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Autore: oned_falleninlove    02/02/2014    2 recensioni
"La paura di amare, la sofferenza causata da un passato oscuro, il dolore che verrà pian piano colmato dall'amore. Una ragazza che stenta a dare la sua fiducia ad un ragazzo che desidera solo renderla felice. Una storia d'amore travagliata, con problemi causati dalla lontananza tra i 2.
amicizie che sosterranno sempre la nostra protagonista e che l'aiuteranno a superare i numerosi ostascoli che la vita le presenterà."
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9     Nightmare
 
 
Mi ero appena svegliata, o meglio mi stavo svegliando da un incubo…
‘ ero felice, ero felice assieme a Louis, avevamo una casa tutta nostra, una vita tutta nostra.
“ ciao amore, io esco” amavo quando mi diceva quelle parole, era dolce e i suoi occhi erano sempre più belli. Aveva chiuso da poco la porta di casa, avevo una strana sensazione come se stesse per accadere qualcosa di brutto, di terribilmente brutto, qualcosa che mi avesse ferito. Mi avvicinai a passo felpato alla porta di legno massiccio, mi tremavano le mani, sentivo come se una sensazione di pericolo mi invadesse il corpo e la mente, avevo paura. Che sarà mai Julia, era ciò che continuavo a ripetermi da un minuto e mezzo ormai. Ero decisa ad aprirla, adesso.
Girai la chiave nella toppa e aprii senza sforzo la porta…
Eccolo, era lì abbracciato ad una ragazza, una bionda alta con una minigonna di jeans, una ragazza che non aveva perso tempo ad infilargli la lingua in bocca. M sentii pervadere dal dolore e dalla rabbia.
La abbracciava
Sangue caldo mi scendeva dalle braccia di un colorito ormai pallido
Ecco, si gira, mi guarda e mi sorride beffardo, non gli importa nulla
Una fitta al petto e la maglietta bianca si fa a chiazze rosso-amaranto, ancora sangue
Mia madre: “ sei una delusione per me, sei riuscita a farti male di nuovo”
Ancora sangue, che colava dal ginocchio destro fino alla caviglia, ancora dolore
Mio fratello: “ che sorella stupida, ti avevo avvertito, mi fai pena”
Un’ altra fitta, alla tempia, mi tocco poco sopra l’orecchio, di nuovo sangue, ma più scuro.
Ancora Will: “ perché sei sorpresa da tutto questo sangue? È ciò che devi pagare per essere stata così stupida e bugiarda, mi avevi promesso che non avresti più sofferto , stupida sorella che mi è capitata, ecco quello che ti meriti”
Il cielo si faceva sempre più scuro e gli occhi di Louis tendevano al rosso, mia madre era schifata, mio fratello arrabbiato e la bionda fiera della situazione.
Will: “ beh, sai sorellina, nonostante tutto questo ti voglio fare un favore, ti voglio venire in contro, non facendoti soffrire più. Di e tue ultime parole…” 
… terrore.. ‘
“… LOUIS ” merda, lo avevo gridato, veramente. Mi alzai di scatto dal torace di Louis, spostando Liam. Tutti mi guardavano, li avevo svegliati e adesso mi sentivo come sotto processo , colpevole, osservata.
Avevo bisogno di stare sola, afferrai la mia canottiera, e cominciai a correre, a correre senza una meta. Correvo solo per allontanarmi da loro, da lui, dall’incubo.
Mi avrebbero rincorso se solo non li avessi lasciati così senza parole, senza spiegazioni, solo con un urlo terrorizzato.
Correvo e respiravo, respiravo e correvo. Avevo perso il senso dell’ orientamento ormai. Non avevo la forza di fare niente. Gli occhi stavano cominciando a riempirsi di lacrime, che mi offuscavano la vista. Quando vidi gli alberi farsi più fitti capii che finalmente ero lontana. Mi fermai e sfogai il mio pianto.
