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Autore: Viki_chan    03/02/2014    3 recensioni
- Seconda serie di (s)fortunati eventi -
Anna-chan ha vissuto qualche giorno in Corea, nel quale ha avuto modo di conoscere meglio se stessa e un mondo che da sempre l'ha affascinata. Tornata a Tokyo da qualche mese, il suo breve periodo a Seoul diventa un sogno da cui svegliarsi definitivamente.
Ma è davvero possibile dimenticare?
E soprattutto, è davvero solo lei a soffrire di questa situazione?
Evento #1: Nuova vita, nuovo lavoro, vecchia Anna
Evento #2: Cambi di programma, una faccia conosciuta e il ritorno di Anna-chan
Evento #3: Amiche deluse, telefonate inaspettate e cosmetici
Evento #4: Pensieri umani, pennarelli scarichi e messaggi cifrati
Evento #5: yakitori francesi, hotel blindati e il libro
Evento #6: le stesse parole, il silenzio e la crisi
Evento #7: l'uomo alla porta, luci drammatiche e accordi disattesi
Evento #8: Gimpo, le fan e la colazione per due
Evento #9: Provocazioni, Kim Camille e il sorriso di Ryeowook
Evento #10: lo schedule, la Kyobo e l'evento dell'anno
Evento #11: la sposa, i manager e la fine della discussione
Evento #12: l'appartamento, lo sguardo di Siwon e il ritorno
Evento #13: Il volo, il Capitol e la tenda bianca
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi scuso per la formattazione diversa, ma il mio computer ha deciso di non collaborare! Vedrò di sistemarla il prima possibile!
 


Una Serie di (S)fortunati Eventi

Evento #3






Le riprese sono durate fino a notte inoltrata.
Quando sono arrivata nel mio appartamento erano le quattro.
Mi sono buttata a letto vestita e ho chiuso gli occhi per quello che mi è sembrato solo un istante.
Poi è suonata la sveglia.
Erano già le sette.
Mi sono alzata e ho guardato il cellulare.

Hai la mattinata libera, ci vediamo alle 14.

