermo, Mousse!- Ma la voce di Ranma non lo raggiunse nemmeno.

Un istante dopo era accanto a lei. *E come ti sbagli?* Sorrise amaramente Shampoo, prima di perdere i sensi. Tra le braccia di lui.

 

 

* * *

 

-Che cosa le avete fatto?- Chiese il giovane cinese, tremando di rabbia e con il fiato corto. Tra le braccia il corpo inerme della donna da sempre amata. Non aveva paura di fronteggiare lo sguardo di Mutsumi, lui.

In breve fu raggiunto da Ranma e gli altri. Davanti a lui, Mutsumi sorrideva e guardava perplessa il piazzale dell'arena. -Mi hai fatto fuori quasi mezzo esercito, lo sai?-

-Wow, Mousse!- Ranma si voltò sorpreso a guardare lo stuolo di giovani guerriere ai loro piedi. -Non sai quante belle donne aspettano che ora tu chieda la loro mano!-

-Vi sembra questo il momento di scherzare? E anche tu Ranma, da te non me lo sarei mai aspettato!- Nonostante il fiatone e la paura, il cinese era davvero infuriato.

-Stai tranquillo, giovane Mousse.- Riprese seria Mutsumi. -Shampoo è solo svenuta di fronte alla paura di un destino ormai segnato. Quello che ha addentato era un comunissimo melograno.- Poi alzò lo sguardo di fronte a sé. -Come quello ingoiato con voracità quasi animale dal vostro amico qui presente.- Ranma sorrise strofinandosi soddisfatto il dito sotto al naso.

-Che cosa??- Allibiti Ukyo e Ryoga fissavano il ragazzo con il codino, mentre sotto i baffi Akane sorrideva, felice per una volta di non essere sempre l'ultima a scoprire le cose.

-Ciò significa che hai recitato tutto il tempo, Ran-chan?-

-Cos'altro avrei dovuto fare, Ukyo? Poco dopo aver addentato il melograno ho capito che quello di Mutsumi voleva essere solo un inganno per spaventare Shampoo e allora sono stato al gioco!-

-Ma non mi dire? Non ti facevo così intelligente, sai?- Lo rimbeccò subito l'eterno disperso.

-Ah sì?- Era un'occasione d'oro. Ranma non poteva lasciarsela sfuggire. -Oh, ma lo sai, Ryoga? Sei un ragazzo davvero sensibile e generoso.- Cinguettò. -Sarà proprio fortunata la prossima ragazza che conquisterà il tuo cuore...- In meno di un secondo Ryoga e Ukyo si tramutarono in pietra.

-Grrrr....maledetto Ranma! Non lo sai che è da maleducati origliare le conversazioni altrui? Prendi un'agendina e stavolta stampatelo bene in mente!-

-Che cosa?-

-Che ti do appuntamento sul retro di casa mia giovedì prossimo alle quattro!

-Ah! Oh Kami! Speriamo almeno che non piova! Altrimenti mi ammalerò di sicuro a furia di attenderti!-

-Non farmi anticipare il nostro appuntamento, bastardo!-

-E dovrei aver paura forse?-

-Quei due non cambieranno proprio mai!- Pur non avendo compreso molto di quanto avvenuto negli ultimi minuti, Akane sospirò rassegnata.

-Già...ahahah!- La seguì a ruota Ukyo, facendo la vaga.

-Quindi...quindi...- Nel frattempo Mousse aveva capito. Prontamente Ranma gli poggiò una mano sulla spalla. -Non è innamorata di me, tranquillo. Almeno non più di prima, eheheh!-

-Sei sempre il solito Casanova pieno di sé, eh Ranma?-

-Aspettate un momento. Non è del tutto esatto.- Li interruppe Mutsumi.

-Che significa?- Chiesero in coro i ragazzi.

-Che anche se non particolarmente forti, Shampoo risente ancora degli effetti del magico melograno addentato durante il matrimonio...- Spiegò Mutsumi serenamente, inginocchiandosi all'altezza della cinesina. -Ma a questo si può sempre porre rimedio, fortunatamente.- E con grande sollievo di tutti, soprattutto di Akane tirò fuori dal nulla un altro incenso anti-melograno, accendendolo direttamente sotto le narici dell'amazzone.

In silenzio tutti osservarono con meraviglia i semplici gesti del capo villaggio. Dopo pochi secondi Shampoo riprese conoscenza.

-Mousse...- E la sua prima parola fu per lui.