Un pianto che non aveva senso, perché piangevo. Tiravo su col naso, e non appena credevo di essermi calmata e ripresa ecco che ricominciavano le lacrime.
Ebbi la buona idea di non muovermi da dov’ero, ero già abbastanza lontana, forse pure troppo. Appoggiai la testa all’ ombra di quell’ albero imponente che in quel momento mi faceva da riparo.
Stupidi pensieri brutti, stupida sofferenza, stupida me, stupido mondo…
Mi appisolai, con le guance che sembravano ardere ogni qual volta una lacrima le rigava. Era destino che oggi non potessi dormire in santa pace, sentii dei passi scricchiolare sulle foglie che erano cadute sul prato. Aprii gli occhi, non c’era tanto luce come prima, e se gli scout mi avevano insegnato qualcosa di buono era capire che ore fossero. Le 5:00 pm. non è possibile, ho dormito per due ore. Iniziai ad agitarmi quando il rumore si fece sempre più vicino, che fosse un animale, ho un uomo che mi voleva uccidere. Avevo troppa fantasia, probabilmente era solo uno stupido animale. Mi alzai dal mio giaciglio e mi strinsi nella canotta. Passo dopo passo cominciai ad avviarmi verso il prato, dove gli alberi si diradavano.
“ eccoti, finalmente ti ho trovato”
“ che ci fai tu qui, perché sei venuto a cercarmi, lasciami sola”  odio quei momenti, come questo in cui la rabbia si trasforma in pianto. Perché era venuto a cercarmi, perché mi doveva per forza complicare l’ esistenza.
“ vai via louis non ti voglio vedere”  eccole , le lacrime. Non volevo che le vedesse, erano una debolezza , ma ormai era troppo tardi.
“ perché fai così? Perché dopo ieri non ti posso stare vicino, pensavo che provassi qualcosa, anzi ne sono certo , io lo so” si avvicinava convinto delle sue parole, una certezza che rompeva le mie barriere. Il suo sorriso mi rendeva diversa, ma lo stesso insicura.
“ non ti avvicinare “ non potevo averlo vicino, mi avrebbe letto ciò che avevo dentro, e io non volevo. “ ieri è stato un momento di debolezza, adesso lasciami sola” non ascoltava, continuava passo dopo passo a farsi sempre più vicino.
Il mio istinto mi diceva di voltarmi e scappare –di nuovo-, per una delle poche volte in vita mia lo feci, gli diedi ascolto. Ma avevo persino gli dei contro oggi, in una delle tante volte che mi voltavo a guardare dove fosse , un sasso fece vacillare il mio precario equilibrio, ero a terra, ginocchio destro, sangue che scolava lungo il polpaccio fino alla caviglia, il mio incubo.
Louis che fino ad ora non aveva mosso più di qualche passo gridando il mio nome cominciò a correre con un espressione preoccupata che anche io pre qualche secondo riuscii a vedere. Un paio di secondi, poi il mio cervello andò come in blackout, tutto si fermo. Sentivo la voce di Louis lontana e confusa, avevo lo sguardo perso nel vuoto, non riuscivo a distinguere le figure lontane come gli alberi verdi che tracciavano il confine del prato.
Mi sentivo persa e confusa, due braccia forti mi sollevarono da terra, ero certa che fosse Louis, perché potevo sentire la sua voce, m la sua immagine era confusa, non vedevo il colore dei suoi occhi.
Terrore. Vuoto. Paura.
Appoggiai la il viso contro il suo petto, sentivo il battito accelerato del suo cuore, mi strinsi alla sua maglia in cerca di protezione, mi strinse più a se e mi sussurrò qualcosa di dolce che purtroppo il terrore che provavo non mi permise di sentire.
Dopo un paio di minuti sentii un odore leggermente familiare e lo scroscio dell’ acqua ai piedi di Lou.
Sentii dell’ acqua fredda e la sua mano calda posarsi sul mio ginocchio e accarezzare la gamba per levare via il sangue. Era come se mi stesse riportando nel mondo reale.
