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Autore: Dragasi    03/02/2014    2 recensioni
Grinlond è la guardia del corpo e migliore amico del principe Thorin prima che la disgrazia cada sul regno di Erebor, ma nemmeno la venuta del drago Smaug riuscirà a scalfire la fedeltà per il suo signore.
Causa smarrimento appunti l'aggiornamento della storia è rimandato a data da definirsi
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Balin, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Dwarves' Songs

 
2. Ordini


Ero seduto su uno dei letti nella sala dei guaritori. Un nano rubicondo e allegro stava preparando una strana mistura gialla all’interno di un piccolo mortaio. Io lo guardavo dubbioso mentre infilava sempre più roba dentro quell’impasto.
– Abbi fiducia! – disse a un certo punto con voce roca – Ti guarisco in un attimo! È solo una freccia in una spalla, ho visto molto di peggio –
Si girò di scatto verso di me tenendo una pinza in mano. Sbiancai di colpo non riuscendo a distogliere lo sguardo da quell’oggetto infernale.
Il guaritore si avvicinò e io mi ritrassi scrollando la testa:– Nononono, preferisco tenermi la freccia, grazie! –
– Non fare il bambino, sei sempre un soldato di Erebor! – mi rispose divertito il mio macellaio.
– Un soldato che preferisce tenersi una freccia piantata in una spalla! – esclamai saltando giù dal letto e abbassandomi per passare sotto il braccio alzato del guaritore.
– Ecco perché non sono d’accordo con l’arruolamento a partire dai sedici anni, siete dei fifoni voi ragazzini! – borbottò il nano.
Io inchiodai di colpo alla parola fifoni e mi voltai.
– Io non sono un fifone! – esclamai leggermente ferito nell’orgoglio.
– Assolutamente no – rispose sorridendo il medico, avvicinandosi fin troppo.
Abbassai lo sguardo sulla mia ferita e vidi le pinze di quel diavolo di nano che stringevano il pezzo di legno che ancora mi spuntava dalla spalla. Il maledetto mi aveva fregato.
Non mi diede il tempo di ribattere e diede uno strappo secco con il braccio.
Strinsi i denti per il dolore e cercai di non urlare, anche se mi uscirono dalla bocca tutte le maledizioni contro gli orchi che il mio popolo aveva tramandato di generazione in generazione.
– Adesso vieni qui. Ti metto questa medicina, ti bendo e domani torni a cambiare la fasciatura –
Pallido mi avvicinai a quel pazzo che, dopo avermi messo quella pappetta gialla che aveva preparato nel mortaio sulla ferita, mi bendò e mi appese il braccio al collo.
– Non muovere il braccio e lascialo lì appeso, altrimenti rischi di far peggiorare la ferita. Adesso puoi andare –
Mi rimisi la mia casacca di cotone blu e riappesi il braccio al collo.
– Allora ci vediamo domani! – mi urlò dietro il guaritore mentre uscivo dalla sala.
– Tranquillo, sottospecie di macellaio! – gli gridai io di rimando prima di allontanarmi troppo dalla sala.
 
Finalmente arrivai davanti alla porta di casa mia, una casa nanica come molte altre: scavata all’interno della parete della montagna e con la porta in legno massiccio.
Entrai e dissi:– Sono a casa! Padre, madre dove siete? –
Andai nella piccola sala da pranzo e lì trovai i miei genitori. Mio padre aveva un’espressione orgogliosa, mentre mia madre era l’incarnazione della preoccupazione.
– Che succede? – chiesi, prima di accorgermi del Capitano accomodato nella poltrona vicino al camino che solitamente era occupata da mio padre.
Scattai sull’attenti e, facendo un inchino, dissi:– Capitano. Cosa vi porta qui? –
– Buone notizie per te, figliolo. Tra l’altro come va la tua spalla? –
– Il guaritore era un macellaio, ma per adesso direi bene. Quali sono le buone notizie? –
Ma prima che il Capitano potesse iniziare a parlare mia madre mi abbracciò e disse:– Come stai piccolo? –
– Sto benissimo madre, davvero. Stai tranquilla –
– Dai cara, vieni qui e lascia parlare il Capitano – le disse mio padre e lei annuì.
Il Capitano si alzò dalla poltrona e assunse un’espressione particolarmente seria. Pensai “Alla faccia delle buone notizie…” e guardai il mio Capitano negli occhi.
– Grinlond non fai più parte della Guardia Reale –
Non lo lasciai finire ed esclamai sconvolto:– Perché Capitano? Solo stamattina mi avete detto che vi fidate di me! Cosa ho fatto? –
Il Capitano sorrise e rispose:– Non hai fatto niente di male Grinlond, anzi! Hai avuto una promozione richiesta dal Re Thrór in persona. Non sei più sotto il mio comando, da adesso servirai solo il principe Thorin. Sarai la sua guardia personale –
Mio padre mi posò una mano sulla spalla sana e disse:– Sono fiero di te, figlio mio –
Rimasi a bocca aperta incredulo. Una promozione richiesta dal Re in persona e per diventare la guardia del corpo del principe! Non riuscivo a crederci, era sicuramente uno scherzo. Un nano della mia età non poteva avere un ruolo così importante: proteggere l’erede al trono era come proteggere il futuro di Erebor.
Non poteva essere vero, e non sapevo nemmeno se essere felice o triste, in fondo non ero sicuro che il principe mi stesse poi così simpatico.
Mi ero arruolato appena avevo compiuto i sedici anni e dopo un test attitudinale mi avevano assegnato alla Guardia Reale e adesso, a poco più di un anno di distanza, venivo assegnato a un incarico ancora più prestigioso a soli diciassette anni.
Incredulo chiesi:– Capitano state scherzando, vero? – io volevo rimanere nella Guardia, il mio sogno era sempre stato quello di proteggere il Re e nella guardia ne avevo la possibilità.
Il Capitano mi guardò negli occhi e disse:– Non scherzo, figliolo, non scherzo mai. Lo so che tu vuoi proteggere il Re, ma il Re stesso vuole che tu protegga suo nipote. Sarai la guardia del futuro Re, questi sono gli ordini –
Annuii leggermente triste, ma anche fiero del mio nuovo incarico:– Certo Capitano. Da quando dovrò prestare servizio sotto il principe Thorin? –
– Appena sarai completamente guarito – rispose lui, poi si voltò verso mio padre e disse:– Grazie mille dell’ospitalità Gráim. Tuo figlio ha preso tutta la tua abilità nel combattimento. Manchi alla Guardia, vecchio mio –
– Grazie, Capitano. Anche a me manca la Guardia, ma la mia gamba non me lo permette, e il lavoro di giocattolaio non è male – rispose mio padre battendosi una mano sulla gamba ferita.
 
