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Autore: Atomic Chiken    03/02/2014    1 recensioni
Un gatto.
Già, un semplice gatto.
" Non le manca Jeb? ". Aveva messo da parte i ferri per cucire e mi aveva guardata sorridendo
" Jeb non è morto tesoro, è sempre qui, con me ".
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chu si alzò ancora incerto sul da farsi e, mettendo il registratore in tasca, andò ad aprire la porta. Jusie era in piedi con le braccia incrociate ed una strana espressione sul volto.
" Ero preoccupata, per questo sono venuta a cercarti " mi disse mentre li raggiungevo alla porta. Mostrai un sorriso per niente sincero e salutai Chu
" Preso il regalo? " mi domandò lei all'improvviso. L'uomo mi lanciò un'occhiata perplessa e io fui sul punto di cedere dal panico " Sì..Cioè....Chu? La spedizione per quando è prevista? "
" Spedizione? " mi chiese quest'ultimo ancora più spaventato
" Sì, quella del gatto per la mia amica.. "
" Oh! " gioì lui una volta afferrato il concetto " La spedizione..Il gatto verrà portato a destinazione entro domani, dopo che avremo eseguito tutte le procedure ".
L'espressione di Jusie si allentò un poco, ma sulla fronte erano ancora ben visibili rughe corrugate
" Visto che abbiamo finito e si sta facendo tardi, direi che è ora di andare. Il capo mi farà un culo enorme " disse, ma nel mentre non mi sembrò affatto la Jusie scherzosa di sempre. Con un groppo alla gola la seguii lungo la salita per tornare alla macchina. Lanciai un ultimo sguardo alle mie spalle. Chu era rientrato, il posto era di nuovo immerso nel suo religioso silenzio, rotto solamente dal miagolio di dozzine di gatti.



Entrammo nell'auto in silenzio senza nememno degnarci di un'occhiata. Provavo una strana sensazione di disagio nel stare con Jusie.
" Nicole? ".
Mi voltai verso di lei preoccupata.
Per un attimo sembrò ripensarci
" Tua mamma..Ha chiamato in biblioteca, chiedeva di te "
" Perché? " chiesi tesa
" Voleva..Cioè, doveva darti qualcosa. Ha riattaccato dicendo che avrebbe aspettato il tuo ritorno ".
A quelle parole sarei dovuta rilassarmi, ed invece continuai a provare una nota di ansia.
Un auto ci passò accanto ad una velocità allucinante e per poco non ci fece sbandare. Jusie imprecò sbattendo il pugno sul volante " Maledetto bastardo! " urlò.
Era la prima macchina che incrociavamo da più di un'ora. Una Playmouth rossa fiammante. Una playmouth simile a quella di mia madre.
Mi voltai. Non c'era traccia di automezzi.
" Ehm..Nicole, senti.. ".
" Eh? "
" In questi giorni hai..Hai avuto qualche problema con qualcuno? ". Fui sorpresa da quel brusco cambiamento d'argomento
" No..Perché me lo chiedi? ". Cominciò a tamburellare sul volante
" Bè, niente di che, mi sembri solo un pò diversa dal solito. Tutto qui ".
Ho ucciso una donna, non credo che se fossi al mio posto staresti tranquilla
" E' la scuola, ci stanno inondando di compiti e verifiche. Sai com' è esigente mia madre riguardo certe cose."
" Sicura che non c'è nien..".
Avvenne tutto in una frazione di secondi. L'auto di prima ci venne addosso facendo volare tutto all'interno dell'abitacolo. La mia cintura mi trattenne mentre Jusie per poco non volò verso il parabrezza. " Porca puttana! " urlò trattenendo il volante che sembrava andare per conto suo. L'auto, sotto il controllo della propria mente, cominciò ad avvicinarsi pericolosamente ad un palo al ciglio della strada. La Playmouth che ci aveva aggredito si accostò alla nostra. Scrutai al suo interno ma la luce del sole rese impossibile vedere chi c'era all'interno.
" I freni sono bloccati! Merda! ". La donna, in balia ad imprecazioni e bestemmie cercò in tutti e modi di frenare, senza risultati. La playmotuh si piazzò di fronte a noi e rallentò bruscamente. Andammo a sbattere ancora una volta. Venni spinta in avanti e nel mentre senti Jusie scacciare un urlo di dolore. Contro la mia volontà guardai verso di lei e vidi con orrore l'osso del gomito penzolare fuori dalla pelle. Si accasciò come un feto continuando a gridare. Scossa da tremori e lacrime le dissi di rialzarsi
" Jusie! Merda, l'auto finirà fuori strada! ".
Fu allora che sentii anche le sirene. Mi alzai e oltre alla Playmouth scorsi un'auto della polizia dirigersi verso di noi ad alta velocità. In cosa cazzo mi ero andata a cacciare?
Dall'altoparlante della pattuglia risuonò una voce " Accostate! Ripeto, accostate! Tutti quanti! ". La playmotuh si tolse dalla nostra visuale e si fermò. Mi voltai di nuovo verso Jusie, la quale non emetteva più alcun suono. Era svenuta. Il controllo della macchina era di nuovo nelle sue mani e teneva il piede inerte sull'acceleratore. Provai a tirarlo via tenendo con una mano il volante. " Cazzo! ". La polizia si trovava ad una cinquantina di metri da noi e continuava a parlare dall'altoparlante.
Continua a guidare.
Sotto il potere di un'altra mente mi feci spazio vicino a Jusie e cominciai a guidare. Pigiai l'acceleratore fino in fondo tenendomi al centro della strada.
" Fermatevi! Vi ordino di accostare subito! ".
Nello specchietto vidi la Playmouth riprendere la corsa. Poco più avanti c'era la polizia.
In quel momento ebbi la certezza di essere stata scoperta. Sapevano che ero stata io ad uccidere Anne e avrebbero cercato di fermarmi a tutti i costi.
Ma voi non sapete niente, poliziotti di merda.
Dovevo raggiungere Jeb, dovevo finire tutto. Accelerai ancor di più lasciandomi dietro una lunga scia di fumo.