-Sh...Shampoo...- Visibilmente emozionato il ragazzo non si trattenne dallo stringerla ancora di più a sé.

-P...per...donami per come ti ho trattato...- Un flebile sussurro tra i lunghi capelli corvini di lui, diede al ragazzo la fugace sensazione di aver conquistato il paradiso.

-Non importa, Shampoo. È tutto passato ormai.- Quella che Mousse stava impartendo a tutti loro era una grande lezione: di certo il ragazzo sapeva come e in quale misura mettere da parte l'orgoglio. Al contrario di qualcun altro. Anche Ranma arrossì, sentendo su di sé lo sguardo di Akane.

-E comunque non è a me che dovresti chiedere scusa, lo sai...- Proferì il cinese a voce più alta.

Shampoo detestava quando lui la rimproverava come una bambina capricciosa. Ma non era di certo quello il momento di fare la difficile o di insultarlo. La sua era una posizione delicatissima.

-Vi chiedo scusa...spelo, spelo potlemo almeno limanele amici...- Disse tutto di un fiato, lo sguardo basso, rivolgendosi ai quattro ragazzi in piedi sopra di lei. Sollevò gli occhi, ma solo per un attimo, catturando lo sguardo di Ukyo e Ryoga. Non ce l'avrebbe mai fatta a guardare in direzione di Ranma e Akane. Eppure fu proprio quest'ultima ad avvicinarsi. Dietro di lei, il fidanzato la guardava scettico, ma fiero.

-Non importa, Shampoo. Alla fine tutto si è risolto ed è giunta l'ora di tornare a casa, non credi?-Odiosa, insulsa e sempre troppo comprensiva. Shampoo non fece in tempo a formulare questo pensiero che i suoi begli occhi color porpora si spalancarono per la sorpresa.

Girandosi piano verso Mutsumi e Wu, la cinesina deglutì.

-Questo significa che...- Ma aveva quasi paura di dirlo.

-Significa che sei libera di andare, ragazza. Noi non tratteniamo nessuno contro la sua volontà...- Lo sguardo di Mutsumi si fece improvvisamente duro, una freccia in pieno petto avrebbe fatto meno male alla ragazza. E tuttavia quella conferma le allargò il cuore. -La condanna per la tua bisnonna e la sua amica sono ovviamente valide.- Proseguì seria il capo villaggio. -Ma se lo desideri puoi tornare a gestire il tuo locale in Giappone.-

Portandosi le mani istintivamente davanti agli occhi, Shampoo non riuscì a trattenere un singhiozzo liberatorio.

-...e tuttavia, ad una condizione.- Riprese Mutsumi pochi secondi dopo.

-Quale?- Chiesero Shampoo e Mousse all'unisono.

-Non hai più nessuna tradizione da rispettare per quanto mi riguarda. Quindi non azzardarti a fare ulteriori danni, perché la prossima volta potrei non essere altrettanto indulgente.- Concluse con un tono che non ammetteva repliche.

Incapace di proferire verbo, Shampoo si limitò ad annuire. Ubbidire le sarebbe costato da morire. Melograno o meno, il suo sentimento per Ranma non era frutto di un inganno o di una tradizione da rispettare. D'ora in avanti avrebbe dovuto lottare ad armi pari per conquistare l'uomo amato. Come una donna normale. Oppure...oppure avrebbe dovuto iniziare a spostare il proprio interesse altrove, constatò abbassando lo sguardo sulle braccia di Mousse, ancora strette intorno a lei. Sospirò, mentre qualcuno la liberava della pesante catena che da troppe ore ormai le piegava la pelle del collo e dei polsi. Quasi avesse letto nei suoi ultimi pensieri, Mutsumi si rialzò stancamente in piedi e riprese a parlare.

-Anzi, fossi in te, figliola, inizierei a guardarmi meglio intorno. Di certo da qualche parte c'è qualcuno che sarebbe disposto a fare di tutto per te, qualcuno assai più meritevole delle tue attenzioni...- Per sua fortuna, Mousse non ebbe nemmeno il tempo di arrossire.

-Non mi risulta difficile crederlo!- La frecciatina di Ryoga non si fece attendere.

-Ehi, non ti permettere, maiale!- La replica di Ranma nemmeno.

-Uh! Quanto gli scoccia non essere sempre il primo in tutto!- Alzò gli occhi al cielo Akane. Non aveva nessuna intenzione di arrabbiarsi.

-In ogni caso desidero che il comportamento di Shampoo venga costantemente controllato, almeno per un anno.- Riprese Mutsumi e tutti smisero immediatamente di fiatare.