Mina-chan, la segretaria della signora Nakamura, mi aveva scritto pochi minuti prima.
Ormai ero sveglia, così ho chiamato Ayane e l'ho invitata a una calorica colazione allo Starbucks davanti alla sua università.
Mi sono pentita di non essere rimasta a letto cinque minuti dopo essermi buttata nel traffico di Tokyo. Quando alla fine arrivo al café, mi compro un caramel macchiato grande come un secchiello da mare.
Ayane-chan mi si siede difronte una decina di minuti dopo, litigando con un paio di borse di un noto marchio di cosmetici.
“Buongiorno” dico facendole alzare lo sguardo. “Fatto compere?”
“L'ho fatto per il fan sign di sabato” risponde lei soprappensiero, controllando il cellulare. “Tu sia chi è questa?”
Mi passa il telefono e, appena vista l'immagine mi lascio scappare un sospiro.
“Sakura, la protagonista di Autumn Sonata. Ieri sera hanno girato uno spot insieme” rispondo scuotendo la testa.
“Come fai a saperlo?”
“Ero lì con loro, è una cosa che gestisce la Y.Ad” dico con noncuranza. “La smetterai mai di comportarti come una fidanzata gelosa con i Super Junior? Non hai più quindici anni.”
Ayane si riprende il telefono e per qualche istante contempla la selca di Kyuhyun e Sakura che lei ha postato sul suo profilo, poi mi guarda e spalanca gli occhi.
“Tu hai incontrato Kyuhyun? L'hai visto da vicino?”
“Mh”
“E come è stato?” chiede sporgendosi verso di me. Il suo americano si inclina pericolosamente e solo un mio gesto istintivo ci salva da una cascata di caffè.
“Ho lavorato fino a notte fonda” commento dopo averle tirato un'occhiataccia. “Lui ha fatto il suo lavoro e se n'è andato.”
“E com'è lui? Bello?”
“Anche tu l'hai visto, al Dome. E' così.”
“Mh” commenta lei poco convinta. “Avresti dovuto dirmelo, sarei venuta a farti da assistente.”
“Ho saputo della sua presenza solo quando mi sono trovata sul posto, ieri sera. E sai che io ho già un'assistente. Per me è solo lavoro, a prescindere di chi si tratti.”
“Da quando sei stata in Corea sei cambiata. Tu... Kyuhyun. Era Kyuhyun, non era solo lavoro. Tu amavi i Super Junior” dice con un tono così poco giapponese da spaventarmi. “Da quando sei tornata sei sempre triste. Non esci mai, hai sempre quell'espressione così malinconica. Cos'è successo in Corea?”
Alzo lo sguardo dal mio caramel macchiato e osservo il volto imbronciato della mia amica.
Non so che cosa dirle.
Vorrei spiegarle che non amo più i Super Junior-idol perché sto cercando di dimenticare i Super Junior-ragazzi che ho conosciuto.
Apro la bocca, tentando di farmi venire in mente qualche scusa.
Il suono del mio cellulare sembra il canto di un angelo.
“E' il lavoro” mento indicando il display, che in realtà mi mostra un numero che non conosco.
Mi allontano dal tavolo e esco dal locale.
Moshi, mosh..
“Anna?”
“Sono io” dico.“Con chi parlo?”
“Anna, sono John Park della SM, puoi parlare in inglese?”
John Park.
Lui.
Il manager.
“Anna?” chiede ancora la voce dall'altra parte della cornetta.
E non mi chiama Anna, ma piuttosto Hannah.
Non ricordavo la sua voce.
“Sì, sono qui. Mister Park, tutto bene?”
“Si, certo. Per un istante ho creduto che mi avessero dato il numero sbagliato. Come stai?”
“Io sto bene” rispondo. La verità è che non so se saltellare di gioia o piangere dalla disperazione.
Alla fine taccio e aspetto.
“Hannah, Kyuhyun mi ha detto che ti ha incontrato ieri.”
“E' stato del tutto casuale” dico di getto. Le parole mi si incastrano una dietro l'altra e probabilmente Park non ha capito nulla. “I was there for work” dico più lentamente.
“Lo so, lo so. Va tutto bene. Io ti ho solo chiamata per dirti che i ragazzi sono in Giappone per un paio di giorni e sabato terranno un fan sign in una profumeria di Shin-Okubo. Ci saranno Ryeowook, Kyuhyun e Sungmin.”
Mister Park tace, e io con lui. Questo spiega le borse colme di cosmetici di Ayane, per lo meno.
Tutto il resto però non ha alcun senso.
“Io non so cosa dire” dico.
Il signor Park dall'altro lato della cornetta fa un suono strano. Una sorta di risata smorzata.
“Dovresti andarci. Al fan sign.”
“Devo fare delle foto?” chiedo.
“No.”
Parla chiaro, signor Park, ti prego.
“Io non...”
“Non ho niente da farti fare, purtroppo” dice dopo un po'. “Ma dovresti andarci, da fan. Loro mi chiedono di te, a volte. Credevano che dopo il Dome tu fossi tornata in Italia e invece... Io credo che potrebbe far piacere a Ryeowook.”
Taccio.
Il signor Park ricomincia a parlare, ma non riesco più ad ascoltarlo.
C'è una scatola, ben nascosta sotto al mio letto, in cui tengo una delle cose più pericolose che posseggo.
Una foto in cui io e Ryeowook ci abbracciamo.
In quei pochi giorni a Seoul, credo fossimo diventati quasi amici.
E lui mi manca.
“Credo che tu debba spendere 12.000 yen per avere il pass per gli autografi” gli sento dire ad un certo punto. “E' inutile dirti che dovrai far finta di essere una semplice fan, lo sai questo?”
“Sì.”
“E' stato un rischio per me dirti questa cosa e me ne prendo ogni responsabilità. Dopo aver accettato, però, tutto ciò che farai ricadrà anche sulla tua vita. Noi abbiamo un fatto un patto, ricordi?”
“Non ho intenzione di rischiare il mio posto di lavoro per un fansign, se è questo che teme” dico con un tono un po' troppo duro. “Sorry.
Il signor Park tace qualche secondo, poi sento il suono di un altro telefono alle sue spalle.
“Allora ci andrai?” chiede.
“Mister Park.”
“Dimmi Hannah.”
“Che cosa le ha detto di preciso Kyuhyun?”
Il manager tace, si schiarisce la voce.
“Lui è convinto che ci serva ancora una fotografa. Che tu ci serva ancora” risponde . “Almeno pensaci.”


Quando rientro nel café, Ayane sta annusando una confezione di crema per il viso.
“12.000 yen di creme?” chiedo.
Lei annuisce appena, è ancora arrabbiata.
“Fra quanto inizia la tua lezione?”
“Un'ora.”
“Vuoi accompagnarmi a Shin-Okubo? Devo prendere il biglietto prima di essere costretta a comprare i fondi di magazzino.”
Ayane alza lo sguardo sorpresa, poi con un gesto rapido chiude la crema e la ributta in borsa.
La guardo un istante, poi prendo la mia borsa e sorrido.
“Mi dispiace tanto per non averti detto di Kyuhyun.”
“L'importante è che tu sia rinsavita.”



 

 

   
 
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