Quando ero ancora un nano di due o tre anni mio padre faceva parte della Guardia Reale. In quell’anno c’erano stati parecchi problemi con alcuni gruppi di orchi a Nord e vari contingenti erano stati inviati per risolvere il problema, ognuno di questi contingenti aveva a capo due o tre membri della Guardia Reale, i più forti guerrieri del regno di Erebor. Mio padre si trovava alla guida di un gruppo di una cinquantina di nani insieme a suo fratello. Stavano attraversando una gola che li avrebbe portati ad una mezza giornata di cammino dal rifugio degli orchi. Le cose però andarono storte e finirono in un’imboscata degli orchi. Il combattimento in quella gola fu arduo, mio padre non mi raccontò mai i particolari, e metà del contingente capitanato da mio padre e da mio zio morì. Mio zio cadde in quella gola e mio padre si ritrovò con una gamba rigida come un pezzo di legno a causa di una grave ferita al ginocchio. Solo mio padre e altri venticinque nani tornarono a Erebor dopo aver vendicato il loro compagni. Quando mio padre si fu ripreso dalla ferita non potendo più combattere iniziò a fare il giocattolaio, la vicinanza con Dale rendeva quel lavoro molto redditizio e riusciva a mantenere mia madre e me con un ottimo tenore di vita. Furono le sue storie a convincermi ad arruolarmi al compimento dei sedici anni, quello che sono diventato lo devo a mio padre.
 
Il Capitano ci ringraziò ancora per l’ospitalità e uscì da casa nostra. Appena la porta si fu richiusa mio padre esclamò colmo di gioia:– Mio figlio guardia personale del principe Thorin! Dobbiamo festeggiare! – e detto questo si diresse verso la dispensa per prendere un botticino di idromele.
 
Passò un mese prima che la mia spalla guarisse del tutto e un mattino poco dopo l’alba mi presentai davanti alle stanze del principe Thorin.
Bussai e la voce del principe mi rispose:– Avanti –
Aprii la porta con reverenza e appena mi ritrovai all’interno mi inchinai davanti a Thorin. Richiusi la porta e dissi:– Mio signore mi spiace aver impiegato così tanto tempo prima di presentarmi da voi, ma… –
Il principe mi interruppe e disse:– Non preoccuparti, eri ferito e dovevi riprenderti. Adesso però ho al mio servizio Grinlond dalle Due Asce, non è così che ti chiamano i tuoi compagni della Guardia? –
Sorrisi a sentire quel nomignolo che mi aveva affibbiato un altro giovane nano della Guardia e risposi:– Sì, a volte mi chiamano così –
Thorin sorrise e poi avanzò tenendo le mani dietro la schiena:– Allora Grinlond dalle Due Asce vuoi seguirmi fuori? Ho alcuni incarichi da svolgere per conto di mio nonno –
– Ai vostri ordini, mio signore – risposi facendo un altro inchino.
– Allora il primo è andare a fare una colazione come si deve – disse lui uscendo dalla porta.
Lo seguii a ruota ridacchiando. Forse non sarebbe stato così male essere la sua guardia del corpo.



Angolino di Dragasi
Ciao a tutti ed eccomi qua. Grazie per essere arrivati fin qui senza condannarmi a morte.
Volevo ringraziare Fire Gloove, LadyDenebola, ewan91 per le recensioni che mi hanno lasciato. Spero che il capitolo sia piaciuto e qui vi lascio (anche perché non so più cosa scrivere). A lunedì 10 febbraio!



 
   
 
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