-Intendete...spiarmi?- Chiese leggermente risentita la ragazza. Come potevano non fidarsi di lei?

-Io direi “sorvegliarti”, piuttosto. E no, tutto sarà fatto alla luce del sole, mia cara.- Scambiandosi uno cenno d'intesa con Wu, Mutsumi sorrise.

-E come sorvegliante speciale...- Dolcemente Wu si avvicinò alle spalle di un ignaro ragazzino. -Abbiamo pensato a te, Chao.-

-A me?- Gli occhi del dodicenne si spalancarono per la sorpresa e un enorme sorriso si dipinse sul suo volto.

-E a chi altrimenti?- Sorrise Wu. -Ranma è indubbiamente un maestro molto in gamba e credo che tu abbia ancora molto da imparare da lui. Sarà istruttivo e in più avrai modo di controllare la situazione da vicino. Allora, cosa ne pensi?-

Domanda inutile. Emozionato come un bambino la notte di Natale, Chao aveva preso a saltellare a destra e a sinistra, cercando con lo sguardo la sua famiglia fra il pubblico.

-Posso, mamma? Posso?-

-Ovviamente se per voi va bene...- Si rivolse poi Wu a Ranma e Akane.

-Non potremmo esserne più felici.- Sorrise la piccola Tendo, certa di poter parlare anche a nome del suo fidanzato. E aveva ragione. Ranma era emozionato.

Chao sarebbe stato a tutti gli effetti il suo primo allievo. Il primo di una lunga serie, sperò il ragazzo in cuor suo. Ora sì che non vedeva l'ora di tornare a casa.

-Molto bene. Allora è deciso.- Dichiarò ad alta voce il capo villaggio. -Bada di comportarti onestamente, Shampoo, altrimenti stai pur certa che verrò a saperlo immediatamente. La seduta è tolta.-

 

E con queste parole giunse finalmente a termine il processo più assurdo della storia del villaggio delle amazzoni cinesi.

 

* * *

 

Quando poche ore dopo guardarono le porte del villaggio amazzone chiudersi definitivamente dietro le loro spalle, nessuno di loro riusciva a crederci.

Era finita.

*Casa...* Pensò Ranma, guardando la lunga strada davanti a sé. Finalmente tutto era risolto. Beh, insomma, quasi tutto. Con Obaba non aveva avuto ancora modo di parlare e, non che ne avesse voglia ben intesi, ma lasciare un discorso in sospeso con la vecchia mummia non era mai saggio.

Si ripromise che, alla prima sosta per la notte, avrebbe messo in chiaro le cose anche con lei.

Sospirò.

Congedarsi non era stato facile. Soprattutto dalla buona e simpatica Wu che tanto aveva fatto per loro. Anche il capo villaggio si era trovata in difficoltà con lei.

 

-Sei certa di non voler rimanere a vivere qui con noi, Wu? Sei sempre un'amazzone e appartieni a questo villaggio lo sai...-

-Una volta forse, ma la mia casa non è più qui da tanto, troppo tempo ormai. Però vi sono estremamente riconoscente Mutsumi, è un bellissimo gesto il vostro e lo apprezzo davvero molto, credetemi.- Aveva sorriso poi l'ex amazzone, sentendo un peso che per lunghi anni aveva portato con sé, scivolarle via dal cuore.

-Promettimi almeno che qualche volta ci verrai a trovare, cara Wu. Ricorda, sarai sempre la benvenuta qui.-

-Non mancherò.- Aveva promesso con sincerità, prima di voltarsi emozionata verso colei che più di tutti era riuscita a farla uscire dal suo guscio di solitudine ed amarezza. Colei che con la sua storia, così simile alla sua, era riuscita a risvegliarle quell'insaziabile desiderio di giustizia che tanto l'aveva animata da giovane. Colei che era riuscita a farsi amare come una figlia, la figlia che non aveva mai avuto.

-Abbi cura di te, bambina...- Le aveva detto, accarezzandole dolcemente il mento già umido di lacrime.

-Io ti devo tutto, Wu...- Si era inginocchiata Akane, abbracciando l'anziana amazzone di fronte a tutti.

-Non è vero e lo sai, avessi avuto la metà della tua testardaggine e della tua forza di volontà, la mia vita sarebbe stata diversa. Ero certa del contrario fino a qualche giorno fa, ma tu mi hai fatto ricredere...-

-Non è mai troppo tardi, Wu.- Le aveva sussurrato Akane.

