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Autore: finnicksahero    03/02/2014    3 recensioni
Mi sono sempre chiesta come si sono conosciuti Finnick e Annie, e durante l'ora di Chimica è nata questa storia. Dal testo:
-Piacere Finnick- dico porgendogli una mano, lei si volta verso di me ancora con il broncio sulle labbra e tende una mano -Annie Cresta-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm in love with you ...'
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Capitolo venti.

Mi ritrovo a fissare il bicchiere di liquore che ho in mano, è vuoto.

Lo fisso, mi viene da ridere è come me, vuoto, prima aveva tutto dentro e poi pian piano è stato svuotato, un po' come me, stavo fissando lo schermo, c'erano dei punteggi, ma per via dell'alcool vedevo solo le foto sfuocate e delle chiazze bianche, l'altra mentore è seduta con garbo e parla amabilmente con alcuni mentori, io sto qui seduto sulla poltrona incapace di scrollarmi di dosso tutto.

-Odair, come sei messo male- una voce accanto a me, mi girai e vidi la ragazza dell'ascensore mi sorrideva -Johanna- dissi solo, mossi il bicchiere e feci una faccia triste -E' finito- tirai indietro la testa e risi, lei sospiro -Cosa ti è successo Odair?- chiede io la fisso e faccio spallucce -L'amore- inizia, la mia voce era alterata, ero ubriaco fradicio, mi cadde il bicchiere il rumore del vetro infranto si divagò in tutta la stanza, inizia a ridacchiare -E' spaccato, come il mio cuore- gli dissi, tutti ci fissavano lei si agitò sulla sedia e mi tirò per un braccio.

Io mi alzai e non riuscivo a fare niente da solo, mi lei mi mise un braccio sotto le ascelle, gli accarezzai la faccia -Sei... gentile- gli dissi, lei rossa dallo sforzo tiro fuori un sorriso -Lo so, e tu puzzi, ora ti accompagno di sopra, hai bisogno di vestiti puliti, un bagno e del caffè- disse gli sorrisi e poi vomitai per terra lei emise un gemito di frustazione, fissai quella roba giallastra -Che schifo- dissi, lei alzo gli occhi al cielo e sorpasso la pozza maleodorante.

Chiamò l'ascensore mentre io mi misi a canticchiare una canzoncina scema del mio distretto, lei sembrava lasciar perdere, ma mi fissava sbigottita, la fissai e ridacchiai -Odair, è tanto tempo che canti di un tizio su una barca e non hai una belle voce- mi dice, iniziai ad applaudire lei sembrava sul punto di tirarmi un pugno -Vieni dolcezza è arrivato il nostro carico- mi sussurra, mi aiuta a stare in piedi e mi porta nell'ascensore, le porte si chiudono e lei fa un respiro tremulo.

-Sai Johanna, il presidente ha ucciso la mia sorellina e ha minacciato di morte la mia ragazza, che è stata estratta quest'anno e che per di più mi ha lasciato- gli dissi, lei mi fissava curiosa -Tutto per farmi andare a letto con chi vuole, ho cercato una di avere una vita normale e ora la mia ex ragazza mi odia, ma pensa io la amo- gli dissi mi appoggiai al muro e sorrisi, lei si abbracciava, a disagio -Scusa- balbettai, gli accarezzai la guancia e gli sorrisi -Ti voglio bene anche se ti conosco da poco- gli sussurrai, si scosto da me e annui -Fai bene, sono pericoloso, distruggo tutti io- le porte si aprirono e lei mi trascinò dentro.

La mia vecchia stilista mi venne incontro, a bocca aperta, Johanna fece di no con la testa e Giorgina la guidò nella mia camera da letto, mi trascino nel corridoio io continuavo a cantare, non ne conoscevo il motivo.

Vidi dei ricci neri -Annie- urlai, lei si girò verso di me e si tappo la bocca -Finnick, cosa?- chiede Johanna gli tappa la bocca -Stai zitta, è ridotto così per colpa tua ragazzina, vai in camera tua e rimanici finché non me ne sono andata e lui è a letto, chiaro?- gli urlo mentre gli scivolavamo davanti, non capii la sua risposta, ma dagli occhi arrabbiati della mia amica non doveva essere bella.

Mi risvegliai dopo molto tempo, ero nel mio letto con un vestito pulito e un mal di testa incredibile, su una poltrona una ragazza dormiva beata, aveva una coperta addosso e sonnecchiava con nervosismo -Cosa?- sussurrai confuso, lei s sveglio cacciando un urlo, vidi le sue pupille dilatarsi e tornare normale in pochi secondi, mi fisso con il petto che ancora si alzava velocemente -Johanna, che ci fai qui?- chiedo confuso, lei si appoggia una mano sul cuore e chiude un'attimo gli occhi -Eri ubriaco marcio, ti ho portato qui, ti hanno lavato e ti ho fatto da baby sitter, a proposito il tuo tributo Shon ha preso un nove e la ragazza otto- salto in piedi e la mia testa martella con troppa forza, ci appoggio una mano sopra e faccio una smorfia -Annie ha preso otto?- chiedo, lei abbassa lo sguardo e annuisce, sorrido -Possiamo farcela- mi dico, lei mi fissa curiosa e io scrollo le spalle -Ti accompagno all'ascensore?- chiedo, lei annuisce, ci alziamo e il mal di testa peggiora ma lo ignoro.

Mentre camminiamo lei inizia a parlare -Il presidente Snow ha ucciso tutta la mia famiglia, mio padre è morto in un'incendio creato da lui, la mamma è stata avvelenata e mio fratello- gli si spezza la voce, io l'abbraccio -Scusa, ma mi manca troppo- mi dice, la cullo un po' mentre aspettiamo l'ascensore -Ti capisco- lei mi guardò con gratitudine -Non lo sa nessuno- sussurra, mi guarda dritto negli occhi, non ha lacrime agli occhi e questa cosa mi turba -Lo sai solo tu, puoi mantenere questo segreto Finnick?- sussurra, io annuisco -Johanna te lo prometto- l'ascensore si apri e lei entrò, la fissai -Hai smesso di chiamarmi Odair- le dico, le porte si chiudono ma sente le sue parole -Ora mi fido di te, siamo amici Finnick.

  
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