Le lacrime ripresero a scendere copiose sul mio viso, e lo abbracciai, lo abbracciai più forte che potevo, volevo sentire il suo calore, il suo cuore, quel meraviglioso suono della sua voce che riusciva sempre a tranquillizzarmi. Lo sentii rimanere perplesso, da quell’ abbraccio improvviso, il suo profumo mi mandava in estasi.
“ non fare mai più cose del genere, mi sono preoccupato non rispondevi, eri assente, tu… perché ? “ aveva la voce triste come se stesse per piangere.
NO.
Quegli occhi meravigliosi, non potevo permettere che si colmassero di lacrime.
Come potevo farlo piangere, vidi una lacrima solcare le gote di quell’ angelo, mi sentivo morire, lui era il mio angelo, era il mio tutto, soffriva lui e soffrivo pure io .
Sciolsi l’abbraccio e abbassai lo sguardo, come potevo…
Due dita mi alzarono il viso delicatamente, costringendomi a guardarlo negli occhi. Eravamo vicinissimi.
Sembrava la prima volta che lo guardavo, i suoi occhi, il suo sorriso adesso spento, le sue labbra, lui. Tutto mi attirava n modo magnetico.
“ perché hai gridato il mio nome? “
Era ovvio che volesse spiegazioni, avevo gridato il suo nome spezzando la quiete momentanea ed ero scappata senza dire niente. Contro voglia dovetti rievocare nuovamente quell’ incubo.
“ vedi, io ho fatto un incubo…. C’eravmo io e te , all’ inizio eravamo felci…. ma poi tu mi tradivi con una ragazza bionda, e poi comparivano mio fratello e mia madre che erano delusi e… will mi diceva di dire le mie ultime parole”  tra un singhiozzo e l’altro ero riuscita a dirgli tutto, in breve, ma almeno adesso aveva una spiegazione. Non aveva mosso neanche un muscolo, era impassibile.
“ adesso… io devo andare”
Mi alzai raccattando un poco delle mie forze ma la sua mano ancora stretta al mio avambraccio mi bloccò. Si era alzato, adesso mi guardava, aveva cambiato espressione, ma non capivo cosa volesse ancora da me
“ perché fai così ? noi… “
“ no Louis, non esiste nessun Noi, è semplice , noi non…”
Con uno strattone, mi fece avvicinare pericolosamente al suo viso. Mille brividi mi percorsero la schiena, la testa incominciava a girarmi ogni qualvolta lui si abbassava verso le mie labbra facendo sfiorare i nostri nasi.
“ non ancora piccola… non ancora “
Sembrava quasi una promessa, una promessa che andava sigillata.
Le sue mani dalle mie braccia scivolarono verso i fianchi ricoperti dalla canottiera, non facevo altro che scrutare quegli occhi che avrebbero fatto invidia al più bello degli oceani. Si avvicinava piano, rendendo l’attesa estenuante.
Mi alzai sulle punte per far combaciare le mie labbra con le sue perfettamente rosa.
Avevano ancora lo stesso sapore di ieri, un sapore atteso, per tutto il giorno e la notte. Cioccolato e menta, di questo sapevano le sue labbra.
In quel momento il sole tramontò lasciando posto alla luna e alle stelle.
“ perché ?”
“ perché questa è la NOSTRA storia, e comincia adesso”
Lo attirai nuovamente a me afferrando la maglia che fasciava meravigliosamente quel torace, caldo, dove posai la mia mano, beandomi nuovamente di quel contatto celestiale con le sue labbra, con lui.
…. NOI ….
 
 
WRITER ZONE
 
Salve gente, ho pubblicato prima del solito e mi stupisco un po’, ringrazio tutti quelli che recensiscono e anche quelli che pensano che questa storia sia un completo disastro.
Ci tenevo particolarmente a postare questo capitolo, un bacio a carla, una delle mie due migliori amiche che mi ha dato l’ispirazione giusta per scrivere…
Grazie, davvero. Un bacione a tutti quelli che continuano a seguire la mia FF

Alla prossima G.
  
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