-Si che lo è.-

*No, che non lo è.* Testarda fino alla fine, la ragazza aveva sorriso.

-E ora vai, o partirete con il buio. E mi raccomando, scrivimi di tanto in tanto.-

*Non c'è nemmeno bisogno di chiederlo.* Annuendo, Akane si era congedata con un piccolo inchino.

-E tu...- Aveva detto poi Wu, rivolgendosi affettuosamente a Ranma. Ma non aveva aggiunto altro, se non uno di quegli sguardi che storicamente significano una ed una cosa sola: vedi di meritartelo.

Con un lieve cenno del capo, il ragazzo aveva sorriso.

 

Riflettendo su quanto era capitato loro nelle ultime due settimane, Ranma non si era nemmeno accorto che erano passate già due ore da quando avevano lasciato il villaggio. Una calda luce arancione illuminava il volto della fidanzata accanto a lui. Silenziosa, Akane sembrava persa in un ragionamento tutto suo.

Lentamente e lungo il sentiero, camminavano in direzione di uno dei tramonti più belli di sempre.

Dietro di loro, Ryoga e Ukyo, appena eletti “coppia preferita” da parte di Chao, cercavano di zittire il ragazzino che incessantemente poneva loro domande sulla cultura giapponese e sulla vita a Nerima.

Ad un tratto il dodicenne fece un errore. Fatale. -Ma sapete che insieme siete proprio una bella coppia? Perché non siete fidanzati?- Chiese con disarmante semplicità. Due secondi dopo vinse in cambio la prima spatolata in testa della sua vita.

Chiudevano quello strano corteo quattro cinesi. Di tanto in tanto Obaba picchiava col suo bastone la testa di Tamami, intimandole di scegliere un'altra strada e dichiarando conclusa per sempre la loro centennale amicizia.

-Il mondo è tanto grande, maledetta traditrice! Proprio dietro di noi devi venire?-

-Ma io non so dove andare!- Piagnucolava l'altra.

Shampoo, camminava assorta nei suoi pensieri. Non lo avrebbe mai ammesso con nessuno, ma il sentimento che la dominava in quel momento era la vergogna. Pura e semplice. Per un bel pezzo non avrebbe avuto il coraggio di rivolgere la parola a nessuno.

E Mousse lo sapeva. Per questo camminava accanto a lei in silenzio. Non l'avrebbe mai lasciata sola.

 

-A cosa stai pensando?- Vinto dalla curiosità, si era rivolto alla ragazza.

-Vuoi proprio saperlo?- Divertita Akane accennò ad un sorriso.

-Beh...sì...-

-Sto pensando che ho lasciato i miei fantastici jeans e la mia felpa gialla nella capanna di Wu e che ormai è troppo tardi per andarli a recuperare! Uff....quella felpa era la mia preferita!- Sospirò seria, lasciando di sasso il fidanzato.

*Ah beh...quel che si definisce un completo da sexy maschiaccio! Una gran perdita davvero!* Sorrise divertito Ranma, fiero di essere riuscito ancora una volta a trattenere il suo pensiero dal farsi parola.

Era davvero unica la sua Akane. Lei era l'anima di tutto quel gruppo di matti e nemmeno se ne accorgeva. Senza di lei, nessuna amicizia, nessuna rivalità, nulla avrebbe avuto senso. E in tutto ciò, era lui ad aver avuto la fortuna di conquistare il suo cuore. Si fece coraggio e timidamente allungò la mano, afferrando delicatamente quella di lei. Portandosela dietro la schiena la costrinse a cingergli la vita, prima di fare altrettanto con la sua. Camminavano abbracciati.

-Te ne comprerò una nuova.- Sussurrò tra i suoi capelli.

-Ranma...-

E per una volta nessuno ebbe il coraggio di attaccarli.

 

 

A volte succede qualcosa di dolce e fatale
come svegliarsi e trovare la neve
o come quel giorno che lei mi sorrise
ma senza voltarsi e fuggire
vederla venirmi vicino fu quasi morire
trovare per caso il destino
e non sapere che dire
ma invece fu lei a parlare
"mi piace guardare la faccia nascosta del sole
vedere che in fondo si muove
dormire distesa su un letto di viole" mi disse
e a te cosa piace?

"mi piace sentire la forza di un'ala che si apre
volare lontano
sentirmi rapace, capace di dirti ti amo
aspettiamola insieme l'estate."

(Daniele Silvestri - L'autostrada.)

 

 

 

* * *

  
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