Ariel guidava a velocità massima. Sapeva di aver fatto la scelta sbagliata, ma c'era di mezzo Nicole. No. Non l'avrebbero portata da nessuna parte. Non le avrebbero fatto niente. Non fino a quando ci sarebbe stata lei. Da quando era arrivato Jeb le cose avevano preso una brutta piega e Nicole si era chiusa in sè stessa. Aveva pensato ad una fase adolescienziale, ma ora aveva la certezza che si trattava d'altro. Ma cosa? Cosa aveva fatto Nicole con la vecchia pazza? Centrava qualcosa con la sua morte?
Mentre faceva mente locale passò vicino ad un automobile. Lanciò uno sguardo nello specchietto e riconobbe i lineamenti del volto di Jusie. L'avevano notata anche loro? Continuò ad andare dritto e all'improvviso pigiò il piede sul freno facendo marcia indietro. Non era un'esperta nella guida e per questo le ci volle più del previsto. Una volta ripreso il controllo della strada tornò alla velocità di prima ed in poco tempo raggiunse la loro auto. Presa com'era dal pensiero di fermarle non si accorse di essersi avvicinata troppo e andò a sbattere contro l'automobile. Le figure al suo interno si mossero come impazzite. Ariel, quasi abbracciando il volante, virò a sinistra e si affiancò alla macchina. Vide distintivamente il volto di Nicole fissarla, ma non parve riconoscerla. Meglio così pensò lei sollevata. Riportò l'auto in carreggiata e, vedendo che non si fermavano, le sorpassò schiacciando in seguito il freno. Non parvero rallentare lo stesso.
" Dannazione! ". Mentre pensava a cosa fare Ariel sentì il suono delle sirene.
" Cosa..". Alzò lo sguardo e vide l'automobile del poliziotto venire verso di loro. Lanciò un messaggio con l'altoparlante.
Forse le fermerà pensò la donna.
Frenò lasciando che la macchina rallentasse. Il poliziotto si avvicinò all'abitacolo di Nicole. Ariel fu presa di nuovo dal panico. E se l'avessero portata in prigione? E se non si fossero fermate?
Ripose il piede sull'acceleratore raggiungendo a velocità spianata le due auto. " Fermatevi dannazione, fermatevi! " urlò come se potessero sentirla.
Al contrario, la macchina dove si trovava Nicole parve accelerare ancora di più. Ariel era sul punto di fare la stessa cosa ma il disastro avvenne in un attimo.
L'auto della figlia sbandò all'improvviso finendo in una buca sul bordo strada. Una scintilla e lo scenario di fronte ai suoi occhi fu invaso dalle fiamme